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Antonio Pesce – L’opera grafica
Propone l’intera collezione donata di recente dall’artista al Frac-Baronissi.
Più di cento opere cadenzeranno sulle pareti della Galleria dei Frati circa sessanta anni di esperienza.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
FRaC Baronissi
MUSEO-FONDO REGIONALE D'aRTE CONTEMPORANEA
REGIONE CAMPANIA
ANTONIO PESCE L’opera grafica
Museo-FRAC, Galleria dei Frati
Baronissi 6 novembre – 5 dicembre 2010
Inaugurazione sabato 6 novembre - ore 18,30
Comunicato stampa
Sabato 6 novembre 2010, alle ore 18,30, nel Salone delle Conferenze del Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi, sarà presentata la mostra Antonio Pesce. L’opera grafica 1955-2001 che propone l’intera collezione donata di recente dall’artista al Frac-Baronissi
Più di cento opere cadenzeranno sulle pareti della Galleria dei Frati, circa sessanta anni di esperienza spesa in una pratica quotidiana, quasi intima e al tempo stesso disposta alle curiosità dei nuovi movimenti, delle nuove istanze dell’arte. La mostra è stata curata da Marcella Ferro e da Pasquale Ruocco che hanno realizzato anche il catalogo ragionato della donazione di incisioni che, da oggi, entra a far parte della Collezione permanente del Frac.
“Le opere di Antonio Pesce – scrive Giovanni Moscatiello sindaco di Baronissi – forniscono lo spunto per rileggere significative pagine della storia dell’arte contemporanea a Napoli e in Campania dall’immediato secondo dopoguerra, dibattito nel quale l’artista s’immette come una presenza attiva sin dalle mostre di quel decennio, prime fra tutte l’importante esposizione allestita a Napoli nel 1957 all’ Istituto Cultural Español de Santiago presentata da Costanza Lorenzetti […]. La sua è una vicenda culturale che ha saputo, nel tempo, coniugare il magistero dell’insegnamento con l’attività di studio e di ricerca, sia in pittura sia, e soprattutto, nell’ambito dell’incisione, trasformando il suo atelier in una fucina d’incontro, di dibattito, di sollecitazione per le nuove generazioni di artisti.”
“La donazione che il maestro Pesce ha fatto ad una giovane istituzione qual è il Museo-Frac – evidenzia Nicola Lombardi assessore alla cultura – è un ulteriore segnale di quanto il Fondo Regionale d’Arte Contemporanea si stia radicando nel territorio regionale come un’istituzione capace di dare una risposta di grande intensità a progetto dell’arte. È un riconoscimento sentito, vero, autentico che si affianca alle altre numerose donazioni che, il Fondo, in questo avvio del secondo decennio del Duemila ha registrato. “
Da tempo, rileva Massimo Bignardi nella battute iniziali dell’introduzione al catalogo, che “guardo con interesse l’esperienza artistica, soprattutto quella di incisore, di Antonio Pesce, una delle presenze, sebbene schiva così com’è nel suo carattere, di quella stagione di novità che spirava a Napoli e poi a Salerno tra la metà degli anni Cinquanta e i primi del nuovo decennio. Novità che trattenevano quei giovani artisti usciti dalla aule dell’Accademia a sostare sulla figura, quest’ultima non più interprete della restituzione della realtà nel suo farsi presenza, riscontro o, peggio ancora, effetto della maestria della pittura, quanto cifra di un territorio immaginativo sollecitato dalla memoria, dalla forma avvertita come motivo di un processo etico.”
“L’opera incisoria di Antonio Pesce s’inscrive – precisa Marcella Ferro – in un intervallo che copre circa sei decenni, vale a dire un percorso che, dalla seconda metà degli anni Cinquanta, giunge fino ai primi del Duemila, un arco di tempo lungo scandito da centodue incisioni, fra puntesecche, acqueforti e acquetinte. L’incisione sarà un linguaggio espressivo assunto dall’artista quale strumento per continuare, facendo leva sulla linea, la ricerca pittorica del dato reale, riportandolo sotto forma di puro disegno: negli anni Sessanta, dunque, l’incisione diverrà per l’artista di Mercato San Severino, un discorso condotto in parallelo rispetto alla pittura. Ove, infatti, in quest’ultima, l’elemento cromatico appare come l’unico tratto descrittivo della realtà stessa, nell’incisione persiste la figura e il monocromatismo del bianco e nero. Questo passaggio è abbastanza palese se si confrontano ad esempio l’acquaforte Figura con cerchio del 1958 e l’antecedente e omonimo dipinto. Al chiaro dettato postcubista di quest’olio su tela di medie dimensioni, si affianca l’esito figurativo dell’incisione, dove i volumi del corpo femminile sono più evidenti, tanto quanto le stesse morbide pieghe della tenda sullo sfondo, per cui il chiaroscuro del tratteggio ottenuto con la pressione del bulino sulla lastra di zinco, acuisce la profondità dell’intera scena”.
“Gradualmente lo sguardo di Pesce – annota Pasquale Ruocco – si dirige verso l'alto affascinato da cieli stellati, attirato nell'infinito spaziale, sobillato dalla possibilità di proiettarvi le proprie immagini, ma anche le proprie preoccupazioni, come se si trattasse di un enorme schermo.
L'autore immagina – mi riferisco a Composizione con numeri, Sole con lettere, Sole con rottami e ancora Sole e copertoni, Sole e massi – delle grandi sfere, pallide come malate, raggiunte e parzialmente coperte, da masse di oggetti, forme che riempiono lo spazio, meglio che tendono a saturarlo, a renderlo impraticabile, inquinato come la nostra vita circondata da milioni di oggetti non sempre indispensabili, ma superflui, futili.[…]Lo spazio di queste lastre gradualmente si riempie di forme, cose, rifiuti – Il silenzio delle cose, Doppia composizione, Ecologia – che cancellano la purezza del cosmo, distruggono notti stellate, inquinano i sogni, i desideri affidati ad una cometa”.
Per l’occasione è stato pubblicato dalle edizioni Plectica, il volume dal titolo Antonio Pesce. Le incisioni 1957-2001, con testi introduttivi di Giovanni Moscatiello, Nicola Lombardi e Massimo Bignardi, saggi critici, apparati e catalogo generale delle opere di Marcella Ferra e Pasquale Ruocco, nonché un repertorio illustrativo con tutte le incisioni donate dal maestro al Museo-Frac Baronissi.
La mostra resterà aperta fino a domenica 5 dicembre 2010
ANTONIO PESCE nasce a Palma Campania (Napoli) il 1929. Dopo aver conseguito la maturità artistica presso il Liceo napoletano, si diploma in Pittura con Emilio Notte all’Accademia di Belle Arti della stessa città. Durante gli anni della formazione studia incisione con il Maestro Lino Bianchi Barriviera. Conclude gli studi nel 1957 con una tesi in Storia dell’arte con la Prof. Lorenzetti, presentando una monografia su Scipione (Gino Bonichi) correlata di una cartella di incisioni dedicata proprio all’artista. Ha insegnato per diversi anni all’Istituto d’arte di Salerno. La sua carriera artistica ha inizio nel 1955, con esposizioni d'arte di rilievo nazionale ed estero. Del 1960 la sua prima personale tenutasi presso il Centro artistico “Giovanni di Nola” nella provincia napoletana. Qualche anno più tardi lo si segnala a Scafati con la mostra alla Galleria Centro Arte Sud. In seguito nel 1986 è a Cava dei Tirreni con la “Mostra personale del Gruppo dei Sei”. Del 2009 si ricorda “Antonio Pesce – Dipinti” allestita a Palazzo De Falco di Fisciano (Salerno). Invitato a numerose collettive si segnala la sua presenza alla VI Biennale dell’Incisione tenutasi in provincia di Cosenza nel 2003; ancora, due anni più tardi è fra gli artisti della IV Edizione Concorso di Grafica “On the road Art Gallery” di Gallarate (Varese). Nel 2009 è poi alla Biennale di Grafica Contemporanea di Palermo “Passaggio a Sud”. Suoi lavori sono presenti in collezioni private e pubbliche quali il Museo dell'Informazione di Senigallia e la Raccolta delle Stampe Sartori di Mantova. Ha illustrato libri di poesia, narrativa e saggistica. Vive e lavora a Mercato San Severino (Salerno).
MUSEO-FONDO REGIONALE D'aRTE CONTEMPORANEA
REGIONE CAMPANIA
ANTONIO PESCE L’opera grafica
Museo-FRAC, Galleria dei Frati
Baronissi 6 novembre – 5 dicembre 2010
Inaugurazione sabato 6 novembre - ore 18,30
Comunicato stampa
Sabato 6 novembre 2010, alle ore 18,30, nel Salone delle Conferenze del Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi, sarà presentata la mostra Antonio Pesce. L’opera grafica 1955-2001 che propone l’intera collezione donata di recente dall’artista al Frac-Baronissi
Più di cento opere cadenzeranno sulle pareti della Galleria dei Frati, circa sessanta anni di esperienza spesa in una pratica quotidiana, quasi intima e al tempo stesso disposta alle curiosità dei nuovi movimenti, delle nuove istanze dell’arte. La mostra è stata curata da Marcella Ferro e da Pasquale Ruocco che hanno realizzato anche il catalogo ragionato della donazione di incisioni che, da oggi, entra a far parte della Collezione permanente del Frac.
“Le opere di Antonio Pesce – scrive Giovanni Moscatiello sindaco di Baronissi – forniscono lo spunto per rileggere significative pagine della storia dell’arte contemporanea a Napoli e in Campania dall’immediato secondo dopoguerra, dibattito nel quale l’artista s’immette come una presenza attiva sin dalle mostre di quel decennio, prime fra tutte l’importante esposizione allestita a Napoli nel 1957 all’ Istituto Cultural Español de Santiago presentata da Costanza Lorenzetti […]. La sua è una vicenda culturale che ha saputo, nel tempo, coniugare il magistero dell’insegnamento con l’attività di studio e di ricerca, sia in pittura sia, e soprattutto, nell’ambito dell’incisione, trasformando il suo atelier in una fucina d’incontro, di dibattito, di sollecitazione per le nuove generazioni di artisti.”
“La donazione che il maestro Pesce ha fatto ad una giovane istituzione qual è il Museo-Frac – evidenzia Nicola Lombardi assessore alla cultura – è un ulteriore segnale di quanto il Fondo Regionale d’Arte Contemporanea si stia radicando nel territorio regionale come un’istituzione capace di dare una risposta di grande intensità a progetto dell’arte. È un riconoscimento sentito, vero, autentico che si affianca alle altre numerose donazioni che, il Fondo, in questo avvio del secondo decennio del Duemila ha registrato. “
Da tempo, rileva Massimo Bignardi nella battute iniziali dell’introduzione al catalogo, che “guardo con interesse l’esperienza artistica, soprattutto quella di incisore, di Antonio Pesce, una delle presenze, sebbene schiva così com’è nel suo carattere, di quella stagione di novità che spirava a Napoli e poi a Salerno tra la metà degli anni Cinquanta e i primi del nuovo decennio. Novità che trattenevano quei giovani artisti usciti dalla aule dell’Accademia a sostare sulla figura, quest’ultima non più interprete della restituzione della realtà nel suo farsi presenza, riscontro o, peggio ancora, effetto della maestria della pittura, quanto cifra di un territorio immaginativo sollecitato dalla memoria, dalla forma avvertita come motivo di un processo etico.”
“L’opera incisoria di Antonio Pesce s’inscrive – precisa Marcella Ferro – in un intervallo che copre circa sei decenni, vale a dire un percorso che, dalla seconda metà degli anni Cinquanta, giunge fino ai primi del Duemila, un arco di tempo lungo scandito da centodue incisioni, fra puntesecche, acqueforti e acquetinte. L’incisione sarà un linguaggio espressivo assunto dall’artista quale strumento per continuare, facendo leva sulla linea, la ricerca pittorica del dato reale, riportandolo sotto forma di puro disegno: negli anni Sessanta, dunque, l’incisione diverrà per l’artista di Mercato San Severino, un discorso condotto in parallelo rispetto alla pittura. Ove, infatti, in quest’ultima, l’elemento cromatico appare come l’unico tratto descrittivo della realtà stessa, nell’incisione persiste la figura e il monocromatismo del bianco e nero. Questo passaggio è abbastanza palese se si confrontano ad esempio l’acquaforte Figura con cerchio del 1958 e l’antecedente e omonimo dipinto. Al chiaro dettato postcubista di quest’olio su tela di medie dimensioni, si affianca l’esito figurativo dell’incisione, dove i volumi del corpo femminile sono più evidenti, tanto quanto le stesse morbide pieghe della tenda sullo sfondo, per cui il chiaroscuro del tratteggio ottenuto con la pressione del bulino sulla lastra di zinco, acuisce la profondità dell’intera scena”.
“Gradualmente lo sguardo di Pesce – annota Pasquale Ruocco – si dirige verso l'alto affascinato da cieli stellati, attirato nell'infinito spaziale, sobillato dalla possibilità di proiettarvi le proprie immagini, ma anche le proprie preoccupazioni, come se si trattasse di un enorme schermo.
L'autore immagina – mi riferisco a Composizione con numeri, Sole con lettere, Sole con rottami e ancora Sole e copertoni, Sole e massi – delle grandi sfere, pallide come malate, raggiunte e parzialmente coperte, da masse di oggetti, forme che riempiono lo spazio, meglio che tendono a saturarlo, a renderlo impraticabile, inquinato come la nostra vita circondata da milioni di oggetti non sempre indispensabili, ma superflui, futili.[…]Lo spazio di queste lastre gradualmente si riempie di forme, cose, rifiuti – Il silenzio delle cose, Doppia composizione, Ecologia – che cancellano la purezza del cosmo, distruggono notti stellate, inquinano i sogni, i desideri affidati ad una cometa”.
Per l’occasione è stato pubblicato dalle edizioni Plectica, il volume dal titolo Antonio Pesce. Le incisioni 1957-2001, con testi introduttivi di Giovanni Moscatiello, Nicola Lombardi e Massimo Bignardi, saggi critici, apparati e catalogo generale delle opere di Marcella Ferra e Pasquale Ruocco, nonché un repertorio illustrativo con tutte le incisioni donate dal maestro al Museo-Frac Baronissi.
La mostra resterà aperta fino a domenica 5 dicembre 2010
ANTONIO PESCE nasce a Palma Campania (Napoli) il 1929. Dopo aver conseguito la maturità artistica presso il Liceo napoletano, si diploma in Pittura con Emilio Notte all’Accademia di Belle Arti della stessa città. Durante gli anni della formazione studia incisione con il Maestro Lino Bianchi Barriviera. Conclude gli studi nel 1957 con una tesi in Storia dell’arte con la Prof. Lorenzetti, presentando una monografia su Scipione (Gino Bonichi) correlata di una cartella di incisioni dedicata proprio all’artista. Ha insegnato per diversi anni all’Istituto d’arte di Salerno. La sua carriera artistica ha inizio nel 1955, con esposizioni d'arte di rilievo nazionale ed estero. Del 1960 la sua prima personale tenutasi presso il Centro artistico “Giovanni di Nola” nella provincia napoletana. Qualche anno più tardi lo si segnala a Scafati con la mostra alla Galleria Centro Arte Sud. In seguito nel 1986 è a Cava dei Tirreni con la “Mostra personale del Gruppo dei Sei”. Del 2009 si ricorda “Antonio Pesce – Dipinti” allestita a Palazzo De Falco di Fisciano (Salerno). Invitato a numerose collettive si segnala la sua presenza alla VI Biennale dell’Incisione tenutasi in provincia di Cosenza nel 2003; ancora, due anni più tardi è fra gli artisti della IV Edizione Concorso di Grafica “On the road Art Gallery” di Gallarate (Varese). Nel 2009 è poi alla Biennale di Grafica Contemporanea di Palermo “Passaggio a Sud”. Suoi lavori sono presenti in collezioni private e pubbliche quali il Museo dell'Informazione di Senigallia e la Raccolta delle Stampe Sartori di Mantova. Ha illustrato libri di poesia, narrativa e saggistica. Vive e lavora a Mercato San Severino (Salerno).
06
novembre 2010
Antonio Pesce – L’opera grafica
Dal 06 novembre al 05 dicembre 2010
arte contemporanea
Location
FRAC – CONVENTO FRANCESCANO DELLA SANTISSIMA TRINITÀ
Baronissi, Via Convento, (Salerno)
Baronissi, Via Convento, (Salerno)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 9-13 e 16-18
Vernissage
6 Novembre 2010, ore 18.30
Autore