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Antonio Recca – Elusive parvenze
In mostra si potranno visionare circa diciotto opere inedite recenti del maestro siciliano Antonio Recca.
Comunicato stampa
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Antonio Recca
"ELUSIVE PARVENZE"
sede
Galleria Art'è
mostra a cura di
Calusca
catalogo in mostra
Newl’ink
testi in catalogo
Ornella Fazzina
Rocco Giudice
Inaugurazione
Sabato 6 giugno 2015 | ore 19.00
La mostra
In mostra si potranno visionare circa diciotto opere inedite recenti del maestro siciliano Antonio Recca.
Il catalogo
La pubblicazione dal titolo “Antonio Recca | Alfio Pappalardo. Elusive parvenze”, per le edizioni Newl’ink, che sarà pubblicata e presentata in occasione della vernice del 6 giugno p.v., raccoglierà la documentazione delle mostre personali dei due artisti siciliani Antonio Recca (“Elusive parvenze”) e Alfio Pappalardo (“Carte al quadrato”; già realizzata presso la Galleria Art’è dal 29 marzo al 17 aprile 2014).
Stralcio del testo in catalogo di Ornella Fazzina:
[…] Smalti e bitume danno corpo, nelle opere di Antonio Recca, a paesaggi, cieli, stagni, a motivi della natura mutuati da luoghi vissuti, attraversati e restituiti in forme non immediatamente riconoscibili, ovattati da un pulviscolo che crea dilatazione spazio-temporale, toccando così altre dimensioni e percezioni. Nei meandri della nostra memoria si risvegliano sensazioni e atmosfere dal sapore evocativo che superano la pura rappresentazione per approdare a segrete e immaginifiche connessioni.
Un effetto di straniamento dalla realtà è percepibile sia a distanza che ad uno sguardo ravvicinato, dove l’immagine si annulla per essere decodificata nel momento in cui si traccia una linea di allontanamento.
Recca sembra giungere a nuovi interrogativi circa la competenza della rappresentazione come rivelazione di esperienze esistenziali e di come vengono percepite. Egli vuole includere l’assenza di qualsivoglia rapporto rilevante con la realtà in termini di mimesi, una estrema acontestualità che ridisegna un nuovo contesto di una metafora esistenziale. Si assiste ad una diversa interpretazione del fenomeno visivo per rivelare la percezione della realtà inclusa in una nuova contestualizzazione metaforica. Si schiudono altri piani di coinvolgimento dell’opera in una costante ricerca di un punto di contatto tra l’esperienza oggettiva e la rappresentazione di tale esperienza, e nell’indicare una zona di confine al limite tra la realtà e l’immaginazione, si punta alla sovrapposizione di strati materici ora più densi, ora più diafani, dove sono proprio le trasparenze, le velature a far emergere effetti di forte e commovente luminosità. I segni si sovrappongono, si confondono e il quadro che prende vita è il risultato di un’esperienza soggettiva che l’artista vuole condividere con gli strumenti messi a disposizione dalla pratica e comunicazione artistica. […]
Stralcio del testo in catalogo di Rocco Giudice:
[…] Chi si ponga di fronte ai lavori di Alfio Pappalardo, nell’incerto confine fra paesaggi straniati in modo informale, interiorizzati e resi astratti o al contrario, tanto concreti da riportare a una dimensione slegata da ogni resa figurativa, è portato a chiedersi quanto la scelta del tema e quella dei mezzi concorrano a determinare la forma, a connotare, senza mai costringerlo, lo stile. La scelta del tema rinvia a una questione di sensibilità – parola aborrita dai puristi dell’espressione, questo feticcio che sbarra il passo a ogni discorso che miri al giudizio per condurre nel recinto dell’interpretazione: così, l’artista è libero di fare e chi vuole cimentarsi, è libero di dire quello che gli pare. Le prerogative degli uni e degli altri sono salve in una civiltà della comunicazione in cui non è strettamente necessario capirsi. La sensibilità come residuo di epoche meno “illuminate” della nostra: il resto, che sia il meno o al contrario, anche il superfluo, a pezzi o per intero, è dato in sovrappiù nella società dell’immagine in cui si riflette il rigetto, più che la crisi, di ogni identità.
Non è sempre così: né per tutti. Prendere come soggetto il paesaggio significa concedere ancora un qualche credito alla natura: non per contemplarla o rifletterci su, per celebrarla quale modello o misura e garanzia di verità cui attenersi, com’era in epoche che testimoniano quale profitto l’arte sapesse trarne: per Alfio Pappalardo è più un fattore e insieme, una forza di produzione di emozioni, di visioni, di energia visiva allo stato puro: il paesaggio non necessita di una forma, di un limite, di una regola, che, nel dare forma a un’emozione, l’arte incontra in essa, per così dire, dal vivo e nel vivo del suo farsi: e a questo punto, la natura non è più paesaggio, ma è già mito ovvero materia del mito: materia di poesia, come fabulazione e elaborazione linguistica di quella materia prima che nella pittura è il colore. La pittura come una sorta di ascolto, quindi. Di quell’emozione Alfio Pappalardo ricerca la voce o l’eco visiva, perduta fra immagini di cui cogliere i segni, ma di cui nessun mito ci restituirà la memoria. A quella voce, al grido come all’alito del mondo che nessuna parola può sfiorare né accogliere, Alfio Pappalardo offre il proprio linguaggio pittorico. […]
"ELUSIVE PARVENZE"
sede
Galleria Art'è
mostra a cura di
Calusca
catalogo in mostra
Newl’ink
testi in catalogo
Ornella Fazzina
Rocco Giudice
Inaugurazione
Sabato 6 giugno 2015 | ore 19.00
La mostra
In mostra si potranno visionare circa diciotto opere inedite recenti del maestro siciliano Antonio Recca.
Il catalogo
La pubblicazione dal titolo “Antonio Recca | Alfio Pappalardo. Elusive parvenze”, per le edizioni Newl’ink, che sarà pubblicata e presentata in occasione della vernice del 6 giugno p.v., raccoglierà la documentazione delle mostre personali dei due artisti siciliani Antonio Recca (“Elusive parvenze”) e Alfio Pappalardo (“Carte al quadrato”; già realizzata presso la Galleria Art’è dal 29 marzo al 17 aprile 2014).
Stralcio del testo in catalogo di Ornella Fazzina:
[…] Smalti e bitume danno corpo, nelle opere di Antonio Recca, a paesaggi, cieli, stagni, a motivi della natura mutuati da luoghi vissuti, attraversati e restituiti in forme non immediatamente riconoscibili, ovattati da un pulviscolo che crea dilatazione spazio-temporale, toccando così altre dimensioni e percezioni. Nei meandri della nostra memoria si risvegliano sensazioni e atmosfere dal sapore evocativo che superano la pura rappresentazione per approdare a segrete e immaginifiche connessioni.
Un effetto di straniamento dalla realtà è percepibile sia a distanza che ad uno sguardo ravvicinato, dove l’immagine si annulla per essere decodificata nel momento in cui si traccia una linea di allontanamento.
Recca sembra giungere a nuovi interrogativi circa la competenza della rappresentazione come rivelazione di esperienze esistenziali e di come vengono percepite. Egli vuole includere l’assenza di qualsivoglia rapporto rilevante con la realtà in termini di mimesi, una estrema acontestualità che ridisegna un nuovo contesto di una metafora esistenziale. Si assiste ad una diversa interpretazione del fenomeno visivo per rivelare la percezione della realtà inclusa in una nuova contestualizzazione metaforica. Si schiudono altri piani di coinvolgimento dell’opera in una costante ricerca di un punto di contatto tra l’esperienza oggettiva e la rappresentazione di tale esperienza, e nell’indicare una zona di confine al limite tra la realtà e l’immaginazione, si punta alla sovrapposizione di strati materici ora più densi, ora più diafani, dove sono proprio le trasparenze, le velature a far emergere effetti di forte e commovente luminosità. I segni si sovrappongono, si confondono e il quadro che prende vita è il risultato di un’esperienza soggettiva che l’artista vuole condividere con gli strumenti messi a disposizione dalla pratica e comunicazione artistica. […]
Stralcio del testo in catalogo di Rocco Giudice:
[…] Chi si ponga di fronte ai lavori di Alfio Pappalardo, nell’incerto confine fra paesaggi straniati in modo informale, interiorizzati e resi astratti o al contrario, tanto concreti da riportare a una dimensione slegata da ogni resa figurativa, è portato a chiedersi quanto la scelta del tema e quella dei mezzi concorrano a determinare la forma, a connotare, senza mai costringerlo, lo stile. La scelta del tema rinvia a una questione di sensibilità – parola aborrita dai puristi dell’espressione, questo feticcio che sbarra il passo a ogni discorso che miri al giudizio per condurre nel recinto dell’interpretazione: così, l’artista è libero di fare e chi vuole cimentarsi, è libero di dire quello che gli pare. Le prerogative degli uni e degli altri sono salve in una civiltà della comunicazione in cui non è strettamente necessario capirsi. La sensibilità come residuo di epoche meno “illuminate” della nostra: il resto, che sia il meno o al contrario, anche il superfluo, a pezzi o per intero, è dato in sovrappiù nella società dell’immagine in cui si riflette il rigetto, più che la crisi, di ogni identità.
Non è sempre così: né per tutti. Prendere come soggetto il paesaggio significa concedere ancora un qualche credito alla natura: non per contemplarla o rifletterci su, per celebrarla quale modello o misura e garanzia di verità cui attenersi, com’era in epoche che testimoniano quale profitto l’arte sapesse trarne: per Alfio Pappalardo è più un fattore e insieme, una forza di produzione di emozioni, di visioni, di energia visiva allo stato puro: il paesaggio non necessita di una forma, di un limite, di una regola, che, nel dare forma a un’emozione, l’arte incontra in essa, per così dire, dal vivo e nel vivo del suo farsi: e a questo punto, la natura non è più paesaggio, ma è già mito ovvero materia del mito: materia di poesia, come fabulazione e elaborazione linguistica di quella materia prima che nella pittura è il colore. La pittura come una sorta di ascolto, quindi. Di quell’emozione Alfio Pappalardo ricerca la voce o l’eco visiva, perduta fra immagini di cui cogliere i segni, ma di cui nessun mito ci restituirà la memoria. A quella voce, al grido come all’alito del mondo che nessuna parola può sfiorare né accogliere, Alfio Pappalardo offre il proprio linguaggio pittorico. […]
06
giugno 2015
Antonio Recca – Elusive parvenze
Dal 06 giugno al 04 luglio 2015
arte contemporanea
Location
GALLERIA ART’E’
Acireale, Piazza Porta Cusmana, 10, (Catania)
Acireale, Piazza Porta Cusmana, 10, (Catania)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 10 - 13 e 16,30 - 20,30
chiuso festivi
Vernissage
6 Giugno 2015, ore 19.00
Autore
Curatore