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Antonio Rizzello – Forse per guizzi rapidi
La mostra dell’artista italiano campiona in taluni lavori, specie su carta, il segno soprattutto a china che cattura espressioni nuove, e la macchia sfora il privilegio borghese per raggiungere esiti più austeri e raccolti.
Comunicato stampa
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“Scenari” si campiona ad essere, in una città come Firenze, lo specchio di un’arte di frontiera, assolutamente in movimento, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere l’arte nuova e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi in un clima di saccheggiamento della realtà, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza.Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Finestre sul mondo è un punto di partenza. Con “Scenari” si troveranno ad essere coinvolti, ogni volta, sei artisti con sei mostre personali. I sei di questo capitolo sono Tiziano Cappelletti (Fatmira), Mario De Maio, Eugenio Galli, Julianos Kattinis, Marco Santolisier, Antonio Rizzello.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Siamo al passaggio più avanzato della pittura e del percorso di Antonio Rizzello, un’artista pugliese trapiantato a Milano dove ha costruito, senza sfoggio e senza indole decadentista, il dato più vero del suo nuovo realismo, argomentato su contenuti colti che riecheggiano i temi del mito ma offrono anche la poesia dell’impegno e della memoria. L’amorevole ricerca del tempo perduto, il vagheggiamento d’una storia antica che ci appartiene e base della nostra identità europea, affiora spesso in tanti dipinti del nostro autore. Non senza mistero diciamo che a Rizzello, il quale insegna nel nobile Liceo Artistico di Brera a Milano ov’è titolare di cattedra, preme garantire la conservazione di valori tradizionali dispersi o dimenticati. Questa poesia pittorica della memoria non va confusa col vagheggiamento arcadico e antistoricistico di una realtà astratta. L’approdo a temi e toni di biblica e arcaica solennità (vedi “Susanna e i vecchioni”), sono il segno di una professione di fede e l’esigenza disperata di un contatto umano, di una urgente immedesimazione con l’essenza della realtà. E’ già superato in Rizzello il realismo tout court, c’è la necessità di aderire di nuovo alle cose con una visualizzazione più immediata. Ecco che in taluni lavori, specie su carta, il segno soprattutto a china cattura espressioni nuove, e la macchia sfora il privilegio borghese per raggiungere esiti più austeri e raccolti. Ritratti assoluti e d’insieme rendono questo suo realismo elegiaco, specie nei nudi, ed è l’interesse per l’umanità fatta di caratteri e sentimenti, di cose quotidiane che nella loro qualità disadorna rivelano veramente la più segreta intimità, a svelare questo memorialismo che trascina la pittura verso esiti altissimi. Il percorso di mostre e l’invito a importanti rassegne italiane ed estere, e la presenza di sue opere in Raccolte Pubbliche di significativo spessore, chiariscono la vigorosa sua scelta e soluzione di portarsi sempre verso l’immagine salvata come un diamante nell’unità di tempo e di luogo; una saga pittorica che non è mai troppo essenziale nella successione delle scene e nella soluzione dell’intreccio. I contenuti d’immagine e il colorismo spesso solare e mediterraneo svelano le sue naturali origini, nonostante la vicenda pittorica si sia per lo più svolta a Milano; ma riflettere sull’aspetto delle cose e del mondo, sulla trasfigurazione lirico-fantastica dei miti, sugli affreschi di un vero che non tralascia lo stupore di vicende e figure, tutto porta ormai a far credere che la sua analisi visiva s’è fatta sintesi intuitiva, fino a caricare ogni evento di bozzettismo prima di giungere a finale esecuzione. Cronaca e verità, poesia dell’immagine severamente e smisuratamente espressionistica, civiltà greco-latina e tradizione, impegno etico e sensualismo del costume e del vivere d’oggi, tutto entra come ideale, sfondo e confine nella pittura segnica, disegnativa e coloristica di Antonio Rizzello, il cui linguaggio ormai si è fatto stile, e si adopera a lasciare la sua incisività”.
Biografia dell’artista
Antonio Rizzello è nato nel 1949 a Cellino San Marco (Brindisi). Dopo la Maturità Artistica, conseguita a Lecce, nel 1971 si trasferisce a Milano e frequenta il corso di Decorazione sotto la guida Ilario Rossi, Dino Lanaro e Luca Crippa; Luciano De Vita e Pietro Diana sono i suoi maestri nel Corso di Incisione.
Dal ’72 ha dapprima lo studio in via Bramante e di lì a poco anche una piccola stamperia d’arte (Stamperia del Riccio). Negli anni ’70 ha una frenetica attività creativa con esposizioni personali e collettive; frenetica anche la sua partecipazione ai premi di pittura. Dalla metà degli anni Ottanta espone essenzialmente in Germania, sporadicamente in Italia. Nel 2009 tiene a Roma una mostra personale al Centrale Ristoteatre presentato dallo Storico dell'Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza. E’ un ritrattista molto apprezzato ed anche notevole esperto di tecniche pittoriche antiche (tempera all’uovo e affresco) per cui è spesso coinvolto in delicate operazioni di restauro. Diverse sono le rassegne d’arte di piano nazionale che lo hanno coinvolto e che hanno attirato l’attenzione della critica più accreditata. Dal 1976 è titolare della cattedra di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico di Brera in Milano, città dove vive e lavora.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Siamo al passaggio più avanzato della pittura e del percorso di Antonio Rizzello, un’artista pugliese trapiantato a Milano dove ha costruito, senza sfoggio e senza indole decadentista, il dato più vero del suo nuovo realismo, argomentato su contenuti colti che riecheggiano i temi del mito ma offrono anche la poesia dell’impegno e della memoria. L’amorevole ricerca del tempo perduto, il vagheggiamento d’una storia antica che ci appartiene e base della nostra identità europea, affiora spesso in tanti dipinti del nostro autore. Non senza mistero diciamo che a Rizzello, il quale insegna nel nobile Liceo Artistico di Brera a Milano ov’è titolare di cattedra, preme garantire la conservazione di valori tradizionali dispersi o dimenticati. Questa poesia pittorica della memoria non va confusa col vagheggiamento arcadico e antistoricistico di una realtà astratta. L’approdo a temi e toni di biblica e arcaica solennità (vedi “Susanna e i vecchioni”), sono il segno di una professione di fede e l’esigenza disperata di un contatto umano, di una urgente immedesimazione con l’essenza della realtà. E’ già superato in Rizzello il realismo tout court, c’è la necessità di aderire di nuovo alle cose con una visualizzazione più immediata. Ecco che in taluni lavori, specie su carta, il segno soprattutto a china cattura espressioni nuove, e la macchia sfora il privilegio borghese per raggiungere esiti più austeri e raccolti. Ritratti assoluti e d’insieme rendono questo suo realismo elegiaco, specie nei nudi, ed è l’interesse per l’umanità fatta di caratteri e sentimenti, di cose quotidiane che nella loro qualità disadorna rivelano veramente la più segreta intimità, a svelare questo memorialismo che trascina la pittura verso esiti altissimi. Il percorso di mostre e l’invito a importanti rassegne italiane ed estere, e la presenza di sue opere in Raccolte Pubbliche di significativo spessore, chiariscono la vigorosa sua scelta e soluzione di portarsi sempre verso l’immagine salvata come un diamante nell’unità di tempo e di luogo; una saga pittorica che non è mai troppo essenziale nella successione delle scene e nella soluzione dell’intreccio. I contenuti d’immagine e il colorismo spesso solare e mediterraneo svelano le sue naturali origini, nonostante la vicenda pittorica si sia per lo più svolta a Milano; ma riflettere sull’aspetto delle cose e del mondo, sulla trasfigurazione lirico-fantastica dei miti, sugli affreschi di un vero che non tralascia lo stupore di vicende e figure, tutto porta ormai a far credere che la sua analisi visiva s’è fatta sintesi intuitiva, fino a caricare ogni evento di bozzettismo prima di giungere a finale esecuzione. Cronaca e verità, poesia dell’immagine severamente e smisuratamente espressionistica, civiltà greco-latina e tradizione, impegno etico e sensualismo del costume e del vivere d’oggi, tutto entra come ideale, sfondo e confine nella pittura segnica, disegnativa e coloristica di Antonio Rizzello, il cui linguaggio ormai si è fatto stile, e si adopera a lasciare la sua incisività”.
Biografia dell’artista
Antonio Rizzello è nato nel 1949 a Cellino San Marco (Brindisi). Dopo la Maturità Artistica, conseguita a Lecce, nel 1971 si trasferisce a Milano e frequenta il corso di Decorazione sotto la guida Ilario Rossi, Dino Lanaro e Luca Crippa; Luciano De Vita e Pietro Diana sono i suoi maestri nel Corso di Incisione.
Dal ’72 ha dapprima lo studio in via Bramante e di lì a poco anche una piccola stamperia d’arte (Stamperia del Riccio). Negli anni ’70 ha una frenetica attività creativa con esposizioni personali e collettive; frenetica anche la sua partecipazione ai premi di pittura. Dalla metà degli anni Ottanta espone essenzialmente in Germania, sporadicamente in Italia. Nel 2009 tiene a Roma una mostra personale al Centrale Ristoteatre presentato dallo Storico dell'Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza. E’ un ritrattista molto apprezzato ed anche notevole esperto di tecniche pittoriche antiche (tempera all’uovo e affresco) per cui è spesso coinvolto in delicate operazioni di restauro. Diverse sono le rassegne d’arte di piano nazionale che lo hanno coinvolto e che hanno attirato l’attenzione della critica più accreditata. Dal 1976 è titolare della cattedra di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico di Brera in Milano, città dove vive e lavora.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008.
13
novembre 2010
Antonio Rizzello – Forse per guizzi rapidi
Dal 13 novembre 2010 all'otto aprile 2011
arte contemporanea
Location
PLUS FLORENCE
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Orario di apertura
da lunedì a domenica su appuntamento
Vernissage
13 Novembre 2010, ore 18.00
Autore
Curatore