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Antonio Scarioni – Informale manifesto. Opere
Un’arte che si pone in forte polemica con tutto ciò che, in qualche modo, può essere riconducibile ad una forma, sia essa figurativa o anche puramente astratta, negando in modo esplicito ogni conoscenza di tipo razionale che ne deriva. Una risposta, più o meno consapevole, alla profonda crisi morale, politica ed ideologica dei nostri tempi. Artista poliedrico, Antonio Scarioni fonde nel suo stile una pittura informale e smaterializzata, di vibrazione sentimentale ed affettiva, con elementi propri del Nuovo Realismo
Comunicato stampa
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Un’arte che si pone in forte polemica con tutto ciò che, in qualche modo, può essere riconducibile ad una forma, sia essa figurativa o anche puramente astratta, negando in modo esplicito ogni conoscenza di tipo razionale che ne deriva. Una risposta, più o meno consapevole, alla profonda crisi morale, politica ed ideologica dei nostri tempi. Artista poliedrico, Antonio Scarioni fonde nel suo stile una pittura informale e smaterializzata, di vibrazione sentimentale ed affettiva, con elementi propri del Nuovo Realismo come il recupero di oggetti, come l’elica di un aeroplano trasformata in un marchingegno rotante, che nelle sue installazioni scultoree assurgono a testimonianza di un vissuto in una dimensione di osmosi tra l’essere e l’universo. L’oggetto diviene materia di creazione, perde il suo significato utilitaristico per assumere un valore simbolico universale da cui l’opera stessa nasce. Esso corrisponde a quella “appassionante avventura del reale percepito in sé, e non attraverso il prisma della trascrizione concettuale o immaginativa” come scrisse Pierre Restany nel suo Manifesto del Nouveau Réalisme, pubblicato a Milano il 16 aprile 1960. Dalla sua ricerca nasce una poetica dell’oggetto del tutto particolare che non riconferma il suo valore d’uso, o il suo essere, concretamente, elemento quotidiano di consumo ed utilizzo, ma risale al suo valore estetico, ottenuto mediante il procedimento artistico. Le sue tele nascono da un gesto spontaneo, da un farsi in relazione alle circostanze, ai cambiamenti della materia e all’emozione del momento. L’energia cosmica, catturata attraverso il colore e il supporto, può sfuggire e tornare alle sue origini, ossia allo spazio libero. L’artista diviene così il catalizzatore di questa energia, che viene trasformata in atto creatore. I suoi segni implodono in un labirinto di casualità, in un’estetica del caos controllata dalla passione per la bellezza e l’eleganza intesa come equilibrio tra le forme e le tonalità dei colori. I segni che appaiono sulle tele, definiti da Tommaso Trini “macule”, implicano una volontà di riscatto dalla spontanea corruzione e metamorfosi della materia. La sua pittura diviene quindi una sorta di reperto dell’azione di dipingere. Una sindone del fare.
Nato nel 1941 ad Abbiategrasso, Antonio Scarioni frequenta l’Accademia di Brera e gli studi di Attilio Milani e Pietro Plescan. Dal 1970 si dedica al collage, alla fotografia e alla serigrafia, innovando alcune fasi del processo serigrafico in campo industriale. Comincia ad esporre nel ’71, presentato da Dino Buzzati. Negli anni 90 l’amicizia con Mimmo Rotella, Max Kuatty e Pierre Restany lo spinge a concentrarsi sul metodo del riporto, del calco e dello stacco. Nel 1998 espone al Circolo della stampa di Milano con una mostra a cura di Pierre Restany. Prendono avvio i suoi cicli di tele smaterializzate da bagni di coloranti vegetali e chimici e realizza alcune imponenti sculture. Nel ’98 espone con Mimmo Rotella e Kuatty con un testo di Restany. In quello stesso anno indaga la fluidodinamica dei colori. Una ricerca che è perfezionata col nome di “Smaterie” con la collaborazione critica di Tommaso Trini, una mostra alla fondazione Stelline di Milano con catalogo edito nel 2001 da Silvia Editrice. Nel 2002 presenta a Ginevra presso la Galerie Arimm Classics una mostra dal titolo Suffusuions Plastiques con catalogo a cura di Tommasi Trini. A marzo 2011 ha presentato la sua mostra personale dal titolo Lascaux presso la galleria Gabriele Cappelletti di Milano.
Nato nel 1941 ad Abbiategrasso, Antonio Scarioni frequenta l’Accademia di Brera e gli studi di Attilio Milani e Pietro Plescan. Dal 1970 si dedica al collage, alla fotografia e alla serigrafia, innovando alcune fasi del processo serigrafico in campo industriale. Comincia ad esporre nel ’71, presentato da Dino Buzzati. Negli anni 90 l’amicizia con Mimmo Rotella, Max Kuatty e Pierre Restany lo spinge a concentrarsi sul metodo del riporto, del calco e dello stacco. Nel 1998 espone al Circolo della stampa di Milano con una mostra a cura di Pierre Restany. Prendono avvio i suoi cicli di tele smaterializzate da bagni di coloranti vegetali e chimici e realizza alcune imponenti sculture. Nel ’98 espone con Mimmo Rotella e Kuatty con un testo di Restany. In quello stesso anno indaga la fluidodinamica dei colori. Una ricerca che è perfezionata col nome di “Smaterie” con la collaborazione critica di Tommaso Trini, una mostra alla fondazione Stelline di Milano con catalogo edito nel 2001 da Silvia Editrice. Nel 2002 presenta a Ginevra presso la Galerie Arimm Classics una mostra dal titolo Suffusuions Plastiques con catalogo a cura di Tommasi Trini. A marzo 2011 ha presentato la sua mostra personale dal titolo Lascaux presso la galleria Gabriele Cappelletti di Milano.
12
giugno 2011
Antonio Scarioni – Informale manifesto. Opere
Dal 12 al 26 giugno 2011
arte contemporanea
Location
CASTELLO VISCONTEO SFORZESCO
Vigevano, Via Xx Settembre, (Pavia)
Vigevano, Via Xx Settembre, (Pavia)
Vernissage
12 Giugno 2011, ore 18:00
Sito web
www.artwake.it
Autore
Curatore