Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Antonio Syxty – Mi ami? Do you love me?
Uno spettacolo comportamentale di Antonio Syxty
Comunicato stampa
Segnala l'evento
MI AMI? DO YOU LOVE ME?
di Ronald D. Laing
sui testi
“Mi ami?” (1976) Traduzione di Floriana Bossi
“Nodi” (Paradigmi di rapporti intrapsichici e interpersonali) (1970) Traduzione di Camillo Pennati
uno spettacolo comportamentale di Antonio Syxty
con Cara Kavanagh - Guglielmo Menconi - Mister X
scene e costumi: Francesca Pedrotti
collaborazione alle scene e costumi: Alice De Bortoli
drammaturgia: Sandro Mabellini e Antonio Syxty
registi assistenti: Claudio Autelli - Sandro Mabellini
assistenti alla regia: Alice Bianchi - Beatrice D’Errico
video, installazioni, disegno luci: Fulvio Melli
contributi foto e video: Felix Serra
staff tecnico: Alessandro Barbieri - Ahmad Shalabi
per le musiche originali: Roberto Zanisi
direzione di produzione: Gaia Calimani - Chiara Geviti
si ringrazia per la collaborazione Federico Cambria
si ringrazia il Laing Trust di Londra nella persona di Jutta Laing
DEBUTTO NAZIONALE
Immagina un mondo virtuale con molteplici ipertesti: immagini, video, storie, suoni, playlist di canzoni, esperienze che si interfacciano e si sovrappongono. Immagina di fare zapping alla TV. Immagina poi di entrare in teatro, sederti su una poltrona con il tuo PC portatile e digitare su un motore di ricerca “Mi ami? Do you love me?”. Questo è lo spettacolo che stai per vedere…
Il 10 febbraio 2009 debutta in prima nazionale la nuova produzione di Antonio Syxty, regista e co-direttore artistico del Teatro Litta di Milano: Mi ami? Do you love me?, in scena al Teatro Litta fino all’8 marzo, sui testi dello psichiatra scozzese Ronald D. Laing.
Bill Viola, uno dei più importanti artisti americani di video-arte, afferma che “una medesima reazione emotiva viene attivata nel cervello di una persona in entrambi i casi: sia quando questa si trova a fare un’esperienza, sia quando la vede fare da qualcun altro”. Questo è dovuto al principio neuroscientifico definito ‘meccanismo specchio’.
Con Mi ami? ho voluto catalogare comportamenti banali e reiterati di un Lui e di una Lei in una sorta di esperimento percettivo, prendendo a prestito i ‘dialoghi’ e le ‘poesie’ di Laing, basati a loro volta su comportamenti relazionali e rapporti intrapsichici di un Lui e una Lei immaginati e ‘trascritti’ dal grande psichiatra in forma di dialoghi compulsivi e frasi spezzate, deframmentate, afasiche. Fra il Lui e la Lei c’è X: un’incognita, un inconscio verbale e immaginario, un imbonitore/predicatore/falso profeta che si aggira incappucciato, proponendosi come ‘rumore bianco’, come ‘virus psicologico’ empaticamente evocato sia da Lui che da Lei, per scopi vagamente e banalmente esibizionistici ed emotivi. Alla fine, però, X è una porta ‘che non apre e che non chiude’.
Ho impaginato tutto questo in un’ipotetica e virtuale pagina web (tale quale fosse MySpace o Facebook, tanto in voga di questi tempi), usando provocatoriamente e artisticamente il palcoscenico di un teatro, con l’intento concettuale di creare un cortocircuito fra illusione (finzione del teatro) e sparizione/illusione della realtà, così come viene percepita oggi: deframmentata, emotivamente instabile, certamente ipertrofica nella resa mediatica degli accadimenti, delle informazioni e delle identità. Nel perseguire questo intento mi sono ispirato anche a una frase di un artista italiano, Gino De Dominicis: "Cara, io penso che le cose non esistano...". Ho cercato e voluto un collegamento con l’arte visiva e comportamentale in relazione alla vita emotiva e sentimentale, quasi che l’atto creativo artistico potesse trovare un corrispettivo speculare nell’atto amoroso. Per questo considero alcune sequenze di Mi ami? delle vere e proprie art-performances, come quando Lei balla sulle punte, mentre alle sue spalle scorre un video che ritrae solo banconote, o come quando Lui e Lei cercano un contatto fisico/amoroso, mentre sempre sullo schermo Jackson Pollock è intento nell’ action painting. E poi ancora: così come Warhol (occidente) e Beuys (oriente) si incontrano ‘storicamente’ nel 1979, Lui e Lei (nel 2009) non si incontreranno mai; mentre all’opposto, o per contrappasso, la coppia Gilbert&George riesce a realizzarsi tale nel campo dell’arte, ma anche nella vita, diventando scultura vivente e ‘testimonianza’ di un’unione e di un progetto artistico (e amoroso?).
Il DENARO è un altro elemento ricorrente e portante dello spettacolo. Esso è il nesso per il quale ogni cosa si crea e ogni cosa si distrugge. Una vera e propria ‘identità divina e manifesta’ della nostra epoca fatta di oggetti, feticci, griffe, status symbol, comportamenti, carte di credito etc..., che continuano a scorrere sullo schermo creando una sorta di ‘catalogo amoroso’, pegno o sonetto neo-moderno e post-umano, per una ‘fotografia d’amore’. (Antonio Syxty)
R. D. Laing [Glasgow 1927- Saint Tropez 1989].
Psichiatra di origini scozzesi. Probabilmente il più conosciuto psichiatra radicale del nostro tempo, lavorò come terapista, nel campo della follia umana, lasciando un’impronta profonda con i suoi scritti. In alcuni saggi famosi propose un nuovo punto di vista sulla malattia mentale. In particolare scrisse sulla condizione schizoide e sulla psicosi. Nel suo primo libro, L’ io diviso (The divided self, Glasgow 1955) , pubblicato a soli ventotto anni, dichiarava apertamente di ispirarsi alla filosofia esistenzialista e definiva la sua prospettiva “psichiatria esistenziale”. Fu uno dei primi medici a descrivere la malattia mentale come una forma di “esperienza” esistenziale o punto di vista che, in linea di principio, è perfettamente comprensibile agli altri e dotato di senso. In particolare, nell' Io diviso suggerisce come le problematiche inerenti all'insicurezza ontologica del singolo individuo si intreccino con la variegata fenomenologia delle turbe psichiche. Ha fatto parte dello staff della Tavistock Clinic, e ha diretto la Langham Clinic di Londra. (fonte Wikipedia)
Note ai testi di R.D. Laing pubblicati da Einaudi
“Nodi” (1970): Un volume di poesie che rappresenta in realtà, e con coerenza, una delle facce della sua ricerca. Il libro illustra infatti le concezioni di Laing sui modi di relazione fra gli individui, cioè "sull'esperienza e il comportamento interpersonali". Ognuno di noi si fa del comportamento altrui un'idea soggettiva, che rappresenta la sua "esperienza" dell'altro. L'intersecarsi di queste "esperienze", il loro urtarsi e modificarsi senza sosta creano una serie praticamente infinita di "nodi", di legami d'amore, di dipendenza, d'inquietudine. (fonte www.unilibro.it)
“Mi ami?” (1978): l'interesse del libro di Laing è dato dall'abbandono del "discorso teorico", cioè di una scrittura distaccata e organizzata rigidamente intorno a nuclei concettuali. Laing adotta un linguaggio mobile e in continuo adeguamento a quanto va analizzando e proponendo, col risultato di servirsi di soluzioni liriche o di trapassi intuitivi con una libertà di percorso che favoriva l'analisi e l'evidenza. Inoltre l'autore si applica su se stesso, assumendo la propria biografia come oggetto del libro: con tutto il fascino e la seduzione che una simile mossa operativa comporta. Il risultato è una immersione all'interno, nel corpo concreto di una realtà psichica, in cui malattia, schizofrenia, nevrosi, passate al filtro linguistico, psichiatrico, filosofico, "diventano" un linguaggio di grande chiarezza e percorribilità. Laing offre dialoghi, poesie, grumi di discorso, appunti, come percorsi mentali tanto lucidi e perspicui quanto di continuo affacciati sul baratro dell'Altro o dell'angoscia. (fonte www.unilibro.it)
di Ronald D. Laing
sui testi
“Mi ami?” (1976) Traduzione di Floriana Bossi
“Nodi” (Paradigmi di rapporti intrapsichici e interpersonali) (1970) Traduzione di Camillo Pennati
uno spettacolo comportamentale di Antonio Syxty
con Cara Kavanagh - Guglielmo Menconi - Mister X
scene e costumi: Francesca Pedrotti
collaborazione alle scene e costumi: Alice De Bortoli
drammaturgia: Sandro Mabellini e Antonio Syxty
registi assistenti: Claudio Autelli - Sandro Mabellini
assistenti alla regia: Alice Bianchi - Beatrice D’Errico
video, installazioni, disegno luci: Fulvio Melli
contributi foto e video: Felix Serra
staff tecnico: Alessandro Barbieri - Ahmad Shalabi
per le musiche originali: Roberto Zanisi
direzione di produzione: Gaia Calimani - Chiara Geviti
si ringrazia per la collaborazione Federico Cambria
si ringrazia il Laing Trust di Londra nella persona di Jutta Laing
DEBUTTO NAZIONALE
Immagina un mondo virtuale con molteplici ipertesti: immagini, video, storie, suoni, playlist di canzoni, esperienze che si interfacciano e si sovrappongono. Immagina di fare zapping alla TV. Immagina poi di entrare in teatro, sederti su una poltrona con il tuo PC portatile e digitare su un motore di ricerca “Mi ami? Do you love me?”. Questo è lo spettacolo che stai per vedere…
Il 10 febbraio 2009 debutta in prima nazionale la nuova produzione di Antonio Syxty, regista e co-direttore artistico del Teatro Litta di Milano: Mi ami? Do you love me?, in scena al Teatro Litta fino all’8 marzo, sui testi dello psichiatra scozzese Ronald D. Laing.
Bill Viola, uno dei più importanti artisti americani di video-arte, afferma che “una medesima reazione emotiva viene attivata nel cervello di una persona in entrambi i casi: sia quando questa si trova a fare un’esperienza, sia quando la vede fare da qualcun altro”. Questo è dovuto al principio neuroscientifico definito ‘meccanismo specchio’.
Con Mi ami? ho voluto catalogare comportamenti banali e reiterati di un Lui e di una Lei in una sorta di esperimento percettivo, prendendo a prestito i ‘dialoghi’ e le ‘poesie’ di Laing, basati a loro volta su comportamenti relazionali e rapporti intrapsichici di un Lui e una Lei immaginati e ‘trascritti’ dal grande psichiatra in forma di dialoghi compulsivi e frasi spezzate, deframmentate, afasiche. Fra il Lui e la Lei c’è X: un’incognita, un inconscio verbale e immaginario, un imbonitore/predicatore/falso profeta che si aggira incappucciato, proponendosi come ‘rumore bianco’, come ‘virus psicologico’ empaticamente evocato sia da Lui che da Lei, per scopi vagamente e banalmente esibizionistici ed emotivi. Alla fine, però, X è una porta ‘che non apre e che non chiude’.
Ho impaginato tutto questo in un’ipotetica e virtuale pagina web (tale quale fosse MySpace o Facebook, tanto in voga di questi tempi), usando provocatoriamente e artisticamente il palcoscenico di un teatro, con l’intento concettuale di creare un cortocircuito fra illusione (finzione del teatro) e sparizione/illusione della realtà, così come viene percepita oggi: deframmentata, emotivamente instabile, certamente ipertrofica nella resa mediatica degli accadimenti, delle informazioni e delle identità. Nel perseguire questo intento mi sono ispirato anche a una frase di un artista italiano, Gino De Dominicis: "Cara, io penso che le cose non esistano...". Ho cercato e voluto un collegamento con l’arte visiva e comportamentale in relazione alla vita emotiva e sentimentale, quasi che l’atto creativo artistico potesse trovare un corrispettivo speculare nell’atto amoroso. Per questo considero alcune sequenze di Mi ami? delle vere e proprie art-performances, come quando Lei balla sulle punte, mentre alle sue spalle scorre un video che ritrae solo banconote, o come quando Lui e Lei cercano un contatto fisico/amoroso, mentre sempre sullo schermo Jackson Pollock è intento nell’ action painting. E poi ancora: così come Warhol (occidente) e Beuys (oriente) si incontrano ‘storicamente’ nel 1979, Lui e Lei (nel 2009) non si incontreranno mai; mentre all’opposto, o per contrappasso, la coppia Gilbert&George riesce a realizzarsi tale nel campo dell’arte, ma anche nella vita, diventando scultura vivente e ‘testimonianza’ di un’unione e di un progetto artistico (e amoroso?).
Il DENARO è un altro elemento ricorrente e portante dello spettacolo. Esso è il nesso per il quale ogni cosa si crea e ogni cosa si distrugge. Una vera e propria ‘identità divina e manifesta’ della nostra epoca fatta di oggetti, feticci, griffe, status symbol, comportamenti, carte di credito etc..., che continuano a scorrere sullo schermo creando una sorta di ‘catalogo amoroso’, pegno o sonetto neo-moderno e post-umano, per una ‘fotografia d’amore’. (Antonio Syxty)
R. D. Laing [Glasgow 1927- Saint Tropez 1989].
Psichiatra di origini scozzesi. Probabilmente il più conosciuto psichiatra radicale del nostro tempo, lavorò come terapista, nel campo della follia umana, lasciando un’impronta profonda con i suoi scritti. In alcuni saggi famosi propose un nuovo punto di vista sulla malattia mentale. In particolare scrisse sulla condizione schizoide e sulla psicosi. Nel suo primo libro, L’ io diviso (The divided self, Glasgow 1955) , pubblicato a soli ventotto anni, dichiarava apertamente di ispirarsi alla filosofia esistenzialista e definiva la sua prospettiva “psichiatria esistenziale”. Fu uno dei primi medici a descrivere la malattia mentale come una forma di “esperienza” esistenziale o punto di vista che, in linea di principio, è perfettamente comprensibile agli altri e dotato di senso. In particolare, nell' Io diviso suggerisce come le problematiche inerenti all'insicurezza ontologica del singolo individuo si intreccino con la variegata fenomenologia delle turbe psichiche. Ha fatto parte dello staff della Tavistock Clinic, e ha diretto la Langham Clinic di Londra. (fonte Wikipedia)
Note ai testi di R.D. Laing pubblicati da Einaudi
“Nodi” (1970): Un volume di poesie che rappresenta in realtà, e con coerenza, una delle facce della sua ricerca. Il libro illustra infatti le concezioni di Laing sui modi di relazione fra gli individui, cioè "sull'esperienza e il comportamento interpersonali". Ognuno di noi si fa del comportamento altrui un'idea soggettiva, che rappresenta la sua "esperienza" dell'altro. L'intersecarsi di queste "esperienze", il loro urtarsi e modificarsi senza sosta creano una serie praticamente infinita di "nodi", di legami d'amore, di dipendenza, d'inquietudine. (fonte www.unilibro.it)
“Mi ami?” (1978): l'interesse del libro di Laing è dato dall'abbandono del "discorso teorico", cioè di una scrittura distaccata e organizzata rigidamente intorno a nuclei concettuali. Laing adotta un linguaggio mobile e in continuo adeguamento a quanto va analizzando e proponendo, col risultato di servirsi di soluzioni liriche o di trapassi intuitivi con una libertà di percorso che favoriva l'analisi e l'evidenza. Inoltre l'autore si applica su se stesso, assumendo la propria biografia come oggetto del libro: con tutto il fascino e la seduzione che una simile mossa operativa comporta. Il risultato è una immersione all'interno, nel corpo concreto di una realtà psichica, in cui malattia, schizofrenia, nevrosi, passate al filtro linguistico, psichiatrico, filosofico, "diventano" un linguaggio di grande chiarezza e percorribilità. Laing offre dialoghi, poesie, grumi di discorso, appunti, come percorsi mentali tanto lucidi e perspicui quanto di continuo affacciati sul baratro dell'Altro o dell'angoscia. (fonte www.unilibro.it)
10
febbraio 2009
Antonio Syxty – Mi ami? Do you love me?
Dal 10 febbraio all'otto marzo 2009
performance - happening
Location
TEATRO LITTA
Milano, Corso Magenta, 24, (Milano)
Milano, Corso Magenta, 24, (Milano)
Biglietti
mart./merc./giov. INTERO € 12 – RIDOTTO € 9; ven./sab./dom. INTERO € 18 – RIDOTTI € 9/12. ABBONAMENTI: CARTA LUNATICA: 6 ingressi € 51. AMAMI 4 spettacoli in cerca d’amore € 30 (Mi ami? Do you love me? – Moana Porno Revolution - L’amante - Il Gabbiano)Valido Abbonamento INVITO A TEATRO
Orario di apertura
repliche da martedì a sabato ore 20.30 – domenica ore 16.30 – lunedì riposo
Autore