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Antonio Tamburro
Tra i più effervescenti artisti della scena contemporanea internazionale, Antonio Tamburro riveste un ruolo di primissimo piano tra coloro i quali scelgono di indagare gli aspetti umani relativi alla quotidianità trasformandoli in momenti di essenziale dominanza luminosa. La sua potrebbe essere condensata come espressione dell’ordinarietà e dell’ovvio, là dove si consumano le relatività dell’individuo confuso tra la folla
Comunicato stampa
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Carmen De Stasio
Tra i più effervescenti artisti della scena contemporanea internazionale, Antonio Tamburro riveste un ruolo di primissimo piano tra coloro i quali scelgono di indagare gli aspetti umani relativi alla quotidianità trasformandoli in momenti di essenziale dominanza luminosa. La sua potrebbe essere condensata come espressione dell’ordinarietà e dell’ovvio, là dove si consumano le relatività dell’individuo confuso tra la folla.
Variabile e dedicato a tematiche precise, il percorso di Antonio Tamburro si definisce in relazione ad una unicità proiettiva del momento, che lo porta a liberarsi da correnti esterne che ne possano frantumare e deviare la natura, poiché è proprio alla natura dell’uomo attraverso la gestualità che egli rivolge la sua attenzione, come premessa alla dilatazione in superficie dell’azione del soggetto, la cui immagine si diffonde animando l’ambiente pittorico in una dialettica continua che investe forme, movimento, scie cromatiche e si appropria del vasto campo della visione. E’ in fondo questo l’aspetto che si coglie nell’ultima parte della sua produzione, nella quale l’artista concepisce un’ambientazione quasi asfittica di presunta comunicazione e che allo sguardo attento appare rapire in un’atmosfera di silenzio ossessivo. Tamburro rompe la fissità della postura e appropria del territorio pubblico, frantumando quella che si concepisce come paralisi avvolgente.
Un ruolo fondamentale nella percezione dell’opera è la diffusione di un velo di fluidità che sconvolge sottofondo, prospettiva e il luogo stesso, apparendo agli occhi dell’osservatore quale immagine surreale; un beckettiano quadro che supera l’oggettivazione iconica per rappresentare l’organicità di ciò che l’artista sente o vede al di là di forme convenzionali.
Con questa mostra Antonio Tamburro torna a Brindisi dopo circa vent’anni. Già nel 1983 gli era stato conferito il Premio “Città di Brindisi” - IIª Edizione. In quell’occasione era stato presentato dal M° Remo Brindisi. Nel 1991 fu invitato a tenere una Personale presso il Salone dell’Amministrazione Comunale – Assessorato alla Cultura. Il catalogo ebbe la presentazione anche del M° Alberto Sughi.
Tra i più effervescenti artisti della scena contemporanea internazionale, Antonio Tamburro riveste un ruolo di primissimo piano tra coloro i quali scelgono di indagare gli aspetti umani relativi alla quotidianità trasformandoli in momenti di essenziale dominanza luminosa. La sua potrebbe essere condensata come espressione dell’ordinarietà e dell’ovvio, là dove si consumano le relatività dell’individuo confuso tra la folla.
Variabile e dedicato a tematiche precise, il percorso di Antonio Tamburro si definisce in relazione ad una unicità proiettiva del momento, che lo porta a liberarsi da correnti esterne che ne possano frantumare e deviare la natura, poiché è proprio alla natura dell’uomo attraverso la gestualità che egli rivolge la sua attenzione, come premessa alla dilatazione in superficie dell’azione del soggetto, la cui immagine si diffonde animando l’ambiente pittorico in una dialettica continua che investe forme, movimento, scie cromatiche e si appropria del vasto campo della visione. E’ in fondo questo l’aspetto che si coglie nell’ultima parte della sua produzione, nella quale l’artista concepisce un’ambientazione quasi asfittica di presunta comunicazione e che allo sguardo attento appare rapire in un’atmosfera di silenzio ossessivo. Tamburro rompe la fissità della postura e appropria del territorio pubblico, frantumando quella che si concepisce come paralisi avvolgente.
Un ruolo fondamentale nella percezione dell’opera è la diffusione di un velo di fluidità che sconvolge sottofondo, prospettiva e il luogo stesso, apparendo agli occhi dell’osservatore quale immagine surreale; un beckettiano quadro che supera l’oggettivazione iconica per rappresentare l’organicità di ciò che l’artista sente o vede al di là di forme convenzionali.
Con questa mostra Antonio Tamburro torna a Brindisi dopo circa vent’anni. Già nel 1983 gli era stato conferito il Premio “Città di Brindisi” - IIª Edizione. In quell’occasione era stato presentato dal M° Remo Brindisi. Nel 1991 fu invitato a tenere una Personale presso il Salone dell’Amministrazione Comunale – Assessorato alla Cultura. Il catalogo ebbe la presentazione anche del M° Alberto Sughi.
21
maggio 2011
Antonio Tamburro
Dal 21 maggio al 18 giugno 2011
arte contemporanea
Location
CENTRO DI PROMOZIONE CULTURALE IL SEGNO
Brindisi, Via Giudea, 5c, (Brindisi)
Brindisi, Via Giudea, 5c, (Brindisi)
Orario di apertura
17.30-20.30
Vernissage
21 Maggio 2011, ore 19
Autore
Curatore