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Antonio Valente – Archiscenotecnicopittorcinecostumistartista
Eclettica personalità di artista, Antonio Valente (Sora 1894 – Roma 1975) è attivo fin dai primi anni Venti del Novecento come pittore, architetto, scenografo, scenotecnico, costumista. Di formazione europea, futurista, ha vissuto e operato in Italia e all’estero lungo tutto il secolo ed è autore di importanti opere di architettura e geniale inventore ed innovatore di tecniche scenografiche teatrali e cinematografiche.
Comunicato stampa
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Eclettica personalità di artista, Antonio Valente (Sora 1894 - Roma 1975) è attivo fin dai primi anni Venti del Novecento come pittore, architetto, scenografo, scenotecnico, costumista. Di formazione europea, futurista, ha vissuto e operato in Italia e all’estero lungo tutto il secolo ed è autore di importanti opere di architettura e geniale inventore ed innovatore di tecniche scenografiche teatrali e cinematografiche.
La mostra Antonio Valente. Archiscenotecnicopittorcinecostumistartista, alla Sala S. Rita di Roma dal 20 ottobre al 15 novembre 2010, presenta come nucleo principale un’eccezionale raccolta di disegni a carboncino e pastello ispirati al tema della danza, presentati per la prima volta da Valente alla galleria Der Sturm di Berlino nel 1923 e successivamente a Roma alla Galleria d’Arte Bragaglia. Sono opere che si esprimono, alla maniera futurista, attraverso la dinamizzazione delle linee-forza come mezzo per la rappresentazione della musicalità del movimento, generata (secondo l’Euritmia di Dalcroze) dall’interazione dei tre elementi tempo-spazio–energia. I corpi stilizzati delle ballerine sono elegantemente vestiti di danza, di musica, di luce e d’impalpabili veli. Essi rappresentano l’eterea sublimazione della danza così come i danzatori, dai corpi deformati nell’espressione del movimento, automi dai costumi sgargianti e dai gesti meccanici, che ricordano da vicino le contemporanee sperimentazioni di Schlemmer alla Bauhaus. Sono opere disegnate per l’amore della danza e per il piacere dell’arte, una raccolta unica, gelosamente e amorevolmente conservata nell’Archivio Del Favero Valente dalla vedova dell’artista Maddalena del Favero e da poco catalogata e in parte restaurata dalla Soprintendenza Archivistica per il Lazio.
L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione di Roma Capitale in collaborazione con Zètema Progetto Cultura. Lucia Collarile e Giorgio Muratore sono curatori della mostra.
Sono in mostra anche alcuni acquarelli con progetti di elementi di arredo, alcuni dei quali esposti a Parigi, alla XIII Exposition des Artistes Décorateurs del 1920. Si tratta di cuscini con tarsie policrome, paraventi dipinti con effetti naturalistici, mobili decorati a forti contrasti cromatici. Colpiscono, per la fantasia e gli straordinari effetti compositivi, i progetti per lampade, a testimonianza dell’attenzione particolare che, come sempre, Valente ripone nello studio della luce.
Inoltre, sono presenti due studi per “L’apres midi d’un faune” di Debussy, sempre del 1923 e tre bozzetti di costumi disegnati nel 1925 per uno spettacolo d’avanguardia della compagnia di balletto italo russa “Raduga” che Valente diresse alla Fenice di Venezia e con cui sperimentò grazie ad accorgimenti luminotecnici, il “costume cangiante” ossia il “costume mutevole a vista”. Infine, per far comprendere l’opera di Antonio Valente nella sua completezza, il percorso della mostra è arricchito da materiale documentario (libri, fotografie), un filmato biografico e immagini proiettate da video inseriti nell’allestimento.
La scelta di opere e documenti esposti si riferisce a ben definiti confini temporali, tra il 1920 e il 1925, anni in cui Valente soggiorna a Parigi, Londra e Berlino per perfezionare le sue tecniche artistiche e quelli immediatamente successivi al suo ritorno in Italia. Subito dopo, quindi, aver scelto e intrapreso la strada di scenografo, progettista e subito prima degli importanti impegni lavorativi, anche come architetto e scenotecnico, che caratterizzeranno in seguito la sua brillante carriera. Sono stati inoltre scelti lavori per datazione ed argomento attinenti alle tematiche futuriste, con il proposito di proseguire idealmente le celebrazioni per il centenario della nascita del Futurismo, esponendo opere di un artista aderente a quel Movimento e illustre rappresentante di quella Avanguardia.
Antonio Valente (Sora 1894 - Roma 1975) inizia la sua carriera nel 1912 come pittore a Roma. Simpatizza con il Movimento futurista e cura il suo primo allestimento scenico al Teatro Argentina per la regia di Bragaglia. Studia scenografia a Parigi e Berlino dove collabora con importanti registi e scenografi. Tornato a Roma lavora con il Teatro degli Indipendenti e con la compagnia di T. Pavlova. Costituisce e dirige una compagnia di balletti Italo-Russi al Teatro La Fenice di Venezia dove sperimenta innovazioni in pieno spirito d’avanguardia. Come scenografo futurista espone a Torino, Vienna, NewYork.
Negli anni tra il 1927 e il 1945 si laurea in Architettura, progetta il rivoluzionario “Palcoscenico mobile tripartito a piani slittanti”, collabora con l’Opera Nazionale Dopolavoro e progetta i “Carri di Tespi”: teatri popolari itineranti dotati di dispositivi scenotecnici moderni per portare la prosa e la lirica in tutta Italia. Collabora con il regista Forzano alle scenografie e ai costumi di importanti spettacoli teatrali e cinematografici. Progetta e realizza gli stabilimenti cinematografici Pisorno creando la prima città del cinema. Sono suoi gli Stabilimenti De Paolis e SAFA Palatino oltre a sale teatrali e cinematografiche. È incaricato del progetto e realizzazione del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma dove insegnerà Scenotecnica fino al 1968. Lavora alla Mostra del Decennale della Rivoluzione Fascista. Vince il concorso per il Padiglione Italiano all’Esposizione Internazionale di Chicago.
Negli ultimi anni continua a lavorare come scenografo e si interessa di urbanistica, progetta e realizza architetture civili, pubbliche e religiose, alberghi e ville in Italia e all’estero.
La mostra Antonio Valente. Archiscenotecnicopittorcinecostumistartista, alla Sala S. Rita di Roma dal 20 ottobre al 15 novembre 2010, presenta come nucleo principale un’eccezionale raccolta di disegni a carboncino e pastello ispirati al tema della danza, presentati per la prima volta da Valente alla galleria Der Sturm di Berlino nel 1923 e successivamente a Roma alla Galleria d’Arte Bragaglia. Sono opere che si esprimono, alla maniera futurista, attraverso la dinamizzazione delle linee-forza come mezzo per la rappresentazione della musicalità del movimento, generata (secondo l’Euritmia di Dalcroze) dall’interazione dei tre elementi tempo-spazio–energia. I corpi stilizzati delle ballerine sono elegantemente vestiti di danza, di musica, di luce e d’impalpabili veli. Essi rappresentano l’eterea sublimazione della danza così come i danzatori, dai corpi deformati nell’espressione del movimento, automi dai costumi sgargianti e dai gesti meccanici, che ricordano da vicino le contemporanee sperimentazioni di Schlemmer alla Bauhaus. Sono opere disegnate per l’amore della danza e per il piacere dell’arte, una raccolta unica, gelosamente e amorevolmente conservata nell’Archivio Del Favero Valente dalla vedova dell’artista Maddalena del Favero e da poco catalogata e in parte restaurata dalla Soprintendenza Archivistica per il Lazio.
L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione di Roma Capitale in collaborazione con Zètema Progetto Cultura. Lucia Collarile e Giorgio Muratore sono curatori della mostra.
Sono in mostra anche alcuni acquarelli con progetti di elementi di arredo, alcuni dei quali esposti a Parigi, alla XIII Exposition des Artistes Décorateurs del 1920. Si tratta di cuscini con tarsie policrome, paraventi dipinti con effetti naturalistici, mobili decorati a forti contrasti cromatici. Colpiscono, per la fantasia e gli straordinari effetti compositivi, i progetti per lampade, a testimonianza dell’attenzione particolare che, come sempre, Valente ripone nello studio della luce.
Inoltre, sono presenti due studi per “L’apres midi d’un faune” di Debussy, sempre del 1923 e tre bozzetti di costumi disegnati nel 1925 per uno spettacolo d’avanguardia della compagnia di balletto italo russa “Raduga” che Valente diresse alla Fenice di Venezia e con cui sperimentò grazie ad accorgimenti luminotecnici, il “costume cangiante” ossia il “costume mutevole a vista”. Infine, per far comprendere l’opera di Antonio Valente nella sua completezza, il percorso della mostra è arricchito da materiale documentario (libri, fotografie), un filmato biografico e immagini proiettate da video inseriti nell’allestimento.
La scelta di opere e documenti esposti si riferisce a ben definiti confini temporali, tra il 1920 e il 1925, anni in cui Valente soggiorna a Parigi, Londra e Berlino per perfezionare le sue tecniche artistiche e quelli immediatamente successivi al suo ritorno in Italia. Subito dopo, quindi, aver scelto e intrapreso la strada di scenografo, progettista e subito prima degli importanti impegni lavorativi, anche come architetto e scenotecnico, che caratterizzeranno in seguito la sua brillante carriera. Sono stati inoltre scelti lavori per datazione ed argomento attinenti alle tematiche futuriste, con il proposito di proseguire idealmente le celebrazioni per il centenario della nascita del Futurismo, esponendo opere di un artista aderente a quel Movimento e illustre rappresentante di quella Avanguardia.
Antonio Valente (Sora 1894 - Roma 1975) inizia la sua carriera nel 1912 come pittore a Roma. Simpatizza con il Movimento futurista e cura il suo primo allestimento scenico al Teatro Argentina per la regia di Bragaglia. Studia scenografia a Parigi e Berlino dove collabora con importanti registi e scenografi. Tornato a Roma lavora con il Teatro degli Indipendenti e con la compagnia di T. Pavlova. Costituisce e dirige una compagnia di balletti Italo-Russi al Teatro La Fenice di Venezia dove sperimenta innovazioni in pieno spirito d’avanguardia. Come scenografo futurista espone a Torino, Vienna, NewYork.
Negli anni tra il 1927 e il 1945 si laurea in Architettura, progetta il rivoluzionario “Palcoscenico mobile tripartito a piani slittanti”, collabora con l’Opera Nazionale Dopolavoro e progetta i “Carri di Tespi”: teatri popolari itineranti dotati di dispositivi scenotecnici moderni per portare la prosa e la lirica in tutta Italia. Collabora con il regista Forzano alle scenografie e ai costumi di importanti spettacoli teatrali e cinematografici. Progetta e realizza gli stabilimenti cinematografici Pisorno creando la prima città del cinema. Sono suoi gli Stabilimenti De Paolis e SAFA Palatino oltre a sale teatrali e cinematografiche. È incaricato del progetto e realizzazione del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma dove insegnerà Scenotecnica fino al 1968. Lavora alla Mostra del Decennale della Rivoluzione Fascista. Vince il concorso per il Padiglione Italiano all’Esposizione Internazionale di Chicago.
Negli ultimi anni continua a lavorare come scenografo e si interessa di urbanistica, progetta e realizza architetture civili, pubbliche e religiose, alberghi e ville in Italia e all’estero.
19
ottobre 2010
Antonio Valente – Archiscenotecnicopittorcinecostumistartista
Dal 19 ottobre al 15 novembre 2010
arte contemporanea
Location
SALA SANTA RITA
Roma, Via Montanara, 8, (Roma)
Roma, Via Montanara, 8, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00.
Vernissage
19 Ottobre 2010, ore 18
Editore
PALOMBI
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore
Curatore