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Antonio Volpone – Ibidem. Astrazioni necessarie
In occasione del Mese della Fotografia, Antonio Volpone porta a Roma il suo progetto Ibidem – Astrazioni necessarie, al quale sta dedicando da anni tutte le sue energie promuovendo l’uso inclusivo del mezzo fotografico.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
'La natura che parla alla macchina fotografica è infatti una natura diversa da quella che parla all’occhio' (Walter Benjamin, Piccola storia della fotografia, 1931)
Tra vent’anni saranno due secoli che è stato dato l’annuncio ufficiale della nascita della dagherrotipia: il mezzo fotografico ha rivoluzionato l'arte ponendo molti interrogativi ancora validi.
I fotografi, come tutti gli artisti da quando esiste l’umanità, hanno affrontato la cosa a modo loro: facendo arte e, attraverso il gesto, ponendo le basi di un dibattito teorico che affidano al futuro e di cui si interessano solo nei limiti in cui condiziona il loro agire presente.
Da questo processo non è sfuggito Antonio Volpone, che nella sua ricerca fotografica è partito appunto, catturando il reale, ma ponendosi poi interrogativi su cosa esso sia in definitiva. Volpone ama ripetere che la sua fotografia è il lavoro frutto di un errore: quando è nato il progetto Ibidem, che poi è diventato il suo progetto di vita, ha reciso ogni legame con i dettami della messa a fuoco, della riconoscibilità dell’oggetto fotografato, per introdurre un discorso diverso e personalissimo che è quello della sua presenza nella creazione dell’immagine.
Una presenza che non è visibile, ma che è azione.
Questo è però uno solo degli aspetti del fare artistico di Antonio Volpone, che con sensibilità e intelligenza è fortemente presente anche nella scelta oculata dei soggetti, individuati in modo che raccontino la sua natura interiore.
Natura strettamente connessa con le sue origini: proseguendo infatti sulla strada originaria dell’interesse antropologico e culturale verso la sua Campania e la sua Benevento, Antonio Volpone si concentra ora sulla percezione del magico, del rito ancestrale, del legame profondo con la terra, con i suoi frutti, con le divinità ctonie che ad essa sovrintendono come manifestazioni di una natura occulta, ma non per questo meno vera.
L’errore, inteso come parte integrante del progetto Ibidem, non si ferma a questo: partendo dal definire comune della limitazione fisica come “errore” della Natura, Antonio Volpone dedica l’intero suo lavoro sulla percezione (non solo) visiva a chi è “ostacolato” rispetto al resto dell’umanità, a quei “diversi” che, privati di un senso, sono portati ad acuirne altri. Con il frutto del suo lavoro finanzia infatti laboratori che offre gratuitamente alle persone che sono alla ricerca di un modo altro per raccontare la propria visione del mondo, anche attraverso un uso della macchina fotografica che – nell’impedimento fisico e materiale – diventa strumento della narrazione del sentito nell’anima.
Un progetto realmente sperimentale e inclusivo, dunque, che concretizza in maniera corale la definitiva conquista dell’indipendenza dell’atto fotografico dall’oggettività, per concentrarsi sulla soggettività assoluta ricondotta a termini universali.
Al vernissage interverranno il critico Carlo D'Abenantes, l'antropologo Mario De Tommasi e la giornalista Sabrina Iadarola.
Proiezione video: Le distorsioni necessarie.
Tra vent’anni saranno due secoli che è stato dato l’annuncio ufficiale della nascita della dagherrotipia: il mezzo fotografico ha rivoluzionato l'arte ponendo molti interrogativi ancora validi.
I fotografi, come tutti gli artisti da quando esiste l’umanità, hanno affrontato la cosa a modo loro: facendo arte e, attraverso il gesto, ponendo le basi di un dibattito teorico che affidano al futuro e di cui si interessano solo nei limiti in cui condiziona il loro agire presente.
Da questo processo non è sfuggito Antonio Volpone, che nella sua ricerca fotografica è partito appunto, catturando il reale, ma ponendosi poi interrogativi su cosa esso sia in definitiva. Volpone ama ripetere che la sua fotografia è il lavoro frutto di un errore: quando è nato il progetto Ibidem, che poi è diventato il suo progetto di vita, ha reciso ogni legame con i dettami della messa a fuoco, della riconoscibilità dell’oggetto fotografato, per introdurre un discorso diverso e personalissimo che è quello della sua presenza nella creazione dell’immagine.
Una presenza che non è visibile, ma che è azione.
Questo è però uno solo degli aspetti del fare artistico di Antonio Volpone, che con sensibilità e intelligenza è fortemente presente anche nella scelta oculata dei soggetti, individuati in modo che raccontino la sua natura interiore.
Natura strettamente connessa con le sue origini: proseguendo infatti sulla strada originaria dell’interesse antropologico e culturale verso la sua Campania e la sua Benevento, Antonio Volpone si concentra ora sulla percezione del magico, del rito ancestrale, del legame profondo con la terra, con i suoi frutti, con le divinità ctonie che ad essa sovrintendono come manifestazioni di una natura occulta, ma non per questo meno vera.
L’errore, inteso come parte integrante del progetto Ibidem, non si ferma a questo: partendo dal definire comune della limitazione fisica come “errore” della Natura, Antonio Volpone dedica l’intero suo lavoro sulla percezione (non solo) visiva a chi è “ostacolato” rispetto al resto dell’umanità, a quei “diversi” che, privati di un senso, sono portati ad acuirne altri. Con il frutto del suo lavoro finanzia infatti laboratori che offre gratuitamente alle persone che sono alla ricerca di un modo altro per raccontare la propria visione del mondo, anche attraverso un uso della macchina fotografica che – nell’impedimento fisico e materiale – diventa strumento della narrazione del sentito nell’anima.
Un progetto realmente sperimentale e inclusivo, dunque, che concretizza in maniera corale la definitiva conquista dell’indipendenza dell’atto fotografico dall’oggettività, per concentrarsi sulla soggettività assoluta ricondotta a termini universali.
Al vernissage interverranno il critico Carlo D'Abenantes, l'antropologo Mario De Tommasi e la giornalista Sabrina Iadarola.
Proiezione video: Le distorsioni necessarie.
23
marzo 2019
Antonio Volpone – Ibidem. Astrazioni necessarie
Dal 23 al 31 marzo 2019
fotografia
Location
ARTSHARING LAB&GALLERY
Roma, via Giulio Tarra , 64, (Roma)
Roma, via Giulio Tarra , 64, (Roma)
Orario di apertura
giorni feriali ore 15.00-21.00, sabato e domenica ore 10.30-13.00 e 15.00-21.00. Lunedì chiuso.
Vernissage
23 Marzo 2019, ore 18.00
Autore
Curatore