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ApeRT09: Amedeo Ternullo – Lo studio dell’artista
In esposizione circa trenta dipinti che ricostruiscono un percorso di esperienze che, dalla metà degli anni Novanta, giungono a quelle attuali.
Comunicato stampa
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Si svolgerà a Minori – Costa d’Amalfi, da luglio a settembre, con la direzione artistica di Massimo Bignardi e il coordinamento organizzativo di Giuseppe Fusco, Marco Fusco, Francesco Del Pizzo e FSC, fabbrica sviluppi creativi di Minori negli spazi del fës show room, la quinta edizione di APERTO incontri di arte contemporanea.
Il tema scelto per questa nuova edizione è “Lo spazio come identità”, motivo conduttore che lega tra loro le quattro mostre in programma da luglio a settembre e che, come ogni anno, propongono aspetti della pittura, della fotografia, della ceramica, della video arte, insomma espressioni della contemporaneità. Scelte di artisti e di opere che guardano ad una molteplicità di espressioni senza tracciare linee di tendenza, anzi accogliendo la contraddizione, dalla figurazione di stampo novecentesco alle relazioni di una pittura post-digitale, agli extramedia. Lo spazio letto come non luogo o, meglio ancora, territorio di attraversamenti mentali, di scarti della memoria o, semplicemente, di stati d’animo: l’identità è assunta quale cifra di una dimensione interiore che, nei registri dell’attualità, è lasciata naufragare nei processi accelerati di una asfissiante omologazione. Un’identità che risponde alla necessità dell’artista di riscontro con la realtà, con la concretezza fisica del vissuto quotidiano, vale a dire di una propria necessità esistenziale.
Il calendario è articolato in quattro appuntamenti che s’intrecciano tra loro proponendo un confronto dialettico tra orizzonti di ricerca, tra ‘spazi’ narrativi e, soprattutto, tra identità diverse: un confronto che è giocato, sul piano dell’allestimento, dall’utilizzo dei due livelli espositivi tale da far interagire le mostre tra di loro, creando un processo di alternanza e di rapporto tra i linguaggi. Con la figurazione di Amedeo Ternullo dialogano le sperimentazioni extramedia degli artisti riuniti nella mostra “La Défense. Priorità dello spazio, necessità del tempo” curata da Pasquale Ruocco (dall’11 di luglio al 1 agosto, con opere di Antonio Ambrosino, Paolo Bini, Mary Cinque, Tiziana Cipullo, Arianna Galli, Giusy Parisi, Neal Peruffo, Costabile Piccirillo, Dario Pironti, Serena Vallese) mentre al rigoroso schema di “Minori, iconografica” (dal 1 agosto al 15 settembre, con opere di Calocero, Carotenuto, De Filippis, Gasparri, Lista, Palladino, Pappalardo, Quarta, Giuseppe Ruocco, Vincenzo Ruocco, Savo, Signorino, Ternullo, Tesauro e un’ampia documentazione storica con riproduzioni di dipinti di Rémond, Ricciardi, Zahrtmann, Brogi, Capone, Ferrigno, Albino, Paolillo Della Mura, Mancini Crisconio, Favai, Escher, Nicoletti, Krugel, Landi Corpora, impaginata nel suggestivo allestimento curato dall’arch. Giuseppe Fusco) dunque unicamente affidato all’inganno dell’immagine pittorica, la concretezza delle ceramiche di Salvatore Autuori, Enzo Caruso e Nello Ferrigno raccolte nella mostra “L’oggetto e il suo spazio” (dall’8 agosto al 15 settembre).
La rassegna si apre con la personale di AMEDEO TERNULLO. Lo studio dell’artista, in programma dal 4 al 24 luglio: in esposizione circa trenta dipinti che ricostruiscono un percorso di esperienze che, dalla metà degli anni Novanta, giungono a quelle attuali. Il tema è lo spazio dello studio che per Ternullo è il luogo stanziale della pittura, dei suoi processi di azzeramento e ricostruzione dell’immagine, ove la memoria ha terreno fertile per offrire la sua impronta: sono dipinti cifrati da un colore denso e, al tempo stesso, solare, vivo, animato da slanci di felicità, di un’apertura a nuovi spazi che non sono luoghi fisici, bensì processi di un’identità, quella di pittore difesa a denti stretti.
“Per Amedeo Ternullo l’esercizio della pittura – scrive Massimo Bignardi – è, innanzitutto, dettato etico, celebrazione di un “vedere”, attraverso il quale riconoscere le coordinate del proprio spazio d’esistenza. Cerca cioè di dare un corpo (materia) al “mondo” che l’occhio ha sfiorato.
È quello dell’artista infatti un riconoscere per “rendere percepibile”, lasciando che ciò avvenga attraverso l’analisi compositiva dell’osservare, in pratica agendo sui valori pittorici, mettendo da parte ogni sotteso significato o motivazione narrativa. I suoi oggetti, i ritratti, gli interni, fra questi significativo è quello dedicato a Picasso, un dipinto di grandi dimensioni eseguito qualche anno fa, esplicitano sempre uno spazio ove i colori, i piani che li accolgono trovano una loro motivazione in un unico dettato (quello della pittura) e nelle relazioni che intercorrono tra lo spazio, le forme e il loro colore locale. [...]”.
Amedeo Ternullo è nato a Salerno nel 1959. Si diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1984, perfezionando la sua formazione presso lo studio di Mario Carotenuto. Del 1987 è la prima personale Citazioni, organizzata dalla Galleria Il Catalogo di Salerno, presentata da Rino Mele e Mario Carotenuto; due anni dopo sono quelle che tiene a Pompei e nelle sale del Municipio di Angri. Negli stessi anni cura le scenografie per alcuni gruppi teatrali, tra cui quella realizzata per la compagnia di Antonio Casagrande. Nel 1991 gli è assegnato il Premio di Pittura ‘Sant’Angelo a Fasanella’, mentre del 1993 è la personale dal titolo Le chiese di Salerno, presentata da Antonio Castaldi ed allestita al Palazzo Arcivescovile di Salerno. In seguito si dedica alla ceramica lavorando presso le faenzere vietresi, e partecipando, nel corso degli anni Novanta, a tre edizioni del Premio Nazionale di Ceramica ‘Viaggio attraverso la ceramica’, tenutesi a Vietri sul Mare. Nel 1998 prende parte alla collettiva Pittura, organizzata dalla Galleria Dedalos di San Severo di Foggia ed è invitato al XXV Premio Sulmona; dell’anno seguente è la personale Le forme dei colori, tenutasi presso la Galleria Il Catalogo di Salerno, presentata da Massimo Bignardi e Diego De Silva.Nel 2003 è invitato ad Anteprima 1 nell’ambito della XIV Quadriennale d’Arte di Roma, allestita al Palazzo Reale di Napoli; dello stesso anno è la personale presso la sede di Giffoni Valle Piana della Galleria Il Catalogo. Nel 2005 è presente alla mostra ‘Tracce del disegno italiano contemporaneo’, promossa da Fës Show Room di Minori; nello stesso anno il grande dipinto dal titolo Medusa, esposto alla Quadriennale, entra a far parte della Collezione Permanente del Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi. È del dicembre del 2008 la personale La memoria e i suoi fantasmi, tenutasi nell’ambito della rassegna ‘ApolloniAteliers’.
Il tema scelto per questa nuova edizione è “Lo spazio come identità”, motivo conduttore che lega tra loro le quattro mostre in programma da luglio a settembre e che, come ogni anno, propongono aspetti della pittura, della fotografia, della ceramica, della video arte, insomma espressioni della contemporaneità. Scelte di artisti e di opere che guardano ad una molteplicità di espressioni senza tracciare linee di tendenza, anzi accogliendo la contraddizione, dalla figurazione di stampo novecentesco alle relazioni di una pittura post-digitale, agli extramedia. Lo spazio letto come non luogo o, meglio ancora, territorio di attraversamenti mentali, di scarti della memoria o, semplicemente, di stati d’animo: l’identità è assunta quale cifra di una dimensione interiore che, nei registri dell’attualità, è lasciata naufragare nei processi accelerati di una asfissiante omologazione. Un’identità che risponde alla necessità dell’artista di riscontro con la realtà, con la concretezza fisica del vissuto quotidiano, vale a dire di una propria necessità esistenziale.
Il calendario è articolato in quattro appuntamenti che s’intrecciano tra loro proponendo un confronto dialettico tra orizzonti di ricerca, tra ‘spazi’ narrativi e, soprattutto, tra identità diverse: un confronto che è giocato, sul piano dell’allestimento, dall’utilizzo dei due livelli espositivi tale da far interagire le mostre tra di loro, creando un processo di alternanza e di rapporto tra i linguaggi. Con la figurazione di Amedeo Ternullo dialogano le sperimentazioni extramedia degli artisti riuniti nella mostra “La Défense. Priorità dello spazio, necessità del tempo” curata da Pasquale Ruocco (dall’11 di luglio al 1 agosto, con opere di Antonio Ambrosino, Paolo Bini, Mary Cinque, Tiziana Cipullo, Arianna Galli, Giusy Parisi, Neal Peruffo, Costabile Piccirillo, Dario Pironti, Serena Vallese) mentre al rigoroso schema di “Minori, iconografica” (dal 1 agosto al 15 settembre, con opere di Calocero, Carotenuto, De Filippis, Gasparri, Lista, Palladino, Pappalardo, Quarta, Giuseppe Ruocco, Vincenzo Ruocco, Savo, Signorino, Ternullo, Tesauro e un’ampia documentazione storica con riproduzioni di dipinti di Rémond, Ricciardi, Zahrtmann, Brogi, Capone, Ferrigno, Albino, Paolillo Della Mura, Mancini Crisconio, Favai, Escher, Nicoletti, Krugel, Landi Corpora, impaginata nel suggestivo allestimento curato dall’arch. Giuseppe Fusco) dunque unicamente affidato all’inganno dell’immagine pittorica, la concretezza delle ceramiche di Salvatore Autuori, Enzo Caruso e Nello Ferrigno raccolte nella mostra “L’oggetto e il suo spazio” (dall’8 agosto al 15 settembre).
La rassegna si apre con la personale di AMEDEO TERNULLO. Lo studio dell’artista, in programma dal 4 al 24 luglio: in esposizione circa trenta dipinti che ricostruiscono un percorso di esperienze che, dalla metà degli anni Novanta, giungono a quelle attuali. Il tema è lo spazio dello studio che per Ternullo è il luogo stanziale della pittura, dei suoi processi di azzeramento e ricostruzione dell’immagine, ove la memoria ha terreno fertile per offrire la sua impronta: sono dipinti cifrati da un colore denso e, al tempo stesso, solare, vivo, animato da slanci di felicità, di un’apertura a nuovi spazi che non sono luoghi fisici, bensì processi di un’identità, quella di pittore difesa a denti stretti.
“Per Amedeo Ternullo l’esercizio della pittura – scrive Massimo Bignardi – è, innanzitutto, dettato etico, celebrazione di un “vedere”, attraverso il quale riconoscere le coordinate del proprio spazio d’esistenza. Cerca cioè di dare un corpo (materia) al “mondo” che l’occhio ha sfiorato.
È quello dell’artista infatti un riconoscere per “rendere percepibile”, lasciando che ciò avvenga attraverso l’analisi compositiva dell’osservare, in pratica agendo sui valori pittorici, mettendo da parte ogni sotteso significato o motivazione narrativa. I suoi oggetti, i ritratti, gli interni, fra questi significativo è quello dedicato a Picasso, un dipinto di grandi dimensioni eseguito qualche anno fa, esplicitano sempre uno spazio ove i colori, i piani che li accolgono trovano una loro motivazione in un unico dettato (quello della pittura) e nelle relazioni che intercorrono tra lo spazio, le forme e il loro colore locale. [...]”.
Amedeo Ternullo è nato a Salerno nel 1959. Si diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1984, perfezionando la sua formazione presso lo studio di Mario Carotenuto. Del 1987 è la prima personale Citazioni, organizzata dalla Galleria Il Catalogo di Salerno, presentata da Rino Mele e Mario Carotenuto; due anni dopo sono quelle che tiene a Pompei e nelle sale del Municipio di Angri. Negli stessi anni cura le scenografie per alcuni gruppi teatrali, tra cui quella realizzata per la compagnia di Antonio Casagrande. Nel 1991 gli è assegnato il Premio di Pittura ‘Sant’Angelo a Fasanella’, mentre del 1993 è la personale dal titolo Le chiese di Salerno, presentata da Antonio Castaldi ed allestita al Palazzo Arcivescovile di Salerno. In seguito si dedica alla ceramica lavorando presso le faenzere vietresi, e partecipando, nel corso degli anni Novanta, a tre edizioni del Premio Nazionale di Ceramica ‘Viaggio attraverso la ceramica’, tenutesi a Vietri sul Mare. Nel 1998 prende parte alla collettiva Pittura, organizzata dalla Galleria Dedalos di San Severo di Foggia ed è invitato al XXV Premio Sulmona; dell’anno seguente è la personale Le forme dei colori, tenutasi presso la Galleria Il Catalogo di Salerno, presentata da Massimo Bignardi e Diego De Silva.Nel 2003 è invitato ad Anteprima 1 nell’ambito della XIV Quadriennale d’Arte di Roma, allestita al Palazzo Reale di Napoli; dello stesso anno è la personale presso la sede di Giffoni Valle Piana della Galleria Il Catalogo. Nel 2005 è presente alla mostra ‘Tracce del disegno italiano contemporaneo’, promossa da Fës Show Room di Minori; nello stesso anno il grande dipinto dal titolo Medusa, esposto alla Quadriennale, entra a far parte della Collezione Permanente del Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi. È del dicembre del 2008 la personale La memoria e i suoi fantasmi, tenutasi nell’ambito della rassegna ‘ApolloniAteliers’.
04
luglio 2008
ApeRT09: Amedeo Ternullo – Lo studio dell’artista
Dal 04 al 24 luglio 2008
arte contemporanea
Location
FËS SHOW ROOM
Minori, Via Roma, 24, (Salerno)
Minori, Via Roma, 24, (Salerno)
Autore
Curatore