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Apoxyòmenos
La grande statua bronzea di atleta è stata eccezionalmente concessa in prestito dalla Croazia a Firenze in riconoscimento del contributo offerto dall’Opificio delle Pietre Dure al suo lungo complesso restauro, condotto a Zagabria dall’Istituto Croato per il Restauro subito dopo il recupero, awenuto nel 1999 al largo dell’isola di lussino, in Dalmazia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La grande statua bronzea di atleta è stata eccezionalmente concessa in prestito dalla Croazia a Firenze in riconoscimento del contributo offerto dall'Opificio delle Pietre Dure al suo lungo complesso restauro, condotto a Zagabria dall'Istituto Croato per il Restauro subito dopo il recupero, awenuto nel 1999 al largo dell'isola di lussino, in Dalmazia.
l'Atleta della Croazia è stato datato, in base ad alcuni elementi relativi alla tecnica di rifinitura della superficie ed all'analisi al Carbonio 14 di alcuni reperti organici rinvenuti al suo interno, al 50-40 a.C., quando a Roma Cesare era dittatore, o poco dopo: si tratta della migliore copia di età romana di un tipo statuario greco, noto da poche altre repliche. Esso raffigura un atleta nudo. forse un pugile, vincitore nelle gare "juniores" (ragazzi sino a 18 o 19 anni), o un lottatore, sui 21-22 anni (su questo. i pareri degli studiosi divergono), che con la mano destra doveva impugnare uno strigile, ovvero, lo strumento in bronzo con una sorta di "lingua" concava ed arcuata usato dagli atleti per detergere l'olio di cui si cospargevano prima delle gare.
Si tratta probabilmente quindi della rappresentazione di un "apoxyòmenos", di un atleta, cioè, che si sta togliendo via l'olio ed il sudore dopo la gara che ha vinto, utilizzando proprio lo strigile. Il più famoso Apoxyòmenos era opera, anch'essa in bronzo, del grande scultore greco lisippo e fu creata attorno al 325 a.C., ma confronti di carattere stilistico conducono a datare l'originale dal quale la nostra statua è derivata agli anni attorno al 360 a.C., circa un trentennio prima del capolavoro di Lisippo. Per lo scultore, si è fatto il nome di Dedalo di Sicione e di Polideto il Giovane, ricordati entrambi dalle fonti antiche com autori di statue di apoxyòmenoi precedenti a Lisippo.
L'occasione della mostra fiorentina si presta ad evidenziare il rapporto storico e stilistico della statua dell'Atleta della Croazia con i due Bronzi di Riace nella storia dell'arte greca: l'originale dell'Atleta va collocato circa cento anni dopo la statua più antica (statua A) e settanta-ottanta anni dopo quella più recente (statua B). A prescindere dalle differenze oggettive tra i personaggi, il nostro Atleta mostra un modellato morbido ed evoluto e una maggiore espansione nello spazio dei movimenti.
Particolarmente interessante è in esso la presenza di un dato "negativo", com'è la capigliatura intrisa di sudore. Esso denota il profilarsi una prima crisi dello stile classico e ed è segnale del prossimo ellenismo, incline al naturalismo e meno interessato alla perfezione.
Cristina Acidini e Maurizio Michelucci
Direzione scientifica della mostra
l'Atleta della Croazia è stato datato, in base ad alcuni elementi relativi alla tecnica di rifinitura della superficie ed all'analisi al Carbonio 14 di alcuni reperti organici rinvenuti al suo interno, al 50-40 a.C., quando a Roma Cesare era dittatore, o poco dopo: si tratta della migliore copia di età romana di un tipo statuario greco, noto da poche altre repliche. Esso raffigura un atleta nudo. forse un pugile, vincitore nelle gare "juniores" (ragazzi sino a 18 o 19 anni), o un lottatore, sui 21-22 anni (su questo. i pareri degli studiosi divergono), che con la mano destra doveva impugnare uno strigile, ovvero, lo strumento in bronzo con una sorta di "lingua" concava ed arcuata usato dagli atleti per detergere l'olio di cui si cospargevano prima delle gare.
Si tratta probabilmente quindi della rappresentazione di un "apoxyòmenos", di un atleta, cioè, che si sta togliendo via l'olio ed il sudore dopo la gara che ha vinto, utilizzando proprio lo strigile. Il più famoso Apoxyòmenos era opera, anch'essa in bronzo, del grande scultore greco lisippo e fu creata attorno al 325 a.C., ma confronti di carattere stilistico conducono a datare l'originale dal quale la nostra statua è derivata agli anni attorno al 360 a.C., circa un trentennio prima del capolavoro di Lisippo. Per lo scultore, si è fatto il nome di Dedalo di Sicione e di Polideto il Giovane, ricordati entrambi dalle fonti antiche com autori di statue di apoxyòmenoi precedenti a Lisippo.
L'occasione della mostra fiorentina si presta ad evidenziare il rapporto storico e stilistico della statua dell'Atleta della Croazia con i due Bronzi di Riace nella storia dell'arte greca: l'originale dell'Atleta va collocato circa cento anni dopo la statua più antica (statua A) e settanta-ottanta anni dopo quella più recente (statua B). A prescindere dalle differenze oggettive tra i personaggi, il nostro Atleta mostra un modellato morbido ed evoluto e una maggiore espansione nello spazio dei movimenti.
Particolarmente interessante è in esso la presenza di un dato "negativo", com'è la capigliatura intrisa di sudore. Esso denota il profilarsi una prima crisi dello stile classico e ed è segnale del prossimo ellenismo, incline al naturalismo e meno interessato alla perfezione.
Cristina Acidini e Maurizio Michelucci
Direzione scientifica della mostra
30
settembre 2006
Apoxyòmenos
Dal 30 settembre 2006 al 30 gennaio 2007
archeologia
arte antica
arte antica
Location
PALAZZO MEDICI RICCARDI
Firenze, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 3, (Firenze)
Firenze, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 3, (Firenze)
Vernissage
30 Settembre 2006, ore 21
Editore
GIUNTI
Curatore