Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Apparizioni
Apparizioni è un sostantivo plurale della lingua italiana, che è generalmente legato a un ambito di fede. Non si tratta del nostro caso, ma una sacralità è presente anche qui. È la sacralità dell’arte, di certa arte in cui l’immagine diviene apparizione, non apparenza.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Apparizioni è un sostantivo plurale della lingua italiana, che è generalmente legato a un ambito di fede. Non appena lo si pronuncia si palesano alla nostra immaginazione sante donne vestite di azzurro che si mostrano a giovinette o a pastorelli.
Non si tratta del nostro caso, ma una sacralità è presente anche qui. È la sacralità dell’arte, di certa arte in cui l’immagine diviene apparizione, non apparenza si badi bene.
Quando mi è stato chiesto di orchestrare una mostra per la Kunsthalle di Lana, con un gruppo di artisti, ho volutamente scelto ricerche di diverso genere in cui tuttavia vi fosse sempre una sorta di epifania laica. Con quasi tutti loro ho già lavorato, ho scritto dei testi per i loro cataloghi di mostre personali o collettive e mi fa piacere vederli qui riuniti in un ambito corale.
Vorrei sottolineare che nessuna delle opere in mostra è di facile lettura, anzi, la volontà è proprio quella di rendere chi guarda partecipe attraverso uno sforzo di lettura e di comprensione. Vorrei sempre più trovarmi di fronte a uno spettatore emancipato, che entra nell’opera, la fa crescere, la vive e con artisti come questi è possibile farlo. Le loro non sono immagini immediatamente edibili, leggibili, da consumare in un batter d’occhio, quasi si trattasse di messaggi pubblicitari. Qui, anzi, chi guarda è chiamato a entrare nell’opera, a farsi delle domande, di fronte alle quali non è detto che trovi una risposta. Che si tratti di fotografie, di sculture, di installazioni, di pittura. È come se le opere apparissero con la loro forza, solo a chi è in grado di guardare, di osservare con attenzione.
In un mondo fatto di comunicazione immediata, di social di vario genere, di consumismo facile, di slogan il più delle volte demenziali, qui la proposta è ben diversa.
È come se a Lana, per cinque giorni, si svolgesse una sorta di spettacolo teatrale, in cui gli attori, le loro battute sono pienamente sostituite dai lavori, dotati di un eloquenza muta straordinaria. Nessuna forzatura, nulla di urlato, piuttosto il suono del silenzio che necessita di pause ritmate, sguardi attenti, orecchi affinati.
Le opere tra loro hanno intessuto un dialogo, se si allunga l’occhio, si abbassa la voce e si tende l’orecchio è anche possibile coglierlo, avvertirlo in tutta la sua stentorea incomunicabilità.
Angela Madesani
Non si tratta del nostro caso, ma una sacralità è presente anche qui. È la sacralità dell’arte, di certa arte in cui l’immagine diviene apparizione, non apparenza si badi bene.
Quando mi è stato chiesto di orchestrare una mostra per la Kunsthalle di Lana, con un gruppo di artisti, ho volutamente scelto ricerche di diverso genere in cui tuttavia vi fosse sempre una sorta di epifania laica. Con quasi tutti loro ho già lavorato, ho scritto dei testi per i loro cataloghi di mostre personali o collettive e mi fa piacere vederli qui riuniti in un ambito corale.
Vorrei sottolineare che nessuna delle opere in mostra è di facile lettura, anzi, la volontà è proprio quella di rendere chi guarda partecipe attraverso uno sforzo di lettura e di comprensione. Vorrei sempre più trovarmi di fronte a uno spettatore emancipato, che entra nell’opera, la fa crescere, la vive e con artisti come questi è possibile farlo. Le loro non sono immagini immediatamente edibili, leggibili, da consumare in un batter d’occhio, quasi si trattasse di messaggi pubblicitari. Qui, anzi, chi guarda è chiamato a entrare nell’opera, a farsi delle domande, di fronte alle quali non è detto che trovi una risposta. Che si tratti di fotografie, di sculture, di installazioni, di pittura. È come se le opere apparissero con la loro forza, solo a chi è in grado di guardare, di osservare con attenzione.
In un mondo fatto di comunicazione immediata, di social di vario genere, di consumismo facile, di slogan il più delle volte demenziali, qui la proposta è ben diversa.
È come se a Lana, per cinque giorni, si svolgesse una sorta di spettacolo teatrale, in cui gli attori, le loro battute sono pienamente sostituite dai lavori, dotati di un eloquenza muta straordinaria. Nessuna forzatura, nulla di urlato, piuttosto il suono del silenzio che necessita di pause ritmate, sguardi attenti, orecchi affinati.
Le opere tra loro hanno intessuto un dialogo, se si allunga l’occhio, si abbassa la voce e si tende l’orecchio è anche possibile coglierlo, avvertirlo in tutta la sua stentorea incomunicabilità.
Angela Madesani
29
giugno 2018
Apparizioni
Dal 29 giugno al 07 luglio 2018
arte contemporanea
Location
KUNSTHALLE WEST
Lana, Strada Provinciale Zona Industriale Di Lana, 1/5, (Bolzano)
Lana, Strada Provinciale Zona Industriale Di Lana, 1/5, (Bolzano)
Orario di apertura
da giovedì a domenica 17.30 - 20.00
Vernissage
29 Giugno 2018, ore 19.30
Autore
Curatore