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Apparizioni
Galleria Alessandro Bagnai è lieta di presentare al pubblico il risultato visivo di una riflessione filosofica; si chiama Apparizioni: una mostra desunta, ricavata, arguita ponderando la pittura e il messaggio che reca in sé, oggi.
Comunicato stampa
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Galleria Alessandro Bagnai è lieta di presentare al pubblico il risultato visivo di una riflessione filosofica; si chiama Apparizioni: una mostra desunta, ricavata, arguita ponderando la pittura e il messaggio che reca in sé, oggi. La mostra pretende di affrontare un tema esteso per profondità e confini linguistici; un tema però anche liquido, elastico, forse relativo all'ampia e spugnosa dotazione culturale del XXI secolo.
In particolare, la questione è quella del rapporto segno / superficie, cioè della traccia nel nulla della monocromia, dell'orma figurale nel tutto dell'informe, dell'inserto astratto come esercizio della differenza. Ecco così il costrutto che riflette qualsiasi gesto tecnico, anche solamente quando a pesare è un frammento, un oggetto, un colore o un volume nell'ambiente della campitura… La condizione è appunto filosofica, perché si comunica come accadimento ermeneutico, ossia come significato di un'azione conoscitiva, di un postulato creativo, artistico, rilevato quasi come dato ontologico.
Apparizioni è la formula contestuale prestata dal titolo di un'opera che Franco Angeli (Roma, 1935-1988) dipinge nel 1971, e qui designa la presenza di una struttura mossa dalla necessità, dall'urgenza di trovare un ruolo alle cose. Il termine, quanto quello di "visione", svela il processo e non la stasi del raggiungimento: dal latino apparīre, composto di ăd e parīre, diventa "mostrarsi", e si dà in "manifestazione", "presentazione", "nascita", "epifania", cioè nel "divenire"; nell'essere "visibile", "evidente"; nel "risultare" come nel "sembrare" o nel "comparire".
Apparizioni presenta lavori di:
Franco Angeli, Roberto Barni, Massimo Barzagli, Sandro Chia, May Cornet, Vittorio Corsini, Tony Cragg, Enzo Cucchi, Gianni Dessì, Rolando Deval, Stefano Di Stasio, Jiri Dokoupil, Jim Dine, Rainer Fetting, Paola Gandolfi, Daniele Galliano, Peter Halley, Jannis Kounellis, Mario Merz, Aldo Mondino, Giacomo Piussi, Paolo Leonardo, Nunzio, Mimmo Paladino, Pierluigi Pusole, Mario Schifano.
Il concetto è quello della materializzazione che sistema e costituisce un’immagine come momento dichiarativo e mai descrittivo; allude anche all’originarsi improvviso, all’evidenza che si palesa nel testo dell’opera. Il soggetto nell'indefinito e l’equilibrio presenza / assenza si concretano insieme dal fondo dell'immagine, dalla neutralità della sua destrutturazione. Ecco l’evocazione di un soggetto, il manifestarsi di una realtà, l'espressione di una certa soluzione.
Si sarebbe tentati di vedere il processo come realizzazione, come compiersi, ma la verità è che risulta impossibile conoscerne davvero il verso: la dimensione è infatti mezzana e parziale per sua natura, e tale coscienza rischierebbe perfino di assumere valore morale. L'immagine pittorica è però sospesa; è ambigua, e diventa così ambivalente nel proprio farsi o disfarsi del momento, sia illuminazione o adombramento. Pittoricamente, la realtà dell'atto presume la cognizione del prima o del dopo, e non consente di rilevarne la funzione tramite la fissità del dipinto. Il criterio è invece filmico, e la pittura da sé non può stabilire quando il divenire sia della materia nell’immateriale o dell’immateriale nella materia. Nella pittura è impossibile o assurdo rispettivamente poter o voler considerare tale attimo costruttivo o decostruttivo, aggregazione o disgregazione, quindi anche, moralmente, positivo o negativo.
In pittura, apparizione o sparizione non può che significare due differenti maniere d'intendere lo stesso istante, e questo, pur inconoscibile, qui lo definiremo noto, al di là dei limiti tecnici, chiamando Apparizioni tutti quei momenti pittorici giustificati da fattori paralleli e ulteriori al dipingere, oppure intuiti dalla documentazione indiretta costituita dal titolo dell'opera e da altri indizi del racconto, oltre l'immediatezza della sua evidenza.
In particolare, la questione è quella del rapporto segno / superficie, cioè della traccia nel nulla della monocromia, dell'orma figurale nel tutto dell'informe, dell'inserto astratto come esercizio della differenza. Ecco così il costrutto che riflette qualsiasi gesto tecnico, anche solamente quando a pesare è un frammento, un oggetto, un colore o un volume nell'ambiente della campitura… La condizione è appunto filosofica, perché si comunica come accadimento ermeneutico, ossia come significato di un'azione conoscitiva, di un postulato creativo, artistico, rilevato quasi come dato ontologico.
Apparizioni è la formula contestuale prestata dal titolo di un'opera che Franco Angeli (Roma, 1935-1988) dipinge nel 1971, e qui designa la presenza di una struttura mossa dalla necessità, dall'urgenza di trovare un ruolo alle cose. Il termine, quanto quello di "visione", svela il processo e non la stasi del raggiungimento: dal latino apparīre, composto di ăd e parīre, diventa "mostrarsi", e si dà in "manifestazione", "presentazione", "nascita", "epifania", cioè nel "divenire"; nell'essere "visibile", "evidente"; nel "risultare" come nel "sembrare" o nel "comparire".
Apparizioni presenta lavori di:
Franco Angeli, Roberto Barni, Massimo Barzagli, Sandro Chia, May Cornet, Vittorio Corsini, Tony Cragg, Enzo Cucchi, Gianni Dessì, Rolando Deval, Stefano Di Stasio, Jiri Dokoupil, Jim Dine, Rainer Fetting, Paola Gandolfi, Daniele Galliano, Peter Halley, Jannis Kounellis, Mario Merz, Aldo Mondino, Giacomo Piussi, Paolo Leonardo, Nunzio, Mimmo Paladino, Pierluigi Pusole, Mario Schifano.
Il concetto è quello della materializzazione che sistema e costituisce un’immagine come momento dichiarativo e mai descrittivo; allude anche all’originarsi improvviso, all’evidenza che si palesa nel testo dell’opera. Il soggetto nell'indefinito e l’equilibrio presenza / assenza si concretano insieme dal fondo dell'immagine, dalla neutralità della sua destrutturazione. Ecco l’evocazione di un soggetto, il manifestarsi di una realtà, l'espressione di una certa soluzione.
Si sarebbe tentati di vedere il processo come realizzazione, come compiersi, ma la verità è che risulta impossibile conoscerne davvero il verso: la dimensione è infatti mezzana e parziale per sua natura, e tale coscienza rischierebbe perfino di assumere valore morale. L'immagine pittorica è però sospesa; è ambigua, e diventa così ambivalente nel proprio farsi o disfarsi del momento, sia illuminazione o adombramento. Pittoricamente, la realtà dell'atto presume la cognizione del prima o del dopo, e non consente di rilevarne la funzione tramite la fissità del dipinto. Il criterio è invece filmico, e la pittura da sé non può stabilire quando il divenire sia della materia nell’immateriale o dell’immateriale nella materia. Nella pittura è impossibile o assurdo rispettivamente poter o voler considerare tale attimo costruttivo o decostruttivo, aggregazione o disgregazione, quindi anche, moralmente, positivo o negativo.
In pittura, apparizione o sparizione non può che significare due differenti maniere d'intendere lo stesso istante, e questo, pur inconoscibile, qui lo definiremo noto, al di là dei limiti tecnici, chiamando Apparizioni tutti quei momenti pittorici giustificati da fattori paralleli e ulteriori al dipingere, oppure intuiti dalla documentazione indiretta costituita dal titolo dell'opera e da altri indizi del racconto, oltre l'immediatezza della sua evidenza.
17
dicembre 2017
Apparizioni
Dal 17 dicembre 2017 al 28 febbraio 2018
arte contemporanea
Location
GALLERIA ALESSANDRO BAGNAI
Firenze, Piazza Carlo Goldoni, 2, (Firenze)
Firenze, Piazza Carlo Goldoni, 2, (Firenze)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10-13 e 15-19
sabato e domenica su appuntamento
Vernissage
17 Dicembre 2017, ore 12.00
Autore
Curatore