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Appunti sulla metropoli
Appunti sulla metropoli indaga la realtà metropolitana in modo trasversali cogliendo i caratteri sensibili, architettonici, geometrici, e poco visibili del reale, l’anima della città
che si respira al di là dei confini murali delle case.
Comunicato stampa
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E’ una città di luoghi e di volti, quella raccontata oggi alla galleria Previtali. Una città sottilmente inquietante abitata da ombre e silenzi, figure enigmatiche e angoli densi di mistero. Se Paola Adornato usa l’acrilico su tela per delineare scorci urbani di gusto metafisico, costruiti per linee nette, a colori acidi, sotto cieli piatti come coperchi che sigillano la vita in un soffocante sottovuoto, sono invece vibranti, sporche di vita, ansimanti e polverose le città di Paolo Cervino, vedute dietro le quali sembra possibile avvertire il brusìo elettrico della metropoli che non dorme mai. I paesaggi silenziosi di Seba, germoglianti da una pennellata pastosa, comunicano una struggente nostalgia del passato. Sono fughe di architetture brune, grigie, ombrose che talvolta toccano altezze sironiane. E poi c’è Angelo Ciancaglini, sulle cui tele ariose, luminose, l’olio assume valenze materiche, ruvide, scrostandosi quasi dal supporto. Le sue città dai contorni incerti, che vanno perdendosi nella foschia, emanano la vibrazione della città che sale nel lavorare incessante delle gru, nei cantieri febbrili, la cui attività sembra trovare un contrappunto nelle macchie di colore luminoso che si aprono a tratti, inaspettate, sulla tela.
Anche la città delle persone è una città di inquietudini. Quella di Loredana Cacucciolo, quasi una novella Mary Cassatt che, con una pennellata vibrante, luminosa, fortemente impressionista, racconta letti sfatti che parlano d’amore e abbracci che sfidano gli orrori della guerra. Se Joe Veda ferma la realtà in ritratti forti, dove l’iconografia da rivista patinata è contraddetta da una fissità che è quasi una contrazione dolorosa, Simone Lammardo ripercorre la poetica surrealista per scene enigmatiche dove figure apparentemente rassicuranti si rivelano portatrici di simbologie aggressive. Subdolamente seducente e sottilmente minacciosa è anche la realtà raccontata a olio su tela da Roberta Serenari. Con una pennellata definita, sicura, l’artista costruisce teatri dell’assurdo dove bellissime bambine si muovono come presenze fantasmatiche. Il loro sguardo corrucciato, il sorriso algido, si fissano sullo spettatore artigliandone l’attenzione. Intorno, oggetti assemblati in maniera apparentemente casuale costruiscono storie incomprensibili o terrificanti, come quella narrata dalla cravatta abbandonata nella camera della bambina, la cui bambola giace bendata in una scatola. Il colore, usato con sapienza il nastro rosso, il bianco abbacinante dei panneggi, la ricorrenza della scacchiera è solo uno dei linguaggi simbolici padroneggiati dall’artista, che vanno dai manichini dechirichiani all’uovo di Piero della Francesca, per opere da percorrere palmo a palmo, come esploratori alla conquista di una terra segreta e sconosciuta.
Alessandra Redaelli
Anche la città delle persone è una città di inquietudini. Quella di Loredana Cacucciolo, quasi una novella Mary Cassatt che, con una pennellata vibrante, luminosa, fortemente impressionista, racconta letti sfatti che parlano d’amore e abbracci che sfidano gli orrori della guerra. Se Joe Veda ferma la realtà in ritratti forti, dove l’iconografia da rivista patinata è contraddetta da una fissità che è quasi una contrazione dolorosa, Simone Lammardo ripercorre la poetica surrealista per scene enigmatiche dove figure apparentemente rassicuranti si rivelano portatrici di simbologie aggressive. Subdolamente seducente e sottilmente minacciosa è anche la realtà raccontata a olio su tela da Roberta Serenari. Con una pennellata definita, sicura, l’artista costruisce teatri dell’assurdo dove bellissime bambine si muovono come presenze fantasmatiche. Il loro sguardo corrucciato, il sorriso algido, si fissano sullo spettatore artigliandone l’attenzione. Intorno, oggetti assemblati in maniera apparentemente casuale costruiscono storie incomprensibili o terrificanti, come quella narrata dalla cravatta abbandonata nella camera della bambina, la cui bambola giace bendata in una scatola. Il colore, usato con sapienza il nastro rosso, il bianco abbacinante dei panneggi, la ricorrenza della scacchiera è solo uno dei linguaggi simbolici padroneggiati dall’artista, che vanno dai manichini dechirichiani all’uovo di Piero della Francesca, per opere da percorrere palmo a palmo, come esploratori alla conquista di una terra segreta e sconosciuta.
Alessandra Redaelli
04
giugno 2008
Appunti sulla metropoli
Dal 04 giugno al 02 luglio 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA PREVITALI
Milano, Via Elia Lombardini, 14, (Milano)
Milano, Via Elia Lombardini, 14, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16-19,30
Vernissage
4 Giugno 2008, ore 18,30
Autore
Curatore