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Apre il Madxi… uno spazio dedicato all’Arte Contemporanea
Ad undici anni dalla nascita, al raggiungimento odierno di quaranta sedi espositive diffuse a Latina e nel territorio limitrofo, MAD, ideato e curato da Fabio D’Achille, lancia un progetto inedito: l’apertura di uno spazio dedicato esclusivamente all’arte contemporanea, il MADXI
Comunicato stampa
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Ad undici anni dalla nascita, al raggiungimento odierno di quaranta sedi espositive diffuse a Latina e nel territorio limitrofo, MAD, ideato e curato da Fabio D’Achille, lancia un progetto inedito: l’apertura di uno spazio dedicato esclusivamente all’arte contemporanea, il MADXI, in Via Carrara 12/A, Latina Scalo.
La quarantunesima location del Museo Diffuso aprirà i battenti al pubblico domenica 8 maggio alle 18.00, con una collettiva di ventisei artisti che spazia dalla pittura alla scultura/installazione, alla fotografia e alla video arte. In mostra saranno esposte anche opere che andranno a far parte della collezione permanente del MADXI, nella prospettiva di realizzare un vero e proprio museo, diretto (per il momento) da Fabio D’Achille.
La collettiva sarà accompagnata dalla performance musicale - itinerante del “MusiCantiere – Cooperazione artistica”, gruppo di musica popolare promosso dall’Associazione “Domus Mea”.
Si configura così un museo d’arte contemporanea a sua volta contemporaneo nella formula: il MADXI è infatti ospitato presso la sede del Consorzio per lo Sviluppo Industriale Roma-Latina, uno spazio di 2000 mq all’interno e 5000mq all’esterno per tre quarti (finora) inutilizzato, dove la realtà privata di un’Associazione Culturale come MAD viene ad incontrarsi con la dimensione pubblica dell’Ente per un’offerta culturale ad ampio respiro che, attraverso l’apertura anche durante i fine settimana, andrebbe a colmare il vuoto delle Istituzioni nei confronti dei Musei pubblici cittadini, spesso chiusi e scarsamente fruiti.
L’interazione tra sfera pubblica e privata, che qui raggiunge un punto di svolta, è andata gradualmente a distinguere l’attività del Museo Diffuso: alle mostre allestite in luoghi extra-ordinari, come ristoranti, caffè, wine-bar, pub, negozi, cinema, librerie, hotel si sono affiancate rassegne artistiche nei foyer dei Teatri comunali, nelle scuole, nella Pinacoteca Comunale di Latina, al Museo Cambellotti, all’Antiquarium Civico del Procoio, al Museo dell’Abazia di Valvisciolo, al Museo Archeologico di Norma, al Museo Emilio Greco di Sabaudia, alla Raccolta Manzù GNAM di Ardea, al Villa Lepido e alla Torre dei Templari di San Felice Circeo, al castello di San Martino a Priverno, al Forte San Gallo a Nettuno ed in maniera permanente al Conservatorio di Latina “Ottorino Respighi”, eventi resi possibili grazie alla collaborazione di galleristi, direttori di musei, critici e storici dell’arte e in cui spesso si crea una sinergia tra l’arte contemporanea e la danza, il teatro, la musica, la letteratura.
Nella promozione artistica MAD ha anche riservato ampio spazio alla valorizzazione del patrimonio archeologico, storico e naturalistico con le rassegne estive Mad Procoio e OdisSea Contemporanea; quest’ultima in particolare ha trasformato il litorale e le località collinari pontine in un museo a cielo aperto in cui è confluita la forza espressiva della cosiddetta “Scuola pontina”, ora alle prese con una nuova sfida lanciata dal suo mentore Fabio D’Achille.
Laura Cianfarani
La mostra è dedicata a Gianni Lanza, artista recentemente scomparso, amico e allievo di Enrico Greci.
Scrive Marcella Cossu, storica dell'arte della GNAM di Roma:
"In località Tor Tre Ponti, suggestivo snodo paesaggistico stretto tra le alture di Sermoneta e il rettilineo della via Appia solcata dai canali della Bonifica pontina, si inaugura oggi il recentissimo grande museo del MADXI dedicato all’arte contemporanea e diretto da Fabio D’Achille.
Ad onta dell’elemento di sorpresa e novità, questa nuova realtà espositiva non è affatto sorta da un giorno all’altro, rappresentando al contrario il punto d’arrivo di una lunga e intensissima attività di ricerca dedicata all’arte contemporanea del territorio, che il curatore-direttore conduce in prima persona tra Latina e l’hinterland da oltre un decennio, e il punto di partenza per un’inedita e particolarissima musealizzazione di opere e artisti.
Punto d’arrivo per quella “Scuola pontina” partita ai primi del secolo scorso dall’arrivo di Duilio Cambellotti in queste terre allora insalubri, transitata quindi per la generazione artistica “di mezzo”, anch’essa d’importazione, di Manzù e Greco – ad ognuno dei quali spetta uno dei tre maggiori musei monotematici di zona – e proseguita in corsa con altri nomi non autoctoni, come Sergio Ban e Lorenzo Indrimi, per approdare alla penultima ed ultima delle composite falangi, con Massimo Palumbo, Tommaso Andreocci, Emilia Isabella, Antonio Farina, Marcello Trabucco, Giovanni Battista Bianchi, e molti altri ed altre, ancora più giovani, dai quali poter ripartire per nuove tappe di questa “storia infinita” dell’arte del territorio ed oltre.
Se fino ad oggi Fabio D’Achille è stato sotto ogni profilo considerato un po’ il Sandokan o il Passator Cortese della lestra pontina, con MAD, il Museo d’Arte Diffusa, di gran lunga precursore di alcune conclamate odierne tendenze “alternative” dell’arte, che fanno del territorio il palcoscenico di una serie di eventi mixando il museo istituzionale con il centro cittadino, “contaminando” nel contagio della febbre espositiva i caffè di Latina con i ristoranti del lungomare, le gallerie private con gli spazi aziendali, per culminare nel crescendo di eventi-fermenti estivi nati sulle rive del lago di Paola o sulle terrazze panoramiche del castello svevo del Circeo, quale a partire da ora sarà il suo futuro, tra le pareti dell’arioso e luminoso, eppur concluso hortus del MADXI? Quali le sfide e i programmi del domani?
La struttura si offre ampia, espansa, articolata nel verde, dotata al suo interno di vere “piazze d’armi”, d’invito alla performance, così come di ambienti più raccolti, e anche di un teatro-auditorium; è un luogo-non luogo, vuoto e pieno allo stesso tempo, isolato ma predisposto ad accogliere happening, concerti, e un’ampia serie di eventi dentro-fuori; ogni spazio pervaso dal fremito d’intuizioni a venire. Per l’esattezza, è già stata da un anno teatro di installazioni e concerti programmati nell’ambito della rassegna ODISSEA CONTEMPORANEA, ma la scelta di essere o divenire oggi “museo” del contemporaneo risulta, comunque, determinante se non anche vincolante nella ri-definizione di uno start, di un punto nuovo di partenza. Personalmente troverei il MADXI perfetto, anche, per ambientare dei campus e dei laboratori per giovanissimi creativi.
A poca, pochissima distanza dalle vele gotico-cistercensi dell’abbazia medioevale di Valvisciolo, meta anch’essa di innumerevoli incursioni artistiche di MAD, il “MADXI Contemporary Art Museum” sembra, nel breve lasso di vita intercorsa, essersi appropriato (o quantomeno aspirarvi) del medesimo canone estetico cistercense coniato dal fondatore dell’Ordine Bernardo di Chiaravalle per i monaci costruttori di Francia, ovvero la Formosa Difformitas, l’attraente quanto imprevedibile diversificazione alla base dell’ineluttabile dis-eguaglianza delle sorti del mondo.
Coralità, pluralismo, ma, anche, dialettica e dissonanza; armonia-disarmonia, proprio come accade in quelle che sono da oggi le prime scelte museali di MADXI, e come di fatto accade nel corso di ogni vita, in tutte le vite, e nel massimo rispetto, anche, del principio stesso dell’arte contemporanea, l’identità di arte e vita promossa e diffusa da Marcel Duchamp.
Scelte programmatiche e casuali al tempo stesso che sembrano voler accentuare, anzi esasperare, la molteplicità degli interventi di un contemporaneo tutto particolare, declinato da Fabio D’Achille in totale libertà, sua come degli artisti ospitati. Ad esempio, ci si muove tra l’algida installazione semilunare di Emilia Isabella, una quasi-scenografia di balletto, rarefatta e monocromatica, costruita per impercettibili contrappunti astratti geometricamente impeccabili, e il delirium tremens del colorista Fabio Pantano, autore di un “retablo” contemporaneo postespressionista, satanista e pirotecnico, vero erede di un “artbrut” di vibrata e umoristica tensione: due mondi agli antipodi, eppure suggestivi entrambi nel disincanto e nella profonda padronanza dell’arte; ma cosa accadrà da domani a questo drappello di curatori critici e artisti immersi nella Grande Bellezza dell’Agro, a questa “Scuola pontina”, così diversificata e vitale, fuori dal binario del mercato dell’arte, e tanto palesemente refrattaria all’aurea legge della globalizzazione? Non oso immaginare, ma ringrazio di esistere.
Nel mezzo, tra gli estremi rappresentati dall’apollinea Isabella e dal dionisiaco Pantano, Fabio orchestra al solito, molto più del solito, il sabba dell’umana tragicommedia, dalle “città invisibili” e sospese di Luca Ferullo al concettuale onirico di Massimo Palumbo, al surrealismo sfrenato di Giovanni Battista Bianchi, all’iperrealismo di Gianni Lanza, al neocostruttivismo di Giovanni Leonardi, alle dissonanze, ora acri ora evanenscenti, delle visioni di Ersilia Sarrecchia, al neoavanguardismo della russa Tatiana Lapteva.
E, ancora, la materia-colore di Marzio Massaro, le sculture in legno e acciaio di Vittorio Romano, la satirica Mucca Euro6 di Monica Menchella, le Interferenze “pixellate” di Enrico Frusciante, le lacerazioni profonde di Evita Andujar… tutte diverse espressioni di quella Formosa Difformitas di un contemporaneo che, come ovunque e per ogni cosa avviene, solo il passare del tempo forse storicizzerà, focalizzando meriti e competenze individuali all’interno del rutilante e composito parterre pontino".
La quarantunesima location del Museo Diffuso aprirà i battenti al pubblico domenica 8 maggio alle 18.00, con una collettiva di ventisei artisti che spazia dalla pittura alla scultura/installazione, alla fotografia e alla video arte. In mostra saranno esposte anche opere che andranno a far parte della collezione permanente del MADXI, nella prospettiva di realizzare un vero e proprio museo, diretto (per il momento) da Fabio D’Achille.
La collettiva sarà accompagnata dalla performance musicale - itinerante del “MusiCantiere – Cooperazione artistica”, gruppo di musica popolare promosso dall’Associazione “Domus Mea”.
Si configura così un museo d’arte contemporanea a sua volta contemporaneo nella formula: il MADXI è infatti ospitato presso la sede del Consorzio per lo Sviluppo Industriale Roma-Latina, uno spazio di 2000 mq all’interno e 5000mq all’esterno per tre quarti (finora) inutilizzato, dove la realtà privata di un’Associazione Culturale come MAD viene ad incontrarsi con la dimensione pubblica dell’Ente per un’offerta culturale ad ampio respiro che, attraverso l’apertura anche durante i fine settimana, andrebbe a colmare il vuoto delle Istituzioni nei confronti dei Musei pubblici cittadini, spesso chiusi e scarsamente fruiti.
L’interazione tra sfera pubblica e privata, che qui raggiunge un punto di svolta, è andata gradualmente a distinguere l’attività del Museo Diffuso: alle mostre allestite in luoghi extra-ordinari, come ristoranti, caffè, wine-bar, pub, negozi, cinema, librerie, hotel si sono affiancate rassegne artistiche nei foyer dei Teatri comunali, nelle scuole, nella Pinacoteca Comunale di Latina, al Museo Cambellotti, all’Antiquarium Civico del Procoio, al Museo dell’Abazia di Valvisciolo, al Museo Archeologico di Norma, al Museo Emilio Greco di Sabaudia, alla Raccolta Manzù GNAM di Ardea, al Villa Lepido e alla Torre dei Templari di San Felice Circeo, al castello di San Martino a Priverno, al Forte San Gallo a Nettuno ed in maniera permanente al Conservatorio di Latina “Ottorino Respighi”, eventi resi possibili grazie alla collaborazione di galleristi, direttori di musei, critici e storici dell’arte e in cui spesso si crea una sinergia tra l’arte contemporanea e la danza, il teatro, la musica, la letteratura.
Nella promozione artistica MAD ha anche riservato ampio spazio alla valorizzazione del patrimonio archeologico, storico e naturalistico con le rassegne estive Mad Procoio e OdisSea Contemporanea; quest’ultima in particolare ha trasformato il litorale e le località collinari pontine in un museo a cielo aperto in cui è confluita la forza espressiva della cosiddetta “Scuola pontina”, ora alle prese con una nuova sfida lanciata dal suo mentore Fabio D’Achille.
Laura Cianfarani
La mostra è dedicata a Gianni Lanza, artista recentemente scomparso, amico e allievo di Enrico Greci.
Scrive Marcella Cossu, storica dell'arte della GNAM di Roma:
"In località Tor Tre Ponti, suggestivo snodo paesaggistico stretto tra le alture di Sermoneta e il rettilineo della via Appia solcata dai canali della Bonifica pontina, si inaugura oggi il recentissimo grande museo del MADXI dedicato all’arte contemporanea e diretto da Fabio D’Achille.
Ad onta dell’elemento di sorpresa e novità, questa nuova realtà espositiva non è affatto sorta da un giorno all’altro, rappresentando al contrario il punto d’arrivo di una lunga e intensissima attività di ricerca dedicata all’arte contemporanea del territorio, che il curatore-direttore conduce in prima persona tra Latina e l’hinterland da oltre un decennio, e il punto di partenza per un’inedita e particolarissima musealizzazione di opere e artisti.
Punto d’arrivo per quella “Scuola pontina” partita ai primi del secolo scorso dall’arrivo di Duilio Cambellotti in queste terre allora insalubri, transitata quindi per la generazione artistica “di mezzo”, anch’essa d’importazione, di Manzù e Greco – ad ognuno dei quali spetta uno dei tre maggiori musei monotematici di zona – e proseguita in corsa con altri nomi non autoctoni, come Sergio Ban e Lorenzo Indrimi, per approdare alla penultima ed ultima delle composite falangi, con Massimo Palumbo, Tommaso Andreocci, Emilia Isabella, Antonio Farina, Marcello Trabucco, Giovanni Battista Bianchi, e molti altri ed altre, ancora più giovani, dai quali poter ripartire per nuove tappe di questa “storia infinita” dell’arte del territorio ed oltre.
Se fino ad oggi Fabio D’Achille è stato sotto ogni profilo considerato un po’ il Sandokan o il Passator Cortese della lestra pontina, con MAD, il Museo d’Arte Diffusa, di gran lunga precursore di alcune conclamate odierne tendenze “alternative” dell’arte, che fanno del territorio il palcoscenico di una serie di eventi mixando il museo istituzionale con il centro cittadino, “contaminando” nel contagio della febbre espositiva i caffè di Latina con i ristoranti del lungomare, le gallerie private con gli spazi aziendali, per culminare nel crescendo di eventi-fermenti estivi nati sulle rive del lago di Paola o sulle terrazze panoramiche del castello svevo del Circeo, quale a partire da ora sarà il suo futuro, tra le pareti dell’arioso e luminoso, eppur concluso hortus del MADXI? Quali le sfide e i programmi del domani?
La struttura si offre ampia, espansa, articolata nel verde, dotata al suo interno di vere “piazze d’armi”, d’invito alla performance, così come di ambienti più raccolti, e anche di un teatro-auditorium; è un luogo-non luogo, vuoto e pieno allo stesso tempo, isolato ma predisposto ad accogliere happening, concerti, e un’ampia serie di eventi dentro-fuori; ogni spazio pervaso dal fremito d’intuizioni a venire. Per l’esattezza, è già stata da un anno teatro di installazioni e concerti programmati nell’ambito della rassegna ODISSEA CONTEMPORANEA, ma la scelta di essere o divenire oggi “museo” del contemporaneo risulta, comunque, determinante se non anche vincolante nella ri-definizione di uno start, di un punto nuovo di partenza. Personalmente troverei il MADXI perfetto, anche, per ambientare dei campus e dei laboratori per giovanissimi creativi.
A poca, pochissima distanza dalle vele gotico-cistercensi dell’abbazia medioevale di Valvisciolo, meta anch’essa di innumerevoli incursioni artistiche di MAD, il “MADXI Contemporary Art Museum” sembra, nel breve lasso di vita intercorsa, essersi appropriato (o quantomeno aspirarvi) del medesimo canone estetico cistercense coniato dal fondatore dell’Ordine Bernardo di Chiaravalle per i monaci costruttori di Francia, ovvero la Formosa Difformitas, l’attraente quanto imprevedibile diversificazione alla base dell’ineluttabile dis-eguaglianza delle sorti del mondo.
Coralità, pluralismo, ma, anche, dialettica e dissonanza; armonia-disarmonia, proprio come accade in quelle che sono da oggi le prime scelte museali di MADXI, e come di fatto accade nel corso di ogni vita, in tutte le vite, e nel massimo rispetto, anche, del principio stesso dell’arte contemporanea, l’identità di arte e vita promossa e diffusa da Marcel Duchamp.
Scelte programmatiche e casuali al tempo stesso che sembrano voler accentuare, anzi esasperare, la molteplicità degli interventi di un contemporaneo tutto particolare, declinato da Fabio D’Achille in totale libertà, sua come degli artisti ospitati. Ad esempio, ci si muove tra l’algida installazione semilunare di Emilia Isabella, una quasi-scenografia di balletto, rarefatta e monocromatica, costruita per impercettibili contrappunti astratti geometricamente impeccabili, e il delirium tremens del colorista Fabio Pantano, autore di un “retablo” contemporaneo postespressionista, satanista e pirotecnico, vero erede di un “artbrut” di vibrata e umoristica tensione: due mondi agli antipodi, eppure suggestivi entrambi nel disincanto e nella profonda padronanza dell’arte; ma cosa accadrà da domani a questo drappello di curatori critici e artisti immersi nella Grande Bellezza dell’Agro, a questa “Scuola pontina”, così diversificata e vitale, fuori dal binario del mercato dell’arte, e tanto palesemente refrattaria all’aurea legge della globalizzazione? Non oso immaginare, ma ringrazio di esistere.
Nel mezzo, tra gli estremi rappresentati dall’apollinea Isabella e dal dionisiaco Pantano, Fabio orchestra al solito, molto più del solito, il sabba dell’umana tragicommedia, dalle “città invisibili” e sospese di Luca Ferullo al concettuale onirico di Massimo Palumbo, al surrealismo sfrenato di Giovanni Battista Bianchi, all’iperrealismo di Gianni Lanza, al neocostruttivismo di Giovanni Leonardi, alle dissonanze, ora acri ora evanenscenti, delle visioni di Ersilia Sarrecchia, al neoavanguardismo della russa Tatiana Lapteva.
E, ancora, la materia-colore di Marzio Massaro, le sculture in legno e acciaio di Vittorio Romano, la satirica Mucca Euro6 di Monica Menchella, le Interferenze “pixellate” di Enrico Frusciante, le lacerazioni profonde di Evita Andujar… tutte diverse espressioni di quella Formosa Difformitas di un contemporaneo che, come ovunque e per ogni cosa avviene, solo il passare del tempo forse storicizzerà, focalizzando meriti e competenze individuali all’interno del rutilante e composito parterre pontino".
08
maggio 2016
Apre il Madxi… uno spazio dedicato all’Arte Contemporanea
Dall'otto maggio al 26 giugno 2016
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Latina
Latina, -, (Latina)
Latina, -, (Latina)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 11,00 – 14,00/17,00 - 20,00
Sabato e domenica 17,00 – 20,00
Vernissage
8 Maggio 2016, ore 18,00
Autore
Curatore