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AprileFotografia 2007 – Giovanni Chiaramonte. Nascosto in prospettiva. Scene nel paesaggio italiano
Nell’ambito della manifestazione “Padova Aprile Fotografia. Passaggi/Paesaggi” si inaugura venerdì 6 aprile alle ore 19.00, nel Museo Civico di Piazza del Santo, la mostra fotografica “Giovanni Chiaramonte. Nascosto in prospettiva. Scene nel paesaggio italiano
Comunicato stampa
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Promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo – Centro Nazionale di Fotografia in collaborazione con Ultreya e curata da Enrico Gusella, la rassegna propone oltre 70 immagini che raccolgono il lavoro compiuto da Giovanni Chiaramonte tra il 1980 e il 2000. Ogni opera rappresenta la straordinaria complessità e la contraddittoria bellezza del paesaggio italiano, uno dei temi fondamentali a cui il fotografo si dedica continuativamente sin dal 1980 e che ha tra i suoi momenti più significativi Paesaggio italiano del 1983, Penisola delle figure del 1993, Ai confini del mare del 1999, Milano. Cerchi della città di mezzo del 2000, Dolce è la luce del 2003, Attraverso la pianura del 2004, Senza foce del 2005 e Come un enigma_Venezia del 2006.
Chiaramonte giunge alla rappresentazione del paesaggio e alla veduta urbana dopo un lungo periodo di riflessione teoretica maturata alla fine degli anni Settanta. Paesaggio italiano del marzo 1983, esposto allo Studio Marconi di Milano e pubblicato con la prefazione di Arturo Carlo Quintavalle, segna l’inizio della lunga stagione della fotografia italiana dedicata al tema del luogo e che ha la prima manifestazione collettiva in Viaggio in Italia del gennaio 1984. Scena privilegiata di millenni di storia umana, l’Italia è stata plasmata dalle diverse civiltà dell’Occidente e per questo è l’unico spazio veramente contemporaneo, quello dove i diversi tempi delle diverse culture sono presenti nello stesso luogo. Per il fotografo lombardo, ogni forma concreta, ogni figura visibile, ogni frammento architettonico che si staglia nel profilo della penisola è parte di un labirinto, è specchio di un enigma, è immagine di una prospettiva che lo sguardo deve contemplare assorto per scoprire, dopo lenta osservazione, la traccia di un significato nascosto eppure sempre presente. Per Chiaramonte la visione della pittura prospettica e la conseguente invenzione dell’obiettivo da parte di Galileo sono stati in qualche modo generati proprio dalla struttura del paesaggio. Nella distesa senza fine e informe dello spazio naturale, le diverse culture vissute lungo la penisola hanno creato e poi salva-guardato un’infinità di centri, che nell’orizzonte della visione si pongono come punti di fuga significativi e duraturi.
Biografia
Nato nel 1948 a Varese da genitori di Gela, Giovanni Chiaramonte inizia a fotografare alla fine degli anni Sessanta, operando per la ripresa della forma, seguita alla grande stagione astratta e informale, e orientando la propria ricerca nella tradizione teologica ed estetica di Hans Urs von Balthasar e della Chiesa d’Oriente (incontrata in Pavel Evdokimov, Olivier Clément, Andrej Tarkovskij).
Dopo la mostra e il volume Fotografia europea contemporanea, in cui presenta nel 1983 i più importanti autori della sua generazione, Chiaramonte si dedica alla relazione tra luogo e identità dell’uomo con Giardini e paesaggi, 1983, e Penisola delle figure, 1993. Affronta poi in due momenti il tema e il dramma esistenziale delle radici e del destino dell’Occidente in Terra del ritorno, 1989, e in Westwards, 1996. Un’elegia ed un viaggio di ritorno a Gela è Ai confini del mare, 1999. Nel 2000, con i poeti e scrittori Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Luca Doninelli, Umberto Fiori, Giovanni Raboni, Davide Rondoni, pubblica ed espone in Triennale nell’allestimento di Pierluigi Nicolin Milano. Cerchi della città di mezzo. Nello stesso anno, in occasione del restauro della facciata della Scala, realizza il volume d’artista In corso d’opera; escono poi Mondocittà/Worldcity, con Joel Meyerowitz, e Pellegrinaggi occidentali. Continuando l’opera mediterranea, nel 2002 pubblica Frammenti dalla Rocca-Cefalù e l’anno seguente Dolce è la luce. Nel 2004 espone il suo percorso attraverso la forma e la figura dell’Europa in Abitare il mondo.EuropE. Alla Biennale di Venezia, per la sezione Episodes, presenta un portfolio di 14 immagini sulla capitale tedesca intitolato Berlin, Figure. Poi comincia una ricerca sul paesaggio della pianura padana, esponendone i frutti in Attraverso la pianura, 2004, e Senza Foce, 2005. Del 2006 è Come un enigma_Venezia, dove traccia un inedito pellegrinaggio visivo che muove verso questa città quale porta dell’Oriente.
Il 25 ottobre 2005 gli viene conferita la Laurea Honoris Causa in Architettura dall’Università degli Studi di Palermo, per la ventennale collaborazione sul tema della città e dell’abitare con le riviste e le istituzioni nazionali e internazionali. Nel 2006 gli viene assegnato il Primo Premio Friuli-Venezia Giulia per la fotografia.
Giovanni Chiaramonte ha fondato e diretto collane di fotografia per Jaca Book, Federico Motta Editore, Società Editrice Internazionale ed Edizioni della Meridiana accompagnando il suo lavoro artistico con una riflessione storica e teoretica dedicata agli autori a lui più vicini, tra cui Paul Strand, Miror White, Eugene Smith, Robert Frank, Paolo Monti, Mario Carrieri, Andrej Tarkovskij, Wim Wenders.
Ha insegnato Drammaturgia dell’Immagine alla Facoltà Teologica di Sicilia e al Master di Comunicazione e Cultura Visuale dell’Università di Palermo; Fotografia alla Facoltà di Architettura dell’Università di Palermo; e Storia della Fotografia all’Università degli Studi di Parma. È docente di Storia della Fotografia allo IULM di Milano.
Chiaramonte giunge alla rappresentazione del paesaggio e alla veduta urbana dopo un lungo periodo di riflessione teoretica maturata alla fine degli anni Settanta. Paesaggio italiano del marzo 1983, esposto allo Studio Marconi di Milano e pubblicato con la prefazione di Arturo Carlo Quintavalle, segna l’inizio della lunga stagione della fotografia italiana dedicata al tema del luogo e che ha la prima manifestazione collettiva in Viaggio in Italia del gennaio 1984. Scena privilegiata di millenni di storia umana, l’Italia è stata plasmata dalle diverse civiltà dell’Occidente e per questo è l’unico spazio veramente contemporaneo, quello dove i diversi tempi delle diverse culture sono presenti nello stesso luogo. Per il fotografo lombardo, ogni forma concreta, ogni figura visibile, ogni frammento architettonico che si staglia nel profilo della penisola è parte di un labirinto, è specchio di un enigma, è immagine di una prospettiva che lo sguardo deve contemplare assorto per scoprire, dopo lenta osservazione, la traccia di un significato nascosto eppure sempre presente. Per Chiaramonte la visione della pittura prospettica e la conseguente invenzione dell’obiettivo da parte di Galileo sono stati in qualche modo generati proprio dalla struttura del paesaggio. Nella distesa senza fine e informe dello spazio naturale, le diverse culture vissute lungo la penisola hanno creato e poi salva-guardato un’infinità di centri, che nell’orizzonte della visione si pongono come punti di fuga significativi e duraturi.
Biografia
Nato nel 1948 a Varese da genitori di Gela, Giovanni Chiaramonte inizia a fotografare alla fine degli anni Sessanta, operando per la ripresa della forma, seguita alla grande stagione astratta e informale, e orientando la propria ricerca nella tradizione teologica ed estetica di Hans Urs von Balthasar e della Chiesa d’Oriente (incontrata in Pavel Evdokimov, Olivier Clément, Andrej Tarkovskij).
Dopo la mostra e il volume Fotografia europea contemporanea, in cui presenta nel 1983 i più importanti autori della sua generazione, Chiaramonte si dedica alla relazione tra luogo e identità dell’uomo con Giardini e paesaggi, 1983, e Penisola delle figure, 1993. Affronta poi in due momenti il tema e il dramma esistenziale delle radici e del destino dell’Occidente in Terra del ritorno, 1989, e in Westwards, 1996. Un’elegia ed un viaggio di ritorno a Gela è Ai confini del mare, 1999. Nel 2000, con i poeti e scrittori Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Luca Doninelli, Umberto Fiori, Giovanni Raboni, Davide Rondoni, pubblica ed espone in Triennale nell’allestimento di Pierluigi Nicolin Milano. Cerchi della città di mezzo. Nello stesso anno, in occasione del restauro della facciata della Scala, realizza il volume d’artista In corso d’opera; escono poi Mondocittà/Worldcity, con Joel Meyerowitz, e Pellegrinaggi occidentali. Continuando l’opera mediterranea, nel 2002 pubblica Frammenti dalla Rocca-Cefalù e l’anno seguente Dolce è la luce. Nel 2004 espone il suo percorso attraverso la forma e la figura dell’Europa in Abitare il mondo.EuropE. Alla Biennale di Venezia, per la sezione Episodes, presenta un portfolio di 14 immagini sulla capitale tedesca intitolato Berlin, Figure. Poi comincia una ricerca sul paesaggio della pianura padana, esponendone i frutti in Attraverso la pianura, 2004, e Senza Foce, 2005. Del 2006 è Come un enigma_Venezia, dove traccia un inedito pellegrinaggio visivo che muove verso questa città quale porta dell’Oriente.
Il 25 ottobre 2005 gli viene conferita la Laurea Honoris Causa in Architettura dall’Università degli Studi di Palermo, per la ventennale collaborazione sul tema della città e dell’abitare con le riviste e le istituzioni nazionali e internazionali. Nel 2006 gli viene assegnato il Primo Premio Friuli-Venezia Giulia per la fotografia.
Giovanni Chiaramonte ha fondato e diretto collane di fotografia per Jaca Book, Federico Motta Editore, Società Editrice Internazionale ed Edizioni della Meridiana accompagnando il suo lavoro artistico con una riflessione storica e teoretica dedicata agli autori a lui più vicini, tra cui Paul Strand, Miror White, Eugene Smith, Robert Frank, Paolo Monti, Mario Carrieri, Andrej Tarkovskij, Wim Wenders.
Ha insegnato Drammaturgia dell’Immagine alla Facoltà Teologica di Sicilia e al Master di Comunicazione e Cultura Visuale dell’Università di Palermo; Fotografia alla Facoltà di Architettura dell’Università di Palermo; e Storia della Fotografia all’Università degli Studi di Parma. È docente di Storia della Fotografia allo IULM di Milano.
06
aprile 2007
AprileFotografia 2007 – Giovanni Chiaramonte. Nascosto in prospettiva. Scene nel paesaggio italiano
Dal 06 aprile al 03 giugno 2007
fotografia
Location
MUSEO CIVICO AL SANTO
Padova, Piazza Del Santo, 12, (Padova)
Padova, Piazza Del Santo, 12, (Padova)
Biglietti
Intero: 4 euro; ridotto: 2 euro
Orario di apertura
da martedì a domenica 10.00-13.00; 15.30-18.30
Chiuso il lunedì e il 1° maggio
Vernissage
6 Aprile 2007, ore 19
Sito web
www.exibart.com/profilo/eventiv2.asp?idelemento=38720
Autore
Curatore