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AQUA ALBA
Esposte numerose opere relative alla serie dedicata agli Origami fino all’8 settembre,
straordinarie stesure iperrealiste realizzate dalla sapiente mano dell’artista. La mostra, realizzata con la cortese collaborazione di Liquid Art System, vedrà in esposizione svariati lavori della Fasoli,.
Comunicato stampa
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Sabato 24 agosto alle ore 18:00 inaugurerà presso la Sale delle Grasce a Pietrasanta la mostra ‘Aqua Alba’, personale dell’artista veronese Marica Fasoli. Saranno esposte numerose opere relative alla serie dedicata agli Origami fino all’8 settembre, straordinarie stesure iperrealiste realizzate dalla sapiente mano dell’artista.
La mostra, realizzata con la cortese collaborazione di Liquid Art System, vedrà in esposizione svariati lavori della Fasoli, incentrati sul tema degli Origami, il più recente campo di ricerca che l’artista ha intrapreso da alcuni anni.
Marica Fasoli nasce a Bussolengo (Vr) nel 1977. Dopo essersi diplomata nel 1995 come Maestra d’arte presso il Liceo Artistico Statale di Verona sezione Accademia, nel 1997 si specializza in Responsabile nella Conservazione e Manutenzione di manufatti artistici su tavola e tela con lode presso gli Istituti Santa Paola di Mantova.
Nel 2006 ha inoltre conseguito la specializzazione in Anatomia Artistica presso l’Accademia “Cignoroli” di Verona dove è stata docente, per diversi anni, del corso libero di pittura iperrealista.
Dopo essersi dedicata per molti anni al restauro, dal 2006 ha intrapreso un percorso che l’ha portata ad esprimere la sua ricerca artistica nell’ambito figurativo iperrealista, arrivando alla formulazione di due filoni espressivi: gli “Invisible People” e i “3dpinti”, in cui il tema del tempo legato alle stropicciature della carta e della stoffa è centrale. Dal 2015 si distacca dalla rappresentazione figurativa e didascalica della realtà per iniziare un processo di creazione/decostruzione incentrato sulla costruzione manuale che vede il suo apice negli Origami: inizialmente riprodotti su tela, questi lavori trovano successivamente la loro piena realizzazione direttamente sul supporto cartaceo, a simboleggiare il filo rosso della sua ricerca basata sulla carta.
Vincitrice dei premi speciali Vergani e Sug@r(t) House all’Arteam Cup 2018, del Premio Lefranc & Bourgeois a Paratissima Torino 2017, della Coppa Luigi al Premio Nocivelli 2016 e del Premio Fondazione Toniolo nel 2011.
I suoi lavori sono stati esposti nelle principali fiere a livello mondiale come Context Art Miami e Art Miami, Yia ArtFair a Parigi, Art New York, Art Wynwood, Central Art Hong Kong, WopArt Lugano, Art Verona e GrandArt a Milano. Ha esposto alla 54. Biennale di Venezia a Villa Contarini (Padiglione Veneto/Italia) e al Palazzo della Permanente di Milano per il Premio Mondadori nel 2011, e in numerose sedi istituzionali tra cui il Museo Internazionale della Musica di Bologna, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in Torino, il Museo Pecci a Prato, il Mambo Villa delle Rose a Bologna, i Musei di Santa Giulia a Brescia, Rocca Paolina a Perugia, la Casa del Mantegna a Mantova, Casa Testori a Novate Milanese, il MAM a Gazoldo degli Ippoliti, il Museo dello Zucchero a Nizza Monferrato, il CEC a Cecina, la GAM di Catania, il Polo Museale Zona Conce a Fabriano, il Museo Marino Marini a Firenze, la Fondazione Dino Zoli a Forlì, il Museo Miniscalchi Erizzo a Verona, Palazzo Martinengo a Brescia, Il Mauto a Torino, la Fondazione L’Arsenale a Iseo, Castel Sismondo a Rimini.
Una delle sue opere è stata utilizzata per la copertina dell’ultimo libro di Timothy Radcliffe, best seller internazionale. L’artista ha mano a mano posto al centro del suo pensiero il tema degli origami con un iperrealismo ancora più elevato e maturo, che di fatto rappresentano la forma esteticamente più elevata ed aggraziata che può assumere la carta. Il termine origami, significa letteralmente infatti arte di piegare la carta, dal giapponese oru/piegare e kami/carta, e la sua pratica è strettamente collegata alla religione shintoista, grazie soprattutto alla sua profonda valenza sacrale. Un origami è simbolo nella cultura giapponese di rinascita e di una ripartenza del ciclo vitale che porta al suo interno speranza e augurio. Il grande lavoro della Fasoli dedicato agli origami, è un vero e proprio nostos sulla carta, un ritorno alle origini, che spinge l’aspetto finale e definito di una costruzione artistica solitamente costituita in forma animale, a una via di ritorno volta al decostruirsi, lasciando cioè che la carta da un modello tridimensionale torni ad essere letteralmente nuda, piana, sinteticamente bidimensionale, ma portando con sé i segni delle piegature del suo precedente stato di utilizzo.
Nella forza impattante degli origami dipinti dall’artista, c’è altresì una delicatezza di pensiero che incanta, e ti trasporta tra flauti giapponesi e fior di loto in un lungo viaggio fatto di emozioni, adagiato su tradizioni lontane e racconti, ben addensato di storia e di storie nipponiche. Una in particolare ha ispirato l’artista per questo lavoro facendola riflettere a lungo, la drammatica storia di Sadako Sasaki, la bambina giapponese che all’età di due anni sopravvisse alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki insieme al fratello Chizuku. L’evoluzione dei lavori della Fasoli portano a Pietrasanta per la prima volta una poderosa evoluzione stilistica e compositiva, realizzata su marmo pregiatissimo. Un ritorno finale al tridimensionale.
Sul catalogo della mostra, scrive di lei il critico Alessandro Schiavetti “Nell’ultimo lavoro dell’artista veronese, sviluppato su quest’opera marmorea che porta con sé una visione nuova d’approccio visivo al tema degli Origami, le piegature scolpite su marmo sorgono da un humus ancestrale, dimenticato e a tratti impenetrabile, trasformandosi in un emergere continuo di cristallizzazione, una stratigrafia piramidale che somiglia molto alle emersioni continentali e alle catene montuose che contraddistinguono la nostra Terra. La carta (con la sua stesura pittorica degli Origami) nelle mani della Fasoli, diviene quindi in questo ulteriore step immortale, definitiva e incredibilmente scenica”.
La mostra, realizzata con la cortese collaborazione di Liquid Art System, vedrà in esposizione svariati lavori della Fasoli, incentrati sul tema degli Origami, il più recente campo di ricerca che l’artista ha intrapreso da alcuni anni.
Marica Fasoli nasce a Bussolengo (Vr) nel 1977. Dopo essersi diplomata nel 1995 come Maestra d’arte presso il Liceo Artistico Statale di Verona sezione Accademia, nel 1997 si specializza in Responsabile nella Conservazione e Manutenzione di manufatti artistici su tavola e tela con lode presso gli Istituti Santa Paola di Mantova.
Nel 2006 ha inoltre conseguito la specializzazione in Anatomia Artistica presso l’Accademia “Cignoroli” di Verona dove è stata docente, per diversi anni, del corso libero di pittura iperrealista.
Dopo essersi dedicata per molti anni al restauro, dal 2006 ha intrapreso un percorso che l’ha portata ad esprimere la sua ricerca artistica nell’ambito figurativo iperrealista, arrivando alla formulazione di due filoni espressivi: gli “Invisible People” e i “3dpinti”, in cui il tema del tempo legato alle stropicciature della carta e della stoffa è centrale. Dal 2015 si distacca dalla rappresentazione figurativa e didascalica della realtà per iniziare un processo di creazione/decostruzione incentrato sulla costruzione manuale che vede il suo apice negli Origami: inizialmente riprodotti su tela, questi lavori trovano successivamente la loro piena realizzazione direttamente sul supporto cartaceo, a simboleggiare il filo rosso della sua ricerca basata sulla carta.
Vincitrice dei premi speciali Vergani e Sug@r(t) House all’Arteam Cup 2018, del Premio Lefranc & Bourgeois a Paratissima Torino 2017, della Coppa Luigi al Premio Nocivelli 2016 e del Premio Fondazione Toniolo nel 2011.
I suoi lavori sono stati esposti nelle principali fiere a livello mondiale come Context Art Miami e Art Miami, Yia ArtFair a Parigi, Art New York, Art Wynwood, Central Art Hong Kong, WopArt Lugano, Art Verona e GrandArt a Milano. Ha esposto alla 54. Biennale di Venezia a Villa Contarini (Padiglione Veneto/Italia) e al Palazzo della Permanente di Milano per il Premio Mondadori nel 2011, e in numerose sedi istituzionali tra cui il Museo Internazionale della Musica di Bologna, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in Torino, il Museo Pecci a Prato, il Mambo Villa delle Rose a Bologna, i Musei di Santa Giulia a Brescia, Rocca Paolina a Perugia, la Casa del Mantegna a Mantova, Casa Testori a Novate Milanese, il MAM a Gazoldo degli Ippoliti, il Museo dello Zucchero a Nizza Monferrato, il CEC a Cecina, la GAM di Catania, il Polo Museale Zona Conce a Fabriano, il Museo Marino Marini a Firenze, la Fondazione Dino Zoli a Forlì, il Museo Miniscalchi Erizzo a Verona, Palazzo Martinengo a Brescia, Il Mauto a Torino, la Fondazione L’Arsenale a Iseo, Castel Sismondo a Rimini.
Una delle sue opere è stata utilizzata per la copertina dell’ultimo libro di Timothy Radcliffe, best seller internazionale. L’artista ha mano a mano posto al centro del suo pensiero il tema degli origami con un iperrealismo ancora più elevato e maturo, che di fatto rappresentano la forma esteticamente più elevata ed aggraziata che può assumere la carta. Il termine origami, significa letteralmente infatti arte di piegare la carta, dal giapponese oru/piegare e kami/carta, e la sua pratica è strettamente collegata alla religione shintoista, grazie soprattutto alla sua profonda valenza sacrale. Un origami è simbolo nella cultura giapponese di rinascita e di una ripartenza del ciclo vitale che porta al suo interno speranza e augurio. Il grande lavoro della Fasoli dedicato agli origami, è un vero e proprio nostos sulla carta, un ritorno alle origini, che spinge l’aspetto finale e definito di una costruzione artistica solitamente costituita in forma animale, a una via di ritorno volta al decostruirsi, lasciando cioè che la carta da un modello tridimensionale torni ad essere letteralmente nuda, piana, sinteticamente bidimensionale, ma portando con sé i segni delle piegature del suo precedente stato di utilizzo.
Nella forza impattante degli origami dipinti dall’artista, c’è altresì una delicatezza di pensiero che incanta, e ti trasporta tra flauti giapponesi e fior di loto in un lungo viaggio fatto di emozioni, adagiato su tradizioni lontane e racconti, ben addensato di storia e di storie nipponiche. Una in particolare ha ispirato l’artista per questo lavoro facendola riflettere a lungo, la drammatica storia di Sadako Sasaki, la bambina giapponese che all’età di due anni sopravvisse alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki insieme al fratello Chizuku. L’evoluzione dei lavori della Fasoli portano a Pietrasanta per la prima volta una poderosa evoluzione stilistica e compositiva, realizzata su marmo pregiatissimo. Un ritorno finale al tridimensionale.
Sul catalogo della mostra, scrive di lei il critico Alessandro Schiavetti “Nell’ultimo lavoro dell’artista veronese, sviluppato su quest’opera marmorea che porta con sé una visione nuova d’approccio visivo al tema degli Origami, le piegature scolpite su marmo sorgono da un humus ancestrale, dimenticato e a tratti impenetrabile, trasformandosi in un emergere continuo di cristallizzazione, una stratigrafia piramidale che somiglia molto alle emersioni continentali e alle catene montuose che contraddistinguono la nostra Terra. La carta (con la sua stesura pittorica degli Origami) nelle mani della Fasoli, diviene quindi in questo ulteriore step immortale, definitiva e incredibilmente scenica”.
24
agosto 2024
AQUA ALBA
Dal 24 agosto all'otto settembre 2024
arte contemporanea
Location
SALA DELLE GRASCE
Pietrasanta, Via Sant'agostino, (Lucca)
Pietrasanta, Via Sant'agostino, (Lucca)
Orario di apertura
Tutti i giorni dalle 18 alle 24
Vernissage
30 Novembre -0001, Sabato 24 agosto alle ore 18:00
Autore
Autore testo critico
Produzione organizzazione
Patrocini