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Araki
In mostra l’universo del maestro giapponese, dai nudi femminili, alle composizioni floreali qui diventate quasi sensuali, agli scorci cittadini e ai cieli di Tokyo, ritratti nella loro massima esplosione di luminosità. Più di sessanta fotografie inducono l’osservatore ad una profonda riflessione sull’universo femminile, sull’eros e sulla morte, facendogli rivivere anche tutti quegli stati d’animo ad essi correlati
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Con la mostra ARAKI, a cura di Filippo Maggia, la Fondazione Bisazza rende
omaggio al celebre fotografo- artista contemporaneo, Nobuyoshi Araki.
In mostra, da giovedì 21 settembre a domenica 3 dicembre 2017, l'universo del
maestro giapponese, dai nudi femminili, alle composizioni floreali qui diventate quasi
sensuali, agli scorci cittadini e ai cieli di Tokyo, ritratti nella loro massima esplosione di
luminosità. Più di sessanta fotografie inducono l'osservatore ad una profonda
riflessione sull’universo femminile, sull’eros e sulla morte, facendogli rivivere anche
tutti quegli stati d'animo ad essi correlati.
Le immagini, appartenenti a diverse serie - Sentimental Journey, Painting Flowers,
Suicide in Tokyo, Hana Kinbaku, Erotos, Bondages, 67 Shooting Back.... - raccontano
indirettamente le esperienze che hanno maggiormente segnato la vita dell'autore nel
corso degli anni. Un esempio è la raccolta più recente "Love on the Left Eye", le cui
fotografie tutte volutamente oscurate nella parte destra rispetto a quella ben visibile
di sinistra, testimoniano la perdita della vista nel suo occhio destro.
Tema, di grande impatto, spesso rincorrente nelle sue opere è l'antica arte giapponese
del bondage, Kinbaku. In questi scatti, in assoluto i più famosi e controversi di tutto il
lavoro di Araki, delle figure femminili nude e legate con delle corde esprimono una
sensualità, dove è sottile il confine tra piacere e sofferenza. Attraverso la bellezza del
corpo che reagisce alla corda, Araki accompagna l'osservatore in una riflessione e in
un'esperienza immersiva unica. Impossibile non farsi coinvolgere emotivamente.
La capacità di tradurre in fotografia questa arte antica è visibile anche negli scatti
realizzati da Araki per la campagna pubblicitaria BISAZZA nel 2009. In mostra tredici
fotografie inedite appartenenti a questa serie. Arte, tradizione e raffinatezza trovano
qui la loro massima espressione, grazie a quell'armonioso connubio tra i preziosi
decori in mosaico e il fascino della cultura giapponese, qui fortemente enfatizzato.
All'interno del percorso espositivo saranno visibili due video: il primo documenta il
dietro le quinte dello shooting della campagna pubblicitaria realizzata per BISAZZA e il
secondo è un breve film con un'intervista ad ARAKI.
Le opere date in prestito provengono dalla Taka Ishii Gallery e dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di Modena, mentre una serie sono di proprietà della Fondazione BISAZZA.
La fotografia di Nobuyoshi Araki
“Per decidere di creare una Fondazione, bisogna possedere il senso della bellezza”,
commenta Nobuyoshi Araki, fotografo giapponese (Tokyo, 1940) oggi unanimemente
riconosciuto come una vera e propria star del panorama internazionale, alla proposta di una
sua mostra personale alla Fondazione Bisazza.
Conosciuto e dibattuto in tutto il mondo per i suoi provocanti e conturbanti ritratti di donne
giapponesi spesso legate secondo la tecnica del bondage, Araki è una figura unica nella
fotografia contemporanea, capace di aver fatto della sua esistenza - della sua vita che non
distingue l’ambito privato da quello pubblico e professionale - il bacino da cui
quotidianamente attingere per la creazione artistica.
Tema ricorrente nella poetica di Araki è, come ricorda l’autore, l’esplorazione della “bellezza
che risiede nello spazio infinitamente piccolo che sta fra la vita e la morte”, in quell’attimo in
cui la bellezza celebra se stessa subito prima che inizi l’inevitabile processo di decadimento,
di cui un perfetto esempio sono le immagini delle composizioni floreali. Nel ritratto femminile,
la celebrazione di questo frammento temporale deve essere vissuta come punto d’arrivo di
un processo intuitivo e immediatamente portata a compimento: “quando si fotografa una
donna, basta un suo minimo movimento delle labbra, o un arrossamento improvviso della
pelle, perché il fotografo si accenda, influenzando così la modella che reagisce d’istinto.
Allora, in quel preciso istante, bisogna scattare.
di Filippo Maggia
omaggio al celebre fotografo- artista contemporaneo, Nobuyoshi Araki.
In mostra, da giovedì 21 settembre a domenica 3 dicembre 2017, l'universo del
maestro giapponese, dai nudi femminili, alle composizioni floreali qui diventate quasi
sensuali, agli scorci cittadini e ai cieli di Tokyo, ritratti nella loro massima esplosione di
luminosità. Più di sessanta fotografie inducono l'osservatore ad una profonda
riflessione sull’universo femminile, sull’eros e sulla morte, facendogli rivivere anche
tutti quegli stati d'animo ad essi correlati.
Le immagini, appartenenti a diverse serie - Sentimental Journey, Painting Flowers,
Suicide in Tokyo, Hana Kinbaku, Erotos, Bondages, 67 Shooting Back.... - raccontano
indirettamente le esperienze che hanno maggiormente segnato la vita dell'autore nel
corso degli anni. Un esempio è la raccolta più recente "Love on the Left Eye", le cui
fotografie tutte volutamente oscurate nella parte destra rispetto a quella ben visibile
di sinistra, testimoniano la perdita della vista nel suo occhio destro.
Tema, di grande impatto, spesso rincorrente nelle sue opere è l'antica arte giapponese
del bondage, Kinbaku. In questi scatti, in assoluto i più famosi e controversi di tutto il
lavoro di Araki, delle figure femminili nude e legate con delle corde esprimono una
sensualità, dove è sottile il confine tra piacere e sofferenza. Attraverso la bellezza del
corpo che reagisce alla corda, Araki accompagna l'osservatore in una riflessione e in
un'esperienza immersiva unica. Impossibile non farsi coinvolgere emotivamente.
La capacità di tradurre in fotografia questa arte antica è visibile anche negli scatti
realizzati da Araki per la campagna pubblicitaria BISAZZA nel 2009. In mostra tredici
fotografie inedite appartenenti a questa serie. Arte, tradizione e raffinatezza trovano
qui la loro massima espressione, grazie a quell'armonioso connubio tra i preziosi
decori in mosaico e il fascino della cultura giapponese, qui fortemente enfatizzato.
All'interno del percorso espositivo saranno visibili due video: il primo documenta il
dietro le quinte dello shooting della campagna pubblicitaria realizzata per BISAZZA e il
secondo è un breve film con un'intervista ad ARAKI.
Le opere date in prestito provengono dalla Taka Ishii Gallery e dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di Modena, mentre una serie sono di proprietà della Fondazione BISAZZA.
La fotografia di Nobuyoshi Araki
“Per decidere di creare una Fondazione, bisogna possedere il senso della bellezza”,
commenta Nobuyoshi Araki, fotografo giapponese (Tokyo, 1940) oggi unanimemente
riconosciuto come una vera e propria star del panorama internazionale, alla proposta di una
sua mostra personale alla Fondazione Bisazza.
Conosciuto e dibattuto in tutto il mondo per i suoi provocanti e conturbanti ritratti di donne
giapponesi spesso legate secondo la tecnica del bondage, Araki è una figura unica nella
fotografia contemporanea, capace di aver fatto della sua esistenza - della sua vita che non
distingue l’ambito privato da quello pubblico e professionale - il bacino da cui
quotidianamente attingere per la creazione artistica.
Tema ricorrente nella poetica di Araki è, come ricorda l’autore, l’esplorazione della “bellezza
che risiede nello spazio infinitamente piccolo che sta fra la vita e la morte”, in quell’attimo in
cui la bellezza celebra se stessa subito prima che inizi l’inevitabile processo di decadimento,
di cui un perfetto esempio sono le immagini delle composizioni floreali. Nel ritratto femminile,
la celebrazione di questo frammento temporale deve essere vissuta come punto d’arrivo di
un processo intuitivo e immediatamente portata a compimento: “quando si fotografa una
donna, basta un suo minimo movimento delle labbra, o un arrossamento improvviso della
pelle, perché il fotografo si accenda, influenzando così la modella che reagisce d’istinto.
Allora, in quel preciso istante, bisogna scattare.
di Filippo Maggia
20
settembre 2017
Araki
Dal 20 settembre al 03 dicembre 2017
fotografia
Location
FONDAZIONE BISAZZA
Montecchio Maggiore, Viale Milano, 56, (Vicenza)
Montecchio Maggiore, Viale Milano, 56, (Vicenza)
Orario di apertura
da mercoledì a domenica, ore 11 - 18
Vernissage
20 Settembre 2017, ore 19 solo su invito
Autore
Curatore