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Arcaico contemporaneo
La forza dirompente che soggiace all’arte di autori presenti in questa mostra scaturisce e si alimenta all’incontro-scontro di forze ancestrali e antitetiche: il Caos, ovvero la Materia informe, si incontra e si scontra con un principio ordinatore “cosmogonico”, ossia che mette ordine nel disordine.
Comunicato stampa
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Come Orfeo nella Valle dell’Ade
(nota di presentazione)
La forza dirompente che soggiace all’arte di autori come Valentina Carrera, Fabio Cuman, Moreno Panozzo e gli altri qui radunati scaturisce e si alimenta all’incontro-scontro di forze ancestrali e antitetiche: il Caos, ovvero, in altri termini, la Materia informe, l’Inconscio, si incontra e si scontra con un principio ordinatore che potremmo definire “cosmogonico”, ossia che tende a mettere ordine nel disordine e a trasformare il “Caos” in “Cosmo”. Quest’ultimo principio potremmo chiamarlo ‘Ragione’ o ‘Forma’. In altri termini, il “Pathos” contrapposto al “Logos”, per dirla con gli antichi greci.
Le personalissime, suggestive e a tratti insondabili mitologie di questi artisti da sempre traggono linfa vitale da tale conflittuale e fecondo rapporto dialettico. Ieri come oggi. Anche se gli equilibri, periodo dopo periodo, mutano, e di volta in volta sembra prevalere la Forma (il disegno) o la Materia informe (il trattamento pittorico).
Da anni, quotidianamente questi giovani artisti combattono contro i loro demoni... O forse no. Forse la metafora è fuorviante. Forse non si tratta di una battaglia, ma piuttosto di una incantagione. In una battaglia lo scopo è l’annientamento, la sconfitta dell’avversario. In un incantesimo invece ci si prefigge di “ammaliarlo”, catturarlo nelle reti del rito magico per soggiogarlo e piegarlo ai propri voleri: “domarlo”, magari solo per un breve tempo.
Per questo le opere di costoro ci appaiono così oscuramente evocative: perchè l’azione catartica della loro arte non ha sconfitto le forze primigenie dell’Inconscio (paure, emozioni irrazionali, sogni, pulsioni profonde, deliri), ma ha ingaggiato con queste una specie di mistico e sensuale “corpo a corpo”: una sorta di danza sciamanica capace di tenerle, almeno per un poco (e forse solo in parte), sotto controllo. Il Mito serve a questo. Anche a questo. Raccontare, evocare, dipingere delle storie serve anche a questo.
Come Orfeo che cantando incanta gli Dei degli Inferi. Egli non li uccide: li commuove. La sua arte riesce per qualche istante a sospendere il tempo, ad aprire uno spiraglio nel consueto e ineluttabile volgere degli eventi. E salva dalla ferocia dell’oblio ciò che ama. Per un istante.
Virgilio Patarini
(nota di presentazione)
La forza dirompente che soggiace all’arte di autori come Valentina Carrera, Fabio Cuman, Moreno Panozzo e gli altri qui radunati scaturisce e si alimenta all’incontro-scontro di forze ancestrali e antitetiche: il Caos, ovvero, in altri termini, la Materia informe, l’Inconscio, si incontra e si scontra con un principio ordinatore che potremmo definire “cosmogonico”, ossia che tende a mettere ordine nel disordine e a trasformare il “Caos” in “Cosmo”. Quest’ultimo principio potremmo chiamarlo ‘Ragione’ o ‘Forma’. In altri termini, il “Pathos” contrapposto al “Logos”, per dirla con gli antichi greci.
Le personalissime, suggestive e a tratti insondabili mitologie di questi artisti da sempre traggono linfa vitale da tale conflittuale e fecondo rapporto dialettico. Ieri come oggi. Anche se gli equilibri, periodo dopo periodo, mutano, e di volta in volta sembra prevalere la Forma (il disegno) o la Materia informe (il trattamento pittorico).
Da anni, quotidianamente questi giovani artisti combattono contro i loro demoni... O forse no. Forse la metafora è fuorviante. Forse non si tratta di una battaglia, ma piuttosto di una incantagione. In una battaglia lo scopo è l’annientamento, la sconfitta dell’avversario. In un incantesimo invece ci si prefigge di “ammaliarlo”, catturarlo nelle reti del rito magico per soggiogarlo e piegarlo ai propri voleri: “domarlo”, magari solo per un breve tempo.
Per questo le opere di costoro ci appaiono così oscuramente evocative: perchè l’azione catartica della loro arte non ha sconfitto le forze primigenie dell’Inconscio (paure, emozioni irrazionali, sogni, pulsioni profonde, deliri), ma ha ingaggiato con queste una specie di mistico e sensuale “corpo a corpo”: una sorta di danza sciamanica capace di tenerle, almeno per un poco (e forse solo in parte), sotto controllo. Il Mito serve a questo. Anche a questo. Raccontare, evocare, dipingere delle storie serve anche a questo.
Come Orfeo che cantando incanta gli Dei degli Inferi. Egli non li uccide: li commuove. La sua arte riesce per qualche istante a sospendere il tempo, ad aprire uno spiraglio nel consueto e ineluttabile volgere degli eventi. E salva dalla ferocia dell’oblio ciò che ama. Per un istante.
Virgilio Patarini
06
novembre 2010
Arcaico contemporaneo
Dal 06 al 15 novembre 2010
arte contemporanea
Location
CHIOSTRO DI SANT’ANNA
Ferrara, Piazzetta Alberto Schiatti, (Ferrara)
Ferrara, Piazzetta Alberto Schiatti, (Ferrara)
Orario di apertura
ore 16-21
Vernissage
6 Novembre 2010, ore 16
Sito web
www.biennalediferrara.com
Autore
Curatore