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Archeopittura
La pittura monocromatica, o monocroma, è stata ed è tutt’ora al centro della contemporaneità. Una sfida antica, e forse mai risolta, praticata sempre dagli artisti come punto di partenza o arrivo, e, in alcuni casi, diventata una scelta unica di ricerca, equilibrio e vibrazione.
Comunicato stampa
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“La vasta superficie del quadro conteneva nient’altro che delle linee appena visibili, simile invero a un quadro vuoto in mezzo a tante opere egregie, e per questa ragione appunto richiamava l’attenzione ed era più celebrata di ogni altra.”
Gaius Plinius Secundus, Naturalis historia
La pittura monocromatica, o monocroma, è stata ed è tutt’ora al centro della contemporaneità. Una sfida antica, e forse mai risolta, praticata sempre dagli artisti come punto di partenza o arrivo, e, in alcuni casi, diventata una scelta unica di ricerca, equilibrio e vibrazione .
Con questa mostra e questo testo non abbiamo la pretesa di cambiare le sorti o illuminare il già ampio spettro di teorie a riguardo, ma auspichiamo di fornire una riflessione sul rapporto tra tempo e pittura, storia e colore. Nel monocromatico, l’artista fonda una ricerca di assoluto, intende avere a che fare con l’essenza, non più con le apparenze. Per questo riduce il linguaggio ai suoi elementi fondamentali, la tela e il colore. La progettazione del colore è varia: si può ottenere la medesima nuance sommando diversi pigmenti, sottraendo dall’originale o utilizzandolo la tinta in purezza.
Per potersi approcciare correttamente a questa ricerca sul metodo pittorico, il colore va considerato per ciò che è primordialmente, ossia materia. Materia a cui si aggiunge o si sottrae, che si violenta e si modifica per poter ottenere un risultato, un aspetto diverso dall’origine.
Cos’è questo se non scultura? Voluta, cercata e generata sempre da una materia. Sostanza organica differente ma medesima azione e ricerca.
La volontà è quella di creare un dialogo serrato tra l’arte classica e la pittura monocromatica. Gli antichi artefatti e le moderne opere su tela vengono così accostate in maniera coatta, al fine di rendere evidente la comparazione tra ciò che ora ci appare incolore ma che, originariamente, era vivacemente colorato, e ciò che aspira ad essere colore puro. Un equilibrio in cui l’uno esalta l’altro, in cui il bianco candido diventa specchio del colore intrinseco.
Un’ investigazione su quello che è il significato di arte, nelle sue rappresentazioni più estreme. Il nostro termine arte è l’esito di un processo di traduzione storicamente complesso. Si fonda sui concetti aristotelici di techne, tecnica, e poiesis, produzione. Quest’ultima non è una mera attività materica ma un processo governato, non dalla casualità ma dall’ispirazione e dal sapere. L’arte antica e quella contemporanea appaiono, quindi come due modi estremamente distanti ma che racchiudono, in realtà, un fine, una tecnica e una ricerca comune.
Questa è la genesi di Archeopittura: un dialogo tra elementi apparentemente lontani, ma vicini per destino, che attraversano la storia per spiegare il tempo e resistendo ad esso.
Monocromatico
I dipinti fanno parte della collezione Antal-Lusztig che comprende opere del The New York Radical Painting Group degli anni ’80, del Colour Field Painting e Pittura concettuale ungheresi. Le opere più importanti sono quelle di Joseph Marioni, Marcia Hafif, Phil Sims, Jerry Zeniuk, Frederic Matys Thur, Günter Umberg, ma “il fiore all’occhiello della collezione è un quadro a olio grigio di ridotte dimensioni, realizzato da Gerhard Richter.
Archeologia
La selezione archeologica è a cura del Professore Andrea Pancotti e comprende principalmente reperti etruschi originari del territorio laziale. Ci saranno, inoltre, alcuni cimeli di periodi antecedenti, romano, greco ed egizio, ed elementi proveniente da collezioni londinesi.
Gaius Plinius Secundus, Naturalis historia
La pittura monocromatica, o monocroma, è stata ed è tutt’ora al centro della contemporaneità. Una sfida antica, e forse mai risolta, praticata sempre dagli artisti come punto di partenza o arrivo, e, in alcuni casi, diventata una scelta unica di ricerca, equilibrio e vibrazione .
Con questa mostra e questo testo non abbiamo la pretesa di cambiare le sorti o illuminare il già ampio spettro di teorie a riguardo, ma auspichiamo di fornire una riflessione sul rapporto tra tempo e pittura, storia e colore. Nel monocromatico, l’artista fonda una ricerca di assoluto, intende avere a che fare con l’essenza, non più con le apparenze. Per questo riduce il linguaggio ai suoi elementi fondamentali, la tela e il colore. La progettazione del colore è varia: si può ottenere la medesima nuance sommando diversi pigmenti, sottraendo dall’originale o utilizzandolo la tinta in purezza.
Per potersi approcciare correttamente a questa ricerca sul metodo pittorico, il colore va considerato per ciò che è primordialmente, ossia materia. Materia a cui si aggiunge o si sottrae, che si violenta e si modifica per poter ottenere un risultato, un aspetto diverso dall’origine.
Cos’è questo se non scultura? Voluta, cercata e generata sempre da una materia. Sostanza organica differente ma medesima azione e ricerca.
La volontà è quella di creare un dialogo serrato tra l’arte classica e la pittura monocromatica. Gli antichi artefatti e le moderne opere su tela vengono così accostate in maniera coatta, al fine di rendere evidente la comparazione tra ciò che ora ci appare incolore ma che, originariamente, era vivacemente colorato, e ciò che aspira ad essere colore puro. Un equilibrio in cui l’uno esalta l’altro, in cui il bianco candido diventa specchio del colore intrinseco.
Un’ investigazione su quello che è il significato di arte, nelle sue rappresentazioni più estreme. Il nostro termine arte è l’esito di un processo di traduzione storicamente complesso. Si fonda sui concetti aristotelici di techne, tecnica, e poiesis, produzione. Quest’ultima non è una mera attività materica ma un processo governato, non dalla casualità ma dall’ispirazione e dal sapere. L’arte antica e quella contemporanea appaiono, quindi come due modi estremamente distanti ma che racchiudono, in realtà, un fine, una tecnica e una ricerca comune.
Questa è la genesi di Archeopittura: un dialogo tra elementi apparentemente lontani, ma vicini per destino, che attraversano la storia per spiegare il tempo e resistendo ad esso.
Monocromatico
I dipinti fanno parte della collezione Antal-Lusztig che comprende opere del The New York Radical Painting Group degli anni ’80, del Colour Field Painting e Pittura concettuale ungheresi. Le opere più importanti sono quelle di Joseph Marioni, Marcia Hafif, Phil Sims, Jerry Zeniuk, Frederic Matys Thur, Günter Umberg, ma “il fiore all’occhiello della collezione è un quadro a olio grigio di ridotte dimensioni, realizzato da Gerhard Richter.
Archeologia
La selezione archeologica è a cura del Professore Andrea Pancotti e comprende principalmente reperti etruschi originari del territorio laziale. Ci saranno, inoltre, alcuni cimeli di periodi antecedenti, romano, greco ed egizio, ed elementi proveniente da collezioni londinesi.
30
novembre -0001
Archeopittura
30 novembre -0001
arte contemporanea
Location
CONTEMPORARY CLUSTER
Roma, Via Luigi Robecchi Brichetti, 12, (Roma)
Roma, Via Luigi Robecchi Brichetti, 12, (Roma)
Curatore