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Architetture a Roma, oggi
70 opere degli ultimi quindici anni che documentano le trasformazioni della città; fotografie di Andrea Jemolo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 2 marzo sarà inaugurata nell’Acquario Romano, sede della Casa dell’Architettura, “Architetture a Roma, oggi”, una mostra promossa dall’Assessorato all’Urbanistica del Comune di Roma e dalla stessa Casa dell’Architettura che illustra le opere più significative realizzate, o in corso di realizzazione, a Roma negli ultimi quindici anni.
La mostra rimarrà aperta per tutto il mese di marzo
convegni e conferenze
durante tutto il mese la Casa dell’Architettura ospiterà conferenze, confronti, dibattiti ed eventi che riguardano la città contemporanea, il suo futuro, il nuovo Piano regolatore e la documentazione dell’architettura moderna.
Tutte le informazioni sul sito:
www.casadellarchitettura.it
la mostra
- costruita attorno alle foto di Andrea Jemolo, è curata da Giorgio Ciucci, Francesco Ghio e Piero Ostilio Rossi; l’allestimento è di Pippo Ciorra in collaborazione con Francesca Argentero e Alessandro D’Onofrio, gli apparati sono stati messi a punto da Alessandra Capanna e Francesca Romana Castelli per conto del QART, il Laboratorio per lo studio di Roma contemporanea del Dipartimento di Architettura della Sapienza.
- costituisce il primo esito di una campagna fotografica e di un archivio ad essa collegato, promossi nel 2004 dall’Amministrazione Comunale, che riguardano la documentazione delle più significative opere di architettura realizzate a Roma negli ultimi anni
- è strutturata in modo da esaltare le singole opere (una settantina, ciascuna documentata da una foto di grandi dimensioni) e collocarle all’interno delle strategie di sviluppo e di trasformazione che il nuovo Piano regolatore ha stabilito di adottare, sottolineando nello stesso tempo la particolare attenzione che esso ha dedicato alla città del Novecento e alle sue architetture. Anche per questo, le opere realizzate all’interno della Città storica (la nuova e più ampia porzione di città nella quale il Piano raccoglie i valori diffusi della memoria urbana) sono collocate nella sala centrale e raccolte secondo principi di contiguità topografica, mentre quelle realizzate nelle aree esterne ad essa sono sistemate lungo l’anello del primo piano, quasi a proporre quest’ultimo come allusivo riferimento al raccordo anulare che circonda la città e ne sintetizza la figura.
- i pannelli fotografici sono integrati da un database, interrogabile con grande semplicità, che di ciascuna foto e di ciascuna opera fornisce tutti i dati e le informazioni necessarie per approfondirne i contenuti e la localizzazione nella città.
dal 1990 ad oggi
Il concorso di una serie di fattori ha suggerito di fissare la data di partenza della ricognizione fotografica - e quindi della mostra - al 1990. Negli anni recenti, infatti, tre momenti hanno segnato la città di Roma: il primo, più strutturale, è la riforma elettorale amministrativa del 1993, con l’elezione diretta del sindaco che ha reso credibile un nuovo rapporto fra Sindaco, amministrazione e cittadini; il secondo, di forte impatto sulla città, ha riguardato la celebrazione del Giubileo nel 2000 che è stato un’occasione unica per intervenire nella città, tanto per i finanziamenti straordinari che Roma ha ricevuto, quanto per la necessità di operare rapidamente coordinando le diverse istituzioni religiose, nazionali e locali; il terzo è l’adozione nel 2003 di un nuovo Piano Regolatore, più di quarant’anni dopo quello del 1962, che ha individuato i nuovi obiettivi di sviluppo urbano che segneranno la città nei prossimi anni.
Fissare la data di partenza della ricognizione fotografica al 1990 risponde anche ad un’altra considerazione. In quell’anno si sono svolti in Italia i Campionati del mondo di calcio e, secondo una prassi già sperimentata in passato, l’attenzione si è rivolta in modo prevalente alla costruzione di opere finalizzate a quell’evento, relegando in secondo piano ogni altra valutazione sull’effettivo rapporto di quelle opere con il contesto nel quale venivano inserite. Questo non ha lasciato spazio per un reale processo di trasformazione urbana e ha segnato un momento non positivo per la città. La scelta del 1990 è dettata quindi anche dalla convinzione che una rinnovata coscienza urbana sembra aver investito Roma dopo l’avventura dei Mondiali di calcio.
L’archivio e la mostra accolgono anche opere progettate e messe in cantiere prima di quella data ma completate subito dopo. Si tratta di interventi a prevalente carattere urbano che in qualche modo anticipano i temi che hanno poi caratterizzato le trasformazioni della città negli anni più recenti e che possono essere così sintetizzati: Nuove identità nelle periferie; Architetture per la mobilità; Il disegno degli spazi aperti: piazze strade giardini; Abitare nelle città di Roma; Dialoghi tra architettura e archeologia; Trasformazioni di edifici; Spazi per l’università e la ricerca; Le nuove icone della città
l’Archivio fotografico
Le opere documentate sono una settantina per un totale di più di 250 fotografie; il numero delle fotografie varia in ragione dell'importanza dell'opera e delle scelte del fotografo. Sette di queste opere sono attualmente in costruzione e le fotografie riguardano quindi i cantieri: si tratta del Museo dell’Ara Pacis, della ristrutturazione della Biblioteca Hertziana, dei nuovi spazi d’accoglienza (ex Serra Piacentini) del Palazzo delle Esposizioni, dell’ampliamento del MACRO, della sede del MAXXI, della stazione Tiburtina e della nuova Fiera di Roma.
Alle fotografie è associato un database nel quale sono riportati gli elementi che permettono di attribuire, datare, descrivere e collocare nella città l'opera a cui esse si riferiscono.
In particolare i dati riguardano:
- le date di progetto e di realizzazione dell’opera
- i progettisti, i consulenti e i collaboratori
- i committenti e l’impresa costruttrice
- l'indirizzo e il relativo Municipio
- il codice con la quale l’opera è presente nella “Carta per la Qualità” del nuovo Piano Regolatore;
- una sintetica scheda che illustra l'opera, la sua consistenza e la sua organizzazione funzionale
- la descrizione, l’autore, la data della fotografia e il suo codice di archiviazione
La maschera d'interfaccia del database è strutturata in modo che accanto a ciascuna fotografia sia possibile leggere tutti i dati che la riguardano. La maschera stessa attiva una funzione di ricerca che permette di consultare le fotografie a partire dalla denominazione dell'opera, dall’indirizzo, dalla cronologia o dal nome di uno dei progettisti. Un’ulteriore funzione consente di localizzare immediatamente l’opera fotografata nella mappa di Roma.
Le fotografie sono state eseguite da Andrea Jemolo con l’assistenza di Eliana Pallisco, fotografa associata dello Studio. Per la campagna fotografica è stata utilizzata una macchina a banco ottico, così da garantire i massimi livelli qualitativi sia in termini di definizione dell’immagine, sia in quelli di resa prospettica. Le lastre diapositive a colori, del formato 10 x 12, sono state digitalizzate ad alta risoluzione, così che, accanto all’archivio analogico, se ne è realizzato anche uno in formato digitale.
La mostra rimarrà aperta per tutto il mese di marzo
convegni e conferenze
durante tutto il mese la Casa dell’Architettura ospiterà conferenze, confronti, dibattiti ed eventi che riguardano la città contemporanea, il suo futuro, il nuovo Piano regolatore e la documentazione dell’architettura moderna.
Tutte le informazioni sul sito:
www.casadellarchitettura.it
la mostra
- costruita attorno alle foto di Andrea Jemolo, è curata da Giorgio Ciucci, Francesco Ghio e Piero Ostilio Rossi; l’allestimento è di Pippo Ciorra in collaborazione con Francesca Argentero e Alessandro D’Onofrio, gli apparati sono stati messi a punto da Alessandra Capanna e Francesca Romana Castelli per conto del QART, il Laboratorio per lo studio di Roma contemporanea del Dipartimento di Architettura della Sapienza.
- costituisce il primo esito di una campagna fotografica e di un archivio ad essa collegato, promossi nel 2004 dall’Amministrazione Comunale, che riguardano la documentazione delle più significative opere di architettura realizzate a Roma negli ultimi anni
- è strutturata in modo da esaltare le singole opere (una settantina, ciascuna documentata da una foto di grandi dimensioni) e collocarle all’interno delle strategie di sviluppo e di trasformazione che il nuovo Piano regolatore ha stabilito di adottare, sottolineando nello stesso tempo la particolare attenzione che esso ha dedicato alla città del Novecento e alle sue architetture. Anche per questo, le opere realizzate all’interno della Città storica (la nuova e più ampia porzione di città nella quale il Piano raccoglie i valori diffusi della memoria urbana) sono collocate nella sala centrale e raccolte secondo principi di contiguità topografica, mentre quelle realizzate nelle aree esterne ad essa sono sistemate lungo l’anello del primo piano, quasi a proporre quest’ultimo come allusivo riferimento al raccordo anulare che circonda la città e ne sintetizza la figura.
- i pannelli fotografici sono integrati da un database, interrogabile con grande semplicità, che di ciascuna foto e di ciascuna opera fornisce tutti i dati e le informazioni necessarie per approfondirne i contenuti e la localizzazione nella città.
dal 1990 ad oggi
Il concorso di una serie di fattori ha suggerito di fissare la data di partenza della ricognizione fotografica - e quindi della mostra - al 1990. Negli anni recenti, infatti, tre momenti hanno segnato la città di Roma: il primo, più strutturale, è la riforma elettorale amministrativa del 1993, con l’elezione diretta del sindaco che ha reso credibile un nuovo rapporto fra Sindaco, amministrazione e cittadini; il secondo, di forte impatto sulla città, ha riguardato la celebrazione del Giubileo nel 2000 che è stato un’occasione unica per intervenire nella città, tanto per i finanziamenti straordinari che Roma ha ricevuto, quanto per la necessità di operare rapidamente coordinando le diverse istituzioni religiose, nazionali e locali; il terzo è l’adozione nel 2003 di un nuovo Piano Regolatore, più di quarant’anni dopo quello del 1962, che ha individuato i nuovi obiettivi di sviluppo urbano che segneranno la città nei prossimi anni.
Fissare la data di partenza della ricognizione fotografica al 1990 risponde anche ad un’altra considerazione. In quell’anno si sono svolti in Italia i Campionati del mondo di calcio e, secondo una prassi già sperimentata in passato, l’attenzione si è rivolta in modo prevalente alla costruzione di opere finalizzate a quell’evento, relegando in secondo piano ogni altra valutazione sull’effettivo rapporto di quelle opere con il contesto nel quale venivano inserite. Questo non ha lasciato spazio per un reale processo di trasformazione urbana e ha segnato un momento non positivo per la città. La scelta del 1990 è dettata quindi anche dalla convinzione che una rinnovata coscienza urbana sembra aver investito Roma dopo l’avventura dei Mondiali di calcio.
L’archivio e la mostra accolgono anche opere progettate e messe in cantiere prima di quella data ma completate subito dopo. Si tratta di interventi a prevalente carattere urbano che in qualche modo anticipano i temi che hanno poi caratterizzato le trasformazioni della città negli anni più recenti e che possono essere così sintetizzati: Nuove identità nelle periferie; Architetture per la mobilità; Il disegno degli spazi aperti: piazze strade giardini; Abitare nelle città di Roma; Dialoghi tra architettura e archeologia; Trasformazioni di edifici; Spazi per l’università e la ricerca; Le nuove icone della città
l’Archivio fotografico
Le opere documentate sono una settantina per un totale di più di 250 fotografie; il numero delle fotografie varia in ragione dell'importanza dell'opera e delle scelte del fotografo. Sette di queste opere sono attualmente in costruzione e le fotografie riguardano quindi i cantieri: si tratta del Museo dell’Ara Pacis, della ristrutturazione della Biblioteca Hertziana, dei nuovi spazi d’accoglienza (ex Serra Piacentini) del Palazzo delle Esposizioni, dell’ampliamento del MACRO, della sede del MAXXI, della stazione Tiburtina e della nuova Fiera di Roma.
Alle fotografie è associato un database nel quale sono riportati gli elementi che permettono di attribuire, datare, descrivere e collocare nella città l'opera a cui esse si riferiscono.
In particolare i dati riguardano:
- le date di progetto e di realizzazione dell’opera
- i progettisti, i consulenti e i collaboratori
- i committenti e l’impresa costruttrice
- l'indirizzo e il relativo Municipio
- il codice con la quale l’opera è presente nella “Carta per la Qualità” del nuovo Piano Regolatore;
- una sintetica scheda che illustra l'opera, la sua consistenza e la sua organizzazione funzionale
- la descrizione, l’autore, la data della fotografia e il suo codice di archiviazione
La maschera d'interfaccia del database è strutturata in modo che accanto a ciascuna fotografia sia possibile leggere tutti i dati che la riguardano. La maschera stessa attiva una funzione di ricerca che permette di consultare le fotografie a partire dalla denominazione dell'opera, dall’indirizzo, dalla cronologia o dal nome di uno dei progettisti. Un’ulteriore funzione consente di localizzare immediatamente l’opera fotografata nella mappa di Roma.
Le fotografie sono state eseguite da Andrea Jemolo con l’assistenza di Eliana Pallisco, fotografa associata dello Studio. Per la campagna fotografica è stata utilizzata una macchina a banco ottico, così da garantire i massimi livelli qualitativi sia in termini di definizione dell’immagine, sia in quelli di resa prospettica. Le lastre diapositive a colori, del formato 10 x 12, sono state digitalizzate ad alta risoluzione, così che, accanto all’archivio analogico, se ne è realizzato anche uno in formato digitale.
02
marzo 2006
Architetture a Roma, oggi
Dal 02 al 31 marzo 2006
architettura
fotografia
fotografia
Location
CASA DELL’ARCHITETTURA – ACQUARIO ROMANO
Roma, Piazza Manfredo Fanti, 47, (Roma)
Roma, Piazza Manfredo Fanti, 47, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 10-18; sabato 10-13
Vernissage
2 Marzo 2006, ore 19
Autore
Curatore