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Archiviarti. La mostra
La vetrina digitale creata da Fabbrica Borroni e dedicata a giovani autori della scena contemporanea diventa oggi una grande esposizione collettiva
Comunicato stampa
Segnala l'evento
³Archiviarti - la mostra²,
Fabbrica Borroni accende la creatività
La vetrina digitale dedicata a giovani autori della scena contemporanea,
diventa una grande esposizione collettiva, in programma a Bollate (MI) a
partire dal prossimo 8 ottobre
Dal virtuale al reale. Archiviarti, lo spazio web dedicato ad artisti
emergenti nato lo scorso giugno presso la Fabbrica Borroni, diventa ogni
giorno più importante. Un database a completa disposizione del pubblico per
conoscere e scoprire nuovi autori, selezionati per l¹originalità e la
freschezza delle loro opere, che ha inaugurato un nuovo e più libero
approccio al mondo dell¹arte contemporanea.
Sulla scia del successo riscontrato e delle numerose richieste pervenute,
Archiviarti si trasforma oggi in una mostra, che già si preannuncia tra gli
appuntamenti principali nel calendario autunnale degli eventi artistici
milanesi e italiani.
³Archiviarti - la mostra², che vede il patrocinio della Provincia di Milano
e del Comune di Bollate, verrà inaugurata il prossimo giovedì 8 ottobre
nella suggestiva cornice postindustriale di Fabbrica Borroni, spazio ormai
da anni votato al mondo dell¹arte contemporanea, sede di mostre, eventi
culturali e di una collezione permanente tra le più prestigiose a livello
italiano. La collettiva, curata da Fiordalice Sette, assistente alle
attività culturali di Fabbrica Borroni, ospita ventuno artisti provenienti
da tutta Italia e dall¹estero, precedentemente selezionati nel contesto
dell¹originario progetto web di Archiviarti, le cui opere, già visibili
sulla rete, si potranno finalmente ammirare dal vivo.
In mostra le opere dei seguenti autori:
€ Guido Airoldi
€ Marco Bernardi
€ Giancarlo Bozzani (Boz)
€ Giuseppe Ciracì
€ Tamara Ferioli
€ Marta Fumagalli
€ Cristina Iotti
€ Luciana Lavelli
€ Rocca Maffia
€ Gabriele Marsile
€ Andrea Martinucci
€ Ilaria Mazzocchi
€ Stefano Momentè
€ Monticelli & Pagone
€ Sabrina Ortolani
€ Marilena Pasini
€ Guido Pecci
€ Arianna Piazza
€ Riccardo Pirovano
€ Emanuela Pischedda
€ Torregar
Quadri di piccole, medie e grandi dimensioni, dipinti con le più svariate
tecniche, dalla pittura ad olio alla tempera acrilica, fino ad arrivare al
metallo, alla resina e alle polveri di gesso e madreperla. Ma anche
installazioni, disegni, fotografie rielaborate al computer, opere realizzate
secondo i dettami dell¹era digitale e ormai annoverati a pieno titolo nel
variegato mondo dell¹arte contemporanea. Persino costumi teatrali, come nel
caso della genovese Emanuela Pischedda, di professione scenografa, che
con i suoi tessuti, nelle parole della curatrice Fiordalice Sette, «cerca di
superare la dicotomia esistente tra arti cosiddette ³maggiori² e ³minori². I
suoi costumi sono carichi dei sentimenti dei personaggi da interpretare,
veicolano atmosfere lontane nel tempo e nello spazio, proprio come un bel
quadro, una scultura o un palazzo».
Il panorama artistico che il pubblico di ³Archiviarti-la mostra² avrà la
possibilità di conoscere e apprezzare è ampio e articolato, con autori sia
già conosciuti, protagonisti di numerose personali e collettive e vincitori
di premi e riconoscimenti a livello nazionale e internazionale che
giovanissimi, agli esordi in questo campo ma dotati di straordinarie
potenzialità che già si evincono nelle loro opere prime. Come nel
caso di Andrea Martinucci, la cui ricerca, dice Fiordalice Sette, «mostra la
volontà di liberarsi dagli schemi che ci fanno vivere quotidiamente nella
frustrazione. All¹interno delle sue tele e delle immagini ritoccate, i suoi
personaggi seguono istinti e bisogni momentanei, risultando spesso scontrosi
verso chi li circonda, ma per questo ancora più autentici».
Di grande impatto è il lavoro del bergamasco Guido Airoldi, che recupera
immagini di animali tratte da manifesti circensi in una sorta di profani e
moderni ex voto, «ponendoli all'interno di un ambiente asettico, quasi
ospedaliero, totalmente bianco, permettendo all¹osservatore di coglierlo
nella sua pura essenza».
Il riminese Marco Bernardi indaga l¹universo femminile perso nei meandri
della rete di blog e social network, le cui protagoniste, «deposta la loro
maschera, si rivelano forti, combattive o fragili e insicure, senza perdere
mai comunque fascino e femminilità». Il milanese Giancarlo Bozzani (Boz),
artista per hobby, si concentra invece, nei suoi quadri realizzati con olio
e pasta di gesso, sulla rappresentazione della vecchiaia, «con
figure che sembrano delle presenze, quasi dei fantasmi che entrano
profondamente nella nostra vita e la caratterizzano». E ancora: i ritratti
di Giuseppe Ciracì, permeati da «una ricerca metafisica che si addentra nel
personaggio, nella sua psicologia, ma anche nella sua stessa carne»; la
legnanese Tamara Ferioli, che realizza quadri con i suoi stessi capelli,
«traccia materiale che diventa parte dell¹opera, capaci di assorbire
odori, ambienti e ricordi»; le donne tratteggiate da Cristina Iotti, «che si
denotano per una grande pulizia formale e precisione estrema»; le cornici
³invecchiate² di Luciana Lavelli, «che emanano un¹energia archetipica,
suggerendo senza ansie il naturale corso del tempo»; i collage di Rocca
Maffia, «che catapultano lo spettatore in un universo onirico, richiamando
l¹attenzione sulle convenzioni linguistiche della nostra società»; le
incantevoli immagini floreali di Gabriele Marsile, realizzate con una
tecnica estremamente accurata, «alterando il naturale equilibrio
petalo-foglia, salvandoli dalla caducità del tempo e rendendoli eterni».
Di grande particolarità è anche la ricerca creativa della piemontese Ilaria
Mazzocchi, in un insolito connubio tra arte e biotecnologie: non quadri ma
tessuti, i quali, dice Fiordalice Sette, «non sono portatori di un semplice
valore estetico, ma sono ricchi di messaggi sociali, grazie alla messa a
punto di focus su vari temi, come l¹inquinamento radioattivo, che l¹hanno
colpita, e di cui ritiene sia utile divulgare notizie e approfondimenti
tramite la sua arte».
Vi si aggiungono le citazioni e rivisitazioni su plexiglas e lastre
tipografiche di Stefano Momentè, che ci fanno capire «l¹effimera realtà
dell¹arte, appartenente ad una dimensione estemporanea»; Marta Fumagalli con
le sue installazioni, che «caricano l¹arte di significati sociali,
rendendola un¹esperienza da elitaria a democratica»; il gruppo Monticelli &
Pagone, alias Alessandro Monticelli e Claudio Pagone, originale
sodalizio «che ama indagare sul tema del doppio, analizzandolo con gli
stessi strumenti forniti dalla psicologia, come la tecnica della libera
associazione tra macchie e segni»; Sabrina Ortolani, che nelle sue tele,
fotografie, incisioni, coglie la bellezza insita in opere di per sé
alienanti, come autostrade e vecchie automobili, «dotati di una luce
straordinariamente intensa, che dona loro nuova giustizia»; le suggestioni
di Riccardo Pirovano tra sogno e realtà, «un fluido in continuo divenire»;
le creature «quasi fiabesche» di Marilena Pasini; le immagini ³al bitume² di
Guido Pecci, «la cui aggressività e rude forza espressiva colpiscono
istantaneamente lo spettatore»; le tele di Arianna Piazza, dalle atmosfere
«giocose e disimpegnate»; le allegorie dello spagnolo Torregar, alias Josè
Antonio Torregrosa García, «che esplora gli estremi della vita umana,
nascita e morte, in cui l¹uomo perde la sua individualità e diventa parte
minima, ma necessaria, di un processo naturale».
³Archiviarti - la mostra² nasce dal progetto Archiviarti, una selezione e
raccolta di notizie, su www.fabbricaborroni.it, di dati biografici e
immagini relativi alla produzione emergente della scena nazionale, a cui
Fabbrica Borroni desidera conferire visibilità tramite l¹esposizione on
line. Uno spazio aperto completamente gratuito, in particolare per quanto
concerne l¹attività di promozione svolta nei confronti degli artisti
coinvolti.
Questa la grande novità del progetto, all¹insegna di un approccio libero e
appassionato al talento creativo, lo stesso spirito di cui è ora permeata la
mostra, naturale e fruttuosa evoluzione del progetto originario.
Fabbrica Borroni nasce a Bollate (Milano) per volontà di Eugenio Borroni,
imprenditore e appassionato d¹arte, che ha deciso di aprire al pubblico la
propria collezione e dare vita ad una struttura tesa a promuovere la giovane
arte italiana. La Collezione Borroni, allestita nell¹affascinante cornice
post industriale di un¹ex fabbrica di collanti, comprende più di 500 opere,
solo per citarne alcune, di Marco Lodola, Daniele Galliano, Paolo Schmidlin,
Alessandro Bazan, Alfredo Cannata e molti altri, insieme a importanti
testimonianze di street art con autori del calibro di Bros, Pao, Airone e Tv
Boy.
Oltre ad alcune importanti opere storiche di Lucio Fontana, Giuseppe
Banchieri, Roberto Sernaglia, la Collezione Borroni costituisce una delle
più complete testimonianze relative alla Scuola romana di Via degli Ausoni,
comprendente dipinti di Bruno Ceccobelli, Nunzio, Piero Pizzi Canella e
Marco Tirelli.
Oltre ad accogliere la Collezione permanente, gli spazi industriali di
Fabbrica Borroni sono stati restaurati e riconvertiti a struttura
polifunzionale che ospita mostre (tra le più importanti ricordiamo ³La nuova
figurazione italiana² del 2007), eventi culturali, insieme ad una proficua
attività di location per ricorrenze private e aziendali.
Fabbrica Borroni accende la creatività
La vetrina digitale dedicata a giovani autori della scena contemporanea,
diventa una grande esposizione collettiva, in programma a Bollate (MI) a
partire dal prossimo 8 ottobre
Dal virtuale al reale. Archiviarti, lo spazio web dedicato ad artisti
emergenti nato lo scorso giugno presso la Fabbrica Borroni, diventa ogni
giorno più importante. Un database a completa disposizione del pubblico per
conoscere e scoprire nuovi autori, selezionati per l¹originalità e la
freschezza delle loro opere, che ha inaugurato un nuovo e più libero
approccio al mondo dell¹arte contemporanea.
Sulla scia del successo riscontrato e delle numerose richieste pervenute,
Archiviarti si trasforma oggi in una mostra, che già si preannuncia tra gli
appuntamenti principali nel calendario autunnale degli eventi artistici
milanesi e italiani.
³Archiviarti - la mostra², che vede il patrocinio della Provincia di Milano
e del Comune di Bollate, verrà inaugurata il prossimo giovedì 8 ottobre
nella suggestiva cornice postindustriale di Fabbrica Borroni, spazio ormai
da anni votato al mondo dell¹arte contemporanea, sede di mostre, eventi
culturali e di una collezione permanente tra le più prestigiose a livello
italiano. La collettiva, curata da Fiordalice Sette, assistente alle
attività culturali di Fabbrica Borroni, ospita ventuno artisti provenienti
da tutta Italia e dall¹estero, precedentemente selezionati nel contesto
dell¹originario progetto web di Archiviarti, le cui opere, già visibili
sulla rete, si potranno finalmente ammirare dal vivo.
In mostra le opere dei seguenti autori:
€ Guido Airoldi
€ Marco Bernardi
€ Giancarlo Bozzani (Boz)
€ Giuseppe Ciracì
€ Tamara Ferioli
€ Marta Fumagalli
€ Cristina Iotti
€ Luciana Lavelli
€ Rocca Maffia
€ Gabriele Marsile
€ Andrea Martinucci
€ Ilaria Mazzocchi
€ Stefano Momentè
€ Monticelli & Pagone
€ Sabrina Ortolani
€ Marilena Pasini
€ Guido Pecci
€ Arianna Piazza
€ Riccardo Pirovano
€ Emanuela Pischedda
€ Torregar
Quadri di piccole, medie e grandi dimensioni, dipinti con le più svariate
tecniche, dalla pittura ad olio alla tempera acrilica, fino ad arrivare al
metallo, alla resina e alle polveri di gesso e madreperla. Ma anche
installazioni, disegni, fotografie rielaborate al computer, opere realizzate
secondo i dettami dell¹era digitale e ormai annoverati a pieno titolo nel
variegato mondo dell¹arte contemporanea. Persino costumi teatrali, come nel
caso della genovese Emanuela Pischedda, di professione scenografa, che
con i suoi tessuti, nelle parole della curatrice Fiordalice Sette, «cerca di
superare la dicotomia esistente tra arti cosiddette ³maggiori² e ³minori². I
suoi costumi sono carichi dei sentimenti dei personaggi da interpretare,
veicolano atmosfere lontane nel tempo e nello spazio, proprio come un bel
quadro, una scultura o un palazzo».
Il panorama artistico che il pubblico di ³Archiviarti-la mostra² avrà la
possibilità di conoscere e apprezzare è ampio e articolato, con autori sia
già conosciuti, protagonisti di numerose personali e collettive e vincitori
di premi e riconoscimenti a livello nazionale e internazionale che
giovanissimi, agli esordi in questo campo ma dotati di straordinarie
potenzialità che già si evincono nelle loro opere prime. Come nel
caso di Andrea Martinucci, la cui ricerca, dice Fiordalice Sette, «mostra la
volontà di liberarsi dagli schemi che ci fanno vivere quotidiamente nella
frustrazione. All¹interno delle sue tele e delle immagini ritoccate, i suoi
personaggi seguono istinti e bisogni momentanei, risultando spesso scontrosi
verso chi li circonda, ma per questo ancora più autentici».
Di grande impatto è il lavoro del bergamasco Guido Airoldi, che recupera
immagini di animali tratte da manifesti circensi in una sorta di profani e
moderni ex voto, «ponendoli all'interno di un ambiente asettico, quasi
ospedaliero, totalmente bianco, permettendo all¹osservatore di coglierlo
nella sua pura essenza».
Il riminese Marco Bernardi indaga l¹universo femminile perso nei meandri
della rete di blog e social network, le cui protagoniste, «deposta la loro
maschera, si rivelano forti, combattive o fragili e insicure, senza perdere
mai comunque fascino e femminilità». Il milanese Giancarlo Bozzani (Boz),
artista per hobby, si concentra invece, nei suoi quadri realizzati con olio
e pasta di gesso, sulla rappresentazione della vecchiaia, «con
figure che sembrano delle presenze, quasi dei fantasmi che entrano
profondamente nella nostra vita e la caratterizzano». E ancora: i ritratti
di Giuseppe Ciracì, permeati da «una ricerca metafisica che si addentra nel
personaggio, nella sua psicologia, ma anche nella sua stessa carne»; la
legnanese Tamara Ferioli, che realizza quadri con i suoi stessi capelli,
«traccia materiale che diventa parte dell¹opera, capaci di assorbire
odori, ambienti e ricordi»; le donne tratteggiate da Cristina Iotti, «che si
denotano per una grande pulizia formale e precisione estrema»; le cornici
³invecchiate² di Luciana Lavelli, «che emanano un¹energia archetipica,
suggerendo senza ansie il naturale corso del tempo»; i collage di Rocca
Maffia, «che catapultano lo spettatore in un universo onirico, richiamando
l¹attenzione sulle convenzioni linguistiche della nostra società»; le
incantevoli immagini floreali di Gabriele Marsile, realizzate con una
tecnica estremamente accurata, «alterando il naturale equilibrio
petalo-foglia, salvandoli dalla caducità del tempo e rendendoli eterni».
Di grande particolarità è anche la ricerca creativa della piemontese Ilaria
Mazzocchi, in un insolito connubio tra arte e biotecnologie: non quadri ma
tessuti, i quali, dice Fiordalice Sette, «non sono portatori di un semplice
valore estetico, ma sono ricchi di messaggi sociali, grazie alla messa a
punto di focus su vari temi, come l¹inquinamento radioattivo, che l¹hanno
colpita, e di cui ritiene sia utile divulgare notizie e approfondimenti
tramite la sua arte».
Vi si aggiungono le citazioni e rivisitazioni su plexiglas e lastre
tipografiche di Stefano Momentè, che ci fanno capire «l¹effimera realtà
dell¹arte, appartenente ad una dimensione estemporanea»; Marta Fumagalli con
le sue installazioni, che «caricano l¹arte di significati sociali,
rendendola un¹esperienza da elitaria a democratica»; il gruppo Monticelli &
Pagone, alias Alessandro Monticelli e Claudio Pagone, originale
sodalizio «che ama indagare sul tema del doppio, analizzandolo con gli
stessi strumenti forniti dalla psicologia, come la tecnica della libera
associazione tra macchie e segni»; Sabrina Ortolani, che nelle sue tele,
fotografie, incisioni, coglie la bellezza insita in opere di per sé
alienanti, come autostrade e vecchie automobili, «dotati di una luce
straordinariamente intensa, che dona loro nuova giustizia»; le suggestioni
di Riccardo Pirovano tra sogno e realtà, «un fluido in continuo divenire»;
le creature «quasi fiabesche» di Marilena Pasini; le immagini ³al bitume² di
Guido Pecci, «la cui aggressività e rude forza espressiva colpiscono
istantaneamente lo spettatore»; le tele di Arianna Piazza, dalle atmosfere
«giocose e disimpegnate»; le allegorie dello spagnolo Torregar, alias Josè
Antonio Torregrosa García, «che esplora gli estremi della vita umana,
nascita e morte, in cui l¹uomo perde la sua individualità e diventa parte
minima, ma necessaria, di un processo naturale».
³Archiviarti - la mostra² nasce dal progetto Archiviarti, una selezione e
raccolta di notizie, su www.fabbricaborroni.it, di dati biografici e
immagini relativi alla produzione emergente della scena nazionale, a cui
Fabbrica Borroni desidera conferire visibilità tramite l¹esposizione on
line. Uno spazio aperto completamente gratuito, in particolare per quanto
concerne l¹attività di promozione svolta nei confronti degli artisti
coinvolti.
Questa la grande novità del progetto, all¹insegna di un approccio libero e
appassionato al talento creativo, lo stesso spirito di cui è ora permeata la
mostra, naturale e fruttuosa evoluzione del progetto originario.
Fabbrica Borroni nasce a Bollate (Milano) per volontà di Eugenio Borroni,
imprenditore e appassionato d¹arte, che ha deciso di aprire al pubblico la
propria collezione e dare vita ad una struttura tesa a promuovere la giovane
arte italiana. La Collezione Borroni, allestita nell¹affascinante cornice
post industriale di un¹ex fabbrica di collanti, comprende più di 500 opere,
solo per citarne alcune, di Marco Lodola, Daniele Galliano, Paolo Schmidlin,
Alessandro Bazan, Alfredo Cannata e molti altri, insieme a importanti
testimonianze di street art con autori del calibro di Bros, Pao, Airone e Tv
Boy.
Oltre ad alcune importanti opere storiche di Lucio Fontana, Giuseppe
Banchieri, Roberto Sernaglia, la Collezione Borroni costituisce una delle
più complete testimonianze relative alla Scuola romana di Via degli Ausoni,
comprendente dipinti di Bruno Ceccobelli, Nunzio, Piero Pizzi Canella e
Marco Tirelli.
Oltre ad accogliere la Collezione permanente, gli spazi industriali di
Fabbrica Borroni sono stati restaurati e riconvertiti a struttura
polifunzionale che ospita mostre (tra le più importanti ricordiamo ³La nuova
figurazione italiana² del 2007), eventi culturali, insieme ad una proficua
attività di location per ricorrenze private e aziendali.
08
ottobre 2009
Archiviarti. La mostra
Dall'otto al 25 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
FABBRICA BORRONI
Bollate, Via Giacomo Matteotti, 19, (Milano)
Bollate, Via Giacomo Matteotti, 19, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì dalle ore 15 alle ore 19
Sabato e domenica dalle ore 11 alle ore 20
Vernissage
8 Ottobre 2009, ore 18
Autore