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Arena | Di Marco | Di Piazza – Natural Behaviour
Un’ipotesi di trasformazione del mondo, partendo da una misteriosa assenza dell’uomo, per arrivare senza nostalgia ad una nuova, potente natura.
Comunicato stampa
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Pur partendo da mezzi e approcci differenti i tre artisti pervengono ad un medesimo esito espressivo: rappresentare la sospensione dell’effimero e l’incanto del divenire. I presupposti sono l’assenza dell’uomo, riempita, però, dall’inserimento di prodotti della sua stessa civiltà che acquistano nuovo potere fascinatorio nelle tele di Di Marco; una pittura fantastica e di minuziosa fattura quella con cui Di Piazza rappresenta una natura popolata di cromatismi, forme e personaggi antropomorfi; l’assenza umana e lo scorrere di “sezioni” di paesaggi e altri elementi in metamorfosi nel video di Arena.
Andrea Di Marco. Partendo da citazioni del quotidiano fotografate dal vero, ne stempera sulla tela il carattere violento di relitti di periferia e, proprio per il loro inserimento incongruo, li riscatta dalla loro pochezza di partenza. L’artista compie un processo simile a quello degli objets trouvés dadaisti restituendo loro, con la decontestualizzazione e l’innalzamento ad opera d’arte, dignitosa bellezza.
Fulvio di Piazza. Per lui la natura è sospesa tra degrado e fine del suo percorso, o rigenerazione e nuovo inizio. E’ una natura sublime, nel senso romantico del termine, che con la sua grandezza ci ricorda i nostri limiti, ma è anche contaminata dall’uomo, che rispecchia nelle sue forme. L’iperdescrittivismo, l’horror vacui, sfociano in una dimensione ancora una volta lirica e visionaria, in uno spazio e tempo “altri”.
Riccardo Arena. “Four times a tree” è il pittogramma che in cinese arcaico significa giardino ed il titolo di un progetto ispirato da tre soggiorni in questa terra. Ne fa parte il video “25.765”: qui Arena assembla visioni che ci consentono di cogliere il luogo di transito tra vuoto e pieno, reale e illusorio, lo spazio di connessione e separazione tra gli elementi in divenire, secondo lo stesso principio che regola la composizione dei giardini cinesi, luogo di riconciliazione degli opposti.
(Elisa Scuto)
Andrea Di Marco. Partendo da citazioni del quotidiano fotografate dal vero, ne stempera sulla tela il carattere violento di relitti di periferia e, proprio per il loro inserimento incongruo, li riscatta dalla loro pochezza di partenza. L’artista compie un processo simile a quello degli objets trouvés dadaisti restituendo loro, con la decontestualizzazione e l’innalzamento ad opera d’arte, dignitosa bellezza.
Fulvio di Piazza. Per lui la natura è sospesa tra degrado e fine del suo percorso, o rigenerazione e nuovo inizio. E’ una natura sublime, nel senso romantico del termine, che con la sua grandezza ci ricorda i nostri limiti, ma è anche contaminata dall’uomo, che rispecchia nelle sue forme. L’iperdescrittivismo, l’horror vacui, sfociano in una dimensione ancora una volta lirica e visionaria, in uno spazio e tempo “altri”.
Riccardo Arena. “Four times a tree” è il pittogramma che in cinese arcaico significa giardino ed il titolo di un progetto ispirato da tre soggiorni in questa terra. Ne fa parte il video “25.765”: qui Arena assembla visioni che ci consentono di cogliere il luogo di transito tra vuoto e pieno, reale e illusorio, lo spazio di connessione e separazione tra gli elementi in divenire, secondo lo stesso principio che regola la composizione dei giardini cinesi, luogo di riconciliazione degli opposti.
(Elisa Scuto)
30
settembre 2010
Arena | Di Marco | Di Piazza – Natural Behaviour
Dal 30 settembre al 14 novembre 2010
arte contemporanea
Location
OPEN LAB ARTISTI OGGI
Genova, Vico Giannini, 1/1, (Genova)
Genova, Vico Giannini, 1/1, (Genova)
Orario di apertura
da mercoledì a domenica ore 16-20
Vernissage
30 Settembre 2010, ore 18
Autore
Curatore