Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Arianna Carossa – Limoni
L’artista ha voluto porre a confronto la tradizione ceramica con la propria personale esperienza realizzando opere ibride, scultoree, effimere, concettuali, materiche che utilizzano oggetti trovati -spesso artigianali o di design- assemblati in accostamenti anticonvenzionali.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’intervento di Arianna Carossa (Genova 1973) apre il primo anno di programmazione culturale della Casa Museo Jorn e costituisce la prima mostra temporanea di un’artista vivente ad essere ospitata stabilmente in questo spazio dalla fine dei restauri (2014).
Quello di Arianna Carossa (genovese residente a New York) in realtà è un ritorno; un ritorno alla terra (l’argilla, ma anche Albisola) con cui diversi anni fa aveva affrontato un’importante fase del proprio lavoro. Cambiano i nomi dei laboratori e degli artigiani (ieri la ditta Piral e il ceramista Marco Tortarolo, oggi la G. Mazzotti 1903, con lo stesso assistente di un tempo, Ennio Sirello) ma la tensione alla ricerca in situ e all’intervento site specific sono gli stessi (anzi più forti) di un tempo. In mezzo ci sono state sperimentazioni sugli oggetti e sul linguaggio, sulla loro sparizione o ri-proposizione in ambienti eterogenei. La grande tradizione del design moderno (da Lenci a Gio Ponti) ha in particolare fornito a Carossa la materia per interrogare la nostra percezione del reale, dell’opera d’arte, del suo contesto e della sua fenomenologia. Due volte l’anno (in estate e in inverno), per un paio di mesi, Arianna lascia New York e torna a Genova. Ne ha bisogno per dare ritmo ai pensieri e ossigeno ai progetti. Talvolta, come in questo caso, capita che un’idea balenata tempo prima maturi nell’incontro con un luogo adatto a ospitarla e farla crescere. Tullio Mazzotti, proprietario dell’impresa di ceramiche artigianali G. Mazzotti 1903 di Albissola Marina, ha supportato Arianna Carossa in questo progetto, mettendo a disposizione dell’artista spazi, materiali e competenze del proprio laboratorio. Arianna Carossa ha voluto calarsi nell’attuale ambiente di Albissola, per porre nuovamente a confronto la tradizione e la storia della ceramica d’arte con la propria personale esperienza. Da questo confronto nascono opere ibride e promiscue, scultoree ed effimere, concettuali e materiche, create appositamente per gli spazi della casa di Jorn e del suo studio. La vita e l’opera di Asger Jorn sono legate profondamente al nome delle Ceramiche Mazzotti, dove fra gli anni ’40 e ’50 i due fratelli (futuristi) Tullio d’Albisola e Torido Mazzotti hanno rilanciato la produzione ceramica grazie alla collaborazione con artisti internazionali.
Per le sue installazioni Arianna Carossa utilizza oggetti trovati, caratterizzati da una forte identità preesistente; spesso si tratta di opere artigianali o di design assemblate in accostamenti “sporchi”, assolutamente anticonvenzionali, che mettono in risalto il vissuto (fisico, psicologico, ambientale…) dell’oggetto, dell’opera d’arte ma anche dell’artista.
L’Associazione Amici di Casa Jorn, fondata nel 2015 per promuovere e valorizzare la Casa Museo Asger Jorn, ha organizzato questa mostra grazie alla collaborazione in atto con il Comune di Albissola Marina per la gestione dello spazio.
STATEMENT DELL’ARTISTA
“Nel mio lavoro cerco sempre di entrare in relazione con l’ambiente in cui sono chiamata a realizzare il progetto. Questa è la caratteristica più forte della mia pratica, che mi spinge a cercare situazioni in cui la stessa progettazione sia in relazione con ciò che mi sta intorno. Anche la scelta dello studio in cui lavoro cade in tale logica: lo studio che abito diventa materiale su cui intervenire e il suo contesto ambientale costituisce una parte fondamentale della struttura. Non solo la zona in cui si trova lo studio è importante ma anche la destinazione d’uso o sociale del luogo; falegnameria, centro costruzioni edili, mobilificio, centro agricolo, cantina di vini: questi sono solo alcuni dei luoghi dove ho avuto uno studio. Posso così entrare in relazione con persone estranee al mondo dell’arte ma dalle competenze specifiche in altri settori. Per me cambiare studio significa cambiare comunità e modalità espressive, significa trovare riferimenti diretti al luogo.
I lavori che presento a Casa Jorn cercano di integrarsi all’ambiente e agli spazi, mantenendo nello stesso tempo una propria autonomia rispetto al contesto. Lo sviluppo dei lavori in ceramica evolve come una parte (anzi tante parti) di installazioni fatte soprattutto con i mobili: mobili con parti di ceramica, oggetti vari ristrutturati attraverso la ceramica. Mi sono concentrata soprattutto sull’uso dell’oro, immaginando comodini con cassetti che debordano ceramica d'oro, sedie che diventano troni per oggetti informi di ceramica d'oro, e così via…”
Arianna Carossa è nata nel 1973 a Genova, dove ha vissuto e lavorato nei primi anni della sua carriera. Nel 2011 si trasferisce a New York e da allora prosegue la sua ricerca principalmente negli Stati Uniti. L’oggetto, inteso come materia prima da cui partire per una reinvenzione che affonda le radici nell’Arte Povera, è al centro della sua ricerca. Materiali comuni e pezzi d’arredamento, ceramiche e quadri, vengono assemblati in maniera del tutto personale, innescando una riflessione su tematiche universali. Oggi, senza perdere di vista l’oggetto, l’attenzione dell’artista si è spostata sulla perdita dell’immaginario causata da una realtà completamente svelata. Dopo la pubblicazione del libro The aesthetic of my disappearance (MOMA/Ps1, 2014), Carossa dà vita ad azioni performative che pongono lo spettatore in una condizione di familiarità e allo stesso tempo di disagio nei confronti dell’oggetto artistico.
/ PRESS RELEASE
The solo show by Arianna Carossa (Genoa 1973) launches the first year of programming at the Jorn House Museum. It is also the first temporary exhibiton of a living artist held in this venue since the end of its restoration (2014).
For Arianna Carossa (living and working in New York) it’s like returning to the use of clay and to the town of Albisola, where several years ago she spent a lot of time working. While the names of ceramic manufacturers and artisans change (yesterday it was the Piral company, and the potter Marco Tortarlo, today it is the G. Mazzotti 1903 company, with the same assistant, Ennio Sirello) her passion for both research in situ and site specific work are the same as ever (actually stronger). In the meanwhile, Arianna has experimented languages and objects focusing on their disappearance or manipulation in unusual environments. The great modern design tradition (from Lenci to Gio Ponti) provided Carossa with the tools to question our
perception of what is real, of artworks, of their context and phenomenology. Twice a year (in summertime and winter), for a
couple of months, Arianna leaves New York and comes back to Genoa. She needs to do so to balance the rythm
of her thoughts and give her projects okygen. Soemetimes, as today, it happens that an idea, risen years before, takes shape through the encounter with a place, suitable for hosting it and making it grow. In Albissola Marina, Tullio Mazzotti, head of the ceramics handicraft company G. Mazzotti 1903, supported Arianna Carossa's project, making available to her the spaces, materials and expertises of his workshop. Arianna Carossa chose to immerse once again in the environment of Albissola to carry out an exchange between the historical tradition of art ceramics and her own experience. During such an intense research many works -hybrid and promiscuous, sculptural and ephemeral, conceptual and ‘materic’- conceived for the rooms of Jorn’s house and studio, came to birth. Asger Jorn’s life and work were deeply connected to the name of the Mazzotti pottery; here, between the 40s and the 50s, the two (futurists) brothers Tullio d’Albisola and Torido Mazzotti relaunched ceramic production thanks to the cooperation with international artists. In her installations Arianna Carossa uses objets trouvés with a strong identity; they are usually works of craft and design, assembled into raw combinations, absolutely unconventional, that stress the past (physical, psychological, environmental) of the object, the artwork and the artist as well.
The Association Friends of the Jorn House Museum, founded in 2015 with the aim of promoting and enhancing the Asger Jorn House Museum, organized this exhibition on the premises of the agreement with the Municipality of Albissola Marina for the co-management of the venue.
ARTIST’S STATEMENT
“I always try to connect my work to the environment where I develop the project. This is the strongest feature of my practice and it drives me to look for situations where the design itself is related with everything around me. The choice of the studio follows this principle. The studio where I dwell becomes the material on which I work and its context becomes part of the structure itself. Moreover, not only the area where the studio is located but often the purpose of the place is very important too; carpentry, construction hub, furniture factory, agricultural center, wine cellar: these are just some of the places I used as studios. This way I can get in touch with people outside the art world, but with specific expertise in other fields. For me, changing studio means changing community and way of expression, it means finding connections with the place. The works I am going to show at the Jorn House Museum try to connect to the environment and the space, keeping at the same time a sort of independence from the context. Ceramic works evolve as a part (actually many parts) of installations made of furnishings: furniture with parts in ceramics, objects restored with ceramics. I focus especially on gold, imagining gold ceramics flowing out of cabinet drawers, or chairs becoming thrones as shapeless golden ceramic objects, and so on…”
Arianna Carossa was born in 1973 in Genoa, where she lived and worked at the beginning of her career. Since 2011 she lives
in New York, carrying out her research mainly in the USA. The core of her work is the object, considered as a starting point that she reinvents and develops drawing from the poetics of Arte Povera. Through an absolutely personal approach, she assembles common materials and home furnishings, ceramics and paintings, reflecting on universal themes. Currently, without overlooking the object, she focuses her attention on the loss of the imaginary caused by a totally revealed reality. After having published her book The aesthetic of my disappearance (MOMA/PS1, 2014), Carossa acts performances which make the viewer feel at the same time familiar and uncomfortable with the artistic object.
Quello di Arianna Carossa (genovese residente a New York) in realtà è un ritorno; un ritorno alla terra (l’argilla, ma anche Albisola) con cui diversi anni fa aveva affrontato un’importante fase del proprio lavoro. Cambiano i nomi dei laboratori e degli artigiani (ieri la ditta Piral e il ceramista Marco Tortarolo, oggi la G. Mazzotti 1903, con lo stesso assistente di un tempo, Ennio Sirello) ma la tensione alla ricerca in situ e all’intervento site specific sono gli stessi (anzi più forti) di un tempo. In mezzo ci sono state sperimentazioni sugli oggetti e sul linguaggio, sulla loro sparizione o ri-proposizione in ambienti eterogenei. La grande tradizione del design moderno (da Lenci a Gio Ponti) ha in particolare fornito a Carossa la materia per interrogare la nostra percezione del reale, dell’opera d’arte, del suo contesto e della sua fenomenologia. Due volte l’anno (in estate e in inverno), per un paio di mesi, Arianna lascia New York e torna a Genova. Ne ha bisogno per dare ritmo ai pensieri e ossigeno ai progetti. Talvolta, come in questo caso, capita che un’idea balenata tempo prima maturi nell’incontro con un luogo adatto a ospitarla e farla crescere. Tullio Mazzotti, proprietario dell’impresa di ceramiche artigianali G. Mazzotti 1903 di Albissola Marina, ha supportato Arianna Carossa in questo progetto, mettendo a disposizione dell’artista spazi, materiali e competenze del proprio laboratorio. Arianna Carossa ha voluto calarsi nell’attuale ambiente di Albissola, per porre nuovamente a confronto la tradizione e la storia della ceramica d’arte con la propria personale esperienza. Da questo confronto nascono opere ibride e promiscue, scultoree ed effimere, concettuali e materiche, create appositamente per gli spazi della casa di Jorn e del suo studio. La vita e l’opera di Asger Jorn sono legate profondamente al nome delle Ceramiche Mazzotti, dove fra gli anni ’40 e ’50 i due fratelli (futuristi) Tullio d’Albisola e Torido Mazzotti hanno rilanciato la produzione ceramica grazie alla collaborazione con artisti internazionali.
Per le sue installazioni Arianna Carossa utilizza oggetti trovati, caratterizzati da una forte identità preesistente; spesso si tratta di opere artigianali o di design assemblate in accostamenti “sporchi”, assolutamente anticonvenzionali, che mettono in risalto il vissuto (fisico, psicologico, ambientale…) dell’oggetto, dell’opera d’arte ma anche dell’artista.
L’Associazione Amici di Casa Jorn, fondata nel 2015 per promuovere e valorizzare la Casa Museo Asger Jorn, ha organizzato questa mostra grazie alla collaborazione in atto con il Comune di Albissola Marina per la gestione dello spazio.
STATEMENT DELL’ARTISTA
“Nel mio lavoro cerco sempre di entrare in relazione con l’ambiente in cui sono chiamata a realizzare il progetto. Questa è la caratteristica più forte della mia pratica, che mi spinge a cercare situazioni in cui la stessa progettazione sia in relazione con ciò che mi sta intorno. Anche la scelta dello studio in cui lavoro cade in tale logica: lo studio che abito diventa materiale su cui intervenire e il suo contesto ambientale costituisce una parte fondamentale della struttura. Non solo la zona in cui si trova lo studio è importante ma anche la destinazione d’uso o sociale del luogo; falegnameria, centro costruzioni edili, mobilificio, centro agricolo, cantina di vini: questi sono solo alcuni dei luoghi dove ho avuto uno studio. Posso così entrare in relazione con persone estranee al mondo dell’arte ma dalle competenze specifiche in altri settori. Per me cambiare studio significa cambiare comunità e modalità espressive, significa trovare riferimenti diretti al luogo.
I lavori che presento a Casa Jorn cercano di integrarsi all’ambiente e agli spazi, mantenendo nello stesso tempo una propria autonomia rispetto al contesto. Lo sviluppo dei lavori in ceramica evolve come una parte (anzi tante parti) di installazioni fatte soprattutto con i mobili: mobili con parti di ceramica, oggetti vari ristrutturati attraverso la ceramica. Mi sono concentrata soprattutto sull’uso dell’oro, immaginando comodini con cassetti che debordano ceramica d'oro, sedie che diventano troni per oggetti informi di ceramica d'oro, e così via…”
Arianna Carossa è nata nel 1973 a Genova, dove ha vissuto e lavorato nei primi anni della sua carriera. Nel 2011 si trasferisce a New York e da allora prosegue la sua ricerca principalmente negli Stati Uniti. L’oggetto, inteso come materia prima da cui partire per una reinvenzione che affonda le radici nell’Arte Povera, è al centro della sua ricerca. Materiali comuni e pezzi d’arredamento, ceramiche e quadri, vengono assemblati in maniera del tutto personale, innescando una riflessione su tematiche universali. Oggi, senza perdere di vista l’oggetto, l’attenzione dell’artista si è spostata sulla perdita dell’immaginario causata da una realtà completamente svelata. Dopo la pubblicazione del libro The aesthetic of my disappearance (MOMA/Ps1, 2014), Carossa dà vita ad azioni performative che pongono lo spettatore in una condizione di familiarità e allo stesso tempo di disagio nei confronti dell’oggetto artistico.
/ PRESS RELEASE
The solo show by Arianna Carossa (Genoa 1973) launches the first year of programming at the Jorn House Museum. It is also the first temporary exhibiton of a living artist held in this venue since the end of its restoration (2014).
For Arianna Carossa (living and working in New York) it’s like returning to the use of clay and to the town of Albisola, where several years ago she spent a lot of time working. While the names of ceramic manufacturers and artisans change (yesterday it was the Piral company, and the potter Marco Tortarlo, today it is the G. Mazzotti 1903 company, with the same assistant, Ennio Sirello) her passion for both research in situ and site specific work are the same as ever (actually stronger). In the meanwhile, Arianna has experimented languages and objects focusing on their disappearance or manipulation in unusual environments. The great modern design tradition (from Lenci to Gio Ponti) provided Carossa with the tools to question our
perception of what is real, of artworks, of their context and phenomenology. Twice a year (in summertime and winter), for a
couple of months, Arianna leaves New York and comes back to Genoa. She needs to do so to balance the rythm
of her thoughts and give her projects okygen. Soemetimes, as today, it happens that an idea, risen years before, takes shape through the encounter with a place, suitable for hosting it and making it grow. In Albissola Marina, Tullio Mazzotti, head of the ceramics handicraft company G. Mazzotti 1903, supported Arianna Carossa's project, making available to her the spaces, materials and expertises of his workshop. Arianna Carossa chose to immerse once again in the environment of Albissola to carry out an exchange between the historical tradition of art ceramics and her own experience. During such an intense research many works -hybrid and promiscuous, sculptural and ephemeral, conceptual and ‘materic’- conceived for the rooms of Jorn’s house and studio, came to birth. Asger Jorn’s life and work were deeply connected to the name of the Mazzotti pottery; here, between the 40s and the 50s, the two (futurists) brothers Tullio d’Albisola and Torido Mazzotti relaunched ceramic production thanks to the cooperation with international artists. In her installations Arianna Carossa uses objets trouvés with a strong identity; they are usually works of craft and design, assembled into raw combinations, absolutely unconventional, that stress the past (physical, psychological, environmental) of the object, the artwork and the artist as well.
The Association Friends of the Jorn House Museum, founded in 2015 with the aim of promoting and enhancing the Asger Jorn House Museum, organized this exhibition on the premises of the agreement with the Municipality of Albissola Marina for the co-management of the venue.
ARTIST’S STATEMENT
“I always try to connect my work to the environment where I develop the project. This is the strongest feature of my practice and it drives me to look for situations where the design itself is related with everything around me. The choice of the studio follows this principle. The studio where I dwell becomes the material on which I work and its context becomes part of the structure itself. Moreover, not only the area where the studio is located but often the purpose of the place is very important too; carpentry, construction hub, furniture factory, agricultural center, wine cellar: these are just some of the places I used as studios. This way I can get in touch with people outside the art world, but with specific expertise in other fields. For me, changing studio means changing community and way of expression, it means finding connections with the place. The works I am going to show at the Jorn House Museum try to connect to the environment and the space, keeping at the same time a sort of independence from the context. Ceramic works evolve as a part (actually many parts) of installations made of furnishings: furniture with parts in ceramics, objects restored with ceramics. I focus especially on gold, imagining gold ceramics flowing out of cabinet drawers, or chairs becoming thrones as shapeless golden ceramic objects, and so on…”
Arianna Carossa was born in 1973 in Genoa, where she lived and worked at the beginning of her career. Since 2011 she lives
in New York, carrying out her research mainly in the USA. The core of her work is the object, considered as a starting point that she reinvents and develops drawing from the poetics of Arte Povera. Through an absolutely personal approach, she assembles common materials and home furnishings, ceramics and paintings, reflecting on universal themes. Currently, without overlooking the object, she focuses her attention on the loss of the imaginary caused by a totally revealed reality. After having published her book The aesthetic of my disappearance (MOMA/PS1, 2014), Carossa acts performances which make the viewer feel at the same time familiar and uncomfortable with the artistic object.
27
febbraio 2016
Arianna Carossa – Limoni
Dal 27 febbraio al 29 maggio 2016
arte contemporanea
Location
MUDA – CASA MUSEO JORN
Albissola Marina, Via Gabriele D'Annunzio, 6/8, (Savona)
Albissola Marina, Via Gabriele D'Annunzio, 6/8, (Savona)
Orario di apertura
Martedì: 10.00-12.00
Giovedì: 15.00 - 17.00
Sabato e domenica: 11.00 - 13.00 e 14.00 - 17.00
Vernissage
27 Febbraio 2016, ore 16.00
Autore
Curatore