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Ariel Orozco
Lavorando con i media dell’installazione, video e performance, con una rigorosa documentazione intrinseca al suo lavoro, Ariel Orozco ha la capacità di catturare deliberatamente l’elemento poetico, spesso triste o ironico, nascosto tra le pieghe della vita quotidiana.
Comunicato stampa
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ARIEL OROZCO
DAL 1 OTTOBRE AL 21 NOVEMBRE 2009
INAUGURAZIONE MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE H 18.00 21.00
FEDERICA SCHIAVO GALLERY
PIAZZA MONTEVECCHIO 16 ROMA
La galleria Federica Schiavo è lieta di annunciare la prima personale italiana di Ariel Orozco.
Nato a Sancti Spiritus (Cuba) nel 1979 Ariel Orozco vive e lavora in Mexico City. Dopo aver frequentato la Escuela Profesional de Artes Plasticas a Trinidad, si è diplomato presso l’Instituto Superior de Arte di Havana.
Lavorando con i media dell’installazione, video e performance, con una rigorosa documentazione intrinseca al suo lavoro, Ariel Orozco ha la capacità di catturare deliberatamente l’elemento poetico, spesso triste o ironico, nascosto tra le pieghe della vita quotidiana. Le sue opere, nutrendosi del conflitto tra sentito romanticismo e necessario pragmatismo dell’esperienza di vita dell’artista stesso, presentano un delicato equilibrio tra peso e leggerezza, evasione e impegno, realtà e immaginazione, caos e ordine.
Un semplice gesto crea uno slittamento di significato delicato ma potente o l’inserimento di un elemento di finzione in una situazione reale produce molteplici significati che creano nel fruitore nuovi e inaspettati conflitti. Come nel caso di Perro Balón, immagine usata per l’invito della mostra. Perro Balón è un cane randagio, ignorato e maltrattato dalle persone, trasformato da un semplice intervento dell’artista in un pallone da calcio concedendogli cinque minuti di gloria come readymade ambulante. Qual è l’elemento più importante in quest’opera dove la crudeltà dell’abbandono si presta a un prodotto estetico di consumo?
“Guardo allo spazio pubblico come un’arena umana piena di enigmi e significati e alla vita di tutti i giorni come un complesso sistema di rapporti tra gli individui e il loro contesto politico e sociale. Cerco di produrre un’alterazione minima a luoghi, ordini e comportamenti quotidiani per intaccarne essenze, significati, gesti e meccanismi sociali che non sono immediatamente percettibili o evidenti a un primo sguardo.
Molte delle azioni che creo sono il risultato di osservazioni accidentali e analisi di eventi quotidiani in costante ricerca di quei codici capaci di rispondere a conflitti personali, politici e sociali. L’obiettivo è quello di creare delle opere capaci di portare spontaneamente lo spettatore alla rottura dei codici di conoscenza convenzionali per portarli a un livello più intimo.
Ogni oggetto o documentazione che ho prodotto deriva da un’azione o dalla sua nozione. Ogni intervento spaziale, performance, installazione o scultura è sostenuta sempre da un gesto che è sempre la sostanza del mio lavoro” (A.O.)
Per gli spazi della galleria Ariel Orozco ha prodotto 3 installazioni dal titolo Déjà Vu, Whip, Big Bang e un video dal titolo 1 km, 322 metros de tolerancia. La collocazione di ogni singolo lavoro è tale da sbilanciare l’orientamento spaziale e intuitivo dello spettatore che viene sottoposto a un gioco di rimandi mnemonici. Gli oggetti che compongono le opere sono privati della loro funzione di partenza per rivelare qualcosa di diverso da sé che comprende però la natura dell’oggetto stesso necessaria per il significato di cui è portatore.
DAL 1 OTTOBRE AL 21 NOVEMBRE 2009
INAUGURAZIONE MERCOLEDÌ 30 SETTEMBRE H 18.00 21.00
FEDERICA SCHIAVO GALLERY
PIAZZA MONTEVECCHIO 16 ROMA
La galleria Federica Schiavo è lieta di annunciare la prima personale italiana di Ariel Orozco.
Nato a Sancti Spiritus (Cuba) nel 1979 Ariel Orozco vive e lavora in Mexico City. Dopo aver frequentato la Escuela Profesional de Artes Plasticas a Trinidad, si è diplomato presso l’Instituto Superior de Arte di Havana.
Lavorando con i media dell’installazione, video e performance, con una rigorosa documentazione intrinseca al suo lavoro, Ariel Orozco ha la capacità di catturare deliberatamente l’elemento poetico, spesso triste o ironico, nascosto tra le pieghe della vita quotidiana. Le sue opere, nutrendosi del conflitto tra sentito romanticismo e necessario pragmatismo dell’esperienza di vita dell’artista stesso, presentano un delicato equilibrio tra peso e leggerezza, evasione e impegno, realtà e immaginazione, caos e ordine.
Un semplice gesto crea uno slittamento di significato delicato ma potente o l’inserimento di un elemento di finzione in una situazione reale produce molteplici significati che creano nel fruitore nuovi e inaspettati conflitti. Come nel caso di Perro Balón, immagine usata per l’invito della mostra. Perro Balón è un cane randagio, ignorato e maltrattato dalle persone, trasformato da un semplice intervento dell’artista in un pallone da calcio concedendogli cinque minuti di gloria come readymade ambulante. Qual è l’elemento più importante in quest’opera dove la crudeltà dell’abbandono si presta a un prodotto estetico di consumo?
“Guardo allo spazio pubblico come un’arena umana piena di enigmi e significati e alla vita di tutti i giorni come un complesso sistema di rapporti tra gli individui e il loro contesto politico e sociale. Cerco di produrre un’alterazione minima a luoghi, ordini e comportamenti quotidiani per intaccarne essenze, significati, gesti e meccanismi sociali che non sono immediatamente percettibili o evidenti a un primo sguardo.
Molte delle azioni che creo sono il risultato di osservazioni accidentali e analisi di eventi quotidiani in costante ricerca di quei codici capaci di rispondere a conflitti personali, politici e sociali. L’obiettivo è quello di creare delle opere capaci di portare spontaneamente lo spettatore alla rottura dei codici di conoscenza convenzionali per portarli a un livello più intimo.
Ogni oggetto o documentazione che ho prodotto deriva da un’azione o dalla sua nozione. Ogni intervento spaziale, performance, installazione o scultura è sostenuta sempre da un gesto che è sempre la sostanza del mio lavoro” (A.O.)
Per gli spazi della galleria Ariel Orozco ha prodotto 3 installazioni dal titolo Déjà Vu, Whip, Big Bang e un video dal titolo 1 km, 322 metros de tolerancia. La collocazione di ogni singolo lavoro è tale da sbilanciare l’orientamento spaziale e intuitivo dello spettatore che viene sottoposto a un gioco di rimandi mnemonici. Gli oggetti che compongono le opere sono privati della loro funzione di partenza per rivelare qualcosa di diverso da sé che comprende però la natura dell’oggetto stesso necessaria per il significato di cui è portatore.
30
settembre 2009
Ariel Orozco
Dal 30 settembre al 21 novembre 2009
arte contemporanea
Location
FEDERICA SCHIAVO GALLERY
Roma, Piazza Di Montevecchio, 16, (Roma)
Roma, Piazza Di Montevecchio, 16, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle 12.00 alle 19.00
Vernissage
30 Settembre 2009, 18.00 - 21.00
Autore