A meno di cinque anni dalla scomparsa, PivArte accoglie all’interno del suo spazio espositivo più di trenta opere, tra opere uniche, sculture e multipli, di Armand Pierre Fernandez, noto come Arman.

Nato a Nizza nel 1928, nel 1960 firma a Parigi, insieme a Yves Klein e Daniel Spoerri, la dichiarazione costitutiva del Nouveau Réalisme, redatta dal critico d’arte e filosofo francese Pierre Restany.

Arman ingloba l’oggetto di consumo ordinario all’interno della propria opera rendendolo attraverso una serialità ossessiva. Non solo strumenti musicali (celebri i suoi violini), ma anche oggetti di uso quotidiano vengono sottoposti dall’artista ad un’azione distruttiva simile a quella operata sui valori dalla società, oppure preservativa, in contrapposizione polemica al vertiginoso ed obbligato consumo di massa. Nascono così i Cachets (timbri su carta moltiplicati), le Coléres (scomposizioni violente), i Coupes (oggetti tagliati o segati), le Combustions (oggetti sottoposti a bruciatura) e gli Assemblages (inclusioni di oggetti immersi in resina di polyestere trasparente).