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Armand Rondez (1928 – 1986) – Sguardo sull’opera
Lo spazio d’arte Stellanove a Mendrisio ha organizzato nello stabile proprio di fronte alle sue vetrine – al numero civico 8 di Via Stella – il nuovo archivio NAR (Nachlass Armand Rondez): questo va a completare l’archivio grafico NAR già esistente all’interno della galleria. Dopo ventisei anni dalla scomparsa dell’artista è questa l’occasione di uno sguardo più ampio e più completo sulla sua opera. Saranno visibili tele di grande, medio e piccolo formato – la maggior parte mai esposta – , inoltre acquerelli, tempere, disegni e una vasta scelta di incisioni calcografiche e delle stampe litografiche. La mostra durerà dal 15 settembre fino al 13 ottobere con inaugurazione sabato 15 settembre.
Comunicato stampa
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Lo spazio d'arte Stellanove a Mendrisio ha organizzato nello stabile proprio di fronte alle sue vetrine - al numero civico 8 di Via Stella - il nuovo archivio NAR (Nachlass Armand Rondez): questo va a completare l'archivio grafico NAR già esistente all'interno della galleria. Dopo ventisei anni dalla scomparsa dell'artista è questa l’occasione di uno sguardo più ampio e più completo sulla sua opera. Saranno visibili tele di grande, medio e piccolo formato - la maggior parte mai esposta - , inoltre acquerelli, tempere, disegni e una vasta scelta di incisioni calcografiche e delle stampe litografiche. La mostra durerà dal 15 settembre fino al 13 ottobere con inaugurazione sabato 15 settembre.
"Nell’ambiente artistico zurighese del dopoguerra, che si muove entro le istanze intellettuali dell’arte concreta e di una pittura sensoriale legata alla figurazione dell’Ecole de Paris, la personalità del pittore ed urbanista Walter Jonas (Oberursel am Taunus 1910-1979 Zurigo) ha assunto un ruolo del tutto particolare nella sua proposta di mediazione fra questi due approcci opposti.
Questa posizione alta, questa proposta isolata e coraggiosa che tendeva ad un moderno umanesimo è stata assunta a modello dal giovane Armand Rondez che dal 1949 fu allievo di Jonas e che con lui mantenne strettissimi legami d’amicizia fino alla morte. Egli aveva intuito che la strada obbligata per tale sintesi passava attraverso il rinnovamento del linguaggio artistico nel segno della ricerca e della sperimentazione artistica, e attraverso un avvicinamento alla cultura del sud, mediterranea, per riequilibrare un approccio culturale che nella città sulla Limmat, per un’intera generazione precedente, era rimasto legato al mondo del secondo – e tardivo – espressionismo tedesco.
Questo ideale spiega tutte le sue scelte formative successive ed i suoi riferimenti culturali, dall’iscrizione all’ “Academia de Bellas Artes de San Fernando” nel 1952 alla scoperta della pittura di Dubuffet nel 1961, e spiega il suo bisogno assoluto d’indipendenza che ha determinato tutta la sua esistenza. Emblematico in tal senso è l’improvviso distacco dal maestro madrileno Daniel Vazquez-Diaz (Nerva/ Huelva 1882-1969 Madrid) dopo appena tre anni, un distacco determinato non tanto da rapporti personali, bensì dalla solidità pittorica di questi legata ai modelli del Goya e del giovane Picasso, riferimenti che Rondez sentiva assai troppo limitativi e specifici. Egli aspirava ad ideali diversi, legati più ad una leggerezza che rinnegava la declamazione, il dogmatismo ed ogni vuota declinazione scolastica, ideali legati ad una spazialità che prevaricava la superficie pittorica stessa e che ricercava una rinnovata collocazione del messaggio artistico in ambito sociale. Preferì dunque aderire ad una formulazione stilistica libera che si muoveva su quella vaga china tra figurazione ed astrazione, libero lui, se necessario, d’incorrere in modo determinato da una parte o dall’altra, come succedette con prepotenza quando, durante i suoi ultimi soggiorni provenzali, confrontato con la malattia e la precarietà della nostra esistenza, sentì ancora lo straordinario richiamo di un paesaggio d’incanto che volle percorrere nella descrizione e raccontarci nella figurazione.
La lenta stratificazione di tutte queste componenti, volutamente anche eterogenee ha trovato la sua formulazione matura in superfici astratte sottili e raffinate, in alchimie e decantazioni sensibili che rappresentano il perno di tutto il suo contesto artistico. Un ulteriore stimolo, un complemento naturale a questa formulazione, verrà ancora dal medium dell’incisione, cui l’artista s’avvicina alla metà degli anni Sessanta e che nella cartella del “Llanto por Ignacio Sànchez Mejìas” di Federico Garcìa Lorca avrà la sua formulazione di eccellenza. Anche in quest’ambito nulla è determinato: la lastra da stampare non pare costituire una condizione ultimativa, definitiva in quanto la stampa quasi sempre viene eseguita con variazioni di colore, sperimentando l’inchiostratura, la stessa composizione varia nell’aggiunta o sottrazione delle lastre impresse. La stampa diventa il pretesto per formulazioni uniche, originali.
Resta quello di Armand Rondez, scomparso prematuramente nel 1986, un percorso originale e di qualità, un sogno eroico cui ha dedicato la propria esistenza con profonda sensibilità e coerenza." (Paolo Blendinger, tratto dal catalogo "Armand Rondez", 2006)
Armand Rondez nasce a Zurigo nel 1928 da famiglia di origine giurassiana. Passa una parte della sua formazione scolastica nel collegio di Einsiedeln. Determinante è l’incontro con Walter Jonas di cui frequenta i corsi a partire dal 1949. Dal 1949-50 segue anche i corsi alla Kunstgewerbeschule di Zurigo. Lunghi soggiorni in Francia (1951) e poi in Spagna. Dal 1952-55 frequenta a Madrid l’Academia de Bellas Artes de San Fernando come allievo di Daniel Vazquez-Diaz. Espone per la prima volta nel 1953 alla Galleria Estilo di Madrid. Rientrato in Svizzera, il mercante Max Wydler gli organizza una mostra alla galleria Gurlitt di Monaco di Baviera. Aperto alle principali correnti artistiche del novecento (guarda in particolare alla pittura di Matisse e Klee) scopre, in occasione di una mostra a Zurigo nel 1961, il pittore Jean Dubuffet. Aggiunge al colore materiali diversi, sabbia, cera, segatura, carta macerata.
Negli anni ’60 ottiene alcune borse di studio dal Canton Zurigo. Nel 1965, quasi quarantenne e ispirato dall’amico pittore zurighese Karl Guldenschuh, affronta l’incisione che diventa poi un suo medium privilegiato. Illustra l’anno successivo il poema “Llanto por Ignacio Sànchez Mejìas” di Federico Garcìa Lorca da lui stesso tradotto. Per un certo periodo è insegnante a Bienne. Vive e lavora a Zurigo e nel Sud della Francia. È attivo anche nel campo della grafica. Dal ’83 iniziano i contatti con Mendrisio dove Rondez soggiorna frequentemente con l’intenzione di stabilirsi in modo più duraturo.
Nel 1981 si manifesta in lui una grave malattia. Colpito anche da lutti familiari sviluppa il tema della morte. Muore a Zurigo il 7 maggio 1986.
"Nell’ambiente artistico zurighese del dopoguerra, che si muove entro le istanze intellettuali dell’arte concreta e di una pittura sensoriale legata alla figurazione dell’Ecole de Paris, la personalità del pittore ed urbanista Walter Jonas (Oberursel am Taunus 1910-1979 Zurigo) ha assunto un ruolo del tutto particolare nella sua proposta di mediazione fra questi due approcci opposti.
Questa posizione alta, questa proposta isolata e coraggiosa che tendeva ad un moderno umanesimo è stata assunta a modello dal giovane Armand Rondez che dal 1949 fu allievo di Jonas e che con lui mantenne strettissimi legami d’amicizia fino alla morte. Egli aveva intuito che la strada obbligata per tale sintesi passava attraverso il rinnovamento del linguaggio artistico nel segno della ricerca e della sperimentazione artistica, e attraverso un avvicinamento alla cultura del sud, mediterranea, per riequilibrare un approccio culturale che nella città sulla Limmat, per un’intera generazione precedente, era rimasto legato al mondo del secondo – e tardivo – espressionismo tedesco.
Questo ideale spiega tutte le sue scelte formative successive ed i suoi riferimenti culturali, dall’iscrizione all’ “Academia de Bellas Artes de San Fernando” nel 1952 alla scoperta della pittura di Dubuffet nel 1961, e spiega il suo bisogno assoluto d’indipendenza che ha determinato tutta la sua esistenza. Emblematico in tal senso è l’improvviso distacco dal maestro madrileno Daniel Vazquez-Diaz (Nerva/ Huelva 1882-1969 Madrid) dopo appena tre anni, un distacco determinato non tanto da rapporti personali, bensì dalla solidità pittorica di questi legata ai modelli del Goya e del giovane Picasso, riferimenti che Rondez sentiva assai troppo limitativi e specifici. Egli aspirava ad ideali diversi, legati più ad una leggerezza che rinnegava la declamazione, il dogmatismo ed ogni vuota declinazione scolastica, ideali legati ad una spazialità che prevaricava la superficie pittorica stessa e che ricercava una rinnovata collocazione del messaggio artistico in ambito sociale. Preferì dunque aderire ad una formulazione stilistica libera che si muoveva su quella vaga china tra figurazione ed astrazione, libero lui, se necessario, d’incorrere in modo determinato da una parte o dall’altra, come succedette con prepotenza quando, durante i suoi ultimi soggiorni provenzali, confrontato con la malattia e la precarietà della nostra esistenza, sentì ancora lo straordinario richiamo di un paesaggio d’incanto che volle percorrere nella descrizione e raccontarci nella figurazione.
La lenta stratificazione di tutte queste componenti, volutamente anche eterogenee ha trovato la sua formulazione matura in superfici astratte sottili e raffinate, in alchimie e decantazioni sensibili che rappresentano il perno di tutto il suo contesto artistico. Un ulteriore stimolo, un complemento naturale a questa formulazione, verrà ancora dal medium dell’incisione, cui l’artista s’avvicina alla metà degli anni Sessanta e che nella cartella del “Llanto por Ignacio Sànchez Mejìas” di Federico Garcìa Lorca avrà la sua formulazione di eccellenza. Anche in quest’ambito nulla è determinato: la lastra da stampare non pare costituire una condizione ultimativa, definitiva in quanto la stampa quasi sempre viene eseguita con variazioni di colore, sperimentando l’inchiostratura, la stessa composizione varia nell’aggiunta o sottrazione delle lastre impresse. La stampa diventa il pretesto per formulazioni uniche, originali.
Resta quello di Armand Rondez, scomparso prematuramente nel 1986, un percorso originale e di qualità, un sogno eroico cui ha dedicato la propria esistenza con profonda sensibilità e coerenza." (Paolo Blendinger, tratto dal catalogo "Armand Rondez", 2006)
Armand Rondez nasce a Zurigo nel 1928 da famiglia di origine giurassiana. Passa una parte della sua formazione scolastica nel collegio di Einsiedeln. Determinante è l’incontro con Walter Jonas di cui frequenta i corsi a partire dal 1949. Dal 1949-50 segue anche i corsi alla Kunstgewerbeschule di Zurigo. Lunghi soggiorni in Francia (1951) e poi in Spagna. Dal 1952-55 frequenta a Madrid l’Academia de Bellas Artes de San Fernando come allievo di Daniel Vazquez-Diaz. Espone per la prima volta nel 1953 alla Galleria Estilo di Madrid. Rientrato in Svizzera, il mercante Max Wydler gli organizza una mostra alla galleria Gurlitt di Monaco di Baviera. Aperto alle principali correnti artistiche del novecento (guarda in particolare alla pittura di Matisse e Klee) scopre, in occasione di una mostra a Zurigo nel 1961, il pittore Jean Dubuffet. Aggiunge al colore materiali diversi, sabbia, cera, segatura, carta macerata.
Negli anni ’60 ottiene alcune borse di studio dal Canton Zurigo. Nel 1965, quasi quarantenne e ispirato dall’amico pittore zurighese Karl Guldenschuh, affronta l’incisione che diventa poi un suo medium privilegiato. Illustra l’anno successivo il poema “Llanto por Ignacio Sànchez Mejìas” di Federico Garcìa Lorca da lui stesso tradotto. Per un certo periodo è insegnante a Bienne. Vive e lavora a Zurigo e nel Sud della Francia. È attivo anche nel campo della grafica. Dal ’83 iniziano i contatti con Mendrisio dove Rondez soggiorna frequentemente con l’intenzione di stabilirsi in modo più duraturo.
Nel 1981 si manifesta in lui una grave malattia. Colpito anche da lutti familiari sviluppa il tema della morte. Muore a Zurigo il 7 maggio 1986.
15
settembre 2012
Armand Rondez (1928 – 1986) – Sguardo sull’opera
Dal 15 settembre al 13 ottobre 2012
arte contemporanea
Location
SPAZIO D’ARTE STELLANOVE
Mendrisio, Via Stella, 9, (Mendrisio)
Mendrisio, Via Stella, 9, (Mendrisio)
Orario di apertura
gio 15-19 sa 10-17 do 10-14
Vernissage
15 Settembre 2012, h 17
Autore
Curatore