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Armodio – Presente remoto
In rassegna, una trentina di lavori realizzati fra la fine degli anni Ottanta e il 2007. Macchine da caffè, scarpe, libri, in pratica le vite silenti che abitano la metafisica pittura di Armodio.
Comunicato stampa
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Il pittore senza errori o – come lo ha definito, anche di recente, Vittorio Sgarbi – «il Morandi del Duemila». Tante e illustri le definizioni su quello che, a ragione, è considerato uno dei più grandi pittori viventi: Armodio (Piacenza, 1938).
Nel suggestivo scenario della Basilica di Sant’Alessandro, martedì 1 luglio, alle ore 18,30, verrà inaugurata la mostra del Maestro Armodio dal titolo «Presente remoto». Interverranno, oltre al celebre artista, il Sindaco del Comune di Fiesole, Fabio Incatasciato; l’Assessore alla Cultura, Paolo Becattini; il curatore della mostra, Giovanni Faccenda, autore del lussuoso catalogo edito da Masso delle Fate per l’occasione.
In rassegna, una trentina di lavori realizzati fra la fine degli anni Ottanta e il 2007. Macchine da caffè, scarpe, libri, in pratica le vite silenti che abitano la metafisica pittura di Armodio. Scrive Giovanni Faccenda nella sua presentazione in catalogo: «L’incontro con la pittura di Armodio coincide ogni volta con un misterioso rituale: il tempo, nella mente di chi guarda, improvvisamente rallenta, ad un tratto si arresta in un attimo indeterminabile; poi, con una certa circospezione, indietreggia fino alla soglia di interni dove regna una calma imperturbabile. Olimpica, diresti. In quelle stanze profondamente enigmatiche, abitano oggetti, che sono, in realtà, soggetti di una rappresentazione immaginaria, continuamente suscitata da un’arcana vocazione animistica. Scarpe, libri, caffettiere e quant’altro concerne una intimità domestica, che indovini soprattutto memoriale, accendono di palpitazioni l’atmosfera, potentemente evocativa, nella quale albeggiano letture, storie, ricordi, naturalmente rivisitati con un’ermetica impronta personale. Gli ingredienti prediletti da Armodio sono la luce, il silenzio, la polvere, quell’odore antiquato di muffa che i libri esalano ogni volta che li recuperi dai loro scaffali, quando cominci a svoltarne lentamente le pagine, pensando con curiosità alle mani che avevano compiuto quel gesto semplice prima delle tue. […] L’aura di raccoglimento che avvolge queste sibilline entità si arricchisce di una sug-gestione: il bagliore adamantino che hanno le cose rivelate. Cose che non sono cose, ma presenze, vive, salutari, significanti, riaffiorate come per magia da un cosmo incombente, nel quale Armodio si addentra come un moderno Diogene, non più interessato agli uomini e al loro destino, ma all’anima nascosta di esistenze invisibili. Perché aveva ragione Morandi: si può dipingere tutto, basta soltanto saperlo vedere.»
Nel suggestivo scenario della Basilica di Sant’Alessandro, martedì 1 luglio, alle ore 18,30, verrà inaugurata la mostra del Maestro Armodio dal titolo «Presente remoto». Interverranno, oltre al celebre artista, il Sindaco del Comune di Fiesole, Fabio Incatasciato; l’Assessore alla Cultura, Paolo Becattini; il curatore della mostra, Giovanni Faccenda, autore del lussuoso catalogo edito da Masso delle Fate per l’occasione.
In rassegna, una trentina di lavori realizzati fra la fine degli anni Ottanta e il 2007. Macchine da caffè, scarpe, libri, in pratica le vite silenti che abitano la metafisica pittura di Armodio. Scrive Giovanni Faccenda nella sua presentazione in catalogo: «L’incontro con la pittura di Armodio coincide ogni volta con un misterioso rituale: il tempo, nella mente di chi guarda, improvvisamente rallenta, ad un tratto si arresta in un attimo indeterminabile; poi, con una certa circospezione, indietreggia fino alla soglia di interni dove regna una calma imperturbabile. Olimpica, diresti. In quelle stanze profondamente enigmatiche, abitano oggetti, che sono, in realtà, soggetti di una rappresentazione immaginaria, continuamente suscitata da un’arcana vocazione animistica. Scarpe, libri, caffettiere e quant’altro concerne una intimità domestica, che indovini soprattutto memoriale, accendono di palpitazioni l’atmosfera, potentemente evocativa, nella quale albeggiano letture, storie, ricordi, naturalmente rivisitati con un’ermetica impronta personale. Gli ingredienti prediletti da Armodio sono la luce, il silenzio, la polvere, quell’odore antiquato di muffa che i libri esalano ogni volta che li recuperi dai loro scaffali, quando cominci a svoltarne lentamente le pagine, pensando con curiosità alle mani che avevano compiuto quel gesto semplice prima delle tue. […] L’aura di raccoglimento che avvolge queste sibilline entità si arricchisce di una sug-gestione: il bagliore adamantino che hanno le cose rivelate. Cose che non sono cose, ma presenze, vive, salutari, significanti, riaffiorate come per magia da un cosmo incombente, nel quale Armodio si addentra come un moderno Diogene, non più interessato agli uomini e al loro destino, ma all’anima nascosta di esistenze invisibili. Perché aveva ragione Morandi: si può dipingere tutto, basta soltanto saperlo vedere.»
01
luglio 2008
Armodio – Presente remoto
Dal primo al 27 luglio 2008
arte contemporanea
Location
BASILICA DI SANT’ALESSANDRO
Fiesole, Via San Francesco, (Firenze)
Fiesole, Via San Francesco, (Firenze)
Orario di apertura
10-12,30/16-18,30 (chiuso martedì)
Vernissage
1 Luglio 2008, ore 18,30
Autore
Curatore