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Arnaldo Spagnoli – Wietzendorf
realizzando dipinti che il noto pittore Arnaldo Spagnoli riuscì a sopravvivere nel lager nazista di Wietzendorf
Comunicato stampa
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Quando un acquerello può spostare per il suo autore lo stretto discrimine che separa la vita dalla morte. E’ infatti realizzando dipinti che il noto pittore Arnaldo Spagnoli riuscì a sopravvivere nel lager nazista di Wietzendorf in cui era stato internato nel corso della seconda Guerra Mondiale. Una raccolta di ventotto di questi acquerelli, più un dipinto ad olio e alcuni documenti e manoscritti, verranno esposti a Parma dal prossimo 16 aprile fino alla fine del mese nell’ambito delle celebrazioni per il sessantesimo anniversario della Liberazione.
La mostra, dal titolo lapidario di “WIETZENDORF”, organizzata dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Parma – Servizio Eventi e Mostre in collaborazione con il Comitato per le Celebrazioni del XXV Aprile, si svolge vent’anni dopo la precedente e negli stessi spazi della Galleria del Teatro, in via Mameli.
Per sopravvivere nei lager nazisti chi vi era internato doveva fare appello alle sue sole forze. Come Primo Levi, chimico, che riuscì ad entrare nello staff del laboratorio di Auschwitz e in questo modo ad ottenere condizioni di vita meno bestiali, un altro intellettuale italiano, il parmigiano Arnaldo Spagnoli, nel lager di Wietzendorf riuscì ad andare avanti dipingendo ritratti ad acquerello dei suoi aguzzini.
Nato a Parma nel 1906 e diplomato presso il locale Istituto d’Arte nel 1924, in tempo di guerra Arnaldo Spagnoli fu inviato in Francia, a Grenoble, nella veste di S.Tenente con il contingente di truppe italiane di occupazione, e là fu sorpreso come il resto del nostro esercito dall’annuncio dell’armistizio, che espose i nostri alla vendetta tedesca in territorio ostile ad entrambi. Chi rifiutò di tradire e passare dalla parte tedesca fu sbrigativamente caricato su carri bestiame, stivato in vagoni piombati e spedito nell’inferno dei lager nazisti.
Fu questo il destino di Spagnoli, che si trovò nel campo di concentramento di Wietzendorf insieme al concittadino Giovannino Guareschi, all’altro pittore (umorista) Novello, al filosofo Enzo Paci, a Gianrico Tedeschi e ad Alessandro Natta.
Un’esperienza allucinante che segnò per sempre chi ebbe la fortuna di sopravvivere. Nel caso di Spagnoli, anche dal punto di vista artistico: pittore già riconosciuto a livello nazionale, la sua arte subì un vero stravolgimento dopo la tragedia della guerra, passando dalla limpidezza estetica classica ad un più immediato e comunicativo senso del colore, e da ritrattista impeccabile a sensibile paesaggista.
La mostra coglie l’esatto momento della trasformazione, dal momento che con l’unica scatola di acquerelli che nel trambusto della deportazione era riuscito a portare con sé nel lager dipinse diversi ritratti di ufficiali nazisti e alcuni dei primi paesaggi della sua nuova fase pittorica.
La mostra, dal titolo lapidario di “WIETZENDORF”, organizzata dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Parma – Servizio Eventi e Mostre in collaborazione con il Comitato per le Celebrazioni del XXV Aprile, si svolge vent’anni dopo la precedente e negli stessi spazi della Galleria del Teatro, in via Mameli.
Per sopravvivere nei lager nazisti chi vi era internato doveva fare appello alle sue sole forze. Come Primo Levi, chimico, che riuscì ad entrare nello staff del laboratorio di Auschwitz e in questo modo ad ottenere condizioni di vita meno bestiali, un altro intellettuale italiano, il parmigiano Arnaldo Spagnoli, nel lager di Wietzendorf riuscì ad andare avanti dipingendo ritratti ad acquerello dei suoi aguzzini.
Nato a Parma nel 1906 e diplomato presso il locale Istituto d’Arte nel 1924, in tempo di guerra Arnaldo Spagnoli fu inviato in Francia, a Grenoble, nella veste di S.Tenente con il contingente di truppe italiane di occupazione, e là fu sorpreso come il resto del nostro esercito dall’annuncio dell’armistizio, che espose i nostri alla vendetta tedesca in territorio ostile ad entrambi. Chi rifiutò di tradire e passare dalla parte tedesca fu sbrigativamente caricato su carri bestiame, stivato in vagoni piombati e spedito nell’inferno dei lager nazisti.
Fu questo il destino di Spagnoli, che si trovò nel campo di concentramento di Wietzendorf insieme al concittadino Giovannino Guareschi, all’altro pittore (umorista) Novello, al filosofo Enzo Paci, a Gianrico Tedeschi e ad Alessandro Natta.
Un’esperienza allucinante che segnò per sempre chi ebbe la fortuna di sopravvivere. Nel caso di Spagnoli, anche dal punto di vista artistico: pittore già riconosciuto a livello nazionale, la sua arte subì un vero stravolgimento dopo la tragedia della guerra, passando dalla limpidezza estetica classica ad un più immediato e comunicativo senso del colore, e da ritrattista impeccabile a sensibile paesaggista.
La mostra coglie l’esatto momento della trasformazione, dal momento che con l’unica scatola di acquerelli che nel trambusto della deportazione era riuscito a portare con sé nel lager dipinse diversi ritratti di ufficiali nazisti e alcuni dei primi paesaggi della sua nuova fase pittorica.
16
aprile 2005
Arnaldo Spagnoli – Wietzendorf
Dal 16 al 30 aprile 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEL TEATRO
Parma, Via Goffredo Mameli, 4, (Parma)
Parma, Via Goffredo Mameli, 4, (Parma)
Orario di apertura
10-13 e 16-19, chiuso il martedì
Vernissage
16 Aprile 2005, ore 18
Autore
Curatore