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Arnolfo. Alle origini del Rinascimento fiorentino
oltre 100 opere di Arnolfo di Cambio
Comunicato stampa
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E' una grande mostra di scultura che chiude il quadro delle celebrazioni espositive del VII centenario dell’artista. Promossa di concerto con il Comitato Nazionale, l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, l’Opera di Santa Maria del Fiore, il Comune di Firenze e in collaborazione con l’Università degli Studi Firenze, è curata dalla storica dell’arte Enrica Neri Lusanna. L’organizzazione e il catalogo sono di Eventi Polistampa. L’allestimento è progettato dall’architetto Adolfo Natalini con Guicciardini & Magni Architetti.
Le opere sono oltre cento molte delle quali conservate a Firenze, dove si attribuiscono ad Arnolfo, da Vasari in poi, i massimi monumenti dell’epoca: la chiesa di Santa Croce, Palazzo Vecchio e la nuova cattedrale di Santa Maria del Fiore, il capolavoro che l’artista iniziò a progettare dalla facciata avendo in mente, quali componenti culturali, il gotico di Francia e la tradizione classica.
L’importanza della mostra consiste, essenzialmente, nel presentare un’esposizione di sculture, evento raro soprattutto per opere di alta epoca e di dimensioni monumentali. Insieme ad altri capolavori in prestito dall’Italia e dall’estero (la Madonna di ambito di Nicola Pisano di Berlino, l’arnolfiana Annunciazione del Victoria and Albert Museum di Londra, la statua di Carlo d’Angiò dei Musei Capitolini e il fregio della tomba Annibaldi), che delineano il quadro della scultura della seconda metà del Duecento, sarà presente una selezione di importanti dipinti, sculture e oreficerie che permetteranno di ricostruire lo straordinario scenario artistico della città negli anni di Arnolfo, in relazione al contesto artistico dell’Italia centrale e all’Europa.
Sotto l’aspetto scientifico la mostra offre alcune eccezionali opportunità. Gran parte delle opere sono restaurate nella circostanza e ora possono essere ammirate per quello che realmente erano. Per la prima volta vengono messi a confronto elementi di monumenti funebri o civici realizzati da Arnolfo nell’attività romana e umbra con le opere pertinenti al periodo fiorentino, anche quelle emigrate in Europa e oltreoceano e oggi riunite per l’occasione. E’ inoltre possibile visualizzare finalmente il rapporto scultura architettura della facciata della cattedrale, smantellata nel Cinquecento, anche attraverso l’esposizione di frammenti architettonici e musivi. Infine, la mostra mette in luce lo stretto nesso tra Arnolfo e l’altro grande protagonista del rinnovamento artistico dell’epoca, Giotto, dal momento che fu soprattutto la pittura a raccogliere l’immediata eredità dello scultore, prima che, oltre un secolo dopo, facessero tesoro delle sue idee artisti come Brunelleschi e Donatello.
Le opere sono oltre cento molte delle quali conservate a Firenze, dove si attribuiscono ad Arnolfo, da Vasari in poi, i massimi monumenti dell’epoca: la chiesa di Santa Croce, Palazzo Vecchio e la nuova cattedrale di Santa Maria del Fiore, il capolavoro che l’artista iniziò a progettare dalla facciata avendo in mente, quali componenti culturali, il gotico di Francia e la tradizione classica.
L’importanza della mostra consiste, essenzialmente, nel presentare un’esposizione di sculture, evento raro soprattutto per opere di alta epoca e di dimensioni monumentali. Insieme ad altri capolavori in prestito dall’Italia e dall’estero (la Madonna di ambito di Nicola Pisano di Berlino, l’arnolfiana Annunciazione del Victoria and Albert Museum di Londra, la statua di Carlo d’Angiò dei Musei Capitolini e il fregio della tomba Annibaldi), che delineano il quadro della scultura della seconda metà del Duecento, sarà presente una selezione di importanti dipinti, sculture e oreficerie che permetteranno di ricostruire lo straordinario scenario artistico della città negli anni di Arnolfo, in relazione al contesto artistico dell’Italia centrale e all’Europa.
Sotto l’aspetto scientifico la mostra offre alcune eccezionali opportunità. Gran parte delle opere sono restaurate nella circostanza e ora possono essere ammirate per quello che realmente erano. Per la prima volta vengono messi a confronto elementi di monumenti funebri o civici realizzati da Arnolfo nell’attività romana e umbra con le opere pertinenti al periodo fiorentino, anche quelle emigrate in Europa e oltreoceano e oggi riunite per l’occasione. E’ inoltre possibile visualizzare finalmente il rapporto scultura architettura della facciata della cattedrale, smantellata nel Cinquecento, anche attraverso l’esposizione di frammenti architettonici e musivi. Infine, la mostra mette in luce lo stretto nesso tra Arnolfo e l’altro grande protagonista del rinnovamento artistico dell’epoca, Giotto, dal momento che fu soprattutto la pittura a raccogliere l’immediata eredità dello scultore, prima che, oltre un secolo dopo, facessero tesoro delle sue idee artisti come Brunelleschi e Donatello.
20
dicembre 2005
Arnolfo. Alle origini del Rinascimento fiorentino
Dal 20 dicembre 2005 al 21 aprile 2006
arte antica
Location
MUSEO DELL’OPERA DI SANTA MARIA DEL FIORE
Firenze, Piazza Del Duomo, 11, (Firenze)
Firenze, Piazza Del Duomo, 11, (Firenze)
Biglietti
intero € 10; ridotto € 8,50
Orario di apertura
tutti i giorni 9-19.30
Sito web
www.arnolfoafirenze.it
Editore
POLISTAMPA
Ufficio stampa
CSC SIGMA
Ufficio stampa
CATOLA & PARTNERS
Autore