Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Arnulf Rainer – Il corpo, la croce
L’esposisizione indaga un particolare e circoscritto periodo, quello che dal 70 arriva attraverso le Face farces ed i nudi del Frauensprachezyklus arriva all’82 con il rarissimo ciclo di Hiroshima
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Arnulf Rainer alla Eidos Immagini Contemporanee: Il corpo, la croce a cura di Raffaella A.Caruso.
L’esposisizione indaga un particolare e circoscritto periodo, quello che dal 70 arriva attraverso le
Face farces ed i nudi del Frauensprachezyklus arriva all’82 con il rarissimo ciclo di Hiroshima .
Un approccio non didattico né diacronico quello del curatore, viscerale piuttosto anche se come
scrive nel catalogo che accompagna l’esposizione “qui non si parla di sangue versato o di viscere
sparse, né di animali immolati in riti propiziatori. Qui si parla di intimo, della costante ricerca di un
io che rende Rainer sicuramente più accostabile a Bacon che a Nitsch”.
A lungo infatti tanta critica ha assimilato questo lavoro dalle radici dichiaratamente automatiste
all’azionismo viennese, ma l’aspetto performativo rimane in Rainer assolutamente intimo ed
ancorato alla pittura o come ancora scrive la Caruso “se ad esso è assimilabile, lo è solo nel
senso di un interesse quasi fisico per la Morte, quale passaggio ed uscita dal corpo e da sé per
raggiungere il sé.”
Subito lo spettatore è guidato ad individuare nelle sovrascritture, quasi scarificazione della
fotografia sottostante, il momento fondante della sua ricerca, nell’ossessivo disagio per la realtà
fenomenica :”Non smetto mai di lavorare sui miei quadri. Mi tormenta un’eterna insoddisfazione…i
miei dipinti, anche i primi e migliori, ricevono un mediamente un nuovo, e perlopiù nero, colpo di
pennello e crescono perciò come alberi”.
Raffaella Caruso individua dunque nella continua e costante ricerca dell’identità, la vena
primigenia di questo lavoro. Ecco dunque le Face Farces, isolate dal 1970 al 1975, in cui la
sofferenza, l’abbandonarsi del corpo sconfitto ad essa, la percezione di un dolore che è scossa
vivificante, lontano dall’anestesia della quiete, sono in Rainer un atto estetico estremo, come se
gli spasmi del corpo, psicotizzato dall’uso di droghe ricongiungessero l'Uomo al Dio della Croce.
La vis pittorica ed immaginifica di questi lavori fotografici (Rainer mai accetterà il la staticità del
medium fotografico) è ancora più evidente nella serie dei Frauensprache, dove l’immagine è
erotizzata non dalla nudità della modella ma da un colore pieno che la tocca e la possiede…
In un sentire così fisico e panteistico, l’approccio alla croce ed alla sofferenza in Rainer dunque
non può essere quello di un credente, ma piuttosto quello di un esteta iconoclasta che la usa
senza tabù e ne accetta il potere grande.
L’uccisione dell’Uomo in Croce così è per Rainer il Male come pura essenza: non diverso è il
genocidio perpetrato due millenni dopo ad Hiroshima. Una serie intensa e rarissima di sole 72
opere, disperse ormai tra Musei e collezioni, di cui qui lo spettatore potrà trovare breve ma intenso
saggio. Qui la sovrascrittura sebbene intensa, fitta, incisa diventa immota come un dolore, così
forte e costante, da essere muto e senza speranza.
Arnulf Rainer
Il corpo, la croce
A cura di Raffaella A.Caruso
Eidos Immagini Contemporanee
www.galleriaeidos.com
12 dicembre 2013- 12 gennaio 2014
opening 12 dicembre ore 18; orari martedi- domenica 10.30- 12.30, 16-19.30
Verificare telefonicamente giorni ed orari di visita
Catalogo in galleria
L’esposisizione indaga un particolare e circoscritto periodo, quello che dal 70 arriva attraverso le
Face farces ed i nudi del Frauensprachezyklus arriva all’82 con il rarissimo ciclo di Hiroshima .
Un approccio non didattico né diacronico quello del curatore, viscerale piuttosto anche se come
scrive nel catalogo che accompagna l’esposizione “qui non si parla di sangue versato o di viscere
sparse, né di animali immolati in riti propiziatori. Qui si parla di intimo, della costante ricerca di un
io che rende Rainer sicuramente più accostabile a Bacon che a Nitsch”.
A lungo infatti tanta critica ha assimilato questo lavoro dalle radici dichiaratamente automatiste
all’azionismo viennese, ma l’aspetto performativo rimane in Rainer assolutamente intimo ed
ancorato alla pittura o come ancora scrive la Caruso “se ad esso è assimilabile, lo è solo nel
senso di un interesse quasi fisico per la Morte, quale passaggio ed uscita dal corpo e da sé per
raggiungere il sé.”
Subito lo spettatore è guidato ad individuare nelle sovrascritture, quasi scarificazione della
fotografia sottostante, il momento fondante della sua ricerca, nell’ossessivo disagio per la realtà
fenomenica :”Non smetto mai di lavorare sui miei quadri. Mi tormenta un’eterna insoddisfazione…i
miei dipinti, anche i primi e migliori, ricevono un mediamente un nuovo, e perlopiù nero, colpo di
pennello e crescono perciò come alberi”.
Raffaella Caruso individua dunque nella continua e costante ricerca dell’identità, la vena
primigenia di questo lavoro. Ecco dunque le Face Farces, isolate dal 1970 al 1975, in cui la
sofferenza, l’abbandonarsi del corpo sconfitto ad essa, la percezione di un dolore che è scossa
vivificante, lontano dall’anestesia della quiete, sono in Rainer un atto estetico estremo, come se
gli spasmi del corpo, psicotizzato dall’uso di droghe ricongiungessero l'Uomo al Dio della Croce.
La vis pittorica ed immaginifica di questi lavori fotografici (Rainer mai accetterà il la staticità del
medium fotografico) è ancora più evidente nella serie dei Frauensprache, dove l’immagine è
erotizzata non dalla nudità della modella ma da un colore pieno che la tocca e la possiede…
In un sentire così fisico e panteistico, l’approccio alla croce ed alla sofferenza in Rainer dunque
non può essere quello di un credente, ma piuttosto quello di un esteta iconoclasta che la usa
senza tabù e ne accetta il potere grande.
L’uccisione dell’Uomo in Croce così è per Rainer il Male come pura essenza: non diverso è il
genocidio perpetrato due millenni dopo ad Hiroshima. Una serie intensa e rarissima di sole 72
opere, disperse ormai tra Musei e collezioni, di cui qui lo spettatore potrà trovare breve ma intenso
saggio. Qui la sovrascrittura sebbene intensa, fitta, incisa diventa immota come un dolore, così
forte e costante, da essere muto e senza speranza.
Arnulf Rainer
Il corpo, la croce
A cura di Raffaella A.Caruso
Eidos Immagini Contemporanee
www.galleriaeidos.com
12 dicembre 2013- 12 gennaio 2014
opening 12 dicembre ore 18; orari martedi- domenica 10.30- 12.30, 16-19.30
Verificare telefonicamente giorni ed orari di visita
Catalogo in galleria
12
dicembre 2013
Arnulf Rainer – Il corpo, la croce
Dal 12 dicembre 2013 al 12 gennaio 2014
arte contemporanea
Location
EIDOS IMMAGINI CONTEMPORANEE
Asti, Piazza Roma, 11, (Asti)
Asti, Piazza Roma, 11, (Asti)
Orario di apertura
martedi- domenica 10.30- 12.30, 16-19.30
Vernissage
12 Dicembre 2013, ore 18
Autore
Curatore