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Aroldo Marinai / Florencia Martinez – Nemmeno la memoria è un paese felice
Questa mostra presenta lavori recenti di due artisti che utilizzano la fotografia in modi simili eppure diversi. Le similitudini includono l’uso manipolato di fotografie “altrui” . Queste fotografie anonime, trovate nei mercatini o nelle cantine, finiscono per rivelare valenze iconografiche insospettabili.
Comunicato stampa
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Trasudano ignare il gusto di un’epoca e di un mondo distanti o perduti. Eppure è chiaro che non sono state scelte per il loro valore documentario. Esse sono scarnificate o disossate, ritagliate graffite graffiate alterate o nascoste, spinte o trascinate verso una poetica narrativa imprevista e ricchissima.
Le diversità sono dovute ai materiali e alle derive culturali dei due artisti, e in parte anche agli intenti che sottendono le loro creazioni.
Florencia Martinez (Buenos Aires, 1962 - vive a Milano) utilizza tessuti su cui le fotografie sono stampate a getto d’inchiostro, e su cui lei stessa interviene con ricami, pittura ad olio, china. Addizione, ridondanza o sottrazione per costruire le sue opere. Lo sguardo spazia alla ricerca di storie vere, possibili o inventate. La poetica tende a riunire gli elementi fondamentali del ricordo con il pattern dei tessuti. Il risultato è un sottile algoritmo in cui differenze e ripetizioni si sommano o elidono per formare una storia ininterrotta che si ramifica in altre storie, parziali ma non minori.
Aroldo Marinai (Firenze, 1941 - vive a Serrazzano, Pisa) ha trascorso alcuni anni cercando di incrociare, nei boschi delle Colline Metallifere, i ricordi e le tracce di un’apparizione della Madonna avvenuta nel sedicesimo secolo. Il suo lavoro recente è il risultato della ricerca di questo “luogo di minor resistenza”, di più facile trapasso dal reale al sacro. Le opere - molto in stile suprematista-pop - prevedono l’uso di mascherine ritagliate nel cartone per l’applicazione dei colori ad olio. “Rigore e sogno sempre s’intrecciano, non sono interessato al loro sciogliersi, parrebbe”.
Le diversità sono dovute ai materiali e alle derive culturali dei due artisti, e in parte anche agli intenti che sottendono le loro creazioni.
Florencia Martinez (Buenos Aires, 1962 - vive a Milano) utilizza tessuti su cui le fotografie sono stampate a getto d’inchiostro, e su cui lei stessa interviene con ricami, pittura ad olio, china. Addizione, ridondanza o sottrazione per costruire le sue opere. Lo sguardo spazia alla ricerca di storie vere, possibili o inventate. La poetica tende a riunire gli elementi fondamentali del ricordo con il pattern dei tessuti. Il risultato è un sottile algoritmo in cui differenze e ripetizioni si sommano o elidono per formare una storia ininterrotta che si ramifica in altre storie, parziali ma non minori.
Aroldo Marinai (Firenze, 1941 - vive a Serrazzano, Pisa) ha trascorso alcuni anni cercando di incrociare, nei boschi delle Colline Metallifere, i ricordi e le tracce di un’apparizione della Madonna avvenuta nel sedicesimo secolo. Il suo lavoro recente è il risultato della ricerca di questo “luogo di minor resistenza”, di più facile trapasso dal reale al sacro. Le opere - molto in stile suprematista-pop - prevedono l’uso di mascherine ritagliate nel cartone per l’applicazione dei colori ad olio. “Rigore e sogno sempre s’intrecciano, non sono interessato al loro sciogliersi, parrebbe”.
22
febbraio 2004
Aroldo Marinai / Florencia Martinez – Nemmeno la memoria è un paese felice
Dal 22 febbraio al 20 marzo 2004
arte contemporanea
Location
LA CORTE ARTE CONTEMPORANEA
Firenze, Via Dei Coverelli, 27r, (Firenze)
Firenze, Via Dei Coverelli, 27r, (Firenze)
Orario di apertura
dal martedì al sabato, ore 16-19 e per appuntamento
Vernissage
22 Febbraio 2004, dalle ore 11.00