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ARS – Artists in Residence Show
L’esposizione ARS presenterà venti opere realizzate da giovani artisti selezionati da venti tra le più prestigiose residenze per artisti in Italia e nel mondo. In contemporanea si inaugurerà la UniCredit Project Room della Fondazione che ospiterà, ogni due mesi, le opere di artisti emergenti.
Comunicato stampa
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In contemporanea si inaugurerà la UniCredit Project Room della Fondazione che ospiterà, ogni due mesi, le opere di artisti emergenti. Protagonista del primo appuntamento sarà l’artista emiliana Sissi (Bologna, 1977), che presenterà Addosso, un lavoro che sta al confine tra la sua vita privata e la sua vocazione alla performance, esponendo parte del suo guardaroba di opere indossabili.
L’esposizione ARS presenterà venti opere realizzate da giovani artisti selezionati da venti tra le più prestigiose residenze per artisti in Italia e nel mondo.
Inaugurazione: martedì 4 maggio 2010 ore 18.00
Fedele al suo statuto, la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano ha posto come obiettivo primario quello di sostenere i giovani artisti. A tal proposito, nel 2006 e nel 2008 si sono tenute le edizioni del Premio Fondazione Arnaldo Pomodoro.
Tra le novità del 2010, si è deciso di ripensare l’iniziativa, con una nuova formula che dia voce a giovani artisti italiani e internazionali, attraverso una rassegna che illustri il fenomeno, decisamente in crescita e rivelatore di come cambia il mondo dell’arte, delle residenze per artisti.
Si tratta di luoghi di lavoro e di studio che offrono uno spazio e un tempo adatti alla concentrazione, alla formazione, alla sperimentazione, alla crescita di idee nuove, lontani dalle necessità quotidiane e al riparo dalla pressione del mercato.
ARS - Artists in Residence Show, a cura di Angela Vettese e Milovan Farronato, presenta venti opere realizzate da giovani artisti selezionati da venti tra le più prestigiose residenze per artisti in Italia e nel mondo: Tommy Støckel (Danimarca), Invernomuto (Italia), Jompet Kuswidananto (Indonesia), Nick Evans (Zambia), Mats Adelman (Svezia), Andrea Nacciarriti (Italia), Corey McCorklee (USA), Jimmy Kuehnle (USA), Etcetera (Argentina), Ergun Koken (Turchia), Yael Bartana (Israele), Aya Tarek (Egitto), Alberto Tadiello (Italia), Alessandro Piangiamore (Italia), Marianne Vierø (Olanda), Matteo Rubbi (Italia), Anneè Olofsson (Svezia), Luigi Presicce (Italia), Luca Trevisani (Italia), Francesca De Pieri (Italia) Delphine Dhilly (Francia) - selezionati da venti tra le più prestigiose residenze per artisti in Italia e nel mondo.
Le residenze prevedono periodi di permanenza che possono durare da un mese a due anni. In alcuni di questi centri, la scelta di chi può accedervi viene fatta rispondendo semplicemente alle richieste. Nella maggioranza dei casi, però, i responsabili decidono chi avrà diritto al posto, compiendo così una selezione che precede quella fatta dalle gallerie d’arte, dai mercanti e dai curatori. In questo caso, non si privilegiano artisti in grado di produrre opere appetibili dal mercato o spettacolari all’interno di una mostra. Per chi gestisce una residenza, infatti, l’importante è la coerenza e la rilevanza del progetto che lo stesso artista intende sviluppare.
Inoltre, le residenze sono un fenomeno innovativo perché rispecchiano un nuovo modo di viaggiare e un nuovo radicamento geografico del lavoro: non si emigra più in modo definitivo, spostandosi definitivamente, ma si viaggia spesso. In particolare, l’artista non è più solo un testimone del suo Paese ma frequenta normalmente altri luoghi anche molto lontani da quello da cui proviene. Per citare il critico francese Nicolas Bourriaud (The Radicant, 2009), “l’artista rispecchia l'atteggiamento dell'uomo del nostro tempo che, come l’edera, tende a radicarsi continuamente in nuovi luoghi” senza peraltro perdere la propria identità originaria, assommandone molte e facendo tesoro del proprio spirito di adattamento.
GLI ARTISTI E LE OPERE
ARS - Artists in Residence Show si aprirà con una versione rivisitata dell’Inferno dantesco offerta dal collettivo argentino Etcetera, un intricato e suggestivo sistema di rimandi, di personaggi che come affissioni pubblicitarie si concentreranno all’ingresso della mostra.
Quindi s’incontrerà il lavoro in progress di Matteo Rubbi. Una visione fulminea è stata la scintilla che ha dato il via all’opera, ovvero la possibilità di visualizzare la struttura architettonica della Fondazione come l’esoscheletro di una nave, con i suoi ponti, la sua volumetria. Le parti mancanti necessarie per dare concretezza a questa suggestione saranno realizzate dall’artista durante i laboratori didattici, attraverso la collaborazione con gli studenti delle scuole.
In mostra, un numero nutrito di espressioni scultoree verranno poste in netto contrasto tra loro: dai precari equilibri degli assemblaggi di piccole dimensioni di Luca Trevisani all’iperbole visiva dell’americano Jimmy Kuehnle; dal granitico formalismo esistenziale dell’olandese Marianne Vierø, alle algide e contenute espressioni dello zambiano Nick Evans. Inoltre, da un lato, si troverà il lavoro dell’italiano Alessandro Piangiamore che pone in risalto la poesia di un duplice frammento di realtà paesaggistica ribaltata, dall’altro, quello dello svedese Mats Adelman che ricompone un ulteriore frammento di natura attraverso la giustapposizione di un video su monitor e di sculture di animali in legno.
Anche lungo i camminamenti che conducono alle tre piattaforme sospese, si troverà una serie di opere. Dall’alto, dominerà in bianco e nero, l’intervento site-specific di Aya Tarek, mentre il percorso ascensionale verrà introdotto dall’installazione multimediale del turco Ergun Koken. Tra i due lavori il visitatore potrà imbattersi nel cono sonoro costituito da un medley di suoni realizzati dal collettivo Invernomuto. Più oltre, si potrà ammirare un trittico di video, rispettivamente di Corey McCorklee, di Anneè Olofsson, oltre al lavoro che esprime la collaborazione tra la fotografa Francesca De Pieri e la video maker Delphine Dhilly.
Sulle tre piattaforme sopraelevate verranno poste la videoinstallazione di Yael Bartana realizzata durante la sua permanenza presso il Jerusalem Center for the Visual Arts, le riflessioni neurotiche di Alberto Tadiello tradotte in una doppia spirale che si accende e si spegne a ritmo regolare, le strutture modulari in miniatura di Tommy Støckel e una possibile via di fuga offerta dall’intervento di Andrea Nacciarriti.
Alcuni dei lavori proposti sono stati realizzati dagli artisti durante il periodo di residenza presso le istituzioni che sono chiamati a rappresentare. In altri casi, come per i collettivi Etcetera e Invernomuto, l’artista egiziana Aya Tarek, l’indonesiano Jompet Kuswidananto, l’italiano Matteo Rubbi si tratta invece di opere inedite pensate appositamente per gli spazi della Fondazione.
Durante l’inaugurazione si terranno tre performance: l’inaspettato concerto radiofonico di Matteo Rubbi, l’improbabile musica di Luigi Presicce suonata attraverso uno strumento di sua invenzione, e ancora Anneè Olofsson che si presenterà come mendicante, riflettendo sul ruolo e il profilo dell’artista e soprattutto sui suoi bisogni.
Accompagna la mostra un catalogo edito dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro.
Milano, aprile 2010
Artista e nazionalità Residenza di provenienza
Tommy Støckel (Danimarca) Baltic Art Center, Visby (Svezia)
Invernomuto (Italia) Dena Foundation for Contemporary Art (Paris/France, Omi-New York/USA)
Jompet Kuswidananto (Indonesia) Cemeti Art House, Yogokarta (Indonesia)
Nick Evans (Zambia) Glasgow Sculpture Studios, Glasgow (Scozia)
Mats Adelman (Svezia) HIAP, Tallberginkatu (Finlandia)
Andrea Nacciarriti (Italia) Nosadella.due, Bologna (Italia)
Corey McCorklee (USA) OCA, Oslo (Norvegia)
Jimmy Kuehnle (USA) Platform, Vasa (Finlandia)
Etcetera (Argentina) Platform Garantie, Istanbul (Turchia)
Ergun Koken (Turchia) The Israeli Center for Digital Art, Holon (Israele)
Yael Bartana (Israele) The Jerusalem Center for the Visual Arts, Gerusalemme (Israele)
Aya Tarek (Egitto) Townhouse Gallery, Il Cairo (Egitto)
Alberto Tadiello (Italia) Viafarini, Milano (Italia)
Alessandro Piangiamore (Italia) Spinola Banna per l’arte, Poirino (Italia)
Marianne Vierø (Olanda) Rijksakademie van beeldende kunsten, Amsterdam (Olanda)
Matteo Rubbi (Italia) Palais de Tokyo, Parigi (Francia)
Anneè Olofsson (Svezia) International Studio & Curatorial Program, New York
Luigi Presicce (Italia) Fondazione Antonio Ratti, Como (Italia)
Luca Trevisani (Italia) Bethainen, Berlino (Germania)
Francesca De Pieri e Delphine Dhilly Fundación InspirArte, Valencia (Spagna)
(Italia e Francia)
L’esposizione ARS presenterà venti opere realizzate da giovani artisti selezionati da venti tra le più prestigiose residenze per artisti in Italia e nel mondo.
Inaugurazione: martedì 4 maggio 2010 ore 18.00
Fedele al suo statuto, la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano ha posto come obiettivo primario quello di sostenere i giovani artisti. A tal proposito, nel 2006 e nel 2008 si sono tenute le edizioni del Premio Fondazione Arnaldo Pomodoro.
Tra le novità del 2010, si è deciso di ripensare l’iniziativa, con una nuova formula che dia voce a giovani artisti italiani e internazionali, attraverso una rassegna che illustri il fenomeno, decisamente in crescita e rivelatore di come cambia il mondo dell’arte, delle residenze per artisti.
Si tratta di luoghi di lavoro e di studio che offrono uno spazio e un tempo adatti alla concentrazione, alla formazione, alla sperimentazione, alla crescita di idee nuove, lontani dalle necessità quotidiane e al riparo dalla pressione del mercato.
ARS - Artists in Residence Show, a cura di Angela Vettese e Milovan Farronato, presenta venti opere realizzate da giovani artisti selezionati da venti tra le più prestigiose residenze per artisti in Italia e nel mondo: Tommy Støckel (Danimarca), Invernomuto (Italia), Jompet Kuswidananto (Indonesia), Nick Evans (Zambia), Mats Adelman (Svezia), Andrea Nacciarriti (Italia), Corey McCorklee (USA), Jimmy Kuehnle (USA), Etcetera (Argentina), Ergun Koken (Turchia), Yael Bartana (Israele), Aya Tarek (Egitto), Alberto Tadiello (Italia), Alessandro Piangiamore (Italia), Marianne Vierø (Olanda), Matteo Rubbi (Italia), Anneè Olofsson (Svezia), Luigi Presicce (Italia), Luca Trevisani (Italia), Francesca De Pieri (Italia) Delphine Dhilly (Francia) - selezionati da venti tra le più prestigiose residenze per artisti in Italia e nel mondo.
Le residenze prevedono periodi di permanenza che possono durare da un mese a due anni. In alcuni di questi centri, la scelta di chi può accedervi viene fatta rispondendo semplicemente alle richieste. Nella maggioranza dei casi, però, i responsabili decidono chi avrà diritto al posto, compiendo così una selezione che precede quella fatta dalle gallerie d’arte, dai mercanti e dai curatori. In questo caso, non si privilegiano artisti in grado di produrre opere appetibili dal mercato o spettacolari all’interno di una mostra. Per chi gestisce una residenza, infatti, l’importante è la coerenza e la rilevanza del progetto che lo stesso artista intende sviluppare.
Inoltre, le residenze sono un fenomeno innovativo perché rispecchiano un nuovo modo di viaggiare e un nuovo radicamento geografico del lavoro: non si emigra più in modo definitivo, spostandosi definitivamente, ma si viaggia spesso. In particolare, l’artista non è più solo un testimone del suo Paese ma frequenta normalmente altri luoghi anche molto lontani da quello da cui proviene. Per citare il critico francese Nicolas Bourriaud (The Radicant, 2009), “l’artista rispecchia l'atteggiamento dell'uomo del nostro tempo che, come l’edera, tende a radicarsi continuamente in nuovi luoghi” senza peraltro perdere la propria identità originaria, assommandone molte e facendo tesoro del proprio spirito di adattamento.
GLI ARTISTI E LE OPERE
ARS - Artists in Residence Show si aprirà con una versione rivisitata dell’Inferno dantesco offerta dal collettivo argentino Etcetera, un intricato e suggestivo sistema di rimandi, di personaggi che come affissioni pubblicitarie si concentreranno all’ingresso della mostra.
Quindi s’incontrerà il lavoro in progress di Matteo Rubbi. Una visione fulminea è stata la scintilla che ha dato il via all’opera, ovvero la possibilità di visualizzare la struttura architettonica della Fondazione come l’esoscheletro di una nave, con i suoi ponti, la sua volumetria. Le parti mancanti necessarie per dare concretezza a questa suggestione saranno realizzate dall’artista durante i laboratori didattici, attraverso la collaborazione con gli studenti delle scuole.
In mostra, un numero nutrito di espressioni scultoree verranno poste in netto contrasto tra loro: dai precari equilibri degli assemblaggi di piccole dimensioni di Luca Trevisani all’iperbole visiva dell’americano Jimmy Kuehnle; dal granitico formalismo esistenziale dell’olandese Marianne Vierø, alle algide e contenute espressioni dello zambiano Nick Evans. Inoltre, da un lato, si troverà il lavoro dell’italiano Alessandro Piangiamore che pone in risalto la poesia di un duplice frammento di realtà paesaggistica ribaltata, dall’altro, quello dello svedese Mats Adelman che ricompone un ulteriore frammento di natura attraverso la giustapposizione di un video su monitor e di sculture di animali in legno.
Anche lungo i camminamenti che conducono alle tre piattaforme sospese, si troverà una serie di opere. Dall’alto, dominerà in bianco e nero, l’intervento site-specific di Aya Tarek, mentre il percorso ascensionale verrà introdotto dall’installazione multimediale del turco Ergun Koken. Tra i due lavori il visitatore potrà imbattersi nel cono sonoro costituito da un medley di suoni realizzati dal collettivo Invernomuto. Più oltre, si potrà ammirare un trittico di video, rispettivamente di Corey McCorklee, di Anneè Olofsson, oltre al lavoro che esprime la collaborazione tra la fotografa Francesca De Pieri e la video maker Delphine Dhilly.
Sulle tre piattaforme sopraelevate verranno poste la videoinstallazione di Yael Bartana realizzata durante la sua permanenza presso il Jerusalem Center for the Visual Arts, le riflessioni neurotiche di Alberto Tadiello tradotte in una doppia spirale che si accende e si spegne a ritmo regolare, le strutture modulari in miniatura di Tommy Støckel e una possibile via di fuga offerta dall’intervento di Andrea Nacciarriti.
Alcuni dei lavori proposti sono stati realizzati dagli artisti durante il periodo di residenza presso le istituzioni che sono chiamati a rappresentare. In altri casi, come per i collettivi Etcetera e Invernomuto, l’artista egiziana Aya Tarek, l’indonesiano Jompet Kuswidananto, l’italiano Matteo Rubbi si tratta invece di opere inedite pensate appositamente per gli spazi della Fondazione.
Durante l’inaugurazione si terranno tre performance: l’inaspettato concerto radiofonico di Matteo Rubbi, l’improbabile musica di Luigi Presicce suonata attraverso uno strumento di sua invenzione, e ancora Anneè Olofsson che si presenterà come mendicante, riflettendo sul ruolo e il profilo dell’artista e soprattutto sui suoi bisogni.
Accompagna la mostra un catalogo edito dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro.
Milano, aprile 2010
Artista e nazionalità Residenza di provenienza
Tommy Støckel (Danimarca) Baltic Art Center, Visby (Svezia)
Invernomuto (Italia) Dena Foundation for Contemporary Art (Paris/France, Omi-New York/USA)
Jompet Kuswidananto (Indonesia) Cemeti Art House, Yogokarta (Indonesia)
Nick Evans (Zambia) Glasgow Sculpture Studios, Glasgow (Scozia)
Mats Adelman (Svezia) HIAP, Tallberginkatu (Finlandia)
Andrea Nacciarriti (Italia) Nosadella.due, Bologna (Italia)
Corey McCorklee (USA) OCA, Oslo (Norvegia)
Jimmy Kuehnle (USA) Platform, Vasa (Finlandia)
Etcetera (Argentina) Platform Garantie, Istanbul (Turchia)
Ergun Koken (Turchia) The Israeli Center for Digital Art, Holon (Israele)
Yael Bartana (Israele) The Jerusalem Center for the Visual Arts, Gerusalemme (Israele)
Aya Tarek (Egitto) Townhouse Gallery, Il Cairo (Egitto)
Alberto Tadiello (Italia) Viafarini, Milano (Italia)
Alessandro Piangiamore (Italia) Spinola Banna per l’arte, Poirino (Italia)
Marianne Vierø (Olanda) Rijksakademie van beeldende kunsten, Amsterdam (Olanda)
Matteo Rubbi (Italia) Palais de Tokyo, Parigi (Francia)
Anneè Olofsson (Svezia) International Studio & Curatorial Program, New York
Luigi Presicce (Italia) Fondazione Antonio Ratti, Como (Italia)
Luca Trevisani (Italia) Bethainen, Berlino (Germania)
Francesca De Pieri e Delphine Dhilly Fundación InspirArte, Valencia (Spagna)
(Italia e Francia)
04
maggio 2010
ARS – Artists in Residence Show
Dal 04 maggio al 27 giugno 2010
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE ARNALDO POMODORO
Milano, Via Vigevano, 9, (Milano)
Milano, Via Vigevano, 9, (Milano)
Biglietti
8 Euro intero, 5 Euro ridotto; Ingresso gratuito ogni seconda domenica del mese.
Il biglietto consente la visita anche alla mostra Sissi/Addosso
Orario di apertura
da mercoledì a domenica ore 11-19; giovedì ore 11-22
Vernissage
4 Maggio 2010, ore 18
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore