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ART CLUB 1945-1964
Un percorso unico ed estremamente significativo all’interno dell’arte italiana del secondo dopoguerra realizzato attraverso un’ampia raccolta di lavori di circa cinquanta tra gli artisti che sono stati soci dell’Associazione Artistica Internazionale Indipendente o che hanno comunque partecipato ad alcune fra le tantissime esposizioni da essa organizzate
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Da venerdì 23 maggio a domenica 20 luglio la Fondazione Villa
Bertelli ospita nella propria sede di Forte dei Marmi (Via Giuseppe Mazzini, 200) “ART CLUB 1945-
1964”, un’esposizione dedicata all’Art Club, un percorso unico ed estremamente significativo
all’interno dell’arte italiana del secondo dopoguerra realizzato attraverso un’ampia raccolta di lavori di
circa cinquanta tra gli artisti che sono stati soci dell’Associazione Artistica Internazionale Indipendente o che
hanno comunque partecipato ad alcune fra le tantissime esposizioni da essa organizzate.
Fondata nell’immediato avvio del secondo dopoguerra dal pittore polacco Joseph Jarema, da Enrico
Prampolini, Virgilio Guzzi, Pericle Fazzini, Luigi Montanarini, l’Associazione Artistica Internazionale
Indipendente si rivelò presto, come scrive Simongini nel catalogo della mostra, un “sodalizio
anticonformista e indipendente di artisti” e fu capace di dare “un dinamico impulso all’inserimento
della creatività italiana in un contesto europeo”.
Come scrive ancora Simongini, nel testo curatoriale, l’Art Club “ha promosso l’organizzazione di mostre
esemplari e la pubblicazione di libri stranieri d’arte e d’architettura, ha dato fiducia a giovani pittori e scultori
che in seguito si sono affermati pienamente, il tutto con pochi mezzi, con infinita forza di volontà e in
piena autonomia. Nei due decenni di vita dell’Art Club le mostre arriveranno ad oltre cento ma non vanno
dimenticati i venti bollettini pubblicati dall’Associazione (dove figurano anche contributi internazionali come
quelli di Eluard, Léger e Seuphor e di grandi critici come Venturi), la produzione di rappresentazioni teatrali le
cui scenografie e costumi erano realizzati dagli stessi soci, l’organizzazione di vivaci kermesse destinate ad
attirare il pubblico di non addetti ai lavori, con il coinvolgimento di scrittori come De Libero, Moravia, Sinisgalli,
Ungaretti, di protagonisti del mondo cinematografico quali Blasetti, De Sica, Anna Magnani, Michelle Morgan,
e con concetti di musica classica e jazz. Grazie all’Art Club si poterono vedere, spesso per la prima volta in
Italia, opere di Arp, Baumeister, Delaunay, Magnelli, Picasso, Poliakoff, Vasarely, solo per ricordare alcuni
Alla importante kermesse espositiva - il cui obiettivo è rendere giustizia al pluralismo d’intenti e voci oltre
che alla straordinaria capacità di dialogo sotto la cui bandiera è nato l’Art Club - prenderanno parte molti
fra i maggiori esponenti dell’arte italiana del ‘900 secondo due linee fondamentali di ricerca: quella
figurativa e quella astratto-informale.
Con circa settanta opere fra dipinti, sculture, disegni e serigrafie, l’esposizione, promossa dalla
Fondazione Villa Bertelli sotto il segno del “ritrovarsi”, mira a mettere in luce la pluralità e la
coesistenza dialettica di linguaggi, allo stesso tempo differenti ed eterogenei ma perfettamente
dialoganti tra di loro, che hanno contraddistinto i primi anni di vita dell’Art Club.
Un omaggio particolare è stato pensato per ricordare il pittore della Scuola romana Luigi Montanarini,
nella sua duplice qualità di fondatore e di unico toscano del gruppo che ha partecipato all’atto costitutivo
dell’Art Club.
Ad impreziosire la mostra anche una rara cartella nata per celebrare il decimo anniversario della
fondazione dell’Art Club e intitolata “Arte Astratta in Italia nel 1955”, che raccoglie 14 serigrafie, datate
gennaio 1955 e firmate da Afro, Giacomo Balla, Michelangelo Conte, Piero Dorazio, Joseph Jarema, Alberto
Magnelli, Alberto Moretti, Bruno Munari, Gualtiero Nativi, Achille Perilli, Enrico Prampolini, Mario Radice, Gino
Severini e Atanasio Soldati. A completare l’esposizione infine una serie di importanti documenti storici
che hanno accompagnato la storia creativa e culturale dell’Artclub.
Dell’Art Club hanno scritto:
“(…) Nato da un efficace connubio tra utopia e pragmatismo, intuizione lirica e rigore organizzativo, l’Art Club
ha dimostrato che un libero e motivato raggruppamento (o “fratellanza”, come si legge nell’art.2 dello Statuto)
di artisti può offrire un energico e decisivo contributo al risveglio dell’azione culturale in un’intera nazione.
Questo sodalizio anticonformista ed indipendente di artisti ha dato un dinamico impulso all’inserimento
della creatività italiana in un contesto europeo, ha promosso l’organizzazione di mostre esemplari e la
pubblicazione di libri stranieri d’arte e d’architettura, ha dato fiducia a giovani pittori e scultori che in seguito
si sono affermati pienamente, il tutto con pochi mezzi, con infinita forza di volontà e in piena autonomia.
Anzi, l’Art Club ha fatto ancora di più: ha fornito l’humus più fertile per la fioritura di una cultura artistica
d’avanguardia e libera, consanguinea alla più avanzata ricerca internazionale, ma connaturata principalmente
ad una linea aniconica tipicamente italiana e che si potrebbe definire come “razionalismo mediterraneo”, al di
là della querelle tra “astrazione” e “concretismo”. Le molteplici attività dell’Art Club hanno costituito la spina
dorsale di quel decennio cruciale dell’arte italiana compreso tra l’immediato secondo dopoguerra e la metà
degli anni cinquanta, giacché l’Associazione ha costituito, in un difficilissimo frangente storico, quel centro di
incontro e di confronto dialettico che manca anche agli artisti di oggi e che ha favorito la crescita e lo sviluppo
di vari virgulti creativi”. (Gabriele Simongini)
“(….) Nasce l’Art Club sulla base, almeno apparente, di un grande afflato di ricostruzione e unità affermato
da tutta una serie di personalità che in effetti erano quelle “giuste”rispetto a ciò che era successo durante
una guerra che aveva certamente tarpato le ali a tante istanze di rigenerazione etica e estetica ma che
soltanto nell’ ultima fase aveva brutalmente e violentemente accantonato ogni possibilità per gli intellettuali
e gli artisti di incidere in qualunque modo sul corso degli eventi. Il superamento della guerra, la ricerca di
obbiettivi comuni perseguiti con animo puro e finalmente sgombro da pregiudizi, conflittualità pretestuose,
invidie, sopraffazioni, furono sul serio i presupposti con cui l’Art Club prese vita e nei primi anni questa sorta
di slancio che coagulava le forze e rinvigoriva strategie comuni sembrò avere ampio spazio e condivisione.
(…) E’ commovente rivedere tanti lavori di tanti grandi artisti che attraversano questo periodo di speranze
e di affermazioni perentorie, di certezze e di forti timori. Oggi la prospettiva storica da cui leggere quegli
avvenimenti sembra essersi concretamente precisata e il tempo della riflessione, nello stato attuale di crisiapparentemente perpetua, incombe nuovamente con particolare urgenza. Il forte desiderio di bilanci, sia pur
parziali, rispetto a un’ epoca che ci è nel contempo molto vicina e remotissima giunge a proposito”. (Claudio
Strinati)
“L’omaggio che la Fondazione Villa Bertelli, di Forte dei Marmi, rende all’Art Club ripercorrendo, attraverso
sessanta opere e cinquanta artisti, quasi vent’anni di attività del gruppo vuole dimostrare che l’Associazione
fu una scuola senza essere una scuola. Nel pieno rispetto delle differenze di stile e di spirito dei singoli
artisti si possono tuttavia enucleare e rintracciare lineamenti, temi e alcune radici. ( …). Dipingere, fare
arte, è qualcosa di più che un fatto strumentale: è necessità dell’anima, è un “significare”, che deve
certificarsi nella materia, nella tela, senza altri disinganni. Segni d'Arte proprio per queste ragioni doveva
essere presente e testimoniare, con il suo contributo, il richiamo entusiastico, intenso, di questi artisti alla
“solidarietà internazionale”. (…) Segni d'Arte, accettando il Progetto e l'organizzazione romana della Mostra,
ripropone il concetto di “segnalare” arte per “fare cultura”, criterio che è stimolo alla riflessione, alla critica,
ad appassionarsi a qualcosa, a creare legami. In questa circostanza insieme alla Fondazione Villa Bertelli,
che ospiterà la rassegna in Toscana, terra fra l’altro di numerosi artisti, oltre che promotori, dell’ inedito
Circolo culturale. Penso al pittore Luigi Montanarini, nella sua duplice qualità di fondatore e di unico toscano
dell’Associazione, che partecipò all’atto costitutivo dell’Art Club, prezioso interprete figurativo della Scuola
romana, sostenitore della profonda forza magnetica del colore come dimostrano le sue grandi tele in cui ha
segnato il passo alla nuova modernità cromatica”. (Nicolina Bianchi)
La mostra, a cura di Gabriele Simongini, è promossa dal Comune di Forte dei Marmi (Assessorato alla
Cultura) e dalla Fondazione Villa Bertelli e organizzata in collaborazione con il periodico Segni d’Arte di
Roma.
Pubblicato da Edizioni Franche Tirature, il catalogo, al cui interno sono presenti – otre ad alcuni rari
documenti dell’Art Club - un ampio testo curatoriale e un contributo di Claudio Strinati, è stato curato da
Nicolina Bianchi, Jacopo Cannas e Gabriele Simongini.
Vernissage cocktail: venerdì 23 maggio 2014, ore 18.00.
La mostra si protrarrà fino al 20 luglio 2014: nei mesi di maggio e giugno dal martedì al venerdì dalle 16.30
alle 19.30 e nei giorni di sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.30 (ingresso: 5 €),
lunedì chiuso; nel mese di luglio tutti i giorni con orario 10.00-13.00 e 17.00-23.00.
Fondazione Villa Bertelli - Via Giuseppe Mazzini, 200– Forte dei Marmi (LU) - (www.villabertelli.it)
Bertelli ospita nella propria sede di Forte dei Marmi (Via Giuseppe Mazzini, 200) “ART CLUB 1945-
1964”, un’esposizione dedicata all’Art Club, un percorso unico ed estremamente significativo
all’interno dell’arte italiana del secondo dopoguerra realizzato attraverso un’ampia raccolta di lavori di
circa cinquanta tra gli artisti che sono stati soci dell’Associazione Artistica Internazionale Indipendente o che
hanno comunque partecipato ad alcune fra le tantissime esposizioni da essa organizzate.
Fondata nell’immediato avvio del secondo dopoguerra dal pittore polacco Joseph Jarema, da Enrico
Prampolini, Virgilio Guzzi, Pericle Fazzini, Luigi Montanarini, l’Associazione Artistica Internazionale
Indipendente si rivelò presto, come scrive Simongini nel catalogo della mostra, un “sodalizio
anticonformista e indipendente di artisti” e fu capace di dare “un dinamico impulso all’inserimento
della creatività italiana in un contesto europeo”.
Come scrive ancora Simongini, nel testo curatoriale, l’Art Club “ha promosso l’organizzazione di mostre
esemplari e la pubblicazione di libri stranieri d’arte e d’architettura, ha dato fiducia a giovani pittori e scultori
che in seguito si sono affermati pienamente, il tutto con pochi mezzi, con infinita forza di volontà e in
piena autonomia. Nei due decenni di vita dell’Art Club le mostre arriveranno ad oltre cento ma non vanno
dimenticati i venti bollettini pubblicati dall’Associazione (dove figurano anche contributi internazionali come
quelli di Eluard, Léger e Seuphor e di grandi critici come Venturi), la produzione di rappresentazioni teatrali le
cui scenografie e costumi erano realizzati dagli stessi soci, l’organizzazione di vivaci kermesse destinate ad
attirare il pubblico di non addetti ai lavori, con il coinvolgimento di scrittori come De Libero, Moravia, Sinisgalli,
Ungaretti, di protagonisti del mondo cinematografico quali Blasetti, De Sica, Anna Magnani, Michelle Morgan,
e con concetti di musica classica e jazz. Grazie all’Art Club si poterono vedere, spesso per la prima volta in
Italia, opere di Arp, Baumeister, Delaunay, Magnelli, Picasso, Poliakoff, Vasarely, solo per ricordare alcuni
Alla importante kermesse espositiva - il cui obiettivo è rendere giustizia al pluralismo d’intenti e voci oltre
che alla straordinaria capacità di dialogo sotto la cui bandiera è nato l’Art Club - prenderanno parte molti
fra i maggiori esponenti dell’arte italiana del ‘900 secondo due linee fondamentali di ricerca: quella
figurativa e quella astratto-informale.
Con circa settanta opere fra dipinti, sculture, disegni e serigrafie, l’esposizione, promossa dalla
Fondazione Villa Bertelli sotto il segno del “ritrovarsi”, mira a mettere in luce la pluralità e la
coesistenza dialettica di linguaggi, allo stesso tempo differenti ed eterogenei ma perfettamente
dialoganti tra di loro, che hanno contraddistinto i primi anni di vita dell’Art Club.
Un omaggio particolare è stato pensato per ricordare il pittore della Scuola romana Luigi Montanarini,
nella sua duplice qualità di fondatore e di unico toscano del gruppo che ha partecipato all’atto costitutivo
dell’Art Club.
Ad impreziosire la mostra anche una rara cartella nata per celebrare il decimo anniversario della
fondazione dell’Art Club e intitolata “Arte Astratta in Italia nel 1955”, che raccoglie 14 serigrafie, datate
gennaio 1955 e firmate da Afro, Giacomo Balla, Michelangelo Conte, Piero Dorazio, Joseph Jarema, Alberto
Magnelli, Alberto Moretti, Bruno Munari, Gualtiero Nativi, Achille Perilli, Enrico Prampolini, Mario Radice, Gino
Severini e Atanasio Soldati. A completare l’esposizione infine una serie di importanti documenti storici
che hanno accompagnato la storia creativa e culturale dell’Artclub.
Dell’Art Club hanno scritto:
“(…) Nato da un efficace connubio tra utopia e pragmatismo, intuizione lirica e rigore organizzativo, l’Art Club
ha dimostrato che un libero e motivato raggruppamento (o “fratellanza”, come si legge nell’art.2 dello Statuto)
di artisti può offrire un energico e decisivo contributo al risveglio dell’azione culturale in un’intera nazione.
Questo sodalizio anticonformista ed indipendente di artisti ha dato un dinamico impulso all’inserimento
della creatività italiana in un contesto europeo, ha promosso l’organizzazione di mostre esemplari e la
pubblicazione di libri stranieri d’arte e d’architettura, ha dato fiducia a giovani pittori e scultori che in seguito
si sono affermati pienamente, il tutto con pochi mezzi, con infinita forza di volontà e in piena autonomia.
Anzi, l’Art Club ha fatto ancora di più: ha fornito l’humus più fertile per la fioritura di una cultura artistica
d’avanguardia e libera, consanguinea alla più avanzata ricerca internazionale, ma connaturata principalmente
ad una linea aniconica tipicamente italiana e che si potrebbe definire come “razionalismo mediterraneo”, al di
là della querelle tra “astrazione” e “concretismo”. Le molteplici attività dell’Art Club hanno costituito la spina
dorsale di quel decennio cruciale dell’arte italiana compreso tra l’immediato secondo dopoguerra e la metà
degli anni cinquanta, giacché l’Associazione ha costituito, in un difficilissimo frangente storico, quel centro di
incontro e di confronto dialettico che manca anche agli artisti di oggi e che ha favorito la crescita e lo sviluppo
di vari virgulti creativi”. (Gabriele Simongini)
“(….) Nasce l’Art Club sulla base, almeno apparente, di un grande afflato di ricostruzione e unità affermato
da tutta una serie di personalità che in effetti erano quelle “giuste”rispetto a ciò che era successo durante
una guerra che aveva certamente tarpato le ali a tante istanze di rigenerazione etica e estetica ma che
soltanto nell’ ultima fase aveva brutalmente e violentemente accantonato ogni possibilità per gli intellettuali
e gli artisti di incidere in qualunque modo sul corso degli eventi. Il superamento della guerra, la ricerca di
obbiettivi comuni perseguiti con animo puro e finalmente sgombro da pregiudizi, conflittualità pretestuose,
invidie, sopraffazioni, furono sul serio i presupposti con cui l’Art Club prese vita e nei primi anni questa sorta
di slancio che coagulava le forze e rinvigoriva strategie comuni sembrò avere ampio spazio e condivisione.
(…) E’ commovente rivedere tanti lavori di tanti grandi artisti che attraversano questo periodo di speranze
e di affermazioni perentorie, di certezze e di forti timori. Oggi la prospettiva storica da cui leggere quegli
avvenimenti sembra essersi concretamente precisata e il tempo della riflessione, nello stato attuale di crisiapparentemente perpetua, incombe nuovamente con particolare urgenza. Il forte desiderio di bilanci, sia pur
parziali, rispetto a un’ epoca che ci è nel contempo molto vicina e remotissima giunge a proposito”. (Claudio
Strinati)
“L’omaggio che la Fondazione Villa Bertelli, di Forte dei Marmi, rende all’Art Club ripercorrendo, attraverso
sessanta opere e cinquanta artisti, quasi vent’anni di attività del gruppo vuole dimostrare che l’Associazione
fu una scuola senza essere una scuola. Nel pieno rispetto delle differenze di stile e di spirito dei singoli
artisti si possono tuttavia enucleare e rintracciare lineamenti, temi e alcune radici. ( …). Dipingere, fare
arte, è qualcosa di più che un fatto strumentale: è necessità dell’anima, è un “significare”, che deve
certificarsi nella materia, nella tela, senza altri disinganni. Segni d'Arte proprio per queste ragioni doveva
essere presente e testimoniare, con il suo contributo, il richiamo entusiastico, intenso, di questi artisti alla
“solidarietà internazionale”. (…) Segni d'Arte, accettando il Progetto e l'organizzazione romana della Mostra,
ripropone il concetto di “segnalare” arte per “fare cultura”, criterio che è stimolo alla riflessione, alla critica,
ad appassionarsi a qualcosa, a creare legami. In questa circostanza insieme alla Fondazione Villa Bertelli,
che ospiterà la rassegna in Toscana, terra fra l’altro di numerosi artisti, oltre che promotori, dell’ inedito
Circolo culturale. Penso al pittore Luigi Montanarini, nella sua duplice qualità di fondatore e di unico toscano
dell’Associazione, che partecipò all’atto costitutivo dell’Art Club, prezioso interprete figurativo della Scuola
romana, sostenitore della profonda forza magnetica del colore come dimostrano le sue grandi tele in cui ha
segnato il passo alla nuova modernità cromatica”. (Nicolina Bianchi)
La mostra, a cura di Gabriele Simongini, è promossa dal Comune di Forte dei Marmi (Assessorato alla
Cultura) e dalla Fondazione Villa Bertelli e organizzata in collaborazione con il periodico Segni d’Arte di
Roma.
Pubblicato da Edizioni Franche Tirature, il catalogo, al cui interno sono presenti – otre ad alcuni rari
documenti dell’Art Club - un ampio testo curatoriale e un contributo di Claudio Strinati, è stato curato da
Nicolina Bianchi, Jacopo Cannas e Gabriele Simongini.
Vernissage cocktail: venerdì 23 maggio 2014, ore 18.00.
La mostra si protrarrà fino al 20 luglio 2014: nei mesi di maggio e giugno dal martedì al venerdì dalle 16.30
alle 19.30 e nei giorni di sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.30 (ingresso: 5 €),
lunedì chiuso; nel mese di luglio tutti i giorni con orario 10.00-13.00 e 17.00-23.00.
Fondazione Villa Bertelli - Via Giuseppe Mazzini, 200– Forte dei Marmi (LU) - (www.villabertelli.it)
23
maggio 2014
ART CLUB 1945-1964
Dal 23 maggio al 20 luglio 2014
arte contemporanea
Location
VILLA BERTELLI
Forte Dei Marmi, Via Giuseppe Mazzini, (Lucca)
Forte Dei Marmi, Via Giuseppe Mazzini, (Lucca)
Biglietti
5 euro
Orario di apertura
maggio e giugno dal martedì al venerdì dalle 16.30 alle 19.30 e nei giorni di sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.30, lunedì chiuso; luglio: tutti i giorni 10.00-13.00 e 17.00-23.00
Vernissage
23 Maggio 2014, h 18
Autore
Curatore