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Art East Milano 2013
Milano, via Corelli, Giovedì 3 Ottobre, opening della II edizone di Art East Milano, rassegna di pittura e fotografia a cura di Lucio Forte.
Comunicato stampa
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Sovrapposizioni di informazioni specifiche e soggettive.
Art East Milano presenta una commistione di anime e menti che raccontano se stesse. L'arte in questa condizione di transfert di informazioni diventa il sistema di espressione di comunicazione, libera nel proprio linguaggio, più di qualunque altro sistema codificato, più plasmata che mai alla necessità comunicativa del proprio autore, creata ad hoc per esprimere se stessi, il proprio inconscio o teorema.
Questa comunicazione è profonda, adotta sistemi linguistici complessi, poco convenzionabili. Rappresenta il tentativo degli artisti di conoscere il vuoto, il mistero che ci avvolge, per non smettere mai ogni giorno di cercare una spiegazione che sia per lo meno accettabile dalla nostra mente, ricerca limitata a quell' intervallo minimo di tempo che seppur minimo ora viviamo.
Siamo vivi, ancora vivi, possiamo fare finta di niente oppure possiamo per tutta la vita, sempre ribadire con insistenza che siamo avvolti dal nulla, dal buio, il mistero è totalmente intrinseco a ciò che è esterno a noi, nello spazio e nel tempo.
Dobbiamo continuamente concentrarci per cercare di capire, di cogliere quel poco, di fronte all'immensità, per trovare una certezza di un'idea.
Un'idea che sia minimamente compatibile con l'assurdità dell'esistenza.
Il nostro cervello ragiona in un modo limitatissimo, costituitosi per assicurarci l'autosufficienza, la sopravvivenza, meccanismi atti al mantenimento dell'essere che si muove nel suo habitat.
Con tale strumento noi vogliamo cogliere l'infinito, l'universo; potrebbe essere adatto ad interpretare ma non a capire.
In questo contensto teorico e suggestivo ad Art East Milano potremo sentire voci sovrapposte che parlano, che raccontano, che fuoriescono dalle opere in silenzio come fluida emanazione mnemonica.
Distinguerle, quindi riascoltarle per poi nuovamente risovrapporle.
Questa, un operazione quasi liturgica della II edizione di Art East Milano, per avvicinarci all'interpretazione delle profondità e dei ricordi nascosti nelle opere. Per considerare l'arte come il più completo linguaggio espressivo a nostra disposizione.
Ulteriori informazioni
Info@lucioforte.com
tel. 347 7686415
http://www.lucioforte.com
mappa
Artisti:
Alessandra Bisi: "La mia pittura è astratta. Ricerco il rapporto tra colore e spazio per realizzare una composizione che è forma ed espressione. Uso tecniche miste e nei collages la carta viene adoperata come se fosse un colore.
Ho intenzione di catturare i sentimenti e le emozioni, le manifestazioni interne ed intense che non si esprimono con le parole. Articolo il mio processo mentale mediante rapporti cromatici, la loro forza e forma. La mia fantasia è stimolata dalla natura e dal flusso della vita quotidiana. Disegno un mondo nel quale avrei voluto vivere, esprimendo le tracce della mia vita senza raccontarle a parole, ma semplicemente dipingendo."
Francesco Spatara ha lavorato a fianco del maestro Innocente Salvini e si è diplomato all'Accademia di Brera di Milano.
Le sue opere mostrano una forza ed una maturità di alto livello espressivo. I segni decisi e dinamici, frutto di un'immediatezza, una gestualità incredibile. Nulla è lasciato al caso perchè l'atto creativo è diretta emanazione dell'inconscio che sa perfettamente come indurre la mano del pittore ad agire, cosa svelare e nascondere, cosa lasciare intuire, cosa far ricostruire all'interpretazione soggettiva dell'osservatore. I ritmi aperti, ben visibili dialogano, le pause scandiscono. Le cromie ai massimi livelli. Qui possiamo veramente vedere cosa vuol dire "fare" pittura astratta, il significato è nella suggestione figurativa indotta. L'artista, l'uomo diviene tramite inconsapevole tra spirito e tela.
Quella di Giuseppe Giacobino è una ricerca artistica a carattere fenomenologico. Se pur nel suo lavoro fotografico vi sono riferimenti all'eredità metalinguistica concettuale di autori come Baldessari, si apre a una ermeneutica di codici referenziali. L'idioletto della sua messa in opera ha la funzione di destare all'osservatore una “attesa disattesa”, un effetto straniante, una apparente negazione del significato, aprendo le porte dei vari incommensurabili sentire e soggettive interpretazioni. “Negare la narrazione” sembra essere il sottile filo che conduce al suo lavoro. Una ricerca sull'immagine e coscienza volta a denunciare il limite di quest' ultima, quale prodotto del condizionamento operante di una società sempre più materialista e indotta. I suoi lavori non offrono un godimento empatico ma autoattivano domande sul senso dei segni posti.
Lucio Forte artista eclettico alla ricerca di un'arte, caratterizzata da tecnica, dinamismo e forza, che esalti la suggestione nella pittura di caratteristiche percepibili non bidimensionali, non visibili, non statiche, come profondità, movimento, suono e luminosità.
Che sia canale di trasporto al sogno ed alla libertà di cui questo ne è elemento scatenante.
Marco Sancini, digitalizzazione manuale. L'idea di Marco Sancini è di invertire il processo di schematizzazione automatica digitale delle immagini, usando lo stesso strumento che le ha elaborate in pixel, ovvero la trasformazione digitale appunto. Ciò che viene invertito è il lavoro di costituzione dei pixel da un soggetto all'altro o meglio da un oggetto la macchina ad un soggetto l'uomo. La costituzione di questi pixel per l'uomo è realizzazione, disegno, per la macchina è elaborazione. In questo caso l'uomo realizza, disegna, manipola, con la computer graphics i pixel, ricoprendo quelli già elaborati.
Diventa, nell'operazione artistica, una sorta di virus che contamina l'immagine digitale con il suo stesso strumento generativo, il virus poi si presenta visivamente nell'opera, un'altro o forse lo stesso virus è presente anche nella mente dell'artista Marco Sancini che ridisegna centinaia e centinaia di quadratini al computer!
L'opera finale è una minuziosa elaborazione fotografica con interessanti richiami al Cyberpunk, nonché ovviamente al divisionismo.
Maurizio Zucchellini "...girando in tondo nella notte consumati dal fuoco", in balia di un meccanismo più grande di lui, un indomabile input a creare.
Ci troviamo in un' incredibile fucina, con richiami importanti, espressionisti, surrealisti, patafisici, Otto Dix, Max Ernst, Dalì, contaminazioni interiorizzate, e poi rielaborate in anni di attività e sperimentazione.
Maurizio Zucchellini, in realtà, non sa più cosa fare perchè è un artista dal cui genio fuoriescono senza tregua, a ruota libera, continue opere di pittura, disegni, incisioni e grafica digitale.
Sono rappresentazioni di socialità assurde, teatrali, tragicomiche, con scambi comunicativi mal funzionanti, in avaria, tra esseri assurdi, sdoppiati, mitologici, antropomorfi, ma molto strani, monocoli, con doppie teste ed antenne.
La produzione è inarrestabile. L 'artista non può opporsi ma solamente soccombere alla realizzazione continuativa di tutto questo.
Il risultato è interessantissimo, la sua prigionia creativa diventa per noi un dono, grazie al quale possiamo ammirare questi mostri bicefali, queste sequenze di immagini, che definiscono storie infinite con elementi interscambiabili, proprio in linea con la definizione di Patafisica "la scienza delle soluzioni immaginarie".
In questa rassegna l'artista presenta la serie: "le figure dell' aldiqua" tratta dal filone "dal lavoro inconcludente".
Nairò:" In questa rassegna presento una seria di ritratti realizzati colorando prima il volto del soggetto e poi acquisendone il negativo su una tela, Questi ritratti nascono quindi da un contatto (seppur mediato dalla tela e dal colore) tra l'artista e il soggetto, un contatto che ha un'intensità maggiore o minore a seconda di come viene vissuta l'interazione fisico e mentale tra i due attori. Il risultato finale di ogni ritratto è definito dal caso che questa tecnica genera"
Vincenzo La Greca presenta un'opera interpretativa:
La grande onda di Kokusai.
"...in questo dipinto ho voluto unire ed interpretare più opere del maestro Kokusai, cercando con molta umiltà di riconfermare la sua filosofia a me preziosa. L'opera esprime in forma simbolica tre elementi: divino, umano, terreno.
L'onda più grande si staglia verso il cielo minacciosa, come artigli di un drago, evidenziando la potenza della natura, senza però sottomettere l'uomo, elevando faticosamente verso la vetta della vita.
Tecnica: olio su carta di riso."
La seconda opera si intitola: Lo stagno.
"Il tema rimane l'acqua però di un piccolo stagno dove la vita scorre a nostra insaputa...nel micro accade di tutto...nel quadro i colori si muovono indipendenti e separati tra loro con oggetti incollati come in uno stagno costretto a vivere circondato dall' uomo. Lo stagno per difesa ingloba gi elementi estranei.
Tecnica mista su tavola."
Art East Milano presenta una commistione di anime e menti che raccontano se stesse. L'arte in questa condizione di transfert di informazioni diventa il sistema di espressione di comunicazione, libera nel proprio linguaggio, più di qualunque altro sistema codificato, più plasmata che mai alla necessità comunicativa del proprio autore, creata ad hoc per esprimere se stessi, il proprio inconscio o teorema.
Questa comunicazione è profonda, adotta sistemi linguistici complessi, poco convenzionabili. Rappresenta il tentativo degli artisti di conoscere il vuoto, il mistero che ci avvolge, per non smettere mai ogni giorno di cercare una spiegazione che sia per lo meno accettabile dalla nostra mente, ricerca limitata a quell' intervallo minimo di tempo che seppur minimo ora viviamo.
Siamo vivi, ancora vivi, possiamo fare finta di niente oppure possiamo per tutta la vita, sempre ribadire con insistenza che siamo avvolti dal nulla, dal buio, il mistero è totalmente intrinseco a ciò che è esterno a noi, nello spazio e nel tempo.
Dobbiamo continuamente concentrarci per cercare di capire, di cogliere quel poco, di fronte all'immensità, per trovare una certezza di un'idea.
Un'idea che sia minimamente compatibile con l'assurdità dell'esistenza.
Il nostro cervello ragiona in un modo limitatissimo, costituitosi per assicurarci l'autosufficienza, la sopravvivenza, meccanismi atti al mantenimento dell'essere che si muove nel suo habitat.
Con tale strumento noi vogliamo cogliere l'infinito, l'universo; potrebbe essere adatto ad interpretare ma non a capire.
In questo contensto teorico e suggestivo ad Art East Milano potremo sentire voci sovrapposte che parlano, che raccontano, che fuoriescono dalle opere in silenzio come fluida emanazione mnemonica.
Distinguerle, quindi riascoltarle per poi nuovamente risovrapporle.
Questa, un operazione quasi liturgica della II edizione di Art East Milano, per avvicinarci all'interpretazione delle profondità e dei ricordi nascosti nelle opere. Per considerare l'arte come il più completo linguaggio espressivo a nostra disposizione.
Ulteriori informazioni
Info@lucioforte.com
tel. 347 7686415
http://www.lucioforte.com
mappa
Artisti:
Alessandra Bisi: "La mia pittura è astratta. Ricerco il rapporto tra colore e spazio per realizzare una composizione che è forma ed espressione. Uso tecniche miste e nei collages la carta viene adoperata come se fosse un colore.
Ho intenzione di catturare i sentimenti e le emozioni, le manifestazioni interne ed intense che non si esprimono con le parole. Articolo il mio processo mentale mediante rapporti cromatici, la loro forza e forma. La mia fantasia è stimolata dalla natura e dal flusso della vita quotidiana. Disegno un mondo nel quale avrei voluto vivere, esprimendo le tracce della mia vita senza raccontarle a parole, ma semplicemente dipingendo."
Francesco Spatara ha lavorato a fianco del maestro Innocente Salvini e si è diplomato all'Accademia di Brera di Milano.
Le sue opere mostrano una forza ed una maturità di alto livello espressivo. I segni decisi e dinamici, frutto di un'immediatezza, una gestualità incredibile. Nulla è lasciato al caso perchè l'atto creativo è diretta emanazione dell'inconscio che sa perfettamente come indurre la mano del pittore ad agire, cosa svelare e nascondere, cosa lasciare intuire, cosa far ricostruire all'interpretazione soggettiva dell'osservatore. I ritmi aperti, ben visibili dialogano, le pause scandiscono. Le cromie ai massimi livelli. Qui possiamo veramente vedere cosa vuol dire "fare" pittura astratta, il significato è nella suggestione figurativa indotta. L'artista, l'uomo diviene tramite inconsapevole tra spirito e tela.
Quella di Giuseppe Giacobino è una ricerca artistica a carattere fenomenologico. Se pur nel suo lavoro fotografico vi sono riferimenti all'eredità metalinguistica concettuale di autori come Baldessari, si apre a una ermeneutica di codici referenziali. L'idioletto della sua messa in opera ha la funzione di destare all'osservatore una “attesa disattesa”, un effetto straniante, una apparente negazione del significato, aprendo le porte dei vari incommensurabili sentire e soggettive interpretazioni. “Negare la narrazione” sembra essere il sottile filo che conduce al suo lavoro. Una ricerca sull'immagine e coscienza volta a denunciare il limite di quest' ultima, quale prodotto del condizionamento operante di una società sempre più materialista e indotta. I suoi lavori non offrono un godimento empatico ma autoattivano domande sul senso dei segni posti.
Lucio Forte artista eclettico alla ricerca di un'arte, caratterizzata da tecnica, dinamismo e forza, che esalti la suggestione nella pittura di caratteristiche percepibili non bidimensionali, non visibili, non statiche, come profondità, movimento, suono e luminosità.
Che sia canale di trasporto al sogno ed alla libertà di cui questo ne è elemento scatenante.
Marco Sancini, digitalizzazione manuale. L'idea di Marco Sancini è di invertire il processo di schematizzazione automatica digitale delle immagini, usando lo stesso strumento che le ha elaborate in pixel, ovvero la trasformazione digitale appunto. Ciò che viene invertito è il lavoro di costituzione dei pixel da un soggetto all'altro o meglio da un oggetto la macchina ad un soggetto l'uomo. La costituzione di questi pixel per l'uomo è realizzazione, disegno, per la macchina è elaborazione. In questo caso l'uomo realizza, disegna, manipola, con la computer graphics i pixel, ricoprendo quelli già elaborati.
Diventa, nell'operazione artistica, una sorta di virus che contamina l'immagine digitale con il suo stesso strumento generativo, il virus poi si presenta visivamente nell'opera, un'altro o forse lo stesso virus è presente anche nella mente dell'artista Marco Sancini che ridisegna centinaia e centinaia di quadratini al computer!
L'opera finale è una minuziosa elaborazione fotografica con interessanti richiami al Cyberpunk, nonché ovviamente al divisionismo.
Maurizio Zucchellini "...girando in tondo nella notte consumati dal fuoco", in balia di un meccanismo più grande di lui, un indomabile input a creare.
Ci troviamo in un' incredibile fucina, con richiami importanti, espressionisti, surrealisti, patafisici, Otto Dix, Max Ernst, Dalì, contaminazioni interiorizzate, e poi rielaborate in anni di attività e sperimentazione.
Maurizio Zucchellini, in realtà, non sa più cosa fare perchè è un artista dal cui genio fuoriescono senza tregua, a ruota libera, continue opere di pittura, disegni, incisioni e grafica digitale.
Sono rappresentazioni di socialità assurde, teatrali, tragicomiche, con scambi comunicativi mal funzionanti, in avaria, tra esseri assurdi, sdoppiati, mitologici, antropomorfi, ma molto strani, monocoli, con doppie teste ed antenne.
La produzione è inarrestabile. L 'artista non può opporsi ma solamente soccombere alla realizzazione continuativa di tutto questo.
Il risultato è interessantissimo, la sua prigionia creativa diventa per noi un dono, grazie al quale possiamo ammirare questi mostri bicefali, queste sequenze di immagini, che definiscono storie infinite con elementi interscambiabili, proprio in linea con la definizione di Patafisica "la scienza delle soluzioni immaginarie".
In questa rassegna l'artista presenta la serie: "le figure dell' aldiqua" tratta dal filone "dal lavoro inconcludente".
Nairò:" In questa rassegna presento una seria di ritratti realizzati colorando prima il volto del soggetto e poi acquisendone il negativo su una tela, Questi ritratti nascono quindi da un contatto (seppur mediato dalla tela e dal colore) tra l'artista e il soggetto, un contatto che ha un'intensità maggiore o minore a seconda di come viene vissuta l'interazione fisico e mentale tra i due attori. Il risultato finale di ogni ritratto è definito dal caso che questa tecnica genera"
Vincenzo La Greca presenta un'opera interpretativa:
La grande onda di Kokusai.
"...in questo dipinto ho voluto unire ed interpretare più opere del maestro Kokusai, cercando con molta umiltà di riconfermare la sua filosofia a me preziosa. L'opera esprime in forma simbolica tre elementi: divino, umano, terreno.
L'onda più grande si staglia verso il cielo minacciosa, come artigli di un drago, evidenziando la potenza della natura, senza però sottomettere l'uomo, elevando faticosamente verso la vetta della vita.
Tecnica: olio su carta di riso."
La seconda opera si intitola: Lo stagno.
"Il tema rimane l'acqua però di un piccolo stagno dove la vita scorre a nostra insaputa...nel micro accade di tutto...nel quadro i colori si muovono indipendenti e separati tra loro con oggetti incollati come in uno stagno costretto a vivere circondato dall' uomo. Lo stagno per difesa ingloba gi elementi estranei.
Tecnica mista su tavola."
03
ottobre 2013
Art East Milano 2013
Dal 03 al 15 ottobre 2013
arte contemporanea
Location
ORYGMA
Milano, Via Arcangelo Corelli, 34, (Milano)
Milano, Via Arcangelo Corelli, 34, (Milano)
Orario di apertura
Dal Lunedì al Venerdì ore 16:00-19:30 o su appuntamento
Vernissage
3 Ottobre 2013, ore 18:30-23:30
Autore
Curatore