Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Arte come Bene Relazionale. Il Castello di Gamberale e i Dipinti Murali di Morena Antonucci
personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Presentazione della serie di dipinti murali dell’artista Morena Antonucci “Completa sintonia” realizzati nei mesi di maggio/giugno 2013 su commissione del Comune di Gamberale (Ch) all’interno del Castello comunale.
Il giorno 04 agosto 2013, alle ore 18,30, presso la sala conferenze del Castello Medievale di Gamberale (Ch), avverrà l’inaugurazione e la presentazione pubblica dei DIPINTI MURALI “Completa sintonia”, realizzati recentemente dall’artista MORENA ANTONUCCI su commissione del Comune di Gamberale e su progettazione dell’Associazione Culturale DiAdeArte.
L’evento, centrato sul rapporto tra arte e natura, si inserisce nel programma delle attività dell’Associazione Culturale DiAdeArte, ed è orientato non soltanto a valorizzare e promuovere il Comune di Gamberale, il più alto della provincia di Chieti, situato nel cuore del Parco Nazionale della Majella, con il suo Castello Medievale arricchito, attualmente, dai dipinti murali dell’artista Morena Antonucci, quanto a sottolineare come l’Arte, quando è genuina e centrata su valori esistenziali ed autorealizzativi, possa divenire il fulcro delle RELAZIONI tra le persone e le istituzioni, fungendo come esternalità positiva per una Comunità e come strumento di crescita della sua identità sociale. L’Arte come bene Relazionale è da considerarsi come un elemento fondamentale nel percorso di definizione di un bene artistico come bene Culturale, che ha la caratteristica di essere contestualmente un bene pubblico, locale e relazionale.
Per la circostanza il Comune di Gamberale (Ch) su progetto dell’Associazione Culturale DiAdeArte, ha individuato la pittrice MORENA ANTONUCCI, che dal 2004 ha portato avanti il suo progetto artistico ed esistenziale all’interno del Parco Nazionale della Majella, fondato sui principi di Sostenibilità, Identità e Prosocialità del Benessere, come artista idonea alla realizzazione di dipinti murali da porre in essere nel Castello locale; dipinti di grandi dimensioni, il più grande è di circa 12 mq, per una dimensione complessiva di oltre 20 mq. Tali opere sono state realizzate nei mesi di maggio/giugno 2013, con pigmenti e resine acriliche su muro, e sono in linea con il percorso artistico della Antonucci sviluppatosi in questi ultimi dieci anni in Abruzzo, sono orientati a generare una comunicazione “dialogica” tra l’interno e l’esterno del Castello di Gamberale e sono il frutto di un decennale accumulo di esperienze e sensazioni che l’artista ha maturato a stretto contatto con la Montagna Madre (la Majella) e che hanno trovato libera espressione sulle grandi pareti del Castello, alimentati dalle suggestioni di un contesto naturalistico estremamente stimolante e fonte d’ispirazione.
E’ prevista la presentazione della dott.ssa ANGELA TROILO e la proiezione dei documenti visuali realizzati per l’occasione da SILVIA DI SALVATORE.
Completa sintonia, 2013, acrilico su muro, 400x300 cm. (Morena Antonucci)
Profilo critico
La “reggia azzurra” di Morena Antonucci
(…) Così, a motivare il lavoro di Morena Antonucci è in primo luogo la natura intatta e carica di valenze sacrali delle pendici della Majella: le acque, ma soprattutto le pietre, le rocce, le loro fratture e fenditure, che sembrano racchiudere lo spirito primigenio di una stirpe e di una terra.
E, tra le rocce, quasi mimetizzata tra di esse, o, meglio, quasi da esse espressa, si delinea una presenza che agli occhi di Morena Antonucci, si carica di una particolarissima, molteplice valenza simbolica: è il lupo italico, che effettivamente la pittrice ha potuto incontrare nei dintorni di Colledimacine. Il lupo che in passato fu eretto a emblema dell’atavico terrore delle genti contadine nei confronti di tutto ciò che è misterioso, solitario e fieramente indipendente, così da entrare, con un ruolo determinante, perfino in tante fiabe e leggende. E se, in passato, il lupo affamato fu il grande nemico di greggi e bestiame, oggi esso ci appare piuttosto in veste di vittima, di animale braccato e minacciato, ma pur sempre indocile e mai addomesticato.
Il lupo (…) assurge dunque al rango di una sorta di presenza ctonia, di una voce ancestrale che richiama l’uomo contemporaneo alla realtà profonda e mai cancellata del mito.
Pittrice di istinto e di passione, Morena Antonucci dispiega una forza gestuale che trova conferma e supporto in scelte cromatiche (…). (Con) Colori forti, squillanti, spesso di puro pigmento: blu, in primo luogo, e rossi e verdi. E, accanto a questi, un contorno di colori più tenui, più pacati: di azzurri, di celesti, di rosa.
Anche la tecnica praticata induce nella pittura di Morena Antonucci una differenziazione linguistica: se l’impiego del colore acrilico si risolve in lei in attitudine gestuale e decisa, in composizioni elaborate e attentamente calibrate, l’uso del pastello evoca, invece, una sensazione di spontaneità, di freschezza sorgiva, di respiro lieve e pausato.
E perché tutti, anche i maestri più grandi, hanno i loro referenti, è lecito chiedersi quali siano quelli della nostra artista. Certo un ruolo molto importante nella sua fase formativa dovette svolgerlo il Futurismo della prima ondata, quella più originale e innovativa; grazie alla possibilità di accostare direttamente, nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna, opere memorabili di Balla e, soprattutto, di Boccioni. I futuristi la influenzarono con il prepotente dinamismo, la carica energetica, la valenza perentoria del colore.
E poi certo ebbe il suo peso la Transavanguardia, con la sua riproposizione del linguaggio pittorico nel corso degli anni Ottanta, in un contesto culturalmente egemonizzato allora dalle tendenze concettuali e poveristiche. Ma un nome s’impone sopra tutti gli altri, ed è quello di Ennio Calabria. Per Antonucci non si tratta soltanto di un sicuro punto di riferimento artistico; ma altresì di un cordiale sodalizio: un’amicizia nata dalla pittura.
Molti sono i motivi di affinità tra l’attività pittorica del maestro romano e quello di Morena Antonucci: la carica energetica, la valenza dinamica della composizione, il rilievo dell’apporto psicologico, ma soprattutto la conclusiva fedeltà all’immagine pittorica intesa non come opzione restaurativa, ma come esito di un processo culturale, che non prescinde ma anzi fa proprio quanto elaborato nel corso della seconda metà del secolo scorso, a cominciare dalle suggestioni indotte dalla vicenda dell’Informale, specificatamente da quello italiano.
Tuttavia (…) occorre formulare un discrimine: il mondo pittorico di Morena Antonucci è del tutto autonomo e personale, oltretutto definitosi cronologicamente nelle sue linee essenziali già da un ventennio, ossia molto prima della conoscenza del maestro romano.
Senza dire, ad esempio, che la componente più espressamente figurale di Antonucci aderisce ad una risoluzione formale di una compiutezza del tutto estranea alla poetica di Calabria.
Da parte sua, Morena Antonucci si rivolge a questa terra d’Abruzzo teatino con attitudine, ad un tempo, intrepida e commossa (…).
Carlo Fabrizio Carli
2006, Proiezioni sostenibili, Ianieri Editore, Pescara
Morena Antonucci (Latina, 1965).
Individuata nel 1996 dal critico d’arte Giorgio Agnisola - attuale docente d’Arte Moderna e condirettore della Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sez. S. Luigi di Napoli - ha avuto modo di frequentare, fino ai primi anni del terzo millennio, lo studio dei Maestri Andrea Martone ed Ennio Calabria, pur tuttavia mantenendo, come sottolineato nel 2006 dallo storico dell’arte Carlo Fabrizio Carli, una dimensione pittorica del tutto personale, autonoma ed autoreferenziale.
Dal 2004 ha avviato il percorso artistico ed esistenziale Proiezioni sostenibili, patrocinato sin dagli esordi dall’Ente Parco Nazionale della Majella, cui nel 2006 la Ianieri edizioni ha dedicato l’omonima pubblicazione con approfondimenti critici di Giuliano Manacorda, Carlo Fabrizio Carli e Rosalba Silvestri. Il percorso è stato altresì documentato dallo speciale servizio televisivo di Rai3 Abruzzo del 26 settembre 2006, a cura di Domenico Logozzo.
Tale ciclo di dipinti è stato esposto in prestigiose sedi nazionali ed internazionali quali ad esempio: Museo Michetti di Francavilla al Mare, il Palazzo degli Studi di Lanciano, il Théâtre des Capucins di Lussemburgo, l’Istituto Italiano di Cultura di Colonia (Germania), la Galleria Trifoglio Arte e il Museo d’Arte Costantino Barbella di Chieti.
Definita da Mons. Bruno Forte “artista al servizio della bellezza e dell’amore”, nel 2011 ha realizzato il logo per il Convegno ecclesiale dell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto.
Sue opere sono presenti in rilevanti collezioni private e pubbliche in Italia ed all’estero, fra cui la Pinacoteca Internazionale d’Arte Francescana delle Marche, la Collezione Alfredo e Teresita Paglione connessa al Museo En Plein Air di Mosaici di Tornareccio (Ch), il Museo d’Arte Costantino Barbella di Chieti, il Castello Ducale di Palena (Ch)
Nel 2013 pone in essere il progetto Arte come Bene Relazionale per il quale le viene affidato l’incarico di realizzare dipinti murali di grandi dimensioni negli ambienti principali del Castello Medievale del Comune di Gamberale (Ch).
Ѐ inserita nel Catalogo d’Arte Moderna della Mondadori, edizione 2003, e il suo percorso artistico è documentato presso l’ARBIQ Archivio Biblioteca della Fondazione Quadriennale di Roma.
Per maggiori approfondimenti si segnala la pagina: www.facebook.com/morenaantonucci.parcomajellaarte
Ufficio Stampa
Dott. Vittorio Di Salvatore
Il giorno 04 agosto 2013, alle ore 18,30, presso la sala conferenze del Castello Medievale di Gamberale (Ch), avverrà l’inaugurazione e la presentazione pubblica dei DIPINTI MURALI “Completa sintonia”, realizzati recentemente dall’artista MORENA ANTONUCCI su commissione del Comune di Gamberale e su progettazione dell’Associazione Culturale DiAdeArte.
L’evento, centrato sul rapporto tra arte e natura, si inserisce nel programma delle attività dell’Associazione Culturale DiAdeArte, ed è orientato non soltanto a valorizzare e promuovere il Comune di Gamberale, il più alto della provincia di Chieti, situato nel cuore del Parco Nazionale della Majella, con il suo Castello Medievale arricchito, attualmente, dai dipinti murali dell’artista Morena Antonucci, quanto a sottolineare come l’Arte, quando è genuina e centrata su valori esistenziali ed autorealizzativi, possa divenire il fulcro delle RELAZIONI tra le persone e le istituzioni, fungendo come esternalità positiva per una Comunità e come strumento di crescita della sua identità sociale. L’Arte come bene Relazionale è da considerarsi come un elemento fondamentale nel percorso di definizione di un bene artistico come bene Culturale, che ha la caratteristica di essere contestualmente un bene pubblico, locale e relazionale.
Per la circostanza il Comune di Gamberale (Ch) su progetto dell’Associazione Culturale DiAdeArte, ha individuato la pittrice MORENA ANTONUCCI, che dal 2004 ha portato avanti il suo progetto artistico ed esistenziale all’interno del Parco Nazionale della Majella, fondato sui principi di Sostenibilità, Identità e Prosocialità del Benessere, come artista idonea alla realizzazione di dipinti murali da porre in essere nel Castello locale; dipinti di grandi dimensioni, il più grande è di circa 12 mq, per una dimensione complessiva di oltre 20 mq. Tali opere sono state realizzate nei mesi di maggio/giugno 2013, con pigmenti e resine acriliche su muro, e sono in linea con il percorso artistico della Antonucci sviluppatosi in questi ultimi dieci anni in Abruzzo, sono orientati a generare una comunicazione “dialogica” tra l’interno e l’esterno del Castello di Gamberale e sono il frutto di un decennale accumulo di esperienze e sensazioni che l’artista ha maturato a stretto contatto con la Montagna Madre (la Majella) e che hanno trovato libera espressione sulle grandi pareti del Castello, alimentati dalle suggestioni di un contesto naturalistico estremamente stimolante e fonte d’ispirazione.
E’ prevista la presentazione della dott.ssa ANGELA TROILO e la proiezione dei documenti visuali realizzati per l’occasione da SILVIA DI SALVATORE.
Completa sintonia, 2013, acrilico su muro, 400x300 cm. (Morena Antonucci)
Profilo critico
La “reggia azzurra” di Morena Antonucci
(…) Così, a motivare il lavoro di Morena Antonucci è in primo luogo la natura intatta e carica di valenze sacrali delle pendici della Majella: le acque, ma soprattutto le pietre, le rocce, le loro fratture e fenditure, che sembrano racchiudere lo spirito primigenio di una stirpe e di una terra.
E, tra le rocce, quasi mimetizzata tra di esse, o, meglio, quasi da esse espressa, si delinea una presenza che agli occhi di Morena Antonucci, si carica di una particolarissima, molteplice valenza simbolica: è il lupo italico, che effettivamente la pittrice ha potuto incontrare nei dintorni di Colledimacine. Il lupo che in passato fu eretto a emblema dell’atavico terrore delle genti contadine nei confronti di tutto ciò che è misterioso, solitario e fieramente indipendente, così da entrare, con un ruolo determinante, perfino in tante fiabe e leggende. E se, in passato, il lupo affamato fu il grande nemico di greggi e bestiame, oggi esso ci appare piuttosto in veste di vittima, di animale braccato e minacciato, ma pur sempre indocile e mai addomesticato.
Il lupo (…) assurge dunque al rango di una sorta di presenza ctonia, di una voce ancestrale che richiama l’uomo contemporaneo alla realtà profonda e mai cancellata del mito.
Pittrice di istinto e di passione, Morena Antonucci dispiega una forza gestuale che trova conferma e supporto in scelte cromatiche (…). (Con) Colori forti, squillanti, spesso di puro pigmento: blu, in primo luogo, e rossi e verdi. E, accanto a questi, un contorno di colori più tenui, più pacati: di azzurri, di celesti, di rosa.
Anche la tecnica praticata induce nella pittura di Morena Antonucci una differenziazione linguistica: se l’impiego del colore acrilico si risolve in lei in attitudine gestuale e decisa, in composizioni elaborate e attentamente calibrate, l’uso del pastello evoca, invece, una sensazione di spontaneità, di freschezza sorgiva, di respiro lieve e pausato.
E perché tutti, anche i maestri più grandi, hanno i loro referenti, è lecito chiedersi quali siano quelli della nostra artista. Certo un ruolo molto importante nella sua fase formativa dovette svolgerlo il Futurismo della prima ondata, quella più originale e innovativa; grazie alla possibilità di accostare direttamente, nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna, opere memorabili di Balla e, soprattutto, di Boccioni. I futuristi la influenzarono con il prepotente dinamismo, la carica energetica, la valenza perentoria del colore.
E poi certo ebbe il suo peso la Transavanguardia, con la sua riproposizione del linguaggio pittorico nel corso degli anni Ottanta, in un contesto culturalmente egemonizzato allora dalle tendenze concettuali e poveristiche. Ma un nome s’impone sopra tutti gli altri, ed è quello di Ennio Calabria. Per Antonucci non si tratta soltanto di un sicuro punto di riferimento artistico; ma altresì di un cordiale sodalizio: un’amicizia nata dalla pittura.
Molti sono i motivi di affinità tra l’attività pittorica del maestro romano e quello di Morena Antonucci: la carica energetica, la valenza dinamica della composizione, il rilievo dell’apporto psicologico, ma soprattutto la conclusiva fedeltà all’immagine pittorica intesa non come opzione restaurativa, ma come esito di un processo culturale, che non prescinde ma anzi fa proprio quanto elaborato nel corso della seconda metà del secolo scorso, a cominciare dalle suggestioni indotte dalla vicenda dell’Informale, specificatamente da quello italiano.
Tuttavia (…) occorre formulare un discrimine: il mondo pittorico di Morena Antonucci è del tutto autonomo e personale, oltretutto definitosi cronologicamente nelle sue linee essenziali già da un ventennio, ossia molto prima della conoscenza del maestro romano.
Senza dire, ad esempio, che la componente più espressamente figurale di Antonucci aderisce ad una risoluzione formale di una compiutezza del tutto estranea alla poetica di Calabria.
Da parte sua, Morena Antonucci si rivolge a questa terra d’Abruzzo teatino con attitudine, ad un tempo, intrepida e commossa (…).
Carlo Fabrizio Carli
2006, Proiezioni sostenibili, Ianieri Editore, Pescara
Morena Antonucci (Latina, 1965).
Individuata nel 1996 dal critico d’arte Giorgio Agnisola - attuale docente d’Arte Moderna e condirettore della Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sez. S. Luigi di Napoli - ha avuto modo di frequentare, fino ai primi anni del terzo millennio, lo studio dei Maestri Andrea Martone ed Ennio Calabria, pur tuttavia mantenendo, come sottolineato nel 2006 dallo storico dell’arte Carlo Fabrizio Carli, una dimensione pittorica del tutto personale, autonoma ed autoreferenziale.
Dal 2004 ha avviato il percorso artistico ed esistenziale Proiezioni sostenibili, patrocinato sin dagli esordi dall’Ente Parco Nazionale della Majella, cui nel 2006 la Ianieri edizioni ha dedicato l’omonima pubblicazione con approfondimenti critici di Giuliano Manacorda, Carlo Fabrizio Carli e Rosalba Silvestri. Il percorso è stato altresì documentato dallo speciale servizio televisivo di Rai3 Abruzzo del 26 settembre 2006, a cura di Domenico Logozzo.
Tale ciclo di dipinti è stato esposto in prestigiose sedi nazionali ed internazionali quali ad esempio: Museo Michetti di Francavilla al Mare, il Palazzo degli Studi di Lanciano, il Théâtre des Capucins di Lussemburgo, l’Istituto Italiano di Cultura di Colonia (Germania), la Galleria Trifoglio Arte e il Museo d’Arte Costantino Barbella di Chieti.
Definita da Mons. Bruno Forte “artista al servizio della bellezza e dell’amore”, nel 2011 ha realizzato il logo per il Convegno ecclesiale dell’Arcidiocesi di Chieti-Vasto.
Sue opere sono presenti in rilevanti collezioni private e pubbliche in Italia ed all’estero, fra cui la Pinacoteca Internazionale d’Arte Francescana delle Marche, la Collezione Alfredo e Teresita Paglione connessa al Museo En Plein Air di Mosaici di Tornareccio (Ch), il Museo d’Arte Costantino Barbella di Chieti, il Castello Ducale di Palena (Ch)
Nel 2013 pone in essere il progetto Arte come Bene Relazionale per il quale le viene affidato l’incarico di realizzare dipinti murali di grandi dimensioni negli ambienti principali del Castello Medievale del Comune di Gamberale (Ch).
Ѐ inserita nel Catalogo d’Arte Moderna della Mondadori, edizione 2003, e il suo percorso artistico è documentato presso l’ARBIQ Archivio Biblioteca della Fondazione Quadriennale di Roma.
Per maggiori approfondimenti si segnala la pagina: www.facebook.com/morenaantonucci.parcomajellaarte
Ufficio Stampa
Dott. Vittorio Di Salvatore
04
agosto 2013
Arte come Bene Relazionale. Il Castello di Gamberale e i Dipinti Murali di Morena Antonucci
Dal 04 al 15 agosto 2013
arte contemporanea
Location
CASTELLO MEDIEVALE DI GAMBERALE
Gamberale, (Chieti)
Gamberale, (Chieti)
Orario di apertura
10,30 – 13,00 17,30 – 20,00 (Visita al Castello)
Vernissage
4 Agosto 2013, ore 18,00
Autore