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Arte e impegno – Riccardo Dalisi
quarto degli incontri periodici con artisti che riesaminano, per mezzo di fotografie, diapositive e filmati, il percorso del loro lavoro che si confronta con le tematiche politiche e sociali
Comunicato stampa
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Presso l’a_ac (Via dei Pellegrini 5), si svolge, per la rassegna “Arte e impegno”, a cura di Stefano Taccone, un incontro con l’artista Riccardo Dalisi, quarto degli incontri periodici con artisti che riesaminano, per mezzo di fotografie, diapositive e filmati, il percorso del loro lavoro che si confronta con le tematiche politiche e sociali.
La rassegna é organizzata dalla a_ac e da cortecciamotoria, con il patrocinio della Municipalità (Avvocata, Montecalvario, S. Giuseppe, Porto, Mercato, Pendino) del Comune di Napoli.
«Il quartiere Traiano, uno dei più degradati dell’area flegrea a Napoli, ha attirato molti che hanno tentato vari tipi di lavoro politico, sociale, assistenziale. (…) Avevano già ottenuto risultati rilevanti quando, nel novembre del ’71, mi affiancai a loro portando un mio modo di utilizzazione delle conoscenze tecniche, teoriche e grafiche che possedevo.» Così Riccardo Dalisi ricorda i suoi esordi al Traiano, ove, a stretto contatto con i bambini sottoproletari del luogo, intraprende una serie di pratiche animatorie che, protraendosi fino al ’74, costituiscono un’esperienza di notevole valore umano, nonché di spiccato interesse psicologico, sociologico ed antropologico.
Parallelo è l’impegno sul piano della sistemazione teorica delle metodologie operative. Il concetto di “tecnica povera” non va inteso come un puro e semplice «revival dell’artigianato», bensì come un qualcosa che ne fa rinascere «il senso ed il significato politico.» Rifiutando «la raffinata sofisticazione della “alta” specializzazione, punta su due immensi depositi di ricchezza sociale: l’immaginazione creativa (…) ed il potenziale della tecnologia della scienza avanzata», della quale accoglie «i prodotti e gli obiettivi», ma contesta il suo frequente risiedere «sulle scrivanie dei tecnici ad alta selezione, pronta ad irradiarsi negli appositi canali del consumo.».
Dal gennaio del 1975 Dalisi, affiancato dal suo allievo Michele Buonuomo, intraprende nuove e stimolanti operazioni presso la Casa del Popolo di Ponticelli. Questa volta ai consueti bambini sono affiancati gli anziani e i pensionati «invitati», ricorda Enrico Crispolti, «a disegnare, nel modo più libero possibile, e in un’animazione già a raggio del quartiere stesso, attraverso un invito alla riutilizzazione dei risultati stessi degli anziani attraverso il lavoro di ricamo di alunni della scuola media, e di riflesso a volte anche nelle loro stesse famiglie.»
Allo scadere del decennio Settanta, in assoluta controtendenza rispetto agli orientamenti prevalenti in quel momento, quando coloro che erano stati fino ad allora i protagonisti dell’arte nel sociale, per una serie di motivi sui quali ancora oggi il dibattito è più che mai aperto, ritornano al chiuso dello studio, Dalisi prosegue con grande naturalezza i suoi esperimenti di partecipazione. A partire dal 1979 i Quartieri Spagnoli divengono teatro della sua complessa ricerca sull’antica caffettiera napoletana, col tempo divenuta un vero e proprio emblema del suo lavoro. Nel corso degli anni Novanta conduce un interessante e meritorio progetto di rivitalizzazione dell’artigianato nella zona di Rua Catalana. Dagli inizi del nuovo millennio la sua attività si rivolge ai bambini del Rione Sanità.
La rassegna é organizzata dalla a_ac e da cortecciamotoria, con il patrocinio della Municipalità (Avvocata, Montecalvario, S. Giuseppe, Porto, Mercato, Pendino) del Comune di Napoli.
«Il quartiere Traiano, uno dei più degradati dell’area flegrea a Napoli, ha attirato molti che hanno tentato vari tipi di lavoro politico, sociale, assistenziale. (…) Avevano già ottenuto risultati rilevanti quando, nel novembre del ’71, mi affiancai a loro portando un mio modo di utilizzazione delle conoscenze tecniche, teoriche e grafiche che possedevo.» Così Riccardo Dalisi ricorda i suoi esordi al Traiano, ove, a stretto contatto con i bambini sottoproletari del luogo, intraprende una serie di pratiche animatorie che, protraendosi fino al ’74, costituiscono un’esperienza di notevole valore umano, nonché di spiccato interesse psicologico, sociologico ed antropologico.
Parallelo è l’impegno sul piano della sistemazione teorica delle metodologie operative. Il concetto di “tecnica povera” non va inteso come un puro e semplice «revival dell’artigianato», bensì come un qualcosa che ne fa rinascere «il senso ed il significato politico.» Rifiutando «la raffinata sofisticazione della “alta” specializzazione, punta su due immensi depositi di ricchezza sociale: l’immaginazione creativa (…) ed il potenziale della tecnologia della scienza avanzata», della quale accoglie «i prodotti e gli obiettivi», ma contesta il suo frequente risiedere «sulle scrivanie dei tecnici ad alta selezione, pronta ad irradiarsi negli appositi canali del consumo.».
Dal gennaio del 1975 Dalisi, affiancato dal suo allievo Michele Buonuomo, intraprende nuove e stimolanti operazioni presso la Casa del Popolo di Ponticelli. Questa volta ai consueti bambini sono affiancati gli anziani e i pensionati «invitati», ricorda Enrico Crispolti, «a disegnare, nel modo più libero possibile, e in un’animazione già a raggio del quartiere stesso, attraverso un invito alla riutilizzazione dei risultati stessi degli anziani attraverso il lavoro di ricamo di alunni della scuola media, e di riflesso a volte anche nelle loro stesse famiglie.»
Allo scadere del decennio Settanta, in assoluta controtendenza rispetto agli orientamenti prevalenti in quel momento, quando coloro che erano stati fino ad allora i protagonisti dell’arte nel sociale, per una serie di motivi sui quali ancora oggi il dibattito è più che mai aperto, ritornano al chiuso dello studio, Dalisi prosegue con grande naturalezza i suoi esperimenti di partecipazione. A partire dal 1979 i Quartieri Spagnoli divengono teatro della sua complessa ricerca sull’antica caffettiera napoletana, col tempo divenuta un vero e proprio emblema del suo lavoro. Nel corso degli anni Novanta conduce un interessante e meritorio progetto di rivitalizzazione dell’artigianato nella zona di Rua Catalana. Dagli inizi del nuovo millennio la sua attività si rivolge ai bambini del Rione Sanità.
30
gennaio 2007
Arte e impegno – Riccardo Dalisi
Dal 30 gennaio al 28 febbraio 2007
arte contemporanea
Location
CORTECCIAMOTORIA
Napoli, Via Dei Pellegrini, 5, (Napoli)
Napoli, Via Dei Pellegrini, 5, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 14–20
Vernissage
30 Gennaio 2007, ore 18.30
Autore
Curatore