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Arte e Religiosità nell’anno della Fede
Sono esposte oltre 30 opere di artisti italiani del Novecento e contemporanei che hanno dedicato una parte importante del loro lavoro alla realizzazione di opere a carattere Sacro (anche con significative collocazioni in ambito pubblico) o comunque ispirate da una profonda religiosità.
Comunicato stampa
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Dalla presentazione in catalogo alla mostra:
(…) l’arte ci strappa al sonnambulismo spirituale, ci risveglia, ci apre cammini di senso. L’arte è un grande antidoto alla malattia dell’oblio, dell’opacità, dell’ottundimento, e la bellezza, come diceva un Padre della Chiesa, Dionigi l’Aeropagita, “suscita ogni comunione”, è trasfigurazione del mondo, del “deserto dei cuori”, che esige contemplazione, compassione, amore e, più che mai, fede-fiducia.
Se la fede infatti è mettere fiducia, fidarsi, se è un’attitudine complessiva della persona, allora comprendiamo che le difficoltà a credere oggi si radicano nel profondo, nelle difficoltà stesse del mestiere di vivere; comprendiamo che la fede, il credere è una realtà antropologica fondamentale, una realtà costitutiva dell’esistenza umana, come la ragione, come il linguaggio. La fede è un atto umano, un atto della libertà dell’uomo, tanto che è possibile affermare che non ci può essere umanizzazione autentica senza la fede. (…)
Enzo Bianchi Priore di Bose
(…) La Ponte Rosso, attestatasi nell’ambito dell’arte figurativa ma non chiudendosi alle novità, si è distinta per la promozione di molte iniziative a favore delle nuove generazioni, e oggi sollecitata dalle iniziative pastorali proposte dalla Congregazione per la Dottrina della Fede presenta uno spaccato prezioso di opere di quegli artisti appartenenti al tempo, appena dietro a quello che noi viviamo, che non hanno mai chiesto di andare via di casa, né hanno mai preteso la loro eredità per andare a sperperarla lontano.
Un vero patrimonio dell’arte figurativa religiosa viene messo a disposizione, oggi nell’anno della fede, per una comune contemplazione della sua bellezza, del suo splendore, e, in senso lato, nel tempo in cui l’invito pressante agli artisti a tornare nella casa del Padre, se mi è permesso di appellarlo così, il gesto di Paolo VI, con il suo contenuto altamente riconciliante, ha prodotto molti ripensamenti e ritorni nel mondo dell’arte religiosa in genere e ha altresì introdotto una multiforme presenza di forme artistiche fino a ieri del tutto impensabili per l’arte cristiana soprattutto quella pensata per servire la liturgia. (…)
Don Vito Telesca
(…) l’arte ci strappa al sonnambulismo spirituale, ci risveglia, ci apre cammini di senso. L’arte è un grande antidoto alla malattia dell’oblio, dell’opacità, dell’ottundimento, e la bellezza, come diceva un Padre della Chiesa, Dionigi l’Aeropagita, “suscita ogni comunione”, è trasfigurazione del mondo, del “deserto dei cuori”, che esige contemplazione, compassione, amore e, più che mai, fede-fiducia.
Se la fede infatti è mettere fiducia, fidarsi, se è un’attitudine complessiva della persona, allora comprendiamo che le difficoltà a credere oggi si radicano nel profondo, nelle difficoltà stesse del mestiere di vivere; comprendiamo che la fede, il credere è una realtà antropologica fondamentale, una realtà costitutiva dell’esistenza umana, come la ragione, come il linguaggio. La fede è un atto umano, un atto della libertà dell’uomo, tanto che è possibile affermare che non ci può essere umanizzazione autentica senza la fede. (…)
Enzo Bianchi Priore di Bose
(…) La Ponte Rosso, attestatasi nell’ambito dell’arte figurativa ma non chiudendosi alle novità, si è distinta per la promozione di molte iniziative a favore delle nuove generazioni, e oggi sollecitata dalle iniziative pastorali proposte dalla Congregazione per la Dottrina della Fede presenta uno spaccato prezioso di opere di quegli artisti appartenenti al tempo, appena dietro a quello che noi viviamo, che non hanno mai chiesto di andare via di casa, né hanno mai preteso la loro eredità per andare a sperperarla lontano.
Un vero patrimonio dell’arte figurativa religiosa viene messo a disposizione, oggi nell’anno della fede, per una comune contemplazione della sua bellezza, del suo splendore, e, in senso lato, nel tempo in cui l’invito pressante agli artisti a tornare nella casa del Padre, se mi è permesso di appellarlo così, il gesto di Paolo VI, con il suo contenuto altamente riconciliante, ha prodotto molti ripensamenti e ritorni nel mondo dell’arte religiosa in genere e ha altresì introdotto una multiforme presenza di forme artistiche fino a ieri del tutto impensabili per l’arte cristiana soprattutto quella pensata per servire la liturgia. (…)
Don Vito Telesca
28
febbraio 2013
Arte e Religiosità nell’anno della Fede
Dal 28 febbraio al 30 marzo 2013
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA PONTE ROSSO
Milano, Via Brera, 2, (Milano)
Milano, Via Brera, 2, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-12.30 e 15.30-19, chiuso domenica e lunedì
Domenica 24 marzo aperto dalle 15,30 alle 19
Vernissage
28 Febbraio 2013, ore 18
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