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Arte in Brasile dal XVI al XIX secolo
Curata da Angelo Oswaldo de Araújo Santos, conservatore, ex assessore alla Cultura e ministro della Cultura del Brasile, l’esposizione presenta 260 opere, tra argenti, mobili, disegni, porcellane, sculture lignee, arazzi, incisioni, dipinti, ceramiche.
Comunicato stampa
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Gemellata dal 1961 con Milano, San Paolo celebra quest’anno il 450° anniversario della sua fondazione. A questa città e a tutto il Brasile, Milano dedica un ricco programma di eventi con al centro una grande mostra a Palazzo Reale che documenta la cultura brasiliana dal XVI al XIX secolo. Promossa dal Comune di Milano - Assessorato Cultura e Musei e Relazioni Internazionali - e dal Comune di São Paulo, con il coordinamento di Expomus e il supporto organizzativo di Civita, la mostra “ARTE IN BRASILE DAL XVI AL XIX SECOLO. La collezione Beatriz e Mário Pimenta Camargo, dal 26 novembre 2004 al 6 febbraio 2005, permetterà di conoscere da vicino una delle civiltà artistiche più ricche e interessanti del mondo, nata, a partire dal 1500, dalla confluenza di elementi europei, africani e indigeni, sviluppando una nuova cultura figurativa di grande originalità. Questa mostra si inserisce nel programma espositivo di Palazzo Reale dedicato a “Milano Mondo” che, grazie agli ottimi rapporti con i maggiori musei stranieri e agli intensi scambi culturali con molti paesi, ha permesso di realizzare, tra le altre, le grandi mostre dedicate all’arte orientale, “Hokusai” e “Ukiyoe”, all’arte americana, “New York Renaissance” e “Novecento Sudamericano”, all’arte Persiana, “A caccia in paradiso”.
LA MOSTRA
Curata da Angelo Oswaldo de Araújo Santos, conservatore, ex assessore alla Cultura e ministro della Cultura del Brasile, l’esposizione presenta 260 opere, tra argenti, mobili, disegni, porcellane, sculture lignee, arazzi, incisioni, dipinti, ceramiche. Alcuni oggetti appartengono all’arte sacra (calici, candelabri, statue raffiguranti santi), mentre altri testimoniano la dimensione profana dell’arte barocca brasiliana (carte geografiche, dipinti raffiguranti paesaggi, oggetti d’arredamento). La raccolta, per la sua ricchezza e varietà, permette di cogliere la specificità del barocco brasiliano, uno stile unico al mondo e frutto della contaminazione tra la cultura indigena, quella africana e quella dei conquistatori europei, nonché sulla presenza di alcune opere di Antonio Francisco Lisboa, detto l’Aleijadinho (1738-1814), il maggiore esponente del barocco brasiliano.
La mostra non ha precedenti in Italia e per dare risalto alle celebrazioni per i 450 anni dalla nascita della città di San Paolo, tra novembre e gennaio, Milano sarà animata da una serie di eventi collaterali che toccheranno vari settori: dalle rassegne cinematografiche dedicate alla produzione del paese latino americano, alle conferenze sul tema del barocco brasiliano; dagli incontri con alcuni autori brasiliani contemporanei, ai concerti di cantanti e gruppi brasiliani, alle esibizioni di danzatori di capoeira (la danza-lotta tipica del popolo brasiliano), tutte manifestazioni organizzate in collaborazione con l’IBRIT, Istituto Brasile-Italia. L’esposizione vuole essere un’occasione non solo per far conoscere al grande pubblico la cultura brasiliana, ma anche per creare momenti di festa e incontro tra la cultura brasiliana e la comunità milanese e italiana.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Allestito dall’architetto Maurizio De Caro, il percorso è articolato in sei sezioni:
Terra Nova documenta lo sbarco degli europei nella terra delle foreste vergini e il primo contatto con gli indigeni. La scoperta della nuova terra è rivelata minuziosamente dai grandi cartografi dell’epoca (XVI secolo) e in particolare dall’italiano Lucini. Saranno esposti i libri di Hans Staden, André Thevet, Jean de Lery e Theodor de Bry e le incisioni di Jean Baptiste Debret, le cui immagini indagano l’innocenza delle popolazioni indigene.
Esuberanza del Tropico è dedicata all’ambiente della Terra Nova. Contemporaneamente al primo sfruttamento del territorio, nascono le prime espressioni artistiche: dalla pittura agli arazzi, dagli argenti alla scultura lignea. Agli inizi del XVII secolo, poi, la presenza degli olandesi nel nordest del Brasile dà vita a un arricchimento della produzione artistica. Il governatore olandese Maurizio di Nassau, ad esempio, inviò a suo cugino re Luigi XIV, alcuni disegni su cartoncino, punto di partenza delle famose Série des Indes, con immagini esotiche.
Sotto il segno della Croce presenta i paesaggi nordestini di Frans Post e l’accento etnografico di Albert Eckhout che contrastano con le scene belliche tramandate da altri autori dell’epoca. È il periodo in cui l’onnipresenza della religione cattolica conferisce una decisa prevalenza all’arte sacra e allo stesso tempo, il sincretismo permette agli schiavi africani di manifestare in modo quasi indecifrabile le loro mai dimenticate credenze.
La febbre dell’oro. Agli inizi del Settecento, dopo la scoperta dei primi giacimenti auriferi, il Brasile vede nascere la sua prima società urbana. Stimolate dalla delirante religiosità del re Dom João V, le linee del barocco prendono vigore e si affermano velocemente nella metropoli e nella colonia d’oltremare. Lo spirito barocco dei minatori brasiliani rispecchia l’angoscia provocata dal sogno di una facile fortuna in contrasto con l’idea di un Dio dominatore dettata dalla dottrina controriformista. La sensibilità del Tropico rende più libero il gesto creativo. Spicca in questa sezione la figura di Antonio Francisco Lisboa, il grande Aleijadinho (1738-1814), detto il “Piccolo Storpio”, il maestro dei maestri del Barocco Mineiro, considerato il maggiore artista brasiliano.
La nazione libera esplora quel momento storico successivo all’indipendenza del 1882, in cui una nazione nuova ed emergente come il Brasile si apre a nuove influenze, provenienti, ad esempio, da Inghilterra e Francia. Nella creazione artistica, il Brasile conosce nel XVIII secolo uno dei momenti più ricchi della storia americana.
Una cultura originale getta uno sguardo su una civiltà artistica originale che si può definire luso-afro-americana, le cui radici attingono dai diversi strati della popolazione, dagli schiavi ai grandi proprietari e, soprattutto, dagli artigiani delle città.
LE MANIFESTAZIONI
Nell’ambito della mostra, in collaborazione con l’Ibrit – Istituto Brasile-Italia -, sono previste numerose manifestazioni collaterali.
Il Martedì, alle ore 19.00 nella Sala delle Otto Colonne, a Palazzo Reale, serata brasiliana con concerti, performance e letture.
Dal 15 al 30 novembre, a Palazzo delle Stelline (orari: dalle 10 alle 19), sarà allestita la mostra Brasile: la speranza di un popolo che non ha smesso di sognare. L’esposizione, organizzata dall’Associazione Umanisti nel mondo – ONLUS, in collaborazione con Unicef e il Consolato Generale del Brasile, presenta un reportage fotografico di Donato Alziati con sezioni particolari dedicate ai microprogetti di appoggio umano svolti nell’ambito della campagna Luz nos Lares.
Dal 20 novembre al 2 dicembre, l’Ibrit, in collaborazione con alcune associazioni culturali impegnate nella divulgazione della cultura afrobrasiliana, promuove la seconda edizione di “Orumilà Zumbi”, un tributo al fondamentale apporto culturale degli africani e loro discendenti alla formazione della cultura brasiliana. “Orumilà Zumbi” - da Orumilà, entità spirituale di forza vitale e chiaroveggenza, e Zumbi, martire della lotta alla schiavitù, esempio d’indipendenza e libertà – è una ricca rassegna di spettacolo, arte, cultura, musica.
Dal 15 al 19 dicembre, al cinema Gnomo (via Lanzone 30/A), curata da Giovanni Ottone si tiene “Brasil – Cinema Contemporaneo Da São Paulo - Iª rassegna cinematografica dell’Istituto Brasile-Italia”, dedicata alla città di São Paulo, tra centri più importanti della cinematografia brasiliana, per la presenza non solo di noti registi, sceneggiatori e critici, ma anche di importanti istituzioni di studio e di ricerca.
Milano, novembre 2004
LA MOSTRA
Curata da Angelo Oswaldo de Araújo Santos, conservatore, ex assessore alla Cultura e ministro della Cultura del Brasile, l’esposizione presenta 260 opere, tra argenti, mobili, disegni, porcellane, sculture lignee, arazzi, incisioni, dipinti, ceramiche. Alcuni oggetti appartengono all’arte sacra (calici, candelabri, statue raffiguranti santi), mentre altri testimoniano la dimensione profana dell’arte barocca brasiliana (carte geografiche, dipinti raffiguranti paesaggi, oggetti d’arredamento). La raccolta, per la sua ricchezza e varietà, permette di cogliere la specificità del barocco brasiliano, uno stile unico al mondo e frutto della contaminazione tra la cultura indigena, quella africana e quella dei conquistatori europei, nonché sulla presenza di alcune opere di Antonio Francisco Lisboa, detto l’Aleijadinho (1738-1814), il maggiore esponente del barocco brasiliano.
La mostra non ha precedenti in Italia e per dare risalto alle celebrazioni per i 450 anni dalla nascita della città di San Paolo, tra novembre e gennaio, Milano sarà animata da una serie di eventi collaterali che toccheranno vari settori: dalle rassegne cinematografiche dedicate alla produzione del paese latino americano, alle conferenze sul tema del barocco brasiliano; dagli incontri con alcuni autori brasiliani contemporanei, ai concerti di cantanti e gruppi brasiliani, alle esibizioni di danzatori di capoeira (la danza-lotta tipica del popolo brasiliano), tutte manifestazioni organizzate in collaborazione con l’IBRIT, Istituto Brasile-Italia. L’esposizione vuole essere un’occasione non solo per far conoscere al grande pubblico la cultura brasiliana, ma anche per creare momenti di festa e incontro tra la cultura brasiliana e la comunità milanese e italiana.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Allestito dall’architetto Maurizio De Caro, il percorso è articolato in sei sezioni:
Terra Nova documenta lo sbarco degli europei nella terra delle foreste vergini e il primo contatto con gli indigeni. La scoperta della nuova terra è rivelata minuziosamente dai grandi cartografi dell’epoca (XVI secolo) e in particolare dall’italiano Lucini. Saranno esposti i libri di Hans Staden, André Thevet, Jean de Lery e Theodor de Bry e le incisioni di Jean Baptiste Debret, le cui immagini indagano l’innocenza delle popolazioni indigene.
Esuberanza del Tropico è dedicata all’ambiente della Terra Nova. Contemporaneamente al primo sfruttamento del territorio, nascono le prime espressioni artistiche: dalla pittura agli arazzi, dagli argenti alla scultura lignea. Agli inizi del XVII secolo, poi, la presenza degli olandesi nel nordest del Brasile dà vita a un arricchimento della produzione artistica. Il governatore olandese Maurizio di Nassau, ad esempio, inviò a suo cugino re Luigi XIV, alcuni disegni su cartoncino, punto di partenza delle famose Série des Indes, con immagini esotiche.
Sotto il segno della Croce presenta i paesaggi nordestini di Frans Post e l’accento etnografico di Albert Eckhout che contrastano con le scene belliche tramandate da altri autori dell’epoca. È il periodo in cui l’onnipresenza della religione cattolica conferisce una decisa prevalenza all’arte sacra e allo stesso tempo, il sincretismo permette agli schiavi africani di manifestare in modo quasi indecifrabile le loro mai dimenticate credenze.
La febbre dell’oro. Agli inizi del Settecento, dopo la scoperta dei primi giacimenti auriferi, il Brasile vede nascere la sua prima società urbana. Stimolate dalla delirante religiosità del re Dom João V, le linee del barocco prendono vigore e si affermano velocemente nella metropoli e nella colonia d’oltremare. Lo spirito barocco dei minatori brasiliani rispecchia l’angoscia provocata dal sogno di una facile fortuna in contrasto con l’idea di un Dio dominatore dettata dalla dottrina controriformista. La sensibilità del Tropico rende più libero il gesto creativo. Spicca in questa sezione la figura di Antonio Francisco Lisboa, il grande Aleijadinho (1738-1814), detto il “Piccolo Storpio”, il maestro dei maestri del Barocco Mineiro, considerato il maggiore artista brasiliano.
La nazione libera esplora quel momento storico successivo all’indipendenza del 1882, in cui una nazione nuova ed emergente come il Brasile si apre a nuove influenze, provenienti, ad esempio, da Inghilterra e Francia. Nella creazione artistica, il Brasile conosce nel XVIII secolo uno dei momenti più ricchi della storia americana.
Una cultura originale getta uno sguardo su una civiltà artistica originale che si può definire luso-afro-americana, le cui radici attingono dai diversi strati della popolazione, dagli schiavi ai grandi proprietari e, soprattutto, dagli artigiani delle città.
LE MANIFESTAZIONI
Nell’ambito della mostra, in collaborazione con l’Ibrit – Istituto Brasile-Italia -, sono previste numerose manifestazioni collaterali.
Il Martedì, alle ore 19.00 nella Sala delle Otto Colonne, a Palazzo Reale, serata brasiliana con concerti, performance e letture.
Dal 15 al 30 novembre, a Palazzo delle Stelline (orari: dalle 10 alle 19), sarà allestita la mostra Brasile: la speranza di un popolo che non ha smesso di sognare. L’esposizione, organizzata dall’Associazione Umanisti nel mondo – ONLUS, in collaborazione con Unicef e il Consolato Generale del Brasile, presenta un reportage fotografico di Donato Alziati con sezioni particolari dedicate ai microprogetti di appoggio umano svolti nell’ambito della campagna Luz nos Lares.
Dal 20 novembre al 2 dicembre, l’Ibrit, in collaborazione con alcune associazioni culturali impegnate nella divulgazione della cultura afrobrasiliana, promuove la seconda edizione di “Orumilà Zumbi”, un tributo al fondamentale apporto culturale degli africani e loro discendenti alla formazione della cultura brasiliana. “Orumilà Zumbi” - da Orumilà, entità spirituale di forza vitale e chiaroveggenza, e Zumbi, martire della lotta alla schiavitù, esempio d’indipendenza e libertà – è una ricca rassegna di spettacolo, arte, cultura, musica.
Dal 15 al 19 dicembre, al cinema Gnomo (via Lanzone 30/A), curata da Giovanni Ottone si tiene “Brasil – Cinema Contemporaneo Da São Paulo - Iª rassegna cinematografica dell’Istituto Brasile-Italia”, dedicata alla città di São Paulo, tra centri più importanti della cinematografia brasiliana, per la presenza non solo di noti registi, sceneggiatori e critici, ma anche di importanti istituzioni di studio e di ricerca.
Milano, novembre 2004
25
novembre 2004
Arte in Brasile dal XVI al XIX secolo
Dal 25 novembre 2004 al 06 febbraio 2005
arte moderna e contemporanea
Location
PALAZZO REALE DI MILANO
Milano, Piazza Del Duomo, 12, (Milano)
Milano, Piazza Del Duomo, 12, (Milano)
Biglietti
€ 8,00 intero;
€ 6,00 ridotto
Orario di apertura
da martedì a domenica, 9.30 – 17.30. Lunedì e Natale chiuso. 11, 18 e 25 fino alle 20.30
Curatore