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ARTE IN CONTEMPORANEA
Nella sede FUORIMAPPA in via Carteria 8 la collettiva di tre giovani fotografi.
Comunicato stampa
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Metronom prosegue il programma espositivo con una mostra collettiva degli artisti Filippo Luini, Tiziano Rossano Mainieri e Tommaso Mori, nell’ambito della III edizione della manifestazione ARTEinCONTEMPORANEA emilia romagna, che si propone di valorizzare e promuovere gli artisti più brillanti delle giovani generazioni. L’inaugurazione si terrà venerdì 14 giugno 2013 alle 17:30 e resterà aperta fino a sabato 22 giugno 2013.
“Dal momento che ogni foto è contingente, la Fotografia può significare (definire una generalità) solo assumendo una maschera”, scriveva Roland Barthes nel 1980, all’interno di uno dei suoi scritti più celebri, La camera chiara. Al pari di ogni altro linguaggio delle arti visive, il significato della fotografia è mutevole, come diverso è lo sguardo di ogni spettatore.
Contrariamente a quanto potrebbe apparire in superficie, la comunicazione tra opera e fruitore non è agevolata dal presunto legame con la realtà, tradizionalmente associato alle tecniche fotografiche. Nell’era digitale la fotografia, analogamente alla pittura, potenzia la sua natura di medium arbitrario, subendo le interferenze del vissuto individuale di chi osserva. Il lavoro dei tre artisti è accomunato dalla volontà di sottolineare i limiti del mezzo fotografico. Dall’età postmoderna, il suo apparente valore documentario è definitivamente entrato in crisi.
Attraverso l’opera Trattieni il respiro ed evapora (2012), Filippo Luini eredita il linguaggio documentario delle performance, negandolo al tempo stesso, suggerendo un sentimento di evasione che esula dal dato imminente. La realtà è invasa da un elemento surreale e fantastico. L’oggettività del mezzo fotografico, declinata in chiave ironica, è succube di elementi disturbanti. Come una maschera, un ampio impermeabile annulla la figura umana, sottolineandone il volume.
La tematica del ritratto è indagata dall’opera Viaggio in Africa e in Estremo Oriente (2013) di Tiziano Rossano Mainieri. I volti rappresentati in scala reale emergono da un fondo nero, sfuggente come la notte, rievocando la plasticità delle maschere funebri del mondo antico. L’ambivalenza tra il concetto di volto e quello di maschera si riflette sull’ambiguità della rappresentazione, sospesa in un’atemporalità mistica e indefinita.
Play (2011) di Tommaso Mori propone diverse interpretazioni di un’identità. Il concetto dell’opera si ispira all’universo cosplay, che comporta il travestimento in personaggi dei fumetti e dei videogiochi. Qui le maschere rappresentano, come la fotografia, un paradosso. Esse sono presenti con maggiore evidenza, ma annullano la loro funzione di occultamento dell’individuo, ribaltandola verso nuove proposte di identità. Come direbbe Oscar Wilde: “L'uomo è meno se stesso quando parla in prima persona. Dategli una maschera, e vi dirà la verità”.
“Dal momento che ogni foto è contingente, la Fotografia può significare (definire una generalità) solo assumendo una maschera”, scriveva Roland Barthes nel 1980, all’interno di uno dei suoi scritti più celebri, La camera chiara. Al pari di ogni altro linguaggio delle arti visive, il significato della fotografia è mutevole, come diverso è lo sguardo di ogni spettatore.
Contrariamente a quanto potrebbe apparire in superficie, la comunicazione tra opera e fruitore non è agevolata dal presunto legame con la realtà, tradizionalmente associato alle tecniche fotografiche. Nell’era digitale la fotografia, analogamente alla pittura, potenzia la sua natura di medium arbitrario, subendo le interferenze del vissuto individuale di chi osserva. Il lavoro dei tre artisti è accomunato dalla volontà di sottolineare i limiti del mezzo fotografico. Dall’età postmoderna, il suo apparente valore documentario è definitivamente entrato in crisi.
Attraverso l’opera Trattieni il respiro ed evapora (2012), Filippo Luini eredita il linguaggio documentario delle performance, negandolo al tempo stesso, suggerendo un sentimento di evasione che esula dal dato imminente. La realtà è invasa da un elemento surreale e fantastico. L’oggettività del mezzo fotografico, declinata in chiave ironica, è succube di elementi disturbanti. Come una maschera, un ampio impermeabile annulla la figura umana, sottolineandone il volume.
La tematica del ritratto è indagata dall’opera Viaggio in Africa e in Estremo Oriente (2013) di Tiziano Rossano Mainieri. I volti rappresentati in scala reale emergono da un fondo nero, sfuggente come la notte, rievocando la plasticità delle maschere funebri del mondo antico. L’ambivalenza tra il concetto di volto e quello di maschera si riflette sull’ambiguità della rappresentazione, sospesa in un’atemporalità mistica e indefinita.
Play (2011) di Tommaso Mori propone diverse interpretazioni di un’identità. Il concetto dell’opera si ispira all’universo cosplay, che comporta il travestimento in personaggi dei fumetti e dei videogiochi. Qui le maschere rappresentano, come la fotografia, un paradosso. Esse sono presenti con maggiore evidenza, ma annullano la loro funzione di occultamento dell’individuo, ribaltandola verso nuove proposte di identità. Come direbbe Oscar Wilde: “L'uomo è meno se stesso quando parla in prima persona. Dategli una maschera, e vi dirà la verità”.
14
giugno 2013
ARTE IN CONTEMPORANEA
Dal 14 al 22 giugno 2013
fotografia
Location
METRONOM
Modena, Via Carteria, 10, (Modena)
Modena, Via Carteria, 10, (Modena)
Orario di apertura
dal 14 al 22 giugno: dalle ore 16:00 alle 20:00
sabato 15 e venerdì 21: fino alle ore 22:00
Vernissage
14 Giugno 2013, h 17.30
Autore
Curatore