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Arte in Maremma
La mostra presenta per la prima volta un quadro completo di quella che è stata l’attività artistica in Maremma tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento
Comunicato stampa
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La mostra presenta per la prima volta un quadro completo di quella che è stata l’attività artistica in Maremma tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento nell’ambito della pittura, della scultura, dell’architettura e della fotografia. “Arte in Maremma” è un’iniziativa dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Grosseto e della Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte dell’Università degli Studi di Siena con il contributo fondamentale della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e della Regione Toscana (Progetto TRA ART). Curatori Enrico Crispolti, Direttore della Scuola e professore di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Siena, Anna Mazzanti e Luca Quattrocchi. Il volume (Silvana Editoriale, 432 pagine, oltre 300 illustrazioni) che accompagna la mostra costituisce il primo repertorio organico delle arti in Maremma.
La mostra è il risultato di un ampio lavoro di ricognizione, basato sul recupero di materiali inediti, ricerche d’archivio e indagini su artisti conosciuti, ma mai studiati nei loro rapporti con l’area grossetana. 113 opere tra scultura e pittura, 75 fotografie, più di 120 documenti tra disegni, progetti, libri e riviste.
Oltre ad approfondire la già nota presenza in Maremma dei macchiaioli Giovanni Fattori ed Eugenio Cecconi, sono state individuate insospettate e significative presenze di artisti di rilievo nazionale come quelle del pittore Galileo Chini e di scultori come Ettore Ferrari, Giovanni Prini, Fulvio Corsini, Vincenzo Rosignoli e Paladino Orlandini. Sono anche state riconsiderate e valorizzate le figure di architetti come Angiolo Mazzoni, Enrico Del Debbio e Pier Luigi Nervi, che hanno operato occasionalmente ma significativamente in Maremma. Al tempo stesso la mostra è l’occasione per restituire il profilo di artisti minori locali, ma di qualità apprezzabile.
Le opere in mostra provengono da numerosi musei italiani tra cui la Galleria d’Arte Moderna di Firenze, i Musei Civici di Siena e il MART di Rovereto, oltre che da collezioni private e istituzioni locali.
“Arte in Maremma” è allestita in sei edifici storici della città, coevi alle opere presentate in mostra, trasformati per l’occasione in spazi espositivi: il Palazzo della Provincia realizzato tra il 1899 e il 1903 dall’architetto Lorenzo Porciatti, esempio sontuoso di architettura neogotica; la Scuola Tecnica Industriale (1936-39) di Umberto Tombari; l’elegante e severo Palazzo del Consorzio Bonifica (1935-37) di Aldo Moretti; la Conservatoria delle Imposte, ex Casa del Fascio (1925-40) di Renato Della Rocca ed altri; il Palazzo del Consorzio Agrario (1938-40) di Umberto Tombari. Ed infine l’edificio più rappresentativo dell’architettura maremmana della prima metà del secolo scorso, il Palazzo delle Poste (1929-32) di Angiolo Mazzoni, celebre autore di numerosi palazzi postali e stazioni ferroviarie nell’Italia degli anni Trenta, con la spettacolare scala elicoidale.
La mostra è articolata secondo quattro sezioni cronologiche: “Tra Verismo, Storicismo e Liberty”, “Novecento e oltre”, “L’immediato dopoguerra”, “Fotografia”. Quest’ultima a cura di Giovanna Ginex, studiosa di fotografia.
Nella prima sezione si va dall’eclettismo dei primi maestri, Aldi e Pascucci, di formazione accademica senese ma con apprendistato ed esperienze romane, alla figura di Lorenzo Porciatti, che domina il panorama architettonico a cavallo tra Ottocento e Novecento con il suo elegante eclettismo fra ispirazioni gotiche, neorinascimentali e liberty. Del quale è testimonianza la Cappella Becchini di Arcidosso dove sono conservate le opere, esposte per la prima volta in mostra, di Galileo Chini (una pala d’altare raffigurante l’assunzione di Merope Becchini, dedicataria della cappella, tra gusto preraffaellita e liberty) e le sculture di Vincenzo Rosignoli.
Sul fronte della scultura emergono le figure del senese Fulvio Corsini, di Vincenzo Rosignoli e di Ettore Ferrari, il maestro delle epopee scultoree legate alle celebrazioni del Risorgimento e all’Unità d’Italia. Sempre in questa sezione viene indagato l’importante tema della Maremma come luogo d’ispirazione. Le selvagge campagne maremmane, la marcatura del bestiame, le mandrie dei buoi maremmani, i guadi di cavalli e greggi di fiumi e zone paludose, le battute di caccia alla Marsiliana, sono i temi illustrati dai macchiaioli Giovanni Fattori ed Eugenio Cecconi, ma anche dai fotografi del tempo.
“Novecento e oltre” ricostruisce la produzione artistica fra le due guerre, in particolare attraverso le “Esposizioni Sindacali Provinciali”, che si tennero a Grosseto dal ’33 al ’39, e i rapporti che i maestri più significativi dell’epoca intrattennero con il regime fascista. Sempre in questo periodo oltre ai riscoperti artisti locali (come Calastri, Giomi, Gragnoli, Pacini, Parrini) si segnalano le presenze di alcuni “emigrati dalla selvatichezza culturale di questa terra” (come Caligiani, Consorti, Orlandini) ed altri artisti, anche di rilievo nazionale, che transitarono in Maremma per commissioni o ispirazione (Nanni, Ponzi, Snyder). Memo Vagaggini è sicuramente l’artista più interessante di questo periodo: la sua opera tesse un rapporto ideale fra il paesaggio meridionale della Toscana e la cultura elevata e complessa della Torino fra le due guerre. Ancora da indagare la figura di Orlandino Paladino Orlandini, notevole scultore ma soprattutto raffinato medaglista della Zecca di Stato. Se alcuni artisti rimangono legati alla vita culturale locale, altri partecipano a mostre regionali e nazionali, come Tolomeo Faccendi presente alla Biennale di Venezia del 1938. In Maremma arriva per una commissione anche l’americano Frank Snyder, ritrattista ed illustratore del numero unico della rivista “Maremma nuova” del 1932. Sul fronte dell’architettura l’opera più significativa è sicuramente il Palazzo delle Poste di Grosseto di Angiolo Mazzoni, a cui hanno collaborato con opere scultoree gli artisti Napoleone Martinuzzi e Domenico Ponzi, entrambi più volte chiamati a collaborare con il noto architetto per vari edifici postali in diverse città italiane. Oltre a Mazzoni, questa zona ha visto gli interventi di architetti di fama come Pier Luigi Nervi per la distrutta aviorimessa di Orbetello, ed Enrico Del Debbio con la Casa del Fascio di Massa Marittima. Molto significativa per il tempo è l’attività edilizia dell’ingegnere Ernesto Ganelli (in occasione della mostra è stato rintracciato il suo archivio e realizzata una prima ricognizione), anche se il protagonista dell’architettura di questo periodo è senz’altro Umberto Tombari. Nella terza sezione viene presentato il clima artistico del dopoguerra, ricostruito attraverso le presenze degli artisti, le gallerie, le riviste “Ansedonia” e “Mal’aria” e le mostre (fra le più importanti quella del Realismo del 1955 con opere di Guttuso, Treccani, Zancanaro, oltre alla nutrita compagine locale).
Sempre di questo periodo sono le 75 immagini fotografiche, in gran parte inedite, selezionate da undici archivi e raccolte, che ben rappresentano la ricchezza del patrimonio fotografico maremmano, ancora da indagare. Oltre alle foto, la quarta ed ultima sezione ospiterà un’inedita e poetica documentazione filmica, realizzata da Felice Andreis (proiettata a ciclo continuo in mostra) a sottolineare la vocazione paesaggista e naturalistica di questa terra.
La mostra è il risultato di un ampio lavoro di ricognizione, basato sul recupero di materiali inediti, ricerche d’archivio e indagini su artisti conosciuti, ma mai studiati nei loro rapporti con l’area grossetana. 113 opere tra scultura e pittura, 75 fotografie, più di 120 documenti tra disegni, progetti, libri e riviste.
Oltre ad approfondire la già nota presenza in Maremma dei macchiaioli Giovanni Fattori ed Eugenio Cecconi, sono state individuate insospettate e significative presenze di artisti di rilievo nazionale come quelle del pittore Galileo Chini e di scultori come Ettore Ferrari, Giovanni Prini, Fulvio Corsini, Vincenzo Rosignoli e Paladino Orlandini. Sono anche state riconsiderate e valorizzate le figure di architetti come Angiolo Mazzoni, Enrico Del Debbio e Pier Luigi Nervi, che hanno operato occasionalmente ma significativamente in Maremma. Al tempo stesso la mostra è l’occasione per restituire il profilo di artisti minori locali, ma di qualità apprezzabile.
Le opere in mostra provengono da numerosi musei italiani tra cui la Galleria d’Arte Moderna di Firenze, i Musei Civici di Siena e il MART di Rovereto, oltre che da collezioni private e istituzioni locali.
“Arte in Maremma” è allestita in sei edifici storici della città, coevi alle opere presentate in mostra, trasformati per l’occasione in spazi espositivi: il Palazzo della Provincia realizzato tra il 1899 e il 1903 dall’architetto Lorenzo Porciatti, esempio sontuoso di architettura neogotica; la Scuola Tecnica Industriale (1936-39) di Umberto Tombari; l’elegante e severo Palazzo del Consorzio Bonifica (1935-37) di Aldo Moretti; la Conservatoria delle Imposte, ex Casa del Fascio (1925-40) di Renato Della Rocca ed altri; il Palazzo del Consorzio Agrario (1938-40) di Umberto Tombari. Ed infine l’edificio più rappresentativo dell’architettura maremmana della prima metà del secolo scorso, il Palazzo delle Poste (1929-32) di Angiolo Mazzoni, celebre autore di numerosi palazzi postali e stazioni ferroviarie nell’Italia degli anni Trenta, con la spettacolare scala elicoidale.
La mostra è articolata secondo quattro sezioni cronologiche: “Tra Verismo, Storicismo e Liberty”, “Novecento e oltre”, “L’immediato dopoguerra”, “Fotografia”. Quest’ultima a cura di Giovanna Ginex, studiosa di fotografia.
Nella prima sezione si va dall’eclettismo dei primi maestri, Aldi e Pascucci, di formazione accademica senese ma con apprendistato ed esperienze romane, alla figura di Lorenzo Porciatti, che domina il panorama architettonico a cavallo tra Ottocento e Novecento con il suo elegante eclettismo fra ispirazioni gotiche, neorinascimentali e liberty. Del quale è testimonianza la Cappella Becchini di Arcidosso dove sono conservate le opere, esposte per la prima volta in mostra, di Galileo Chini (una pala d’altare raffigurante l’assunzione di Merope Becchini, dedicataria della cappella, tra gusto preraffaellita e liberty) e le sculture di Vincenzo Rosignoli.
Sul fronte della scultura emergono le figure del senese Fulvio Corsini, di Vincenzo Rosignoli e di Ettore Ferrari, il maestro delle epopee scultoree legate alle celebrazioni del Risorgimento e all’Unità d’Italia. Sempre in questa sezione viene indagato l’importante tema della Maremma come luogo d’ispirazione. Le selvagge campagne maremmane, la marcatura del bestiame, le mandrie dei buoi maremmani, i guadi di cavalli e greggi di fiumi e zone paludose, le battute di caccia alla Marsiliana, sono i temi illustrati dai macchiaioli Giovanni Fattori ed Eugenio Cecconi, ma anche dai fotografi del tempo.
“Novecento e oltre” ricostruisce la produzione artistica fra le due guerre, in particolare attraverso le “Esposizioni Sindacali Provinciali”, che si tennero a Grosseto dal ’33 al ’39, e i rapporti che i maestri più significativi dell’epoca intrattennero con il regime fascista. Sempre in questo periodo oltre ai riscoperti artisti locali (come Calastri, Giomi, Gragnoli, Pacini, Parrini) si segnalano le presenze di alcuni “emigrati dalla selvatichezza culturale di questa terra” (come Caligiani, Consorti, Orlandini) ed altri artisti, anche di rilievo nazionale, che transitarono in Maremma per commissioni o ispirazione (Nanni, Ponzi, Snyder). Memo Vagaggini è sicuramente l’artista più interessante di questo periodo: la sua opera tesse un rapporto ideale fra il paesaggio meridionale della Toscana e la cultura elevata e complessa della Torino fra le due guerre. Ancora da indagare la figura di Orlandino Paladino Orlandini, notevole scultore ma soprattutto raffinato medaglista della Zecca di Stato. Se alcuni artisti rimangono legati alla vita culturale locale, altri partecipano a mostre regionali e nazionali, come Tolomeo Faccendi presente alla Biennale di Venezia del 1938. In Maremma arriva per una commissione anche l’americano Frank Snyder, ritrattista ed illustratore del numero unico della rivista “Maremma nuova” del 1932. Sul fronte dell’architettura l’opera più significativa è sicuramente il Palazzo delle Poste di Grosseto di Angiolo Mazzoni, a cui hanno collaborato con opere scultoree gli artisti Napoleone Martinuzzi e Domenico Ponzi, entrambi più volte chiamati a collaborare con il noto architetto per vari edifici postali in diverse città italiane. Oltre a Mazzoni, questa zona ha visto gli interventi di architetti di fama come Pier Luigi Nervi per la distrutta aviorimessa di Orbetello, ed Enrico Del Debbio con la Casa del Fascio di Massa Marittima. Molto significativa per il tempo è l’attività edilizia dell’ingegnere Ernesto Ganelli (in occasione della mostra è stato rintracciato il suo archivio e realizzata una prima ricognizione), anche se il protagonista dell’architettura di questo periodo è senz’altro Umberto Tombari. Nella terza sezione viene presentato il clima artistico del dopoguerra, ricostruito attraverso le presenze degli artisti, le gallerie, le riviste “Ansedonia” e “Mal’aria” e le mostre (fra le più importanti quella del Realismo del 1955 con opere di Guttuso, Treccani, Zancanaro, oltre alla nutrita compagine locale).
Sempre di questo periodo sono le 75 immagini fotografiche, in gran parte inedite, selezionate da undici archivi e raccolte, che ben rappresentano la ricchezza del patrimonio fotografico maremmano, ancora da indagare. Oltre alle foto, la quarta ed ultima sezione ospiterà un’inedita e poetica documentazione filmica, realizzata da Felice Andreis (proiettata a ciclo continuo in mostra) a sottolineare la vocazione paesaggista e naturalistica di questa terra.
26
novembre 2005
Arte in Maremma
Dal 26 novembre 2005 al 12 febbraio 2006
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Grosseto
Grosseto, (Grosseto)
Grosseto, (Grosseto)
Biglietti
intero 4,00 euro - ridotto 2,00 euro
Orario di apertura
10-00/13.00 – 15.00/18.00, chiuso il lunedì. Palazzo delle Poste chiuso anche la domenica
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
AMBRA NEPI
Curatore