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Arte nel parco – Terre Traverse
Il parco del Castello di san Pietro in Cerro (PC) si popolerà di nuove forme che instaureranno un dialogo con l’austero maniero, stimolando nuove riflessioni sull’arte.
Comunicato stampa
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Come vuole ormai la consuetudine, alla riapertura del Castello di San Pietro in Cerro anche il MIM Museum in Motion si presenta rinnovato. Al piano superiore del Castello il Museo espone alcune nuove acquisizioni insieme ad opere di giovani artisti che contribuiscono ad arricchire la già vasta collezione.
Il Castello con il suo Museo fanno parte della neo-nata Associazione Terre Traverse il quale scopo è proprio di approfondire ed evidenziare le caratteristiche di un territorio di per sè già un’opera d’arte.
E come più volte ha sottolineato la dott.ssa Carla Danani, Assessore all’Urbanistica del Comune di Fiorenzuola d’Arda: “…Come un tessuto, che intreccia tanti fili per farne la trama e l’ordito, Terre Traverse ha cucito insieme voci e sguardi, con la collaborazione e il contributo di quelle molte energie che questi territori abitano e amano… È il dialogo fecondo di comunità capaci di essere operose e di contemplare, di non sottrarsi al sudore del lavoro e di cogliere la bellezza di una linea di orizzonte, di far memoria dell’identità di ciò che sono e aprirsi al mondo intero”.
Ecco quindi un programma che inizia proprio dall’arte nel parco per spaziare con profumi di erbe spontanee, con Energia in concerto, con mostre fotografiche, con assaggi di prodotti speciali, per finire con acquerelli, vendemmie con i bambini e teatri da ammirare.
Tutto avverrà nelle varie aziende, nei luoghi che l’uomo ha conservato pieni di storia e di cultura.
Il parco del Castello da venerdì 24 aprile fino a lunedì 30 novembre si popolerà di nuove forme che instaureranno un dialogo con l’austero maniero, stimolando nuove riflessioni sull’arte.
Con il patrocinio delle istituzioni, il MIM dimostra, ancora una volta, la sua flessibilità ed accoglie, in contrasto con il compatto complesso medioevale, opere che creano un dialogo in cui gli artisti sovrappongono il loro linguaggio materico in bilico tra astrazione e figurazione.
Opere dove i materiali residuali come il legno, emergenze da un passato come i ferri, elementi carichi di potenza evocativa come il marmo si inseriscono nel verde della natura.
È il racconto che questo paesaggio rurale della pianura fa di sé, attraverso l’idea e la riflessione degli artisti.
Brunivo Buttarelli
Vive e lavora a Casalmaggiore (Cremona). Si diploma all’Istituto d’arte P. Toschi di Parma e vi insegna, alla Cattedra di tecniche pittoriche, fino al 1990; dal 1986 al 1991 è scultore scenografo del Teatro Regio di Parma. Numerose le collettive dove è invitato e dal 1991 ad oggi molte le personali in città italiane, in Giappone, in Germania, in Austria, in Slovacchia e Serbia. Sue sculture sono in collezioni pubbliche e private come al Museo Civico di Taverna a Catanzaro, al Museo Azzurro di Fregene a Roma, al Parco Negri di Concamarise di Verona, al Museo Bargellini di Pieve di Cento ecc. La sua ricerca artistica e la sua speciale tecnica lo hanno visto protagonista in Simposi sia in Italia che all’estero.
Claudio Rizzi nella monografia “Il sentimento del tempo” parla proprio di pietra, legno e ferro. Un microcosmo. Radici, legami, tradizione che avvolge il territorio e la sua gente. Il sapore del fiume nel suono dello scorrere alterno e vivo, nel colore delle acque immerse tra cielo e vegetazione. Il simposio della natura. Tripudio della natura, radiografia dell’essenza… il tempo che scorre, come il fiume, come tutto scorre; lo insegnavano i saggi dell’antichità e l’abbiamo imparato anche noi. Ma il tempo si immola, si ferma, ammonisce. Lo testimoniano i reperti, i solchi dell’umanità, le scritture dell’arte. E pietra, legno e ferro. L’artista Buttarelli enuncia una serie di pensieri che si trasformano in opere plastiche, dove emerge chiara la volontà di testimoniare e di relazionarsi con le problematiche della nostra contemporaneità. Dalle sue mani prende forma un codice simbolico che ricostruisce, con sapiente autonomia, il senso dell’arcano e di quanto appartiene alla memoria archetipa ed è, per ognuno, un invito a riappropriarsi della propria individualità profonda, lontano da ogni omologazione.
Urano Palma
Nasce a Varese nel 1936 e vive a Rovasenda (VC). Il suo approccio alla pittura ed alle arti visive proviene da varie esperienze nel settore della grafica pubblicitaria. Incomincia a dipingere nel 1956, postulando intuitivamente l’inquinarsi atmosferico, raffigura alberi rinsecchiti (nell’albero è ravvisabile la predilezione per il legno, elemento che predominerà nella sua produzione dal 1970 ad oggi). Dal 1963 al 1966 effettua esperimenti con materiali plastici; dal 1966 al 1968 svolge ricerche optical nel tentativo sottilmente ironico di demitizzare gli idoli tecnologici. Parallelamente alle sue ”visuali tecnologiche” del 1969-70 sviluppa strutture tridimensionali, oggetti afunzionali; adotta costantemente il legno e lo dilania con perforazioni. Siamo al suo lavoro attuale, il quale principia da una ipotesi di design di motivazione industriale e approda alla sua negazione che si esprime non soltanto in una polemica antifunzionale, ma distrugge il lessico di pulizia, di levigatezza, di eleganza scontata.
Oggi, “dal bozzettone passo al tarlo che corrode”, spiega, ed espone opere con tarli veri “quelli cioè in grado di effettuare un’operazione biodegradabile”. L’infierire tarlandoli, su oggetti quotidiani archetipi di base antropologica (scranno, desco) può riproporre il gesto dada o commistioni surreali come rifiuto al convenzionalismo, ma Urano Palma pur minando in senso apocalittico l’oggetto, lo emblematizza in senso critico rendendo l’opera significante il verbo negativo di un’etica sociale (dal suo sito web).
Stefano Soddu
Vive e lavora a Milano, esordisce con la prima mostra personale nel 1997 a Trezzo sull’Adda, poi a Vigevano e a Rinasco, nel 1998 a Roma, Rimini e Milano, nel 2000 a Orlando (California), a Milano all’Oratorio della Passionee al Museo di Sant’Ambrogio, ancora a Milano nel 2002 e a Castellana al Museo Pagani. Si susseguono installazioni e sculture in luoghi pubblici, al Museo della Scienza e della Tecnica e a Masate, a Milano al Palazzo dei Giureconsulti, a Prato al Chiostro di San Francesco, a Vicenza, a Gavirate, al Chiostro di Voltorre e a Genova. Tra le ultime esposizioni ricordiamo: 2002 Museo della Permanente a Milano, Rocca Paolina a Perugia; 2003 Palazzo della Triennale a Milano; 2004 a Salonicco, all’Istituto Italiano di Cultura a Londra e a New York; 2005 alla Biennale di Ankara e in Marocco presso il Consolato Generale di Casablanca; 2006 a Gubbio alla Biennale di Scultura, dove partecipa anche nel 2008.
“…Un’arte quella di Soddu, che non possiede discrepanze tra linguaggi e forme, tempi e spazi, costruzioni creative e natura, dettaglio e complessità, ferro e polvere perché sempre e comunque l’arte di Soddu conduce all’uomo e alla sua memoria…” dal testo di Lucrezia De Domizio Durini per la monografia “Stefano Soddu – bronzo materia e spirito” del 2006.
L’opera presentata nel parco del Castello di San Pietro è stata progettata ed eseguita a quattro mani con l’artista PAOLO BARLUSCONI.
Christian Zucconi
Dopo essere stato presentato da Alain Toubas come "uno tra i più promettenti interpreti dell'arte scultoria italiana", Christian Zucconi ha intrapreso una ricerca sullo svuotamento della forma e sulla persistenza in essa dell'azione. L'esito della ricerca è una rivoluzione: la Kenoclastia. La tecnica kenoclastica, inventata da Christian Zucconi nel dicembre del 2007 e consistente nella distruzione di un’opera finita, nel suo svuotamento e nella successiva ricomposizione, sarà presto presentata al pubblico in un doppio catalogo in lingua inglese intitolato "Kenoclastic Revolution". Le sculture kenoclastiche saranno invece per la prima volta esposte, corredate da un'ulteriore monografia, in un'importante mostra pubblica nella primavera del 2010.
In occasione della mostra al castello di San Pietro in Cerro, Zucconi esporrà quindi due sculture del 2006, "Interno di famiglia" e "A nudo", due potenti gruppi in cui ancora non è esplosa la rivoluzione kenoclastica, ma che ugualmente sono espressione di una scultura dai valori plastici assoluti, che alla soglia dei trent'anni aveva già portato Zucconi in riconosciuti spazi pubblici e religiosi - tra gli altri si ricordano la Pinacoteca del Castello e la piazza del Duomo a Legnano, il parco di Villa Franchetti a Viù (TO), il Museo del Sannio a Benevento, Piazza della Pace a Collecchio (PR), la piazzetta del Battistero di Vigolo Marchese (PC) - e in prestigiose collezioni e gallerie d'arte private come la testoriana Compagnia del Disegno.
Il Castello di San Pietro
In epoca medievale il luogo di San Pietro in Cerro era un avamposto militare dello Stato Pallavicino. Nel 1466 Bianca Maria Visconti, vedova del Duca Francesco Sforza, investì del feudo di San Pietro l’augusta famiglia piacentina dei Barattieri, ai quali si deve la fondazione dell’edificio, sui resti di uno più antico, nel 1491. Nei secoli il Castello ha mantenuto l’originario impianto rettangolare, da cui emergono il mastio d’ingresso e due torrioni rotondi collocati a difesa del lato nord, mentre all’interno si apre un’elegante corte quadrata a doppio ordine di arcate. Nel parco alberato di 5.000 mq si snodano i sentieri originari. Il fascino antico del Castello è in armonia con gli altri edifici del borgo: la Chiesa cinquecentesca dedicata a San Pietro Apostolo, il grazioso “Casino di campagna”, dove ha sede il Municipio e “Villa Barattieri” con un vasto giardino all’italiana.
Il mim Museum In Motion
Inaugurato nel 2001, il mim Museum In Motion del Castello di San Pietro si trova nella splendida cornice del Castello di San Pietro. La collezione è costituita da opere di arte contemporanea. Importante è la sezione dedicata a pittori e scultori piacentini che apre il museo, dove sono presenti gran parte degli artisti del fantastico. Lo spazio museale si sviluppa poi lungo tutto il percorso tra le due torrette, nell’antico camminamento di ronda, nel lungo granaio. “Il mim Museum In Motion nasce da una grande passione per l’arte” - afferma il proprietario Franco Spaggiari. “È la curiosità che mi ha spinto a scoprire l’arte contemporanea. È in questo modo che è scoccata la scintilla. È così che è nata l’idea di sponsorizzare con l’azienda di famiglia, la Copromet spa, iniziative culturali all’Antico Palazzo della Pretura di Castell’Arquato, palazzo di proprietà messo a disposizione dell’arte. La collaborazione con la Fondazione D’Ars - Oscar Signorini onlus, l’incontro con Pierre Restany e le tante e interessanti opere che potevano dare una panoramica delle varie espressioni artistiche del nostro tempo, hanno creato il mim”.
La locanda del Re Guerriero
La Locanda del Re Guerriero è una nuova struttura alberghiera operativa all’interno del parco che circonda il Castello. Oltrepassando il maestoso viale di tigli, si giunge a questo edificio di fondazione medievale: un tempo qui c’erano le scuderie con le abitazioni dei contadini e dei cocchieri. Grazie ad un’opera di sapiente recupero, i più moderni servizi alberghieri sono stati perfettamente integrati con le suggestioni storiche e la bellezza naturale del luogo. Una campagna meravigliosa da scoprire attraverso escursioni a piedi, in bicicletta o a cavallo per riappropriarsi di atmosfere ormai perdute. Tutte le camere della locanda sono arredate in modo elegante e sono impreziosite dalla presenza di opere di arte contemporanea provenienti dal MIM Museum In Motion, continuazione dell’esposizione allestita all’interno del Castello.
San Pietro in Cerro (PC) si trova sulla S.S. 462 Fiorenzuola d’Arda – Cremona. Percorrendo la A1 MI-BO, uscita a Fiorenzuola d’Arda, direzione Cortemaggiore e Cremona (8 Km); percorrendo la A21 TO-PC-CR-BS, uscita a Castelvetro, direzione Piacenza e successivamente direzione Cortemaggiore –Fiorenzuola (10 Km).
Il Castello con il suo Museo fanno parte della neo-nata Associazione Terre Traverse il quale scopo è proprio di approfondire ed evidenziare le caratteristiche di un territorio di per sè già un’opera d’arte.
E come più volte ha sottolineato la dott.ssa Carla Danani, Assessore all’Urbanistica del Comune di Fiorenzuola d’Arda: “…Come un tessuto, che intreccia tanti fili per farne la trama e l’ordito, Terre Traverse ha cucito insieme voci e sguardi, con la collaborazione e il contributo di quelle molte energie che questi territori abitano e amano… È il dialogo fecondo di comunità capaci di essere operose e di contemplare, di non sottrarsi al sudore del lavoro e di cogliere la bellezza di una linea di orizzonte, di far memoria dell’identità di ciò che sono e aprirsi al mondo intero”.
Ecco quindi un programma che inizia proprio dall’arte nel parco per spaziare con profumi di erbe spontanee, con Energia in concerto, con mostre fotografiche, con assaggi di prodotti speciali, per finire con acquerelli, vendemmie con i bambini e teatri da ammirare.
Tutto avverrà nelle varie aziende, nei luoghi che l’uomo ha conservato pieni di storia e di cultura.
Il parco del Castello da venerdì 24 aprile fino a lunedì 30 novembre si popolerà di nuove forme che instaureranno un dialogo con l’austero maniero, stimolando nuove riflessioni sull’arte.
Con il patrocinio delle istituzioni, il MIM dimostra, ancora una volta, la sua flessibilità ed accoglie, in contrasto con il compatto complesso medioevale, opere che creano un dialogo in cui gli artisti sovrappongono il loro linguaggio materico in bilico tra astrazione e figurazione.
Opere dove i materiali residuali come il legno, emergenze da un passato come i ferri, elementi carichi di potenza evocativa come il marmo si inseriscono nel verde della natura.
È il racconto che questo paesaggio rurale della pianura fa di sé, attraverso l’idea e la riflessione degli artisti.
Brunivo Buttarelli
Vive e lavora a Casalmaggiore (Cremona). Si diploma all’Istituto d’arte P. Toschi di Parma e vi insegna, alla Cattedra di tecniche pittoriche, fino al 1990; dal 1986 al 1991 è scultore scenografo del Teatro Regio di Parma. Numerose le collettive dove è invitato e dal 1991 ad oggi molte le personali in città italiane, in Giappone, in Germania, in Austria, in Slovacchia e Serbia. Sue sculture sono in collezioni pubbliche e private come al Museo Civico di Taverna a Catanzaro, al Museo Azzurro di Fregene a Roma, al Parco Negri di Concamarise di Verona, al Museo Bargellini di Pieve di Cento ecc. La sua ricerca artistica e la sua speciale tecnica lo hanno visto protagonista in Simposi sia in Italia che all’estero.
Claudio Rizzi nella monografia “Il sentimento del tempo” parla proprio di pietra, legno e ferro. Un microcosmo. Radici, legami, tradizione che avvolge il territorio e la sua gente. Il sapore del fiume nel suono dello scorrere alterno e vivo, nel colore delle acque immerse tra cielo e vegetazione. Il simposio della natura. Tripudio della natura, radiografia dell’essenza… il tempo che scorre, come il fiume, come tutto scorre; lo insegnavano i saggi dell’antichità e l’abbiamo imparato anche noi. Ma il tempo si immola, si ferma, ammonisce. Lo testimoniano i reperti, i solchi dell’umanità, le scritture dell’arte. E pietra, legno e ferro. L’artista Buttarelli enuncia una serie di pensieri che si trasformano in opere plastiche, dove emerge chiara la volontà di testimoniare e di relazionarsi con le problematiche della nostra contemporaneità. Dalle sue mani prende forma un codice simbolico che ricostruisce, con sapiente autonomia, il senso dell’arcano e di quanto appartiene alla memoria archetipa ed è, per ognuno, un invito a riappropriarsi della propria individualità profonda, lontano da ogni omologazione.
Urano Palma
Nasce a Varese nel 1936 e vive a Rovasenda (VC). Il suo approccio alla pittura ed alle arti visive proviene da varie esperienze nel settore della grafica pubblicitaria. Incomincia a dipingere nel 1956, postulando intuitivamente l’inquinarsi atmosferico, raffigura alberi rinsecchiti (nell’albero è ravvisabile la predilezione per il legno, elemento che predominerà nella sua produzione dal 1970 ad oggi). Dal 1963 al 1966 effettua esperimenti con materiali plastici; dal 1966 al 1968 svolge ricerche optical nel tentativo sottilmente ironico di demitizzare gli idoli tecnologici. Parallelamente alle sue ”visuali tecnologiche” del 1969-70 sviluppa strutture tridimensionali, oggetti afunzionali; adotta costantemente il legno e lo dilania con perforazioni. Siamo al suo lavoro attuale, il quale principia da una ipotesi di design di motivazione industriale e approda alla sua negazione che si esprime non soltanto in una polemica antifunzionale, ma distrugge il lessico di pulizia, di levigatezza, di eleganza scontata.
Oggi, “dal bozzettone passo al tarlo che corrode”, spiega, ed espone opere con tarli veri “quelli cioè in grado di effettuare un’operazione biodegradabile”. L’infierire tarlandoli, su oggetti quotidiani archetipi di base antropologica (scranno, desco) può riproporre il gesto dada o commistioni surreali come rifiuto al convenzionalismo, ma Urano Palma pur minando in senso apocalittico l’oggetto, lo emblematizza in senso critico rendendo l’opera significante il verbo negativo di un’etica sociale (dal suo sito web).
Stefano Soddu
Vive e lavora a Milano, esordisce con la prima mostra personale nel 1997 a Trezzo sull’Adda, poi a Vigevano e a Rinasco, nel 1998 a Roma, Rimini e Milano, nel 2000 a Orlando (California), a Milano all’Oratorio della Passionee al Museo di Sant’Ambrogio, ancora a Milano nel 2002 e a Castellana al Museo Pagani. Si susseguono installazioni e sculture in luoghi pubblici, al Museo della Scienza e della Tecnica e a Masate, a Milano al Palazzo dei Giureconsulti, a Prato al Chiostro di San Francesco, a Vicenza, a Gavirate, al Chiostro di Voltorre e a Genova. Tra le ultime esposizioni ricordiamo: 2002 Museo della Permanente a Milano, Rocca Paolina a Perugia; 2003 Palazzo della Triennale a Milano; 2004 a Salonicco, all’Istituto Italiano di Cultura a Londra e a New York; 2005 alla Biennale di Ankara e in Marocco presso il Consolato Generale di Casablanca; 2006 a Gubbio alla Biennale di Scultura, dove partecipa anche nel 2008.
“…Un’arte quella di Soddu, che non possiede discrepanze tra linguaggi e forme, tempi e spazi, costruzioni creative e natura, dettaglio e complessità, ferro e polvere perché sempre e comunque l’arte di Soddu conduce all’uomo e alla sua memoria…” dal testo di Lucrezia De Domizio Durini per la monografia “Stefano Soddu – bronzo materia e spirito” del 2006.
L’opera presentata nel parco del Castello di San Pietro è stata progettata ed eseguita a quattro mani con l’artista PAOLO BARLUSCONI.
Christian Zucconi
Dopo essere stato presentato da Alain Toubas come "uno tra i più promettenti interpreti dell'arte scultoria italiana", Christian Zucconi ha intrapreso una ricerca sullo svuotamento della forma e sulla persistenza in essa dell'azione. L'esito della ricerca è una rivoluzione: la Kenoclastia. La tecnica kenoclastica, inventata da Christian Zucconi nel dicembre del 2007 e consistente nella distruzione di un’opera finita, nel suo svuotamento e nella successiva ricomposizione, sarà presto presentata al pubblico in un doppio catalogo in lingua inglese intitolato "Kenoclastic Revolution". Le sculture kenoclastiche saranno invece per la prima volta esposte, corredate da un'ulteriore monografia, in un'importante mostra pubblica nella primavera del 2010.
In occasione della mostra al castello di San Pietro in Cerro, Zucconi esporrà quindi due sculture del 2006, "Interno di famiglia" e "A nudo", due potenti gruppi in cui ancora non è esplosa la rivoluzione kenoclastica, ma che ugualmente sono espressione di una scultura dai valori plastici assoluti, che alla soglia dei trent'anni aveva già portato Zucconi in riconosciuti spazi pubblici e religiosi - tra gli altri si ricordano la Pinacoteca del Castello e la piazza del Duomo a Legnano, il parco di Villa Franchetti a Viù (TO), il Museo del Sannio a Benevento, Piazza della Pace a Collecchio (PR), la piazzetta del Battistero di Vigolo Marchese (PC) - e in prestigiose collezioni e gallerie d'arte private come la testoriana Compagnia del Disegno.
Il Castello di San Pietro
In epoca medievale il luogo di San Pietro in Cerro era un avamposto militare dello Stato Pallavicino. Nel 1466 Bianca Maria Visconti, vedova del Duca Francesco Sforza, investì del feudo di San Pietro l’augusta famiglia piacentina dei Barattieri, ai quali si deve la fondazione dell’edificio, sui resti di uno più antico, nel 1491. Nei secoli il Castello ha mantenuto l’originario impianto rettangolare, da cui emergono il mastio d’ingresso e due torrioni rotondi collocati a difesa del lato nord, mentre all’interno si apre un’elegante corte quadrata a doppio ordine di arcate. Nel parco alberato di 5.000 mq si snodano i sentieri originari. Il fascino antico del Castello è in armonia con gli altri edifici del borgo: la Chiesa cinquecentesca dedicata a San Pietro Apostolo, il grazioso “Casino di campagna”, dove ha sede il Municipio e “Villa Barattieri” con un vasto giardino all’italiana.
Il mim Museum In Motion
Inaugurato nel 2001, il mim Museum In Motion del Castello di San Pietro si trova nella splendida cornice del Castello di San Pietro. La collezione è costituita da opere di arte contemporanea. Importante è la sezione dedicata a pittori e scultori piacentini che apre il museo, dove sono presenti gran parte degli artisti del fantastico. Lo spazio museale si sviluppa poi lungo tutto il percorso tra le due torrette, nell’antico camminamento di ronda, nel lungo granaio. “Il mim Museum In Motion nasce da una grande passione per l’arte” - afferma il proprietario Franco Spaggiari. “È la curiosità che mi ha spinto a scoprire l’arte contemporanea. È in questo modo che è scoccata la scintilla. È così che è nata l’idea di sponsorizzare con l’azienda di famiglia, la Copromet spa, iniziative culturali all’Antico Palazzo della Pretura di Castell’Arquato, palazzo di proprietà messo a disposizione dell’arte. La collaborazione con la Fondazione D’Ars - Oscar Signorini onlus, l’incontro con Pierre Restany e le tante e interessanti opere che potevano dare una panoramica delle varie espressioni artistiche del nostro tempo, hanno creato il mim”.
La locanda del Re Guerriero
La Locanda del Re Guerriero è una nuova struttura alberghiera operativa all’interno del parco che circonda il Castello. Oltrepassando il maestoso viale di tigli, si giunge a questo edificio di fondazione medievale: un tempo qui c’erano le scuderie con le abitazioni dei contadini e dei cocchieri. Grazie ad un’opera di sapiente recupero, i più moderni servizi alberghieri sono stati perfettamente integrati con le suggestioni storiche e la bellezza naturale del luogo. Una campagna meravigliosa da scoprire attraverso escursioni a piedi, in bicicletta o a cavallo per riappropriarsi di atmosfere ormai perdute. Tutte le camere della locanda sono arredate in modo elegante e sono impreziosite dalla presenza di opere di arte contemporanea provenienti dal MIM Museum In Motion, continuazione dell’esposizione allestita all’interno del Castello.
San Pietro in Cerro (PC) si trova sulla S.S. 462 Fiorenzuola d’Arda – Cremona. Percorrendo la A1 MI-BO, uscita a Fiorenzuola d’Arda, direzione Cortemaggiore e Cremona (8 Km); percorrendo la A21 TO-PC-CR-BS, uscita a Castelvetro, direzione Piacenza e successivamente direzione Cortemaggiore –Fiorenzuola (10 Km).
24
aprile 2009
Arte nel parco – Terre Traverse
Dal 24 aprile al 30 novembre 2009
arte contemporanea
Location
MUSEUM IN MOTION – CASTELLO DI SAN PIETRO
San Pietro In Cerro, Via Roma, 19, (Piacenza)
San Pietro In Cerro, Via Roma, 19, (Piacenza)
Orario di apertura
domenica e festivi 11-12 e 15-18 con ingresso dal Castello.
feriali 9-18 con ingresso dalla Locanda del Re Guerriero.
Vernissage
24 Aprile 2009, ore 17.30
Sito web
www.fondazionedars.it
Autore
Curatore