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Artecon Meli e Borella
Dopo aver visitato il Museo d’arte contemporanea di Luzzana – Donazione Meli, Beppe Borella rimane stupito dalla semplicità e dall’efficacia comunicativa delle opere di Alberto Meli (Luzzana 1921 – 2003), tratti questi che sono alla base anche della produzione dello stesso Borella. Tematiche quali la Genesi, il mondo animale, la figura del politico o il futuro, affrontate in maniera magistrale nelle sculture di Meli esposte in Museo, sono indagate a fondo pure da Beppe, che ne restituisce un’interpretazione singolare.
Comunicato stampa
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Dopo aver visitato il Museo d’arte contemporanea di Luzzana – Donazione Meli, Beppe Borella rimane stupito dalla semplicità e dall’efficacia comunicativa delle opere di Alberto Meli (Luzzana 1921 – 2003), tratti questi che sono alla base anche della produzione dello stesso Borella. Tematiche quali la Genesi, il mondo animale, la figura del politico o il futuro, affrontate in maniera magistrale nelle sculture di Meli esposte in Museo, sono indagate a fondo pure da Beppe, che ne restituisce un’interpretazione singolare. E proprio qui nasce l’idea della mostra: un confronto tra due scultori bergamaschi che con le loro opere toccano diverse questioni all’apparenza banali e generiche, ma che sanno, invece, restituire riflessioni sul contesto storico-sociale in cui vivono, del quale vengono indagate le ambivalenze e il senso.
Meli e Borella, lungi dall’essere scontati, offrono delle interpretazioni sì personali, ma che sanno anche rispecchiare il gusto e lo spirito artistico che li connota. Legno e marmo entrano in un dialogo serrato e intenso: il contrasto tra la liricità della natura della produzione di Meli e l’ironia provocatoria neo-pop di Borella diventa generativo. È questa l’occasione giusta, dato il grande stimolo alla riflessione che entrambi gli artisti desiderano offrire ai visitatori, di meditare sul concetto di Speranza, che - come si è soliti dire - sembrerebbe essere l’ultima a morire.
Uno dei confronti che vengono presentati in mostra tocca il tema scottante del mondo della politica. Nel 2004 Meli, con il suo attualissimo“Uomo politico”, rappresenta in modo tanto ironico quanto efficace la falsità e l’opportunismo degli uomini di potere. Una riflessione per certi versi in sintonia con quella che offre Borella nella sua Casta, una scultura in marmo nero del 2012 in cui l’attacco sferzante veste un abito pop. Si badi bene che in Casta si ritrova una doppia accusa rivolta ai politici: da un lato il desiderio di appropriarsi del bene pubblico e di seguire i propri interessi a scapito di quelli della collettività, dall’altro la rigidità di un mondo politico, accessibile a pochi e dunque a una casta, da cui il titolo.
In mostra viene presentato anche Wood Grouse OGM, l’opera in copertina, una scultura in granito del 2010 nella quale Borella si sofferma su un altro tema più che mai attuale, vale a dire la sempre maggior artificialità della natura in cui viviamo.
A differenza del gallo ruspante realizzato da Meli, il gallo cedrone di Borella ha perso quasi completamente la sua forma tradizionale per assumerne una nuova, frutto di imprevedibili
e inquietanti mutazioni genetiche, imposte dall’uomo nella sua folle corsa al “progresso” e all’“innovazione”.
Alberto Meli
Alberto Meli nasce a Luzzana il 26 agosto 1921. I primi approcci alla scultura risalgono al 1933 quando si narra che scolpì una deposizione ricavata da un tronco.
- 30 luglio 1937 Cresce nel laboratorio di Gianni Remuzzi e scopre i segreti dell’uso della pietra, le sue caratteristiche e come si deve trattare.
- 1940 – 1946 Partecipa al conflitto della seconda guerra mondiale sul fronte russo, sul fronte italiano in Sicilia e infine prigioniero degli angloamericani in Inghilterra. Qui scolpisce alcune opere e tra queste il busto dell’autoritratto, come egli racconta, realizzato unicamente con una semplice lametta da barba.
- 1947 – 1953 Frequenta l’Accademia Carrara dove incontra valenti maestri tra i quali Achille Funi. Ancora allievo ha la prima affermazione: Partecipa al concorso di pittura e scultura Città di Bergamo, ottenendo con una testa di bimbo il premio Italcementi. Premio Biennale alla permanente di Milano. Primo premio alla Rassegna d’arte a Milano. Ottiene il personale riconoscimento di Paolo Candiani presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, che in una lettera definisce quella del Meli “Arte semplice e sana che si ricollega alle nostre più belle tradizioni”. Riceve il premio Diomira a Milano.
- Con l’intento di intraprendere nuove strade nel 1955 si trasferisce a Locarno in Svizzera nell’atelier di Remo Rossi. Incontra diversi artisti, tra i quali Fischer, Richter, Beninger, Probst, Max Bill, Valenti e soprattutto Hans Jean Arp, del quale dal 1957 al 1965 diventa il primo collaboratore.
Nell’esperienza di collaborazione con Arp, raccoglie le sue sollecitazioni per incominciare un proprio percorso e immediatamente ottiene elogi e inviti a continuare con quello stile “decisamente geniale” come appare in “Enigma”.
- 1965 Alle fornaci di Cunardo (Varese) partecipa per volontà di Jean Arp ad una mostra collettiva dove erano presenti Rossi, Richter, Guttuso, Cantatore, Borlotti e lo stesso Arp.
- 1965 Torna nel suo paese natale e inizia a produrre in proprio, sperimentando l’uso di materiali diversi: pietra, marmo, piombo, bronzo, legno, materiale sintetico e di recupero. Mette in atto le esperienze acquisite, alternando opere figurative, maggiormente richieste dal mercato, a opere astratte che sente maggiormente in sintonia con la sua sensibilità artistica. L’arte figurativa raggiunge episodi di intenso spessore umano, psicologico e fortemente spirituale. L’arte astratta spazia, oltre le realtà contingenti, in un mondo fantastico e marcatamente simbolico, alla ricerca di sempre nuove forme espressive e di emozioni intense.
- 23 dicembre 2003 Nella sua casa di Luzzana, Bergamo, il Maestro ci lascia.
Beppe Borella nasce a Bergamo il 5 luglio 1972 si avvicina all’arte in modo insolito e peculiare. Dopo aver perfezionato la conoscenza della lavorazione del ferro attraverso una prima esperienza come fabbro, è grazie al gallerista Stefano Fumagalli che conosce l’arte del XX secolo, rimanendo colpito soprattutto dalla produzione scultorea contemporanea. Questo incontro lo condurrà a mettersi in gioco in prima persona, sperimentandosi inizialmente come collaboratore di Giuseppe Uncini e poi in modo autonomo. Borella riesce così a giocare con i vari colori e tipi di marmo, materiale da lui privilegiato, ottenendo opere assai curiose, in cui il linguaggio pop, scherzoso e al tempo stesso provocatorio, stimola nello spettatore riflessioni su temi attuali.
Nel 2011 presenta la sua prima mostra personale “Art Gallery “ Città Alta (BG) prosegue con varie collettive e fiere per tutta Italia: citandone alcune Galleria la Telaccia, (TO), Galleria Baccina (ROMA), Fondazione Bracco (MI), Milano Scultura (MI), Cubo Gallery (PR), Galleria Gare 82 (BS), JW Marriott Venice Resort (VE).
Nel 2013 Diploma d’Onore al Premio Arte della rivista Arte, iniziano mostre e fiere internazionali: Galeri edu Tilleul, Svizzera, Art Innsbruck Austria, Spagna, Monaco Lussemburgo, Bruxelles, New York e Miami.
Nel 2014 con il premio Adrenalina le prime mostre museali: Spazio Factory, la Pelanda Macro (ROMA), Museo Permanente (MI), Museo Civico Mastroianni (ROMA), Museo GAMEC (BG).
Nel 2016 menzione speciale con la rivista Biancoscuro.
Nel 2017 personale Galerie-Espace Le Marrais (PARIGI), Biennale di Soncino e a seguire una serie di mostre istituzionali: Villa Borromeo Litta (MI), Brembate (BG), Cortona (AR), Sirmione (BS), Casalbuttano (CR), Marrubiu (OR), Città Alta Bergamo per Nepios.
Meli e Borella, lungi dall’essere scontati, offrono delle interpretazioni sì personali, ma che sanno anche rispecchiare il gusto e lo spirito artistico che li connota. Legno e marmo entrano in un dialogo serrato e intenso: il contrasto tra la liricità della natura della produzione di Meli e l’ironia provocatoria neo-pop di Borella diventa generativo. È questa l’occasione giusta, dato il grande stimolo alla riflessione che entrambi gli artisti desiderano offrire ai visitatori, di meditare sul concetto di Speranza, che - come si è soliti dire - sembrerebbe essere l’ultima a morire.
Uno dei confronti che vengono presentati in mostra tocca il tema scottante del mondo della politica. Nel 2004 Meli, con il suo attualissimo“Uomo politico”, rappresenta in modo tanto ironico quanto efficace la falsità e l’opportunismo degli uomini di potere. Una riflessione per certi versi in sintonia con quella che offre Borella nella sua Casta, una scultura in marmo nero del 2012 in cui l’attacco sferzante veste un abito pop. Si badi bene che in Casta si ritrova una doppia accusa rivolta ai politici: da un lato il desiderio di appropriarsi del bene pubblico e di seguire i propri interessi a scapito di quelli della collettività, dall’altro la rigidità di un mondo politico, accessibile a pochi e dunque a una casta, da cui il titolo.
In mostra viene presentato anche Wood Grouse OGM, l’opera in copertina, una scultura in granito del 2010 nella quale Borella si sofferma su un altro tema più che mai attuale, vale a dire la sempre maggior artificialità della natura in cui viviamo.
A differenza del gallo ruspante realizzato da Meli, il gallo cedrone di Borella ha perso quasi completamente la sua forma tradizionale per assumerne una nuova, frutto di imprevedibili
e inquietanti mutazioni genetiche, imposte dall’uomo nella sua folle corsa al “progresso” e all’“innovazione”.
Alberto Meli
Alberto Meli nasce a Luzzana il 26 agosto 1921. I primi approcci alla scultura risalgono al 1933 quando si narra che scolpì una deposizione ricavata da un tronco.
- 30 luglio 1937 Cresce nel laboratorio di Gianni Remuzzi e scopre i segreti dell’uso della pietra, le sue caratteristiche e come si deve trattare.
- 1940 – 1946 Partecipa al conflitto della seconda guerra mondiale sul fronte russo, sul fronte italiano in Sicilia e infine prigioniero degli angloamericani in Inghilterra. Qui scolpisce alcune opere e tra queste il busto dell’autoritratto, come egli racconta, realizzato unicamente con una semplice lametta da barba.
- 1947 – 1953 Frequenta l’Accademia Carrara dove incontra valenti maestri tra i quali Achille Funi. Ancora allievo ha la prima affermazione: Partecipa al concorso di pittura e scultura Città di Bergamo, ottenendo con una testa di bimbo il premio Italcementi. Premio Biennale alla permanente di Milano. Primo premio alla Rassegna d’arte a Milano. Ottiene il personale riconoscimento di Paolo Candiani presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, che in una lettera definisce quella del Meli “Arte semplice e sana che si ricollega alle nostre più belle tradizioni”. Riceve il premio Diomira a Milano.
- Con l’intento di intraprendere nuove strade nel 1955 si trasferisce a Locarno in Svizzera nell’atelier di Remo Rossi. Incontra diversi artisti, tra i quali Fischer, Richter, Beninger, Probst, Max Bill, Valenti e soprattutto Hans Jean Arp, del quale dal 1957 al 1965 diventa il primo collaboratore.
Nell’esperienza di collaborazione con Arp, raccoglie le sue sollecitazioni per incominciare un proprio percorso e immediatamente ottiene elogi e inviti a continuare con quello stile “decisamente geniale” come appare in “Enigma”.
- 1965 Alle fornaci di Cunardo (Varese) partecipa per volontà di Jean Arp ad una mostra collettiva dove erano presenti Rossi, Richter, Guttuso, Cantatore, Borlotti e lo stesso Arp.
- 1965 Torna nel suo paese natale e inizia a produrre in proprio, sperimentando l’uso di materiali diversi: pietra, marmo, piombo, bronzo, legno, materiale sintetico e di recupero. Mette in atto le esperienze acquisite, alternando opere figurative, maggiormente richieste dal mercato, a opere astratte che sente maggiormente in sintonia con la sua sensibilità artistica. L’arte figurativa raggiunge episodi di intenso spessore umano, psicologico e fortemente spirituale. L’arte astratta spazia, oltre le realtà contingenti, in un mondo fantastico e marcatamente simbolico, alla ricerca di sempre nuove forme espressive e di emozioni intense.
- 23 dicembre 2003 Nella sua casa di Luzzana, Bergamo, il Maestro ci lascia.
Beppe Borella nasce a Bergamo il 5 luglio 1972 si avvicina all’arte in modo insolito e peculiare. Dopo aver perfezionato la conoscenza della lavorazione del ferro attraverso una prima esperienza come fabbro, è grazie al gallerista Stefano Fumagalli che conosce l’arte del XX secolo, rimanendo colpito soprattutto dalla produzione scultorea contemporanea. Questo incontro lo condurrà a mettersi in gioco in prima persona, sperimentandosi inizialmente come collaboratore di Giuseppe Uncini e poi in modo autonomo. Borella riesce così a giocare con i vari colori e tipi di marmo, materiale da lui privilegiato, ottenendo opere assai curiose, in cui il linguaggio pop, scherzoso e al tempo stesso provocatorio, stimola nello spettatore riflessioni su temi attuali.
Nel 2011 presenta la sua prima mostra personale “Art Gallery “ Città Alta (BG) prosegue con varie collettive e fiere per tutta Italia: citandone alcune Galleria la Telaccia, (TO), Galleria Baccina (ROMA), Fondazione Bracco (MI), Milano Scultura (MI), Cubo Gallery (PR), Galleria Gare 82 (BS), JW Marriott Venice Resort (VE).
Nel 2013 Diploma d’Onore al Premio Arte della rivista Arte, iniziano mostre e fiere internazionali: Galeri edu Tilleul, Svizzera, Art Innsbruck Austria, Spagna, Monaco Lussemburgo, Bruxelles, New York e Miami.
Nel 2014 con il premio Adrenalina le prime mostre museali: Spazio Factory, la Pelanda Macro (ROMA), Museo Permanente (MI), Museo Civico Mastroianni (ROMA), Museo GAMEC (BG).
Nel 2016 menzione speciale con la rivista Biancoscuro.
Nel 2017 personale Galerie-Espace Le Marrais (PARIGI), Biennale di Soncino e a seguire una serie di mostre istituzionali: Villa Borromeo Litta (MI), Brembate (BG), Cortona (AR), Sirmione (BS), Casalbuttano (CR), Marrubiu (OR), Città Alta Bergamo per Nepios.
25
maggio 2019
Artecon Meli e Borella
Dal 25 maggio al 30 giugno 2019
arte moderna e contemporanea
Location
MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI LUZZANA – DONAZIONE MELI
Luzzana, Via Castello, 1, (Bergamo)
Luzzana, Via Castello, 1, (Bergamo)
Vernissage
25 Maggio 2019, h 18
Autore
Curatore