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Artedonna
La mostra ha l’obiettivo di ricordare e celebrare il coraggio e l’impegno delle donne, soprattutto quelle che hanno lottato e lottano ancora per le pari dignità tra i sessi, e di esplorare la cultura artistica femminile per dare corpo, vita ed espressione all’impegno creativo delle donne.
Comunicato stampa
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SPAZIOSEI
ASSOCIAZIONE CULTURALE
MONOPOLI
COMUNICATO STAMPA
MOSTRA: ARTEDONNA
VERNISSAGE: 8 marzo 2008 ore 18.30
CURATORE: Mina TARANTINO
SEDE: Galleria SPAZIOSEI
via S. Anna ,6 – Monopoli
tel. 080 802903 - cell. 339 6162515 - email. spaziosei@ alice.it
ORARIO GALLERIA: Martedì - Sabato 17.30 – 21.00
GENERE: Arte moderna e contemporanea, collettiva
AUTORI: Valeria ACCIARO, Caterina ARCURI, Paola BABINI, Cristina BARI, Anna BRACCO, Teresa CIULLI, Tiziana COLAGROSSI, Guglielmina DE GENNARO, Anna Maria DI TERLIZZI, Maria Teresa ILLUMINATO, Gianna MAGGIULLI, Franca MARANO’, Annalisa MELLE, Magda MILANO, Ezia MITOLO, Martha PACHON RODRIQUEZ, Bice PERRINI, Patrizia PIARULLI, , Rose Marie SANSONETTI, Maria Rosa PAPPALETTERA, Ingrid SIMON, Anna Maria SUPPA, Rita TONDO.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, la Galleria SPAZIOSEI di Monopoli (Bari), con il patrocinio della Regione Puglia e della Città di Monopoli promuove dall’8 marzo al 6 aprile 2008, negli spazi espositivi di via Sant’Anna n°6, la collettiva:
ARTEDONNA
L’inaugurazione avverrà il giorno sabato 8 marzo 2008 alle ore 18,30.
La mostra ha l’obiettivo di ricordare e celebrare il coraggio e l’impegno delle donne, soprattutto quelle che hanno lottato e lottano ancora per le pari dignità tra i sessi, e di esplorare la cultura artistica femminile per dare corpo, vita ed espressione all’impegno creativo delle donne.
Curata da Mina TARANTINO, la mostra propone esempi di creatività femminile proiettata verso il terzo millennio, con una particolare attenzione alle proposte “giovani” nell’ ambito installativo o nella sperimentazione di nuove tecnologie. Quindi un percorso trasversale tra generazioni, linguaggi diversi (dipinti, foto, installazioni, sculture, video): opere inedite di 23 artiste provenienti da ogni parte d’Italia, conosciute ed apprezzate, le quali, a seconda delle proprie scelte personali, promuoveranno ed evidenzieranno il ruolo della donna nell’Arte Contemporanea.
Scrive in catalogo la critica Santa FIZZAROTTI SELVAGGI: «La rigenerazione del Tempo è l'aspetto che sottende il mistero della femminilità.
Nell’universo delle Arti, intese quali immagini speculari della coscienza, le donne, ad eccezione della poesia, raramente hanno avuto la "Parola". Georges Duby afferma che "Le donne non rappresentavano se stesse. Erano rappresentate". L'immagine femminile si struttura all’interno di una storia nascosta che si rivela soltanto a coloro che sono in grado di guardare con altri occhi.
Qui si tratta dell'"enigma della femminilità" che non spetta a noi scioglierlo, ma forse potremo tentare di interrogarci sul " mistero "che ciascuna donna porta dentro di sé e che manifesta nei vari percorsi sia di vita che di pensiero. Ed in virtù di tale enigma, termine che vuol dire "parola oscura, parola ambigua", che le donne per molti secoli hanno subìto violenze, e grandi soprusi fino a dover vivere di attese e di silenzio.
Le Arti hanno a che vedere con una fecondità diversa : una creazione che ci sottrae all’Oblio. " Io dico che qualcuno si ricorderà di noi", ebbe a scrivere Saffo.
Sovviene, tra l'altro a questo punto, la vicenda di Artemisia Gentileschi, la pittrice seicentesca della quale sono note le sofferenze, ma anche, per così dire, la successiva e finale rivincita. La bellissima maestra Artemisia, figlia del pittore caravaggesco Orazio Gentileschi, che il maschilismo di un Giambattista Passeri nella vita del Tassi descrive come "non onorata", finì invece per trionfare, con la sua arte, diventando "degna d'ogni stima", proprio perchè essa è tra le eroine della "parola pittorica" moderna.
Artemisia, dalla "bella bocca piena, dagli angoli spioventi, lo sguardo altero e solitario", apprese da suo padre, padrone e maestro, i segreti dell'arte pittorica; ma per questo suo "essercitio di pittura", scrive Eva Menzio, fu sempre guardata stranamente. Si trattava di una attività inconsueta per una donna che "osava svolgere un mestiere riservato agli uomini". La sua vita di donna e d'artista, infatti, sempre al centro di trame ed inganni, non fu mai "rispettata" abbastanza. Essa, invece tra poche altre (Lavinia Fontana, Caterina Ginnasi), pur in un'epoca che aveva sempre visto i Caravaggio, i Reni, i Lanfranco, i Carracci "si rese - dice ancora il Passeri - nella pittura gloriosa". Inaugurò, se così si vuol dire, quell'altra dimensione, la dimensione della "Luna", che è poi quella che adesso, dopo oltre quattro secoli, ci pare finalmente di cominciare a ritrovare e a rivalutare. Autrice di se stessa, Artemisia rappresentò metaforicamente il suo dramma più profondo nel quadro di "Giuditta ed Oloferne", un'opera che attrae sia per la bellezza formale e gli intensi valori cromatici (il bianco candido, il rosso vermiglio e il giallo oro), che per l'abilità con la quale sono dipinte le stoffe; un'opera che soprattutto incuriosisce, turba e commuove per un straordinaria violenza che pervade la scena, "tutta impregnata dal sangue che sgorga copioso dal capo reciso" di Oloferne. Per questo famosissimo quadro Roland Barthes ebbe a dire, a suo tempo, che Oloferne, per Maestra Artemisia, non era mai stato soltanto un personaggio, ma un individuo, e che l'intera opera partecipava di una "energia letteraria". Ma forse c'è qualcosa in più della semplice letteratura. C'è, infatti, la precostituzione del recupero di quel "corpo in figure", come dice Adriana Cavarero, con cui viene riscattata l'essenza del femminile, che invece l'Occidente aveva da sempre disprezzato, condannato, offeso, e costretto in ogni caso a rimanere fuori dalla "polis".
L’Arte è sempre un mistero. L'universo femminile è, dunque, il luogo in cui tale mistero incontra veramente le sue origini. Ancora una volta, il brivido del "desiderio" invade la dimensione della storia trasformandone gli equilibri.
Si tratta di una narrazione meravigliosa e dolente in cui l’ArteDonna è Donna Arte che si fa Vivente nelle Opere di Valeria ACCIARO, Caterina ARCURI, Paola BABINI, Maria Cristina BARI, Anna BRACCO, Teresa CIULLI, Tiziana COLAGROSSI, Guglielmina DE GENNARO, Anna Maria DI TERLIZZI, Maria Teresa ILLUMINATO, Gianna MAGGIULLI, Franca MARANO’, Annalisa MELLE, Magda MILANO, Ezia MITOLO, Martha PACHON RODRIQUEZ, Bice PERRINI, Patrizia PIARULLI, , Rose Marie SANSONETTI, Maria Rosa PAPPALETTERA, Ingrid SIMON, Anna Maria SUPPA, Rita TONDO.»
Info: spaziosei@alice.it – tel. 080.802.903 – cell. 339.61.62.515
ASSOCIAZIONE CULTURALE
MONOPOLI
COMUNICATO STAMPA
MOSTRA: ARTEDONNA
VERNISSAGE: 8 marzo 2008 ore 18.30
CURATORE: Mina TARANTINO
SEDE: Galleria SPAZIOSEI
via S. Anna ,6 – Monopoli
tel. 080 802903 - cell. 339 6162515 - email. spaziosei@ alice.it
ORARIO GALLERIA: Martedì - Sabato 17.30 – 21.00
GENERE: Arte moderna e contemporanea, collettiva
AUTORI: Valeria ACCIARO, Caterina ARCURI, Paola BABINI, Cristina BARI, Anna BRACCO, Teresa CIULLI, Tiziana COLAGROSSI, Guglielmina DE GENNARO, Anna Maria DI TERLIZZI, Maria Teresa ILLUMINATO, Gianna MAGGIULLI, Franca MARANO’, Annalisa MELLE, Magda MILANO, Ezia MITOLO, Martha PACHON RODRIQUEZ, Bice PERRINI, Patrizia PIARULLI, , Rose Marie SANSONETTI, Maria Rosa PAPPALETTERA, Ingrid SIMON, Anna Maria SUPPA, Rita TONDO.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, la Galleria SPAZIOSEI di Monopoli (Bari), con il patrocinio della Regione Puglia e della Città di Monopoli promuove dall’8 marzo al 6 aprile 2008, negli spazi espositivi di via Sant’Anna n°6, la collettiva:
ARTEDONNA
L’inaugurazione avverrà il giorno sabato 8 marzo 2008 alle ore 18,30.
La mostra ha l’obiettivo di ricordare e celebrare il coraggio e l’impegno delle donne, soprattutto quelle che hanno lottato e lottano ancora per le pari dignità tra i sessi, e di esplorare la cultura artistica femminile per dare corpo, vita ed espressione all’impegno creativo delle donne.
Curata da Mina TARANTINO, la mostra propone esempi di creatività femminile proiettata verso il terzo millennio, con una particolare attenzione alle proposte “giovani” nell’ ambito installativo o nella sperimentazione di nuove tecnologie. Quindi un percorso trasversale tra generazioni, linguaggi diversi (dipinti, foto, installazioni, sculture, video): opere inedite di 23 artiste provenienti da ogni parte d’Italia, conosciute ed apprezzate, le quali, a seconda delle proprie scelte personali, promuoveranno ed evidenzieranno il ruolo della donna nell’Arte Contemporanea.
Scrive in catalogo la critica Santa FIZZAROTTI SELVAGGI: «La rigenerazione del Tempo è l'aspetto che sottende il mistero della femminilità.
Nell’universo delle Arti, intese quali immagini speculari della coscienza, le donne, ad eccezione della poesia, raramente hanno avuto la "Parola". Georges Duby afferma che "Le donne non rappresentavano se stesse. Erano rappresentate". L'immagine femminile si struttura all’interno di una storia nascosta che si rivela soltanto a coloro che sono in grado di guardare con altri occhi.
Qui si tratta dell'"enigma della femminilità" che non spetta a noi scioglierlo, ma forse potremo tentare di interrogarci sul " mistero "che ciascuna donna porta dentro di sé e che manifesta nei vari percorsi sia di vita che di pensiero. Ed in virtù di tale enigma, termine che vuol dire "parola oscura, parola ambigua", che le donne per molti secoli hanno subìto violenze, e grandi soprusi fino a dover vivere di attese e di silenzio.
Le Arti hanno a che vedere con una fecondità diversa : una creazione che ci sottrae all’Oblio. " Io dico che qualcuno si ricorderà di noi", ebbe a scrivere Saffo.
Sovviene, tra l'altro a questo punto, la vicenda di Artemisia Gentileschi, la pittrice seicentesca della quale sono note le sofferenze, ma anche, per così dire, la successiva e finale rivincita. La bellissima maestra Artemisia, figlia del pittore caravaggesco Orazio Gentileschi, che il maschilismo di un Giambattista Passeri nella vita del Tassi descrive come "non onorata", finì invece per trionfare, con la sua arte, diventando "degna d'ogni stima", proprio perchè essa è tra le eroine della "parola pittorica" moderna.
Artemisia, dalla "bella bocca piena, dagli angoli spioventi, lo sguardo altero e solitario", apprese da suo padre, padrone e maestro, i segreti dell'arte pittorica; ma per questo suo "essercitio di pittura", scrive Eva Menzio, fu sempre guardata stranamente. Si trattava di una attività inconsueta per una donna che "osava svolgere un mestiere riservato agli uomini". La sua vita di donna e d'artista, infatti, sempre al centro di trame ed inganni, non fu mai "rispettata" abbastanza. Essa, invece tra poche altre (Lavinia Fontana, Caterina Ginnasi), pur in un'epoca che aveva sempre visto i Caravaggio, i Reni, i Lanfranco, i Carracci "si rese - dice ancora il Passeri - nella pittura gloriosa". Inaugurò, se così si vuol dire, quell'altra dimensione, la dimensione della "Luna", che è poi quella che adesso, dopo oltre quattro secoli, ci pare finalmente di cominciare a ritrovare e a rivalutare. Autrice di se stessa, Artemisia rappresentò metaforicamente il suo dramma più profondo nel quadro di "Giuditta ed Oloferne", un'opera che attrae sia per la bellezza formale e gli intensi valori cromatici (il bianco candido, il rosso vermiglio e il giallo oro), che per l'abilità con la quale sono dipinte le stoffe; un'opera che soprattutto incuriosisce, turba e commuove per un straordinaria violenza che pervade la scena, "tutta impregnata dal sangue che sgorga copioso dal capo reciso" di Oloferne. Per questo famosissimo quadro Roland Barthes ebbe a dire, a suo tempo, che Oloferne, per Maestra Artemisia, non era mai stato soltanto un personaggio, ma un individuo, e che l'intera opera partecipava di una "energia letteraria". Ma forse c'è qualcosa in più della semplice letteratura. C'è, infatti, la precostituzione del recupero di quel "corpo in figure", come dice Adriana Cavarero, con cui viene riscattata l'essenza del femminile, che invece l'Occidente aveva da sempre disprezzato, condannato, offeso, e costretto in ogni caso a rimanere fuori dalla "polis".
L’Arte è sempre un mistero. L'universo femminile è, dunque, il luogo in cui tale mistero incontra veramente le sue origini. Ancora una volta, il brivido del "desiderio" invade la dimensione della storia trasformandone gli equilibri.
Si tratta di una narrazione meravigliosa e dolente in cui l’ArteDonna è Donna Arte che si fa Vivente nelle Opere di Valeria ACCIARO, Caterina ARCURI, Paola BABINI, Maria Cristina BARI, Anna BRACCO, Teresa CIULLI, Tiziana COLAGROSSI, Guglielmina DE GENNARO, Anna Maria DI TERLIZZI, Maria Teresa ILLUMINATO, Gianna MAGGIULLI, Franca MARANO’, Annalisa MELLE, Magda MILANO, Ezia MITOLO, Martha PACHON RODRIQUEZ, Bice PERRINI, Patrizia PIARULLI, , Rose Marie SANSONETTI, Maria Rosa PAPPALETTERA, Ingrid SIMON, Anna Maria SUPPA, Rita TONDO.»
Info: spaziosei@alice.it – tel. 080.802.903 – cell. 339.61.62.515
08
marzo 2008
Artedonna
Dall'otto marzo al 06 aprile 2008
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA SPAZIOSEI
Monopoli, Via Sant'anna, 6, (Bari)
Monopoli, Via Sant'anna, 6, (Bari)
Orario di apertura
Orario: tutti i giorni ore 17.30 - 21.00 (lunedì chiuso)
Vernissage
8 Marzo 2008, 8 marzo 2008 ore 18.30
Autore
Curatore