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ArtePollino – Un altro sud
Nel versante lucano del Parco Nazionale del Pollino, il più grande parco naturale d’Italia, si terrà questa estate la prima edizione di ArtePollino un altro sud. In un contesto naturale unico, artisti di fama mondiale realizzeranno opere permanenti site-specific, in una delle più belle aree naturalistiche dell’Italia del Sud.
Comunicato stampa
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Nel versante lucano del Parco Nazionale del Pollino, il più grande parco naturale d’Italia, si terrà questa estate la prima edizione di ARTEPOLLINO un altro sud. In un contesto naturale unico, artisti di fama mondiale realizzeranno opere permanenti site-specific, in una delle più belle aree naturalistiche dell’Italia del Sud.
ARTEPOLLINO è un progetto di sviluppo locale, inserito nel programma “Sensi contemporanei”, promosso dalla Regione Basilicata, dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Fondazione La Biennale di Venezia, che ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio ambientale e culturale del territorio lucano del Parco Nazionale del Pollino.
Per la prima edizione di ARTEPOLLINO un altro sud, è stato costituito un prestigioso comitato scientifico, composto da personalità del mondo dell’arte contemporanea, a cui la Regione Basilicata ha demandato l’individuazione degli artisti. Presieduto da Mario Cristiani, presidente dell’Associazione Arte Continua, ne fanno parte tra gli altri Vicente Todolì, direttore della Tate Modern di Londra.
Gli artisti invitati per la prima edizione di ARTEPOLLINO un altro sud sono tre indiscussi protagonisti dell’arte contemporanea internazionale: Anish Kapoor, Carsten Höller e Giuseppe Penone, a cui è stato chiesto di realizzare tre opere permanenti site-specific, di grandi dimensioni, nel territorio del parco. “Opere, come dice Vicente Todolì, in grado di interpretare lo spirito del luogo e allo stesso momento di attrarre l’attenzione del mondo su questo territorio”. Le installazioni saranno visibili a partire dalla fine di luglio 2009, mentre l’inaugurazione al pubblico si terrà ai primi di settembre. Anish Kapoor realizzerà la sua opera nel complesso termale di Latronico, nella valle del Sinni, Carsten Höller a San Severino Lucano, nella valle del Frido, e Giuseppe Penone a Noepoli in val Sarmento.
Figura centrale nel panorama dell'arte contemporanea, Anish Kapoor ha progettato per il Pollino un’installazione dal titolo Earth Cinema: un “taglio” scavato nella terra (45 metri di lunghezza) in cui le persone potranno entrare dai due lati. All’interno una lunga feritoia permetterà di “vedere” lo straordinario paesaggio naturale, sentendosi parte di esso. Lungo una fiumara, sorgerà invece l’opera di Giuseppe Penone, Teatro vegetale: “un luogo che si inserisce nel paesaggio della regione, creato con elementi vegetali che ne regolano gli spazi e ne delimitano le parti”, come scrive l’artista. Il teatro, a forma di cerchio (del diametro di 125 m), è realizzato solo con elementi naturali, alberi, cespugli, pietre. Al centro uno specchio d’acqua tra il pubblico e il palco.
Ritorna in quest’opera di Penone l’idea che non esista distinzione tra l’uomo e le altre cose, una convinzione già manifestata dall’artista nei suoi lavori più recenti.
Carsten Höller ama disorientare e provocare lo spettatore, alterando i meccanismi percettivi tradizionali. Molte delle sue opere al primo impatto appaiono ironiche e giocose, ma dietro l’aspetto innocente l’artista insinua elementi di dubbio ed incertezza, in grado di cambiare l'ordinaria percezione delle cose. Ne sono un esempio i grandi scivoli realizzati per la Turbine Hall della Tate Modern a Londra nel 2006, definiti dall’artista “generatori di ebrezza e felicità”.
Nel Pollino, Höller realizza l’installazione RB Ride, una gigantesca giostra con 12 braccia per 24 persone. Posizionata sulla cima di una collina, da cui si vede uno straordinario paesaggio naturale, l’opera funzionerà come una normale giostra ma dal movimento lentissimo, quasi esasperante.
Sempre nell’ambito di ARTEPOLLINO un altro sud è stato inoltre avviato un progetto di didattica e di attivazione territoriale denominato “comunità locali”, che avrà il suo momento conclusivo a settembre, e in cui sono stati coinvolti altri artisti quali Claudia Losi, Nils-Udo, Anni Rapinoja e il violoncellista Mario Brunello.
ARTEPOLLINO un altro sud è il proseguimento di un percorso sull’arte contemporanea avviato dalla Regione Basilicata nel 2004, con la firma dell’Accordo di Programma Quadro, che ha portato
a realizzare una prima serie di interventi nell’ambito del programma “Sensi Contemporanei.” Dopo il successo di questa prima esperienza e grazie alle sinergie createsi con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero dello Sviluppo Economico e la Biennale di Venezia, a partire dal 2006 è stato possibile lavorare alla seconda fase di Sensi Contemporanei in Basilicata, per realizzare il progetto ARTEPOLLINO un altro sud.
Per sviluppare ulteriormente questo progetto, la Regione Basilicata ha inoltre promosso la costituzione dell’Associazione culturale ArtePollino - di cui fanno parte giovani, piccoli imprenditori turistici, appassionati di arte - che ha l’obiettivo di sostenere localmente l’iniziativa con azioni di formazione nelle scuole, realizzazione di workshop e seminari divulgativi.
Con ARTEPOLLINO un altro sud, la Regione Basilicata scommette quindi sulla cultura e in particolare sull’arte contemporanea come motore di sviluppo territoriale, rendendo così possibile costruire “un altro Sud”.
*
BIOGRAFIE ARTISTI
CARSTEN HÖLLER
Carsten Höller tedesco di origine, nato a Bruxelles nel 1961, vive e lavora a Stoccolma. Affermatosi nel mondo dell’arte negli anni Novanta, ha esposto in importanti istituzioni internazionali con numerose personali e collettive.
Höller concepisce l'arte come strumento cognitivo ed usa le sue opere per trasformare l'esperienza sensoriale ed emozionale degli individui. Ama disorientare e provocare lo spettatore, alterando i meccanismi percettivi tradizionali. Al primo impatto, la caratteristica delle sue opere è l'aspetto ironico e giocoso, ma dietro l’innocente apparenza, Höller insinua elementi di dubbio ed incertezza, in grado di cambiare l'ordinaria percezione delle cose. Crea situazioni o esperienze che invitano il pubblico ad una partecipazione attiva. Da qui opere famose come l’installazione con i grandi scivoli per la Turbine Hall della Tate Modern di Londra (2006) - definiti dall’artista “generatori di ebrezza e felicità” - o i funghi giganti capovolti per la Fondazione Prada a Milano nel 2000.
Alla fine del 2008, Höller ha realizzato a Londra un’installazione temporanea, The Double Club, un locale con ristorante, bar e sala da ballo, che rimarrà aperto solo per sei mesi. Nato per promuovere un incontro tra la comunità congolese e quella occidentale, il locale serve un doppio menu di ricette tipiche del Nord d'Europa e del Congo.
Carsten Höller ha partecipato ad importanti rassegne internazionali da Documenta a Manifesta, dalla Biennale di Venezia a quelle di Berlino e San Paolo in Brasile. Ha rappresentato la Svezia, con Miriam Bäckström, alla 51° Biennale di Venezia. Ha esposto in importanti istituzioni come la Tate Modern di Londra, il Mass MoCA in America, il Kunsthaus Bregenz in Austria, il Kunstverein di Amburgo e Colonia, il Museum für Gegenwartkunst di Basilea, il Moderna Museet di Stoccolma e il Kiasma Museum di Helsinki.
ANISH KAPOOR
Nato a Bombay nel 1954, da padre indiano e da madre ebrea irachena, Anish Kapoor vive e lavora a Londra dagli inizi degli anni Settanta , dove si è trasferito per motivi di studio.
Figura centrale nel panorama dell'arte contemporanea, ha esposto nei più importanti musei del mondo, le sue opere sono in collezioni pubbliche e private internazionali.
Kapoor indaga la dialettica degli opposti ed è l'utilizzo del colore nella sua purezza a diventare elemento costante dei suoi lavori e simbolo della sintesi tra oriente ed occidente. Il percorso artistico di Kapoor si compone di due fasi, alla prima appartengono le opere dei primi anni Ottanta: oggetti scultorei con forme tra l'astratto e il naturale, completamente ricoperte di pigmento puro, il cui intenso colore nasconde l'origine di manufatto e suggerisce l'idea di sconfinamento. Dagli anni Novanta in poi le sue sculture diventano sempre più monumentali e rappresentano la messa in scena del vuoto, reso evidente da cavità che si riempiono o da materia che si svuota.
Decisivo nella sua carriera artistica è l’anno 1979, quando Kapoor ritornato in India, riscopre le sue origini e il suo essere su una sottile linea di confine tra oriente ed occidente. Rientrato in Inghilterra, esegue la serie dei 1000 Names. Nel 1980 tiene la sua prima personale nello studio di Patrice Alexandre a Parigi, mentre nel 1981 è la volta di Londra alla Coracle Press. Nello stesso anno nasce la collaborazione con il gallerista Nicholas Logsdail, titolare della Lisson Gallery di Londra. Ben presto assume un ruolo di spicco nella New British Sculpture, la nuova scena della scultura inglese, accanto ad artisti come Cragg, Deacon, Woodrow e Gormley. In questi anni, la sua ricerca è orientata verso l'uso del colore che conferisce ai suoi lavori la qualità di superficie: "La pelle, la superficie esterna, è sempre stata per me il posto dell'azione. E' il momento di contatto tra l'oggetto e il mondo. La pellicola che separa l'interno dall'esterno”.
Nel 1990 partecipa alla 44° Biennale di Venezia, come rappresentante della Gran Bretagna, e vince il "Premio Duemila". Nel 1992 ottiene il Turner Prize e di nuovo il "Premio Duemila" alla 45° Biennale di Venezia. Si susseguono mostre in tutto il mondo, commissioni pubbliche e private.
Le sue opere sono esposte alle Tate di Londra, MOMA di New York, Reina Sofia di Madrid, Kunsthalle Basel, Stedelijk Museum of Modern Art di Amsterdam. www.anishkapoor.com
GIUSEPPE PENONE
Nato a Garessio nel 1947, Giuseppe Penone vive tra Torino e Parigi.
Nelle sue sculture o installazioni, datate a partire dal 1967, il processo di attuazione è parte integrante dell’opera e sono le azioni compiute dall’artista in rapporto dialettico con quelle naturali, che danno forma a una materia, di volta in volta diversa, svelandone l’aspetto fantastico.
Tra il 1968 e il 1969, tiene le sue prime mostre al Deposito d’Arte Presente e alla Galleria Sperone a Torino. In quegli anni si rivela tra i protagonisti dell’Arte Povera, la teoria critica elaborata da Germano Celant a partire dal 1967, e partecipa alle rassegne internazionali dedicate alle ricerche d’avanguardia: “Konzeption-Conception” allo Städtische Museum di Leverkusen nel 1969, “Conceptual Art Arte Povera Land Art” alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino e “Information” al Museum of Modern Art di New York entrambe del 1970.
L’albero, che Penone considera “l’idea prima e più semplice di vitalità, di cultura, di scultura”, è un elemento centrale nel suo lavoro. Negli Alberi, un ciclo avviato nel 1969, estrae da una trave di legno l’albero che l’ha originata, ma lo scavo non è mai totale e il tronco con i suoi rami rimane parzialmente incorporato alla struttura geometrica e ne svela l’origine naturale.
In alcune delle sue opere il lavoro umano e quello della natura si intrecciano come in Zucche del 1978 o in Gesti vegetali (dal 1983). A partire dall’inizio degli anni settanta, Penone riflette sul principio di identità, concependo l’idea di limite che lo conforma nell’accezione di confine e contemplando l’azione del contatto.
In Svolgere la propria pelle (dal 1970), Palpebre (dal 1978), Propagazioni (dal 1994), Pelle di grafite (dal 2004), come in altri cicli di opere, tracce e impronte ingrandite, attraverso il disegno, evocano la separazione di tutte le cose, ma anche la loro reciproca relazione, il loro inevitabile appartenere al medesimo universo. Nei Soffi (dal 1978), respirazione e ispirazione poetica si materializzano nella creta o negli elementi vegetali intorno al corpo dell’artista, che lascia su di essi la propria impronta.
“La distinzione tra l’uomo e le altre cose non esiste”, ha dichiarato più volte l’artista, e questa convinzione nelle sue opere più recenti si manifesta nel vitale trasmigrare delle immagini da un materiale all’altro, nell’assimilazione di entità generalmente considerate distinte. Come accade nei Paesaggi del cervello (dal 2000), disegni in cui le impronte del cervello sulla scatola cranica, sono trasposte nelle immagini di grandi foglie o nella serie Anatomie (dal 1993), dove l’artista scava la superficie del marmo facendone risaltare le venature così simili ai canali attraverso i quali, negli esseri viventi, fluisce il sangue.
Sin dai primi anni Settanta il lavoro di Penone è oggetto di importanti riconoscimenti in Italia, Europa, Stati Uniti e Giappone. Ha tenuto mostre personali presso numerose istituzioni pubbliche, tra cui Kustmuseum di Lucerna (1977), Staatliche Kunsthalle di Baden-Baden, Museum Folkwang di Essen (1978), Stedelijk Museum di Amsterdam (1980), Städtische Museum Abteiberg di Mönchengladbach (1982), National Gallery of Canada di Ottawa (1983), Forth Worth Art Museum, Museum of Contemporary Art di Chicago (1984), Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1984), Musée des Beaux-Arts di Nantes (1986), Villa delle Rose, Bologna (1990), Musée d’Art Moderne di Strasburgo, Castello di Rivoli (1991), Kunstmuseum di Bonn (1997), Musée d’Art Contemporain di Nîmes, Toyota Municipal Museum of Art (1997), Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento (1998), Centro Galego de Arte Contemporanea a Santiago de Compostela (1999), Centre Georges Pompidou a Parigi (2004), Museum Kurhaus di Kleve (2006), Académie de France, Villa Medici a Roma (2008), MAMbo Museo d’Arte Moderna di Bologna (2008).
(testo a cura di Daniela Lancioni)
*
COMITATO SCIENTIFICO ARTEPOLLINO UN ALTRO SUD
Presidente
Mario Cristiani, Presidente Associazione Arte Continua
Membri
Vicente Todolì, Direttore della Tate Modern di Londra
Laura Barreca, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Emanuele Montibeller, Direttore artistico di ArteSella
Gianpiero Perri, Direttore Agenzia di Promozione Territoriale Basilicata
Catterina Seia, responsabile UniCredit & Art
Giuseppe Cosenza, Nicola Ferri, Davide Rossi, Vincenzo Vitale,
esperti del territorio Pollino e membri dell’ Associazione Arte Pollino
ARTEPOLLINO è un progetto di sviluppo locale, inserito nel programma “Sensi contemporanei”, promosso dalla Regione Basilicata, dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Fondazione La Biennale di Venezia, che ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio ambientale e culturale del territorio lucano del Parco Nazionale del Pollino.
Per la prima edizione di ARTEPOLLINO un altro sud, è stato costituito un prestigioso comitato scientifico, composto da personalità del mondo dell’arte contemporanea, a cui la Regione Basilicata ha demandato l’individuazione degli artisti. Presieduto da Mario Cristiani, presidente dell’Associazione Arte Continua, ne fanno parte tra gli altri Vicente Todolì, direttore della Tate Modern di Londra.
Gli artisti invitati per la prima edizione di ARTEPOLLINO un altro sud sono tre indiscussi protagonisti dell’arte contemporanea internazionale: Anish Kapoor, Carsten Höller e Giuseppe Penone, a cui è stato chiesto di realizzare tre opere permanenti site-specific, di grandi dimensioni, nel territorio del parco. “Opere, come dice Vicente Todolì, in grado di interpretare lo spirito del luogo e allo stesso momento di attrarre l’attenzione del mondo su questo territorio”. Le installazioni saranno visibili a partire dalla fine di luglio 2009, mentre l’inaugurazione al pubblico si terrà ai primi di settembre. Anish Kapoor realizzerà la sua opera nel complesso termale di Latronico, nella valle del Sinni, Carsten Höller a San Severino Lucano, nella valle del Frido, e Giuseppe Penone a Noepoli in val Sarmento.
Figura centrale nel panorama dell'arte contemporanea, Anish Kapoor ha progettato per il Pollino un’installazione dal titolo Earth Cinema: un “taglio” scavato nella terra (45 metri di lunghezza) in cui le persone potranno entrare dai due lati. All’interno una lunga feritoia permetterà di “vedere” lo straordinario paesaggio naturale, sentendosi parte di esso. Lungo una fiumara, sorgerà invece l’opera di Giuseppe Penone, Teatro vegetale: “un luogo che si inserisce nel paesaggio della regione, creato con elementi vegetali che ne regolano gli spazi e ne delimitano le parti”, come scrive l’artista. Il teatro, a forma di cerchio (del diametro di 125 m), è realizzato solo con elementi naturali, alberi, cespugli, pietre. Al centro uno specchio d’acqua tra il pubblico e il palco.
Ritorna in quest’opera di Penone l’idea che non esista distinzione tra l’uomo e le altre cose, una convinzione già manifestata dall’artista nei suoi lavori più recenti.
Carsten Höller ama disorientare e provocare lo spettatore, alterando i meccanismi percettivi tradizionali. Molte delle sue opere al primo impatto appaiono ironiche e giocose, ma dietro l’aspetto innocente l’artista insinua elementi di dubbio ed incertezza, in grado di cambiare l'ordinaria percezione delle cose. Ne sono un esempio i grandi scivoli realizzati per la Turbine Hall della Tate Modern a Londra nel 2006, definiti dall’artista “generatori di ebrezza e felicità”.
Nel Pollino, Höller realizza l’installazione RB Ride, una gigantesca giostra con 12 braccia per 24 persone. Posizionata sulla cima di una collina, da cui si vede uno straordinario paesaggio naturale, l’opera funzionerà come una normale giostra ma dal movimento lentissimo, quasi esasperante.
Sempre nell’ambito di ARTEPOLLINO un altro sud è stato inoltre avviato un progetto di didattica e di attivazione territoriale denominato “comunità locali”, che avrà il suo momento conclusivo a settembre, e in cui sono stati coinvolti altri artisti quali Claudia Losi, Nils-Udo, Anni Rapinoja e il violoncellista Mario Brunello.
ARTEPOLLINO un altro sud è il proseguimento di un percorso sull’arte contemporanea avviato dalla Regione Basilicata nel 2004, con la firma dell’Accordo di Programma Quadro, che ha portato
a realizzare una prima serie di interventi nell’ambito del programma “Sensi Contemporanei.” Dopo il successo di questa prima esperienza e grazie alle sinergie createsi con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero dello Sviluppo Economico e la Biennale di Venezia, a partire dal 2006 è stato possibile lavorare alla seconda fase di Sensi Contemporanei in Basilicata, per realizzare il progetto ARTEPOLLINO un altro sud.
Per sviluppare ulteriormente questo progetto, la Regione Basilicata ha inoltre promosso la costituzione dell’Associazione culturale ArtePollino - di cui fanno parte giovani, piccoli imprenditori turistici, appassionati di arte - che ha l’obiettivo di sostenere localmente l’iniziativa con azioni di formazione nelle scuole, realizzazione di workshop e seminari divulgativi.
Con ARTEPOLLINO un altro sud, la Regione Basilicata scommette quindi sulla cultura e in particolare sull’arte contemporanea come motore di sviluppo territoriale, rendendo così possibile costruire “un altro Sud”.
*
BIOGRAFIE ARTISTI
CARSTEN HÖLLER
Carsten Höller tedesco di origine, nato a Bruxelles nel 1961, vive e lavora a Stoccolma. Affermatosi nel mondo dell’arte negli anni Novanta, ha esposto in importanti istituzioni internazionali con numerose personali e collettive.
Höller concepisce l'arte come strumento cognitivo ed usa le sue opere per trasformare l'esperienza sensoriale ed emozionale degli individui. Ama disorientare e provocare lo spettatore, alterando i meccanismi percettivi tradizionali. Al primo impatto, la caratteristica delle sue opere è l'aspetto ironico e giocoso, ma dietro l’innocente apparenza, Höller insinua elementi di dubbio ed incertezza, in grado di cambiare l'ordinaria percezione delle cose. Crea situazioni o esperienze che invitano il pubblico ad una partecipazione attiva. Da qui opere famose come l’installazione con i grandi scivoli per la Turbine Hall della Tate Modern di Londra (2006) - definiti dall’artista “generatori di ebrezza e felicità” - o i funghi giganti capovolti per la Fondazione Prada a Milano nel 2000.
Alla fine del 2008, Höller ha realizzato a Londra un’installazione temporanea, The Double Club, un locale con ristorante, bar e sala da ballo, che rimarrà aperto solo per sei mesi. Nato per promuovere un incontro tra la comunità congolese e quella occidentale, il locale serve un doppio menu di ricette tipiche del Nord d'Europa e del Congo.
Carsten Höller ha partecipato ad importanti rassegne internazionali da Documenta a Manifesta, dalla Biennale di Venezia a quelle di Berlino e San Paolo in Brasile. Ha rappresentato la Svezia, con Miriam Bäckström, alla 51° Biennale di Venezia. Ha esposto in importanti istituzioni come la Tate Modern di Londra, il Mass MoCA in America, il Kunsthaus Bregenz in Austria, il Kunstverein di Amburgo e Colonia, il Museum für Gegenwartkunst di Basilea, il Moderna Museet di Stoccolma e il Kiasma Museum di Helsinki.
ANISH KAPOOR
Nato a Bombay nel 1954, da padre indiano e da madre ebrea irachena, Anish Kapoor vive e lavora a Londra dagli inizi degli anni Settanta , dove si è trasferito per motivi di studio.
Figura centrale nel panorama dell'arte contemporanea, ha esposto nei più importanti musei del mondo, le sue opere sono in collezioni pubbliche e private internazionali.
Kapoor indaga la dialettica degli opposti ed è l'utilizzo del colore nella sua purezza a diventare elemento costante dei suoi lavori e simbolo della sintesi tra oriente ed occidente. Il percorso artistico di Kapoor si compone di due fasi, alla prima appartengono le opere dei primi anni Ottanta: oggetti scultorei con forme tra l'astratto e il naturale, completamente ricoperte di pigmento puro, il cui intenso colore nasconde l'origine di manufatto e suggerisce l'idea di sconfinamento. Dagli anni Novanta in poi le sue sculture diventano sempre più monumentali e rappresentano la messa in scena del vuoto, reso evidente da cavità che si riempiono o da materia che si svuota.
Decisivo nella sua carriera artistica è l’anno 1979, quando Kapoor ritornato in India, riscopre le sue origini e il suo essere su una sottile linea di confine tra oriente ed occidente. Rientrato in Inghilterra, esegue la serie dei 1000 Names. Nel 1980 tiene la sua prima personale nello studio di Patrice Alexandre a Parigi, mentre nel 1981 è la volta di Londra alla Coracle Press. Nello stesso anno nasce la collaborazione con il gallerista Nicholas Logsdail, titolare della Lisson Gallery di Londra. Ben presto assume un ruolo di spicco nella New British Sculpture, la nuova scena della scultura inglese, accanto ad artisti come Cragg, Deacon, Woodrow e Gormley. In questi anni, la sua ricerca è orientata verso l'uso del colore che conferisce ai suoi lavori la qualità di superficie: "La pelle, la superficie esterna, è sempre stata per me il posto dell'azione. E' il momento di contatto tra l'oggetto e il mondo. La pellicola che separa l'interno dall'esterno”.
Nel 1990 partecipa alla 44° Biennale di Venezia, come rappresentante della Gran Bretagna, e vince il "Premio Duemila". Nel 1992 ottiene il Turner Prize e di nuovo il "Premio Duemila" alla 45° Biennale di Venezia. Si susseguono mostre in tutto il mondo, commissioni pubbliche e private.
Le sue opere sono esposte alle Tate di Londra, MOMA di New York, Reina Sofia di Madrid, Kunsthalle Basel, Stedelijk Museum of Modern Art di Amsterdam. www.anishkapoor.com
GIUSEPPE PENONE
Nato a Garessio nel 1947, Giuseppe Penone vive tra Torino e Parigi.
Nelle sue sculture o installazioni, datate a partire dal 1967, il processo di attuazione è parte integrante dell’opera e sono le azioni compiute dall’artista in rapporto dialettico con quelle naturali, che danno forma a una materia, di volta in volta diversa, svelandone l’aspetto fantastico.
Tra il 1968 e il 1969, tiene le sue prime mostre al Deposito d’Arte Presente e alla Galleria Sperone a Torino. In quegli anni si rivela tra i protagonisti dell’Arte Povera, la teoria critica elaborata da Germano Celant a partire dal 1967, e partecipa alle rassegne internazionali dedicate alle ricerche d’avanguardia: “Konzeption-Conception” allo Städtische Museum di Leverkusen nel 1969, “Conceptual Art Arte Povera Land Art” alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino e “Information” al Museum of Modern Art di New York entrambe del 1970.
L’albero, che Penone considera “l’idea prima e più semplice di vitalità, di cultura, di scultura”, è un elemento centrale nel suo lavoro. Negli Alberi, un ciclo avviato nel 1969, estrae da una trave di legno l’albero che l’ha originata, ma lo scavo non è mai totale e il tronco con i suoi rami rimane parzialmente incorporato alla struttura geometrica e ne svela l’origine naturale.
In alcune delle sue opere il lavoro umano e quello della natura si intrecciano come in Zucche del 1978 o in Gesti vegetali (dal 1983). A partire dall’inizio degli anni settanta, Penone riflette sul principio di identità, concependo l’idea di limite che lo conforma nell’accezione di confine e contemplando l’azione del contatto.
In Svolgere la propria pelle (dal 1970), Palpebre (dal 1978), Propagazioni (dal 1994), Pelle di grafite (dal 2004), come in altri cicli di opere, tracce e impronte ingrandite, attraverso il disegno, evocano la separazione di tutte le cose, ma anche la loro reciproca relazione, il loro inevitabile appartenere al medesimo universo. Nei Soffi (dal 1978), respirazione e ispirazione poetica si materializzano nella creta o negli elementi vegetali intorno al corpo dell’artista, che lascia su di essi la propria impronta.
“La distinzione tra l’uomo e le altre cose non esiste”, ha dichiarato più volte l’artista, e questa convinzione nelle sue opere più recenti si manifesta nel vitale trasmigrare delle immagini da un materiale all’altro, nell’assimilazione di entità generalmente considerate distinte. Come accade nei Paesaggi del cervello (dal 2000), disegni in cui le impronte del cervello sulla scatola cranica, sono trasposte nelle immagini di grandi foglie o nella serie Anatomie (dal 1993), dove l’artista scava la superficie del marmo facendone risaltare le venature così simili ai canali attraverso i quali, negli esseri viventi, fluisce il sangue.
Sin dai primi anni Settanta il lavoro di Penone è oggetto di importanti riconoscimenti in Italia, Europa, Stati Uniti e Giappone. Ha tenuto mostre personali presso numerose istituzioni pubbliche, tra cui Kustmuseum di Lucerna (1977), Staatliche Kunsthalle di Baden-Baden, Museum Folkwang di Essen (1978), Stedelijk Museum di Amsterdam (1980), Städtische Museum Abteiberg di Mönchengladbach (1982), National Gallery of Canada di Ottawa (1983), Forth Worth Art Museum, Museum of Contemporary Art di Chicago (1984), Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1984), Musée des Beaux-Arts di Nantes (1986), Villa delle Rose, Bologna (1990), Musée d’Art Moderne di Strasburgo, Castello di Rivoli (1991), Kunstmuseum di Bonn (1997), Musée d’Art Contemporain di Nîmes, Toyota Municipal Museum of Art (1997), Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento (1998), Centro Galego de Arte Contemporanea a Santiago de Compostela (1999), Centre Georges Pompidou a Parigi (2004), Museum Kurhaus di Kleve (2006), Académie de France, Villa Medici a Roma (2008), MAMbo Museo d’Arte Moderna di Bologna (2008).
(testo a cura di Daniela Lancioni)
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COMITATO SCIENTIFICO ARTEPOLLINO UN ALTRO SUD
Presidente
Mario Cristiani, Presidente Associazione Arte Continua
Membri
Vicente Todolì, Direttore della Tate Modern di Londra
Laura Barreca, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Emanuele Montibeller, Direttore artistico di ArteSella
Gianpiero Perri, Direttore Agenzia di Promozione Territoriale Basilicata
Catterina Seia, responsabile UniCredit & Art
Giuseppe Cosenza, Nicola Ferri, Davide Rossi, Vincenzo Vitale,
esperti del territorio Pollino e membri dell’ Associazione Arte Pollino
05
settembre 2009
ArtePollino – Un altro sud
05 settembre 2009
arte contemporanea
serata - evento
serata - evento
Location
PARCO NAZIONALE DEL POLLINO
San Severino Lucano, (POTENZA)
San Severino Lucano, (POTENZA)
Vernissage
5 Settembre 2009, ore 19
Sito web
www.artepollinobasilicata.it
Ufficio stampa
AMBRA NEPI
Autore