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Artisti 5+1
Alle pareti sarà possibile ammirare i dipinti degli artisti: Loredana de Manno, Fausto de Marinis, Mario Mattei, Sabina Romanin, Sabrina Veronese, al centro della sala saranno collocate alcune sculture dell’artista Domenico Castaldi.
Comunicato stampa
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La Galleria Arianna Sartori di Mantova, nella sala di via Ippolito Nievo 10, il prossimo Sabato 18 maggio alle ore 17.30, inaugura la mostra collettiva “ARTISTI 5+1”. Alle pareti sarà possibile ammirare i dipinti degli artisti: Loredana de Manno, Fausto de Marinis, Mario Mattei, Sabina Romanin, Sabrina Veronese, al centro della sala saranno collocate alcune sculture dell’artista Domenico Castaldi.
Curata da Arianna Sartori, l’esposizione presenta una selezione di opere recenti di ciascun Artista invitato, e resterà aperta al pubblico fino al 30 maggio 2024 con orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, Domenica chiuso.
Per informazioni: tel. 0376.324260, info@ariannasartori.eu
Biografie degli Artisti:
Domenico Castaldi, pittore, scultore e operatore culturale. Si è diplomato al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Trasferitosi a Portogruaro (VE) ha accompagnato all’attività di insegnante quella di, È un’artista che, da sempre, ha rifiutato l’ovvietà e la facile seduzione di una modernità sradicata per privilegiare una pittura come luogo in cui esteriorizzare il proprio mondo interiore. Ha iniziato ad esporre in sedi autorevoli negli anni ‘80 – con positivi consensi di critica e di pubblico – accreditandosi su un discorso figurativo portato su toni alti. Fin dagli esordi si è distinto per uno stile personale – sottolineato da una napoletanità e da una sottile vena ironica intrisa di vaga inquietudine. Dagli anni ‘90 si misura anche con la scultura esprimendosi nel modellato della terracotta; si avvale cioè della creta, un materiale morbido, cedevole, acquiescente alla sua volontà (“pronto” alla manipolazione e alla trasformazione) per dar forma ad immagini che si caratterizzano per una singolare incisività e per un poetico cromatismo. Sono sculture per lo più enfatizzate su un’esuberanza barocca o popolaresca oppure suggestionate dal mito.
Loredana de Manno è nata a Sesto San Giovanni, provincia di Milano, il 27 giugno 1979.
Dopo il liceo Scientifico ha intrapreso studi universitari in direzione umanistica laureandosi prima in Mediazione Linguistica e Culturale e poi in Scienze Sociali. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Profondamente legata alla città di nascita, figlia della generazione di “migranti da Nord e Sud verso il lavoro in fabbrica”, da sempre dedita all’osservazione dei fenomeni sociali che in questi contesti si sviluppano. Amante della sociologia, affascinata dagli studi dell’habitus dell’individuo e dalle diverse forme delle sue relazioni sociali spesso descritti in articoli del giornale cittadino durante la collaborazione con la testata “Lo Specchio di Sesto”. La forte consapevolezza della variazione soggettiva in relazione alle vicende esistenziali porta “l’autodidatta” verso la scultura per puro caso, per esigenza di “scovare” il modo di “trasmettere se stessa” in ciascun momento della vita. Nasce così, dall’iniziale cimentarsi in una simil riproduzione de “il pensatore di Rodìn”, l’amore per la creazione con le mani e per l’arte contemporanea in genere. Passione per quell’espressione non immediatamente codificabile riconducibile al concetto “l’arte è nell’occhio di chi guarda” dove anche ciò che non ha forma può acquisirne. L’artista abbraccia fermamente l’Esistenzialismo, scolpire e dipingere come esigenza di esternare ciò che di una situazione non si riesce ad esprimere a parole. “Cavar dallo stomaco” il dolore, la serenità o il cambiamento, scoprendolo solo a posteriori dalla lettura dell’opera già terminata “che parla”. Dal 2020 con la situazione pandemica da Covid 19 e il lock down in solitaria che hanno messo a dura prova la psiche, scopre nuove forme di comunicazione: i collage pop tematici e, al culmine, l’arte astratta su tela con tecniche miste.
Fausto de Marinis è nato il 23 febbraio 1938. Inizia a dipingere in giovane età e nel corso del tempo alla sua passione per la pittura affianca anche quella per le tecniche incisorie. Nella sua arte conduce un’appassionata ricerca espressiva segnata da elementi simbolici espressi con un linguaggio narrativo di forte impronta emozionale che provengono dalle percorrenze in altre terre e dalle influenze che si sono conservate in lui attraverso l’osservazione e la riflessione su linguaggi, costumi e riti lontani. Ne nascono composizioni in cui si rincorrono i simboli dello zodiaco con quelli dell’astrologia, labirinti, gli alfabeti delle lingue più diverse vive e morte, le immagini recuperate dall’iconografia popolare e colta di tutti i popoli.
Fausto de Marinis vive e lavora a Verona.
Mario Mattei è nato a Roma il 15 novembre 1939. Espone in Italia e all’estero a partire dal 1970. Inizia a dipingere negli anni compresi tra il 1958 e il 1960 come autodidatta e realizza una pittura ad olio tradizionale che possiamo definire “prima maniera” che lo porta a rappresentare scene dal vero. Non più soddisfatto di ciò che dipinge, dal 1968 si dedica alla ricerca dell’arte e inizia una ricerca che lo porta verso nuove strade artistiche, nuovi concetti, nuove filosofie. Attraverso la pittura crea un tema pittorico che può essere definito fantastico-paesaggista e che sulla rivista “Lo Spazio” viene definito, nel 1969, “La pittura avveniristica”. Questa nuova pittura trasporta paesaggi abituali all’uomo all’interno di un mondo sotterraneo, in una scenografia fantastica: all’interno delle grotte, all’interno di un mondo in teoria ostile all’uomo sono i paesi, gli alberi e le strade. Con questo tema comincia quel discorso artistico e culturale che lo contraddistingue e che, pur lavorando su un diverso tema, prosegue ancora oggi. Porta avanti questo genere di pittura per pochi anni. Negli anni ’70 sviluppa il tema della pittura avveniristica con quel genere pittorico che possiamo definire impropriamente, delle marine. Attraverso questa nuova forma artistica sviluppa un’elaborazione della mente e del pensiero utilizzati come osservatori ed esploratori che lo conducono nel mondo delle profondità marine, nel quale ha una visione reale della natura dello spazio-tempo. È con questo nuovo tema che sviluppa una nuova concezione artistica che porterà all’Arte della Quarta Dimensione. Questo nuovo tema appartiene a quel genere che sviluppa e porta avanti ancora oggi e rappresenta il cuore, l’anima dell’Arte della Quarta Dimensione.
Sabina Romanin si laurea in lingue e letterature straniere all' Università di Ca’ Foscari, consegue il diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e frequenta l’Accademia di Plymouth (GB), con borsa di studio Erasmus. Contemporaneamente all’ambito tradizionale nel campo dell’incisione e della pittura, la sua ricerca ha abbracciato l’arte tessile, realizzando interventi quali libri d’artista, installazioni, performance, etc. All’interno di questa ricerca, la ritrattistica ha assunto un ruolo centrale per l’efficacia che ha nella resa psicologica dei soggetti presentati che vengono ritratti attraverso il filo cucito. Lo strumento utilizzato è il ricamo manuale e con macchina da cucire, tradizionale o computerizzata. Nel 2006 ha ricevuto una menzione speciale a ManinFesto, concorso di Pittura e Disegno indetto dal Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin e nel 2015 è stata finalista al concorso Sunday Painters indetto da La Stampa in occasione di Artissima a Torino. Nel 2021 ha partecipato alla Florence Biennale vincendo il 3° premio per la migliore opera tessile.
Dal 1995 ha preso parte a diverse esposizioni a livello nazionale e internazionale.
Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
È stata invitata a simposi internazionali in Italia, Slovenia, Polonia e Austria.
Si occupa inoltre di poesia partecipando a reading poetici.
Sabrina Veronese, veneta di origine ed emiliana di adozione, consegue la Maturità Magistrale, si occupa di arte sin da piccola e per la ricerca artistica le viene conferito il diploma di Maestro d’Arte. È Membro dell’Accademia Italiana di Arte e Letteratura di Roma. Ha frequentato numerosi corsi e lezioni per approfondire le varie tecniche pittoriche e soprattutto la storia e il significato simbolico dei colori.
Negli ultimi anni riesce a innovare e personalizzare l’antica tecnica dell’affresco e le opere sono create inserendo e plasmando con la spatola elementi della terra come polvere di quarzo, gesso, pietre, sassi, legno, metalli e colori a olio ricchi di pigmenti cangianti creando una sorta di bassorilievi. La tematica centrale riguarda il Cosmo, dove l’uomo e la natura sono immersi simbolicamente in uno spazio infinito a testimoniare l’essenza della vita, l’eterno e perfetto ciclo dell’esistenza, i simboli mitologici ed astrologici riemergono in un linguaggio stilistico che si sviluppa tra la figurazione e l’astrazione in un’impostazione metafisica delle composizioni.
Ha curato diverse mostre personali, come “Imaginary Cosmos” che nel 2019 ha avuto luogo a “Palazzo Principi” di Correggio (RE) sede del Museo.
Espone le sue opere in Italia e all’estero - Francia, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Svizzera - partecipando a eventi internazionali in prestigiose gallerie e sale museali, numerosi anche i premi e i riconoscimenti ricevuti. È recensita in molti cataloghi tra cui il “Catalogo dell'Arte Moderna” n.56 editoriale Giorgio Mondadori e il Volume “Art Leader” Guida all’Investimento a cura di Angelo Crespi.
Curata da Arianna Sartori, l’esposizione presenta una selezione di opere recenti di ciascun Artista invitato, e resterà aperta al pubblico fino al 30 maggio 2024 con orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, Domenica chiuso.
Per informazioni: tel. 0376.324260, info@ariannasartori.eu
Biografie degli Artisti:
Domenico Castaldi, pittore, scultore e operatore culturale. Si è diplomato al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Trasferitosi a Portogruaro (VE) ha accompagnato all’attività di insegnante quella di, È un’artista che, da sempre, ha rifiutato l’ovvietà e la facile seduzione di una modernità sradicata per privilegiare una pittura come luogo in cui esteriorizzare il proprio mondo interiore. Ha iniziato ad esporre in sedi autorevoli negli anni ‘80 – con positivi consensi di critica e di pubblico – accreditandosi su un discorso figurativo portato su toni alti. Fin dagli esordi si è distinto per uno stile personale – sottolineato da una napoletanità e da una sottile vena ironica intrisa di vaga inquietudine. Dagli anni ‘90 si misura anche con la scultura esprimendosi nel modellato della terracotta; si avvale cioè della creta, un materiale morbido, cedevole, acquiescente alla sua volontà (“pronto” alla manipolazione e alla trasformazione) per dar forma ad immagini che si caratterizzano per una singolare incisività e per un poetico cromatismo. Sono sculture per lo più enfatizzate su un’esuberanza barocca o popolaresca oppure suggestionate dal mito.
Loredana de Manno è nata a Sesto San Giovanni, provincia di Milano, il 27 giugno 1979.
Dopo il liceo Scientifico ha intrapreso studi universitari in direzione umanistica laureandosi prima in Mediazione Linguistica e Culturale e poi in Scienze Sociali. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Profondamente legata alla città di nascita, figlia della generazione di “migranti da Nord e Sud verso il lavoro in fabbrica”, da sempre dedita all’osservazione dei fenomeni sociali che in questi contesti si sviluppano. Amante della sociologia, affascinata dagli studi dell’habitus dell’individuo e dalle diverse forme delle sue relazioni sociali spesso descritti in articoli del giornale cittadino durante la collaborazione con la testata “Lo Specchio di Sesto”. La forte consapevolezza della variazione soggettiva in relazione alle vicende esistenziali porta “l’autodidatta” verso la scultura per puro caso, per esigenza di “scovare” il modo di “trasmettere se stessa” in ciascun momento della vita. Nasce così, dall’iniziale cimentarsi in una simil riproduzione de “il pensatore di Rodìn”, l’amore per la creazione con le mani e per l’arte contemporanea in genere. Passione per quell’espressione non immediatamente codificabile riconducibile al concetto “l’arte è nell’occhio di chi guarda” dove anche ciò che non ha forma può acquisirne. L’artista abbraccia fermamente l’Esistenzialismo, scolpire e dipingere come esigenza di esternare ciò che di una situazione non si riesce ad esprimere a parole. “Cavar dallo stomaco” il dolore, la serenità o il cambiamento, scoprendolo solo a posteriori dalla lettura dell’opera già terminata “che parla”. Dal 2020 con la situazione pandemica da Covid 19 e il lock down in solitaria che hanno messo a dura prova la psiche, scopre nuove forme di comunicazione: i collage pop tematici e, al culmine, l’arte astratta su tela con tecniche miste.
Fausto de Marinis è nato il 23 febbraio 1938. Inizia a dipingere in giovane età e nel corso del tempo alla sua passione per la pittura affianca anche quella per le tecniche incisorie. Nella sua arte conduce un’appassionata ricerca espressiva segnata da elementi simbolici espressi con un linguaggio narrativo di forte impronta emozionale che provengono dalle percorrenze in altre terre e dalle influenze che si sono conservate in lui attraverso l’osservazione e la riflessione su linguaggi, costumi e riti lontani. Ne nascono composizioni in cui si rincorrono i simboli dello zodiaco con quelli dell’astrologia, labirinti, gli alfabeti delle lingue più diverse vive e morte, le immagini recuperate dall’iconografia popolare e colta di tutti i popoli.
Fausto de Marinis vive e lavora a Verona.
Mario Mattei è nato a Roma il 15 novembre 1939. Espone in Italia e all’estero a partire dal 1970. Inizia a dipingere negli anni compresi tra il 1958 e il 1960 come autodidatta e realizza una pittura ad olio tradizionale che possiamo definire “prima maniera” che lo porta a rappresentare scene dal vero. Non più soddisfatto di ciò che dipinge, dal 1968 si dedica alla ricerca dell’arte e inizia una ricerca che lo porta verso nuove strade artistiche, nuovi concetti, nuove filosofie. Attraverso la pittura crea un tema pittorico che può essere definito fantastico-paesaggista e che sulla rivista “Lo Spazio” viene definito, nel 1969, “La pittura avveniristica”. Questa nuova pittura trasporta paesaggi abituali all’uomo all’interno di un mondo sotterraneo, in una scenografia fantastica: all’interno delle grotte, all’interno di un mondo in teoria ostile all’uomo sono i paesi, gli alberi e le strade. Con questo tema comincia quel discorso artistico e culturale che lo contraddistingue e che, pur lavorando su un diverso tema, prosegue ancora oggi. Porta avanti questo genere di pittura per pochi anni. Negli anni ’70 sviluppa il tema della pittura avveniristica con quel genere pittorico che possiamo definire impropriamente, delle marine. Attraverso questa nuova forma artistica sviluppa un’elaborazione della mente e del pensiero utilizzati come osservatori ed esploratori che lo conducono nel mondo delle profondità marine, nel quale ha una visione reale della natura dello spazio-tempo. È con questo nuovo tema che sviluppa una nuova concezione artistica che porterà all’Arte della Quarta Dimensione. Questo nuovo tema appartiene a quel genere che sviluppa e porta avanti ancora oggi e rappresenta il cuore, l’anima dell’Arte della Quarta Dimensione.
Sabina Romanin si laurea in lingue e letterature straniere all' Università di Ca’ Foscari, consegue il diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e frequenta l’Accademia di Plymouth (GB), con borsa di studio Erasmus. Contemporaneamente all’ambito tradizionale nel campo dell’incisione e della pittura, la sua ricerca ha abbracciato l’arte tessile, realizzando interventi quali libri d’artista, installazioni, performance, etc. All’interno di questa ricerca, la ritrattistica ha assunto un ruolo centrale per l’efficacia che ha nella resa psicologica dei soggetti presentati che vengono ritratti attraverso il filo cucito. Lo strumento utilizzato è il ricamo manuale e con macchina da cucire, tradizionale o computerizzata. Nel 2006 ha ricevuto una menzione speciale a ManinFesto, concorso di Pittura e Disegno indetto dal Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin e nel 2015 è stata finalista al concorso Sunday Painters indetto da La Stampa in occasione di Artissima a Torino. Nel 2021 ha partecipato alla Florence Biennale vincendo il 3° premio per la migliore opera tessile.
Dal 1995 ha preso parte a diverse esposizioni a livello nazionale e internazionale.
Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
È stata invitata a simposi internazionali in Italia, Slovenia, Polonia e Austria.
Si occupa inoltre di poesia partecipando a reading poetici.
Sabrina Veronese, veneta di origine ed emiliana di adozione, consegue la Maturità Magistrale, si occupa di arte sin da piccola e per la ricerca artistica le viene conferito il diploma di Maestro d’Arte. È Membro dell’Accademia Italiana di Arte e Letteratura di Roma. Ha frequentato numerosi corsi e lezioni per approfondire le varie tecniche pittoriche e soprattutto la storia e il significato simbolico dei colori.
Negli ultimi anni riesce a innovare e personalizzare l’antica tecnica dell’affresco e le opere sono create inserendo e plasmando con la spatola elementi della terra come polvere di quarzo, gesso, pietre, sassi, legno, metalli e colori a olio ricchi di pigmenti cangianti creando una sorta di bassorilievi. La tematica centrale riguarda il Cosmo, dove l’uomo e la natura sono immersi simbolicamente in uno spazio infinito a testimoniare l’essenza della vita, l’eterno e perfetto ciclo dell’esistenza, i simboli mitologici ed astrologici riemergono in un linguaggio stilistico che si sviluppa tra la figurazione e l’astrazione in un’impostazione metafisica delle composizioni.
Ha curato diverse mostre personali, come “Imaginary Cosmos” che nel 2019 ha avuto luogo a “Palazzo Principi” di Correggio (RE) sede del Museo.
Espone le sue opere in Italia e all’estero - Francia, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Svizzera - partecipando a eventi internazionali in prestigiose gallerie e sale museali, numerosi anche i premi e i riconoscimenti ricevuti. È recensita in molti cataloghi tra cui il “Catalogo dell'Arte Moderna” n.56 editoriale Giorgio Mondadori e il Volume “Art Leader” Guida all’Investimento a cura di Angelo Crespi.
18
maggio 2024
Artisti 5+1
Dal 18 al 30 maggio 2024
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARIANNA SARTORI
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Orario di apertura
dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, Domenica chiuso
Vernissage
18 Maggio 2024, 17.30
Autore
Curatore