Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Artisti 5+1
Alle pareti sarà possibile ammirare i dipinti degli artisti: Antea Pirondini, Milvio Sodi, Silvia Venuti, Donatella Violi, Adriana Zoudine, al centro della sala saranno collocate alcune sculture dell’artista Gladys Sica.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria Arianna Sartori di Mantova, nella sala di via Ippolito Nievo 10, il prossimo Sabato 16 novembre alle ore 17.00, inaugura la mostra collettiva “ARTISTI 5+1”. Alle pareti sarà possibile ammirare i dipinti degli artisti: Antea Pirondini, Milvio Sodi, Silvia Venuti, Donatella Violi, Adriana Zoudine, al centro della sala saranno collocate alcune sculture dell’artista Gladys Sica.
Curata da Arianna Sartori, l’esposizione, che presenta una selezione di opere di ciascun Artista invitato, resterà aperta al pubblico fino al 28 novembre 2024 con orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, Domenica chiuso. Per informazioni: tel. 0376.324260, info@ariannasartori.eu
Biografie degli Artisti:
Antea Pirondini, di origini mantovane, vive e lavora a Codisotto di Luzzara (RE).
Inizia la sua carriera artistica nel 1988 e vanta un curriculum intensissimo fatto di mostre prestigiose tenute in spazi pubblici e privati di tutta Italia e all’estero. I critici qualificano la pittura di Antea, tumultuosa, forte e potente, introspettica e psicologica, tutta proiettata sull’ascolto delle proprie emozioni e delle proprie sensazioni. Dell’artista piace la materia densa e corposa, che spesso si muove per masse, per intense e graduate campiture cromatiche dettate dall’emozione e dall’istinto, il suo gesto fluido e naturale, la sua fresca e sorgiva vena creativa. Espressione colta, questa, che molto spesso si avvale di altissimi riferimenti letterari come la “Divina Commedia" di Dante Alighieri o la straordinaria poetica di Giacomo Leopardi, ma che non perde mai la sua originale fantasia, la sua personale e magica invenzione.
Nel 1993 inizia un fecondo rapporto con la redazione della rivista “Artecultura” di Milano e con il critico Giuseppe Martucci. Collabora con la Galleria arte Europa di Campagnola Emilia, inizia anche un periodo di collaborazione con la Fondazione Xante Battaglia “Arte Visiva e Comportamentale”. Sempre a Milano collabora con l’associazione UCAI e la galleria del Pittore Giovanni Cerri.
Fra i tanti premi e i riconoscimenti troviamo nel 1993 il premio speciale della Presidenza della Repubblica, nel 1998 premio speciale alla prima biennale di Ferrara, nel 2000 premio alla Prima Biennale di Riccione, nel 2001 il 1° premio nella prima edizione della rassegna di pittura, grafica e scultura “Arte in Arti e Mestieri” a Suzzara.
Nel 2005 si classifica al primo posto nella votazione della giuria popolare al Premio Arti e Mestieri e il suo quadro fa parte della collezione del Premio Suzzara.
Nel 2012 un suo quadro è stato il premio all’Autore primo classificato nella manifestazione letteraria ‘Nebbia Gialla - Noire Festival’ a Suzzara. Riceve menzione speciale a Spoleto Arte 2019.
Nel 2020 l’Archivio Storico Universale delle Belle Arti, conferisce Diploma Honoris Causa delle Belle Arti Premio Letterario e di Arti Visive Internazionale Dante Alighieri, per la diffusione dei valori della cultura nelle discipline umanistiche in ambito nazionale e internazionale.
Gladys Sica scultrice e pittrice, poetessa italo-argentina, meditante e praticante sciamanica.
Maestro d’Arte, Professoressa di Scultura e Storia dell’Arte, vincitrice di oltre settanta premi artistici e letterari. Realizza più di venti mostre Personali, la prima in Italia alla Galleria “Ciovasso” di Milano (1993) e numerosi Murales latinoamericani, due dei quali di m 130x3.
I suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private in Argentina, Italia, Francia, Svizzera, Australia e Spagna.
Ha collaborato con le riviste di letteratura e arte “Controcorrente” e “Alla Bottega” con recensioni su artisti e mostre, interviste e traduzioni di poeti.
Sue opere esposte in musei e fondazioni: Museo Diocesano F. Gonzaga Mantova 2024, Museo MIIT Torino 2023-2024, Museo Archeologico Castiglion Fiorentino 2021, Fondazione M. Mantovani Milano 2005, Museo Sivori Buenos Aires 1998, Musée Grand Palais Paris 1991.
“…Per poter entrare meglio nel mondo di Gladys Sica, infatti, è incredibilmente affascinante ripercorrere la sequenza della realizzazione delle sue opere dagli anni ‘80 ad oggi mettendo in relazione pittura e scultura. Con questo metodo appare evidente la ricerca costante e la volontà di non abbandonare completamente la figura, molto presente nelle prime opere, per accedere con cautela alla ricerca di un alfabeto espressivo che sia profondamente suo.
Ad ogni opera un pensiero, ogni dipinto una storia legata alla ricerca spirituale, alla storia dell’arte e alla contemporaneità.
Il viaggio dal Sud America all’Europa, il rapporto tra la cultura argentina e quella italiana, la contaminazione spirituale indiana e la ricerca nella profondità dei linguaggi creativi offerti dalla scultura, pittura e letteratura sono, secondo me, l’essenza della ricerca interiore ed estetica di Gladys. Elementi che la rendono ancor più unica come donna e come artista, caratteristiche che la posizionano nel mondo dell’arte contemporanea internazionale come raffinata interprete di questo tempo”. (Alberto Moioli)
Vive a Milano.
Milvio Sodi, nato a Pisa nel 1938, vive a Firenze da oltre mezzo secolo e in questo tempo ha operato nel campo delle arti figurative, dipingendo con continuità e con passione pressoché esclusiva, presentando i suoi quadri in rassegne, premi e fiere d’arte, oltre che in più di sessanta mostre personali presso gallerie e spazi pubblici di varie città italiane e straniere, numerose sono anche le presenze a importanti rassegne e fiere d’arte.
Nel suo percorso Sodi ha avuto anche occasione di realizzare alcuni libri figurati, collaterali di volta in volta all’operare pittorico; ne sono nati quattordici che, in occasione del compimento degli ottantacinque anni di età, sono stati donati alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia che li ha accolti per conservarli nell’apposito fondo di libri d’artista presso il Gabinetto delle Stampe “A. Davoli”.
Nel tempo ha realizzato anche numerose cartelle di grafica. Parallelamente non ha mai abbandonato il ritratto, eseguito di solito su carta Fabriano, con una tecnica particolare che utilizza il colore a olio, diluito fino a creare delicati effetti di sfumature da sembrare acquarelli.
Sul suo lavoro sono stati pubblicati: nel 1997 la monografia “Percezioni” a cura di Roberta Fiorini, con presentazione di Giorgio Segato (Il Candelaio Edizioni, Firenze); nel 2005 il volume “Trenta opere su carta” con presentazione di Giuseppe Catania (Arianna Sartori Editore, Mantova); nel 2008 il volume “PAROLE e disegni a china 1985/1987” con introduzione di Erika Bresci e presentazione di Federico Napoli (Edizioni Polistampa, Firenze); nel 2013 il catalogo “Paesaggi interiori” a cura di Learco Zanardi con una testimonianza di Antonio Natali (Edizioni Polistampa, Firenze); nel 2018 il volume “Io (e) Pinocchio” con presentazione di Giovanna Lazzi e postfazione di Pier Francesco Bernacchi (Phasar Edizioni, Firenze); nel 2020 il catalogo “Di metamorfosi in metamorfosi” con introduzione di Roberta Fiorini e presentazione di Giovanna Lazzi (Masso delle Fate Edizioni, Firenze).
“…Quando la forma si smaterializza o si aggrega lasciando che a dominare sia la materia, sia pure trasfigurata dalla luce, vuol dire che siamo di fronte ad un’espressione artistica messa sulla tela da Milvio Sodi. Alla sua età e dopo tanti anni di carriera che gli hanno permesso di affinare tecnica e significati, si arriva a valutare il nucleo dell’esistenza, a comprendere che è necessario eliminare dal proprio vissuto le sovrastrutture fisiche, ma soprattutto quelle mentali. Le sue rocce, purificate dalla luce, a volte morbide e quasi soffuse, a volte dai colori violenti e brutali, altro non sono che il riflesso della propria esistenza, delle difficoltà superate o meno. Sono l’ansia di vivere, di non fermarsi mai…”. (Alberto Gavazzeni)
Silvia Venuti, poetessa e pittrice, è nata a Varese.
Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, con Domenico Cantatore e Guido Ballo. Per diversi anni si è dedicata all’insegnamento. La sua espressione artistica, legata all’Action paintig prima e all’Astrattismo lirico spaziale poi, si trasforma, negli Anni Novanta, in un linguaggio aperto al Naturalismo metafisico, teso a cogliere il rapporto Uomo–Natura, maturato attraverso la meditazione Zen. Attualmente la sua ricerca si sviluppa nell’ambito della poesia visiva: la parola, infatti, s’inserisce nel tessuto pittorico e diviene parte espressiva dell’opera come forma e messaggio con una forte connotazione letteraria volta al trascendente. La parola, come l’immagine e con l’immagine, rivela la dimensione dell’Infinito da cui trae origine e svela un processo di conoscenza dal carattere profondamente spirituale. La sua pittura implica anche l’ascolto e suscita un risveglio generale dei sensi attraverso una particolare emanazione di luce: la scrittura non domina nella composizione, ma si mimetizza, come riassorbita da leggi cosmiche. Per la qualità spirituale le sue opere trovano ideale collocazione espositiva nei suggestivi spazi sacri.
In qualità di giornalista pubblicista, ha collaborato con recensioni critiche e interviste con vari giornali e riviste.
Ha fatto parte della redazione della rivista trimestrale di cultura e comunicazione visiva “D’Ars” dal 2003 al 2011.
Ha curato dal 2002 al 2007, la Rassegna di poesia “Quando la poesia diventa scrittura” alla Libreria Internazionale Ulrico Hoepli di Milano, patrocinata dal Comune di Milano, con la partecipazione dei più importanti poeti contemporanei milanesi.
È stata Presidente del Comitato della Società Dante Alighieri di Varese, dopo averlo ricostituito, dal 2002 al 2011.
È co-fondatrice dell’Associazione per l’arte “Le stelle” di Brescia.
È Socia della Società delle Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano.
Numerose sue opere sono conservate in collezioni private.
Vive a Cadrezzate con Osmate (VA).
Donatella Violi nasce ad Ovada (AL), si trasferisce a Milano e successivamente a Reggio Emilia, dove vive e lavora.
La sua formazione artistica da autodidatta inizia prestissimo a causa di circostanze familiari che scatenano la creatività come via di fuga dal mondo reale, all’età di 13 anni si intossica con colori e diluenti, le viene proibita la scuola d’arte, frequenta l’Istituto Magistrale ma nello stesso tempo segue corsi di grafica e incisione. Frequenta lo studio del pittore Omero Ettorre, da cui apprende l’uso del colore nella maniera più “libera” ma la sete di creatività la porta a conoscere altri artisti che arricchiranno le sue curiosità con la loro esperienza.
“Mi piace partire da richiami ancestrali del mondo di Bosch, di Grunewald, di Magritte, ma rimango affascinata anche dall’alchimia del colore, la gestualità dell’Action painting di Pollock e degli espressionisti astratti, l’informale di Antoni Tàpies, dalla potenza di A.Kiefer. Che tipo di opere realizzo? Ecco il mio è un viaggio, cerco di creare un’atmosfera priva di riferimenti spazio-temporali definiti, una dimensione “di attesa” in cui il fruitore possa meditare. Attraverso la letteratura immergo le mie creazioni con le parole di Italo Calvino e le Città Invisibili diventandone lo scenario in cui il tema del viaggio è ricorrente. La tecnica che prediligo è mista ma l’olio è tra i miei preferiti per intensità di cromie. Perché faccio arte? Perché, come dico sempre, non potrei respirare… senza. Le superfici grandi mi danno più soddisfazione, solitamente uso tela o legno su cui stendo fondi materici, poi l’alchimia del colore fa il resto, il processo creativo è innescato da un progetto ma spesso dopo la nascita prende vita propria, dando luogo a opere in cui l’importanza è data dal momento che le ha create, il risultato è relativo, l’interpretazione è soggettiva e la scoperta diventa importante. Come un viaggio”. (Donatella Violi)
Ha collaborato con la FONDAZIONE BESHARAT per la realizzazione del progetto “ART IN SCHOOLS” e “FACES OF INNOCENCE” diventando AMBASSADOR e portando in 24 scuole nella provincia di Reggio Emilia più di 600 fotografie di Steeve McCurry e 200 tra: David Lazar, Simon Lister, Hartmut Schwarzbach, Saro di Bartolo.
Ha collaborato con alcune Cantine Vinicole locali come: Cantine Riunite, Cantine Lombardini, Cantina Bosco dei Caprioli, per la realizzazione di etichette per vini, ha creato una linea artistica di packaging per arcosmesi, esponendo al COSMOPROF nel 2022, è stata la curatrice di mostre multidisciplinari che hanno raccolto fondi per ONLUS a favore del sostenimento Ospedali Oncologici.
Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private: in permanenza presso le Gallerie Besharat Contemporary Art di Atlanta; USA e Besharat Museo, Barbizon (Francia); Fondazione Museo Antonio Ligabue, Gualtieri; Patrimonio Culturale Emilia Romagna, Raccolta comunale S. Ilario d’Enza (RE); Ospedale E. Franchini, Montecchio (RE); Core Ospedale S. Maria Nuova, Reggio Emilia; Coopservice. S. COOP., Reggio Emilia; Cantina Canali-Albinea Cantine Riunite, Reggio Emilia; Cantina Lombardini, Novellara (RE).
Adriana Zoudine è nata a San Paolo del Brasile il 6 maggio 1961. Discendente di immigrati russi per parte paterna e italiani per parte materna, è sempre stata legata alla cultura dell’europea occidentale. Cittadina italiana da oltre trent’anni, fiera “italo-brasiliana”. Laureata in ingegneria meccanica nel 1984, ha viaggiato molto, avendo vissuto un anno a San Francisco seguiti da quattro anni a Buenos Aires. Venuta innumeri volte in Italia sia per lavoro che per turismo, una nazione dove ha sempre sognato di poter vivere; finita la pandemia, si è trasferita e ha scelto Mantova, dove abita, entusiasta, dall’inizio del 2022. Il percorso intrapreso come artista plastica è iniziato fin dall’infanzia con la pittura e lo studio della storia dell’arte da autodidatta, poi frequentato workshops presso alcuni studi di belle arti. Svolgendo quasi senza sosta il lavoro da ingegnere, non ha mai lasciato il mestiere artistico, per lei troppo importante. Nel 1996 si è iscritta al corso superiore in educazione artistica e nel 1999, ha conseguito la laurea. Sempre nel 1996, ha parallelamente seguito il corso di formazione per il monitoraggio e preso parte nella squadra dell’Azione Culturale Educativa della XXIII mostra presso la Fondazione Biennale di San Paolo. Nel 1998, ha allestito uno studio d’arte, condiviso con altri artisti, dove per alcuni anni hanno insegnato e promosso delle mostre di gruppo e performances. In un secondo momento, ha frequentato innumeri corsi tecnici e concettuali specifici, formalizzando in questo modo i suoi studi in materia. Ha da sempre preso parte a saloni d’arte, mostre collettive e qualche personale, sia in Brasile che in Argentina nel periodo in cui vi ha abitato, e dove ha seguito delle lezioni dalla pittrice Rosa Frey. Ha collaborato all’organizzazione di dodici delle quattordici Mostre di Artisti Plastici Argentini Residenti in Brasile dal suo esordio nel 2001 fino al 2017, nelle quali è stata invitata ad esporre. Con ex compagni della media ha creato un gruppo di artisti denominato «Abaquar», curato dal critico e professore d’arte Oscar D’Ambrosio, dal 2011 al 2015 ha organizzato delle mostre a tema. Sue opere sono state pubblicate su sei copertine della rivista di assicurazioni «Póliza» di Montevideo. Presente in alcune gallerie d’arte del Brasile e una di Amsterdam. Nel corso dell’attività artistica si è dedicata soprattutto alla pittura ad olio su tela. All’università ha appreso la tecnica della xilografia, e successivamente la pittura su vetro fuso, tecniche entrambi per le quali ha grande passione.
“Sia nei paesaggi naturali che nelle scene urbane, sono sempre stata particolarmente interessata al riflesso delle immagini e della luce sull’acqua. Potete comprendere, quindi, la grande attrazione che ho per i paesaggi acquatici, siano essi naturali che urbani: la natura e le città dove l’acqua gioca il ruolo di un personaggio fondamentale. Ed eccomi a Mantova, “luogo-ispirazione”: l’eco della bellissima architettura dei canali o dei vasti paesaggi acquatici mi offrono una gamma infinita di temi possibili. E così facendo, l’esordio a Mantova con le opere del ciclo «I nostri laghi»”. (Adriana Zoudine)
Curata da Arianna Sartori, l’esposizione, che presenta una selezione di opere di ciascun Artista invitato, resterà aperta al pubblico fino al 28 novembre 2024 con orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, Domenica chiuso. Per informazioni: tel. 0376.324260, info@ariannasartori.eu
Biografie degli Artisti:
Antea Pirondini, di origini mantovane, vive e lavora a Codisotto di Luzzara (RE).
Inizia la sua carriera artistica nel 1988 e vanta un curriculum intensissimo fatto di mostre prestigiose tenute in spazi pubblici e privati di tutta Italia e all’estero. I critici qualificano la pittura di Antea, tumultuosa, forte e potente, introspettica e psicologica, tutta proiettata sull’ascolto delle proprie emozioni e delle proprie sensazioni. Dell’artista piace la materia densa e corposa, che spesso si muove per masse, per intense e graduate campiture cromatiche dettate dall’emozione e dall’istinto, il suo gesto fluido e naturale, la sua fresca e sorgiva vena creativa. Espressione colta, questa, che molto spesso si avvale di altissimi riferimenti letterari come la “Divina Commedia" di Dante Alighieri o la straordinaria poetica di Giacomo Leopardi, ma che non perde mai la sua originale fantasia, la sua personale e magica invenzione.
Nel 1993 inizia un fecondo rapporto con la redazione della rivista “Artecultura” di Milano e con il critico Giuseppe Martucci. Collabora con la Galleria arte Europa di Campagnola Emilia, inizia anche un periodo di collaborazione con la Fondazione Xante Battaglia “Arte Visiva e Comportamentale”. Sempre a Milano collabora con l’associazione UCAI e la galleria del Pittore Giovanni Cerri.
Fra i tanti premi e i riconoscimenti troviamo nel 1993 il premio speciale della Presidenza della Repubblica, nel 1998 premio speciale alla prima biennale di Ferrara, nel 2000 premio alla Prima Biennale di Riccione, nel 2001 il 1° premio nella prima edizione della rassegna di pittura, grafica e scultura “Arte in Arti e Mestieri” a Suzzara.
Nel 2005 si classifica al primo posto nella votazione della giuria popolare al Premio Arti e Mestieri e il suo quadro fa parte della collezione del Premio Suzzara.
Nel 2012 un suo quadro è stato il premio all’Autore primo classificato nella manifestazione letteraria ‘Nebbia Gialla - Noire Festival’ a Suzzara. Riceve menzione speciale a Spoleto Arte 2019.
Nel 2020 l’Archivio Storico Universale delle Belle Arti, conferisce Diploma Honoris Causa delle Belle Arti Premio Letterario e di Arti Visive Internazionale Dante Alighieri, per la diffusione dei valori della cultura nelle discipline umanistiche in ambito nazionale e internazionale.
Gladys Sica scultrice e pittrice, poetessa italo-argentina, meditante e praticante sciamanica.
Maestro d’Arte, Professoressa di Scultura e Storia dell’Arte, vincitrice di oltre settanta premi artistici e letterari. Realizza più di venti mostre Personali, la prima in Italia alla Galleria “Ciovasso” di Milano (1993) e numerosi Murales latinoamericani, due dei quali di m 130x3.
I suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private in Argentina, Italia, Francia, Svizzera, Australia e Spagna.
Ha collaborato con le riviste di letteratura e arte “Controcorrente” e “Alla Bottega” con recensioni su artisti e mostre, interviste e traduzioni di poeti.
Sue opere esposte in musei e fondazioni: Museo Diocesano F. Gonzaga Mantova 2024, Museo MIIT Torino 2023-2024, Museo Archeologico Castiglion Fiorentino 2021, Fondazione M. Mantovani Milano 2005, Museo Sivori Buenos Aires 1998, Musée Grand Palais Paris 1991.
“…Per poter entrare meglio nel mondo di Gladys Sica, infatti, è incredibilmente affascinante ripercorrere la sequenza della realizzazione delle sue opere dagli anni ‘80 ad oggi mettendo in relazione pittura e scultura. Con questo metodo appare evidente la ricerca costante e la volontà di non abbandonare completamente la figura, molto presente nelle prime opere, per accedere con cautela alla ricerca di un alfabeto espressivo che sia profondamente suo.
Ad ogni opera un pensiero, ogni dipinto una storia legata alla ricerca spirituale, alla storia dell’arte e alla contemporaneità.
Il viaggio dal Sud America all’Europa, il rapporto tra la cultura argentina e quella italiana, la contaminazione spirituale indiana e la ricerca nella profondità dei linguaggi creativi offerti dalla scultura, pittura e letteratura sono, secondo me, l’essenza della ricerca interiore ed estetica di Gladys. Elementi che la rendono ancor più unica come donna e come artista, caratteristiche che la posizionano nel mondo dell’arte contemporanea internazionale come raffinata interprete di questo tempo”. (Alberto Moioli)
Vive a Milano.
Milvio Sodi, nato a Pisa nel 1938, vive a Firenze da oltre mezzo secolo e in questo tempo ha operato nel campo delle arti figurative, dipingendo con continuità e con passione pressoché esclusiva, presentando i suoi quadri in rassegne, premi e fiere d’arte, oltre che in più di sessanta mostre personali presso gallerie e spazi pubblici di varie città italiane e straniere, numerose sono anche le presenze a importanti rassegne e fiere d’arte.
Nel suo percorso Sodi ha avuto anche occasione di realizzare alcuni libri figurati, collaterali di volta in volta all’operare pittorico; ne sono nati quattordici che, in occasione del compimento degli ottantacinque anni di età, sono stati donati alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia che li ha accolti per conservarli nell’apposito fondo di libri d’artista presso il Gabinetto delle Stampe “A. Davoli”.
Nel tempo ha realizzato anche numerose cartelle di grafica. Parallelamente non ha mai abbandonato il ritratto, eseguito di solito su carta Fabriano, con una tecnica particolare che utilizza il colore a olio, diluito fino a creare delicati effetti di sfumature da sembrare acquarelli.
Sul suo lavoro sono stati pubblicati: nel 1997 la monografia “Percezioni” a cura di Roberta Fiorini, con presentazione di Giorgio Segato (Il Candelaio Edizioni, Firenze); nel 2005 il volume “Trenta opere su carta” con presentazione di Giuseppe Catania (Arianna Sartori Editore, Mantova); nel 2008 il volume “PAROLE e disegni a china 1985/1987” con introduzione di Erika Bresci e presentazione di Federico Napoli (Edizioni Polistampa, Firenze); nel 2013 il catalogo “Paesaggi interiori” a cura di Learco Zanardi con una testimonianza di Antonio Natali (Edizioni Polistampa, Firenze); nel 2018 il volume “Io (e) Pinocchio” con presentazione di Giovanna Lazzi e postfazione di Pier Francesco Bernacchi (Phasar Edizioni, Firenze); nel 2020 il catalogo “Di metamorfosi in metamorfosi” con introduzione di Roberta Fiorini e presentazione di Giovanna Lazzi (Masso delle Fate Edizioni, Firenze).
“…Quando la forma si smaterializza o si aggrega lasciando che a dominare sia la materia, sia pure trasfigurata dalla luce, vuol dire che siamo di fronte ad un’espressione artistica messa sulla tela da Milvio Sodi. Alla sua età e dopo tanti anni di carriera che gli hanno permesso di affinare tecnica e significati, si arriva a valutare il nucleo dell’esistenza, a comprendere che è necessario eliminare dal proprio vissuto le sovrastrutture fisiche, ma soprattutto quelle mentali. Le sue rocce, purificate dalla luce, a volte morbide e quasi soffuse, a volte dai colori violenti e brutali, altro non sono che il riflesso della propria esistenza, delle difficoltà superate o meno. Sono l’ansia di vivere, di non fermarsi mai…”. (Alberto Gavazzeni)
Silvia Venuti, poetessa e pittrice, è nata a Varese.
Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, con Domenico Cantatore e Guido Ballo. Per diversi anni si è dedicata all’insegnamento. La sua espressione artistica, legata all’Action paintig prima e all’Astrattismo lirico spaziale poi, si trasforma, negli Anni Novanta, in un linguaggio aperto al Naturalismo metafisico, teso a cogliere il rapporto Uomo–Natura, maturato attraverso la meditazione Zen. Attualmente la sua ricerca si sviluppa nell’ambito della poesia visiva: la parola, infatti, s’inserisce nel tessuto pittorico e diviene parte espressiva dell’opera come forma e messaggio con una forte connotazione letteraria volta al trascendente. La parola, come l’immagine e con l’immagine, rivela la dimensione dell’Infinito da cui trae origine e svela un processo di conoscenza dal carattere profondamente spirituale. La sua pittura implica anche l’ascolto e suscita un risveglio generale dei sensi attraverso una particolare emanazione di luce: la scrittura non domina nella composizione, ma si mimetizza, come riassorbita da leggi cosmiche. Per la qualità spirituale le sue opere trovano ideale collocazione espositiva nei suggestivi spazi sacri.
In qualità di giornalista pubblicista, ha collaborato con recensioni critiche e interviste con vari giornali e riviste.
Ha fatto parte della redazione della rivista trimestrale di cultura e comunicazione visiva “D’Ars” dal 2003 al 2011.
Ha curato dal 2002 al 2007, la Rassegna di poesia “Quando la poesia diventa scrittura” alla Libreria Internazionale Ulrico Hoepli di Milano, patrocinata dal Comune di Milano, con la partecipazione dei più importanti poeti contemporanei milanesi.
È stata Presidente del Comitato della Società Dante Alighieri di Varese, dopo averlo ricostituito, dal 2002 al 2011.
È co-fondatrice dell’Associazione per l’arte “Le stelle” di Brescia.
È Socia della Società delle Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano.
Numerose sue opere sono conservate in collezioni private.
Vive a Cadrezzate con Osmate (VA).
Donatella Violi nasce ad Ovada (AL), si trasferisce a Milano e successivamente a Reggio Emilia, dove vive e lavora.
La sua formazione artistica da autodidatta inizia prestissimo a causa di circostanze familiari che scatenano la creatività come via di fuga dal mondo reale, all’età di 13 anni si intossica con colori e diluenti, le viene proibita la scuola d’arte, frequenta l’Istituto Magistrale ma nello stesso tempo segue corsi di grafica e incisione. Frequenta lo studio del pittore Omero Ettorre, da cui apprende l’uso del colore nella maniera più “libera” ma la sete di creatività la porta a conoscere altri artisti che arricchiranno le sue curiosità con la loro esperienza.
“Mi piace partire da richiami ancestrali del mondo di Bosch, di Grunewald, di Magritte, ma rimango affascinata anche dall’alchimia del colore, la gestualità dell’Action painting di Pollock e degli espressionisti astratti, l’informale di Antoni Tàpies, dalla potenza di A.Kiefer. Che tipo di opere realizzo? Ecco il mio è un viaggio, cerco di creare un’atmosfera priva di riferimenti spazio-temporali definiti, una dimensione “di attesa” in cui il fruitore possa meditare. Attraverso la letteratura immergo le mie creazioni con le parole di Italo Calvino e le Città Invisibili diventandone lo scenario in cui il tema del viaggio è ricorrente. La tecnica che prediligo è mista ma l’olio è tra i miei preferiti per intensità di cromie. Perché faccio arte? Perché, come dico sempre, non potrei respirare… senza. Le superfici grandi mi danno più soddisfazione, solitamente uso tela o legno su cui stendo fondi materici, poi l’alchimia del colore fa il resto, il processo creativo è innescato da un progetto ma spesso dopo la nascita prende vita propria, dando luogo a opere in cui l’importanza è data dal momento che le ha create, il risultato è relativo, l’interpretazione è soggettiva e la scoperta diventa importante. Come un viaggio”. (Donatella Violi)
Ha collaborato con la FONDAZIONE BESHARAT per la realizzazione del progetto “ART IN SCHOOLS” e “FACES OF INNOCENCE” diventando AMBASSADOR e portando in 24 scuole nella provincia di Reggio Emilia più di 600 fotografie di Steeve McCurry e 200 tra: David Lazar, Simon Lister, Hartmut Schwarzbach, Saro di Bartolo.
Ha collaborato con alcune Cantine Vinicole locali come: Cantine Riunite, Cantine Lombardini, Cantina Bosco dei Caprioli, per la realizzazione di etichette per vini, ha creato una linea artistica di packaging per arcosmesi, esponendo al COSMOPROF nel 2022, è stata la curatrice di mostre multidisciplinari che hanno raccolto fondi per ONLUS a favore del sostenimento Ospedali Oncologici.
Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private: in permanenza presso le Gallerie Besharat Contemporary Art di Atlanta; USA e Besharat Museo, Barbizon (Francia); Fondazione Museo Antonio Ligabue, Gualtieri; Patrimonio Culturale Emilia Romagna, Raccolta comunale S. Ilario d’Enza (RE); Ospedale E. Franchini, Montecchio (RE); Core Ospedale S. Maria Nuova, Reggio Emilia; Coopservice. S. COOP., Reggio Emilia; Cantina Canali-Albinea Cantine Riunite, Reggio Emilia; Cantina Lombardini, Novellara (RE).
Adriana Zoudine è nata a San Paolo del Brasile il 6 maggio 1961. Discendente di immigrati russi per parte paterna e italiani per parte materna, è sempre stata legata alla cultura dell’europea occidentale. Cittadina italiana da oltre trent’anni, fiera “italo-brasiliana”. Laureata in ingegneria meccanica nel 1984, ha viaggiato molto, avendo vissuto un anno a San Francisco seguiti da quattro anni a Buenos Aires. Venuta innumeri volte in Italia sia per lavoro che per turismo, una nazione dove ha sempre sognato di poter vivere; finita la pandemia, si è trasferita e ha scelto Mantova, dove abita, entusiasta, dall’inizio del 2022. Il percorso intrapreso come artista plastica è iniziato fin dall’infanzia con la pittura e lo studio della storia dell’arte da autodidatta, poi frequentato workshops presso alcuni studi di belle arti. Svolgendo quasi senza sosta il lavoro da ingegnere, non ha mai lasciato il mestiere artistico, per lei troppo importante. Nel 1996 si è iscritta al corso superiore in educazione artistica e nel 1999, ha conseguito la laurea. Sempre nel 1996, ha parallelamente seguito il corso di formazione per il monitoraggio e preso parte nella squadra dell’Azione Culturale Educativa della XXIII mostra presso la Fondazione Biennale di San Paolo. Nel 1998, ha allestito uno studio d’arte, condiviso con altri artisti, dove per alcuni anni hanno insegnato e promosso delle mostre di gruppo e performances. In un secondo momento, ha frequentato innumeri corsi tecnici e concettuali specifici, formalizzando in questo modo i suoi studi in materia. Ha da sempre preso parte a saloni d’arte, mostre collettive e qualche personale, sia in Brasile che in Argentina nel periodo in cui vi ha abitato, e dove ha seguito delle lezioni dalla pittrice Rosa Frey. Ha collaborato all’organizzazione di dodici delle quattordici Mostre di Artisti Plastici Argentini Residenti in Brasile dal suo esordio nel 2001 fino al 2017, nelle quali è stata invitata ad esporre. Con ex compagni della media ha creato un gruppo di artisti denominato «Abaquar», curato dal critico e professore d’arte Oscar D’Ambrosio, dal 2011 al 2015 ha organizzato delle mostre a tema. Sue opere sono state pubblicate su sei copertine della rivista di assicurazioni «Póliza» di Montevideo. Presente in alcune gallerie d’arte del Brasile e una di Amsterdam. Nel corso dell’attività artistica si è dedicata soprattutto alla pittura ad olio su tela. All’università ha appreso la tecnica della xilografia, e successivamente la pittura su vetro fuso, tecniche entrambi per le quali ha grande passione.
“Sia nei paesaggi naturali che nelle scene urbane, sono sempre stata particolarmente interessata al riflesso delle immagini e della luce sull’acqua. Potete comprendere, quindi, la grande attrazione che ho per i paesaggi acquatici, siano essi naturali che urbani: la natura e le città dove l’acqua gioca il ruolo di un personaggio fondamentale. Ed eccomi a Mantova, “luogo-ispirazione”: l’eco della bellissima architettura dei canali o dei vasti paesaggi acquatici mi offrono una gamma infinita di temi possibili. E così facendo, l’esordio a Mantova con le opere del ciclo «I nostri laghi»”. (Adriana Zoudine)
16
novembre 2024
Artisti 5+1
Dal 16 al 28 novembre 2024
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARIANNA SARTORI
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Mantova, Via Cappello, 17 , (Mantova)
Orario di apertura
dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, Domenica chiuso.
Vernissage
16 Novembre 2024, 17.00
Autore
Curatore