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Artisti contemporanei a confronto
Un’iniziativa che vuole portare a conoscenza di un pubblico più vasto l’operato di questi artisti di diversa provenienza geografica e che, giunti a un punto di equilibrio del loro percorso artistico, rivelano un stile maturo espresso nell’uso di un linguaggio di tipo figurativo, chiaro e coerente.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 8 marzo alle ore 18.00, presso la Domus Carmelitana in via Alberico II, 44, viene inaugurata la mostra collettiva “Artisti contemporanei a confronto”- aperta fino al 28 marzo - che propone sculture in ceramica di Annamaria Angelucci, dipinti olio su tela di Vera Santarelli e altrettanti dipinti, sempre olio su tela, di Gerard Auburgan.
Un'iniziativa che vuole portare a conoscenza di un pubblico più vasto l'operato di questi artisti di diversa provenienza geografica e che, giunti a un punto di equilibrio del loro percorso artistico, rivelano un stile maturo espresso nell'uso di un linguaggio di tipo figurativo, chiaro e coerente.
Artista nata e cresciuta a Roma, Annamaria Angelucci, dopo essersi diplomata all'Accademia di Belle Arti e aver poi trascorso anni a sperimentare sulla tela un codice simbolico astratto abbandona la bidimensionalità del quadro per dedicarsi alla scultura. I suoi manufatti, realizzati in ceramica con una tecnica del tutto particolare, recuperano un' essenza antica, dal mito della Grande madre, tipico dell'arte cretese, all'idea divina della cultura egizia, fino a richiamare elementi classici più vicini a noi come il primo Rinascimento o esiti più moderni.
Le sue sculture esprimono valori legati a un simbolico femminile non riconducibile nei classici stereotipi. Più che “femmine” le sue sculture riproducono figure femminili che hanno poco di umano e che sconfinano in un'idea del divino al femminile che esprime una sensibilità pura e magica. Agli occhi dello spettatore si rivela così una nuova mitologia dell'essere, libera da pregiudizi.
Vera Santarelli, formatasi nelle Marche, anch'essa proveniente da studi accademici, rivela nei suoi dipinti uno stile del tutto personale bene codificato. Il richiamo all'arte quattrocentesca ma anche al Rinascimento maturo, dona forte monumentalità alle sue immagini, che rappresentano quasi sempre donne. La maestà delle sue immagini, l'organizzazione e l'equilibrata composizione delle figure nello spazio, richiamano la tradizione della ritrattistica aulica e celebrativa, da Goya ad esperienze più recenti come Picasso. La mancanza di turbamenti o di stadi intermedi di emozioni (i suoi personaggi sono quasi sempre sorridenti, come sospesi in un limbo) proiettano il suo figurativo verso una dimensione totalmente astratta dalla realtà.
Il terzo artista, il francese Gerard Auburgan - nato nel sud della Francia, che ora risiede stabilmente a Parigi dopo aver vissuto nelle principali capitali europee - arrivato alla pittura dopo studi letterari, sfida il pubblico con un linguaggio anch'esso figurativo ma che non si traduce, come del resto nelle opere delle sue college, in mera imitazione del reale.
L'artista sintetizza molti linguaggi moderni e in alcuni casi arriva anche a rinnegare i fondamenti dell'arte annullando la tridimensionalità della realtà. Quello che a lui interessa esprimere nei suoi molteplici ritratti è la vasta gamma delle emozioni umane, dalla rabbia all'odio, dalla tristezza al senso di rinuncia della vita, esaltando in primis tra tutte l'incomunicabilità dell'uomo.
Un confronto necessario quella che la mostra offre nell'ambito del dibattito artistico contemporaneo degli ultimi anni, che ha visto una forte ripresa del figurativo a discapito della ricerca concettuale, dal quale si intuisce quale sia la nuova strada intrapresa dall'arte.
Un'iniziativa che vuole portare a conoscenza di un pubblico più vasto l'operato di questi artisti di diversa provenienza geografica e che, giunti a un punto di equilibrio del loro percorso artistico, rivelano un stile maturo espresso nell'uso di un linguaggio di tipo figurativo, chiaro e coerente.
Artista nata e cresciuta a Roma, Annamaria Angelucci, dopo essersi diplomata all'Accademia di Belle Arti e aver poi trascorso anni a sperimentare sulla tela un codice simbolico astratto abbandona la bidimensionalità del quadro per dedicarsi alla scultura. I suoi manufatti, realizzati in ceramica con una tecnica del tutto particolare, recuperano un' essenza antica, dal mito della Grande madre, tipico dell'arte cretese, all'idea divina della cultura egizia, fino a richiamare elementi classici più vicini a noi come il primo Rinascimento o esiti più moderni.
Le sue sculture esprimono valori legati a un simbolico femminile non riconducibile nei classici stereotipi. Più che “femmine” le sue sculture riproducono figure femminili che hanno poco di umano e che sconfinano in un'idea del divino al femminile che esprime una sensibilità pura e magica. Agli occhi dello spettatore si rivela così una nuova mitologia dell'essere, libera da pregiudizi.
Vera Santarelli, formatasi nelle Marche, anch'essa proveniente da studi accademici, rivela nei suoi dipinti uno stile del tutto personale bene codificato. Il richiamo all'arte quattrocentesca ma anche al Rinascimento maturo, dona forte monumentalità alle sue immagini, che rappresentano quasi sempre donne. La maestà delle sue immagini, l'organizzazione e l'equilibrata composizione delle figure nello spazio, richiamano la tradizione della ritrattistica aulica e celebrativa, da Goya ad esperienze più recenti come Picasso. La mancanza di turbamenti o di stadi intermedi di emozioni (i suoi personaggi sono quasi sempre sorridenti, come sospesi in un limbo) proiettano il suo figurativo verso una dimensione totalmente astratta dalla realtà.
Il terzo artista, il francese Gerard Auburgan - nato nel sud della Francia, che ora risiede stabilmente a Parigi dopo aver vissuto nelle principali capitali europee - arrivato alla pittura dopo studi letterari, sfida il pubblico con un linguaggio anch'esso figurativo ma che non si traduce, come del resto nelle opere delle sue college, in mera imitazione del reale.
L'artista sintetizza molti linguaggi moderni e in alcuni casi arriva anche a rinnegare i fondamenti dell'arte annullando la tridimensionalità della realtà. Quello che a lui interessa esprimere nei suoi molteplici ritratti è la vasta gamma delle emozioni umane, dalla rabbia all'odio, dalla tristezza al senso di rinuncia della vita, esaltando in primis tra tutte l'incomunicabilità dell'uomo.
Un confronto necessario quella che la mostra offre nell'ambito del dibattito artistico contemporaneo degli ultimi anni, che ha visto una forte ripresa del figurativo a discapito della ricerca concettuale, dal quale si intuisce quale sia la nuova strada intrapresa dall'arte.
08
marzo 2008
Artisti contemporanei a confronto
Dall'otto al 28 marzo 2008
arte contemporanea
Location
DOMUS CARMELITANA
Roma, Via Alberico Ii, 44, (Roma)
Roma, Via Alberico Ii, 44, (Roma)
Orario di apertura
su appuntamento
Vernissage
8 Marzo 2008, ore 18
Autore