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Artisti per Epicentro
XVI Esposizione Nazionale d’Arte
Comunicato stampa
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Sarà inaugurata sabato 3 ottobre 2009 alla ore 17.30, presso il Museo Epicentro a Gala di Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina, la XVI Esposizione Nazionale d’Arte “Artisti per Epicentro“ vede come nelle precedenti edizioni la presenza di 45 Artisti tra i più significativi dell’Arte in Italia dal secondo dopoguerra a oggi, presenti con i propri linguaggi d’arte, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alla ceramica d’arte, dal design all’installazione. Sono testimonianze d’arte, impresse sulle mattonelle in cotto di cm.30x30 con tecnica, colori e materiali diversi, che completano il quadro storico già abbastanza ricco della collezione del Museo Epicentro. L’esposizione è curata da Nino Abbate e Italo Tomassoni che ha scritto il testo in catalogo, si può visitare tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 16 alle ore 19, fino al 15 novembre 2009.
Il percorso espositivo inizia con l’opera di Giuseppe Antonello Leone (1917). La sua creatività spazia senza tregua dal figurativo e all’astratto. Prosegue con Saverio Barbaro (1924): la sua ricerca si evolve nel corso degli anni verso gli aspetti della cultura arabo-islamica; Marinella Pirelli (1925-2009): nei primi anni sessanta inizia la ricerca di assoluta avanguardia nel campo di “Cine, Luce, Ambiente”; Aldo Pecoraino (1927): gli “alberi” rappresentano nella sua opera una riflessione critica nei confronti della natura, che dipinge pervasa da angoscia; Lino Dinetto (1927): l’armonia, il colore, la luce dei paesaggi veneti e toscani ci trascinano in un mondo pieno di serenità; Ottorino Stefani (1928): evoca il paesaggio senza intenzioni mimetiche, con gestualità cromomaterica; Roberto Malquori (1929): dai primi anni sessanta crea opere di “arte e tecnologia”, immagini tratte dal mondo dei mass-media, trasformate attraverso un particolare dècolage; Elisa Montessori (1931): l’esoterico e lo spirituale sono l’eco che, nel suo profondo esistenzialismo, sente di più; Manuelli Colombo (1931): oltre l’interesse per le nuove tecnologie, usa la scrittura come elemento che sostiene il concetto per le relazioni che si sviluppano tra i materiali e lo spazio delle sue installazioni; Lilli Romanelli: le sue opere filtrano e ricompongono frammenti su cui si riflettano qualità varie dell’esistenzialismo; Alfonso Frasnedi (1934): è riuscito a creare un’inedita osmosi tra la concettualità e la “pittura in genere”; Vettor Pisani (1934): autore di azioni e installazioni ad alto valore simbolico, interpreta il filone più esoterico della tradizione artistica, a cominciare dai Rosacroce e dall’aspetto alchemico di Duchamp; Lucio Pozzi (1935): attraverso il suo lavoro ha capovolto i canoni dell’arte concettuale ed analitica, ideando mostre-provocazioni, in cui ha esposto opere pittoriche, paesaggi e foto, come fossero operazioni concettuali; Umberto Bignardi (1935): esponente della “Pop art italiana”, dai primi anni Sessanta si dedica alle prime realizzazioni multimediali, diventandone un pioniere a livello internazionale; Gianmaria Potenza (1936): lavora le materie naturali e artificiali più diverse che “piega e trasforma con fantasiosa inventiva, colta raffinatezza, decantata eleganza e rigore strutturale“; Giuseppe Riccetti (1936): le sue figure nascono da un immaginario computer, interpretato con la pittura; Giuliano Mauri (1938): è tra gli artisti più importanti non solo in Italia della Land-Art; interviene sul paesaggio, dove costruisce installazioni utilizzando materiali naturali; Silvio Monti (1938): i suoi segni trovano corpo su quel profilo arcaico di un volto che è quasi un marchio di fabbrica; Fulvio Ventura (1941): dopo alcune esperienze di reportage, si dedica alla fotografia di ricerca, puntando principalmente sul paesaggio; Luigi Rincicotti (1941): i personaggi delle sue opere si nutrono di magie e attese enigmatiche; Walter Gasperoni (1943): racconta un mondo poetico legato all’infanzia che richiama emozioni dimenticate; Giancarlo Sciannella (1943): il suo lavoro si svolge nel segno della terra e delle sue relazioni con altre sostanze persistenti; Franco Batacchi (1944): la sua pittura e fatta di geometrie di vago sapore sciamanico e surreale bellezza; Radu Dragomirescu (1944): utilizza le più diverse forme espressive; la sua arte è caratterizzata dalla riflessione sulla vita e nella morte; Franco Troiani (1946): sviluppa una sua distinta ricerca neofuturista; Santorossi (1947): gioca con aperture multimediali sui nuovi miti patinati dell’iconografia pubblicitaria; Renato Meneghetti (1947): predilige la pittura, senza tralasciare la musica e il multimediale; Maki Nakamura (1947): la leggerezza materica e la sua poetica sono rivelatrici del divenire che è dentro ogni cosa; Paola Navone: architetto, designer, arredatrice, ha fatto parte del “Gruppo Alchimia”, l’ala più avanzata nella scena italiana del design, sviluppando una posizione d’avanguardia; Luigi Serafini (1949): artista poliedrico, esordisce con il libro “Codex Seraphinianus”, con disegni corredati da una calligrafia misteriosa; Italo Bressan (1950): la sua ricerca sul colore-luce caratterizza la sua opera, che si sviluppa ed evolve in un preciso codice espressivo; Vitaldo Conte (1951): sviluppa una ricerca sui nuovi segni verbo-visuali e sulla poesia sperimentale; Giancarlo Ianuario (1952): si trova in sintonia con una materia come l’argilla, che risponde con naturalezza al tocco delle mani; Giulio De Mitri (1952): campo della sua ricerca è la luce come corpo, cardine di una poetica che si sviluppa tra progetto e processo del fare; Karpuseeler (1955): privilegia l’aspetto estetico dell’opera, momento conclusivo di una lunga elaborazione dell’idea di scultura astratta; Nelida Mendoza (1956): scultura e installazioni sono i mezzi espressivi di cui si serve per ricomporre il suo universo particolare; Virginia Ryan (1956): tratta tematiche attuali come le questioni razziali, ecologiche e ambientali; Stefano Boeri (1956): architetto, docente di progettazione urbana e fondatore di Multiplicty con la quale ha ideato installazioni per alcune delle principali manifestazioni e istituzioni; Caterina Davinio (1957): è tra i pionieri dell’arte digitale italiana e della computer poetry; Chiara Dynys (1958): una serie di lavori dagli anni novanta trattano la tragicità reale dello stato dell’umanità; Francisco Còrdoba (1958): nelle sue opere a partire dal colore, arriva anche all’integrazione di suoni e parole; Lella Cervia (1958): le terre che adopera nelle sue opere esaltano la sensualità della materia; Bobo Ivancich (1963): eclettico artista italo-cubano si distingue per le provocazioni post-duchampiane e neo-futuriste; Brunella Longo (1965): nutre un particolare interesse per la fotografia come mezzo espressivo; Simona Frillici (1966): costruisce le sue opere intorno a immagini e oggetti che rimandano a violenti episodi di cronaca.
Il percorso espositivo inizia con l’opera di Giuseppe Antonello Leone (1917). La sua creatività spazia senza tregua dal figurativo e all’astratto. Prosegue con Saverio Barbaro (1924): la sua ricerca si evolve nel corso degli anni verso gli aspetti della cultura arabo-islamica; Marinella Pirelli (1925-2009): nei primi anni sessanta inizia la ricerca di assoluta avanguardia nel campo di “Cine, Luce, Ambiente”; Aldo Pecoraino (1927): gli “alberi” rappresentano nella sua opera una riflessione critica nei confronti della natura, che dipinge pervasa da angoscia; Lino Dinetto (1927): l’armonia, il colore, la luce dei paesaggi veneti e toscani ci trascinano in un mondo pieno di serenità; Ottorino Stefani (1928): evoca il paesaggio senza intenzioni mimetiche, con gestualità cromomaterica; Roberto Malquori (1929): dai primi anni sessanta crea opere di “arte e tecnologia”, immagini tratte dal mondo dei mass-media, trasformate attraverso un particolare dècolage; Elisa Montessori (1931): l’esoterico e lo spirituale sono l’eco che, nel suo profondo esistenzialismo, sente di più; Manuelli Colombo (1931): oltre l’interesse per le nuove tecnologie, usa la scrittura come elemento che sostiene il concetto per le relazioni che si sviluppano tra i materiali e lo spazio delle sue installazioni; Lilli Romanelli: le sue opere filtrano e ricompongono frammenti su cui si riflettano qualità varie dell’esistenzialismo; Alfonso Frasnedi (1934): è riuscito a creare un’inedita osmosi tra la concettualità e la “pittura in genere”; Vettor Pisani (1934): autore di azioni e installazioni ad alto valore simbolico, interpreta il filone più esoterico della tradizione artistica, a cominciare dai Rosacroce e dall’aspetto alchemico di Duchamp; Lucio Pozzi (1935): attraverso il suo lavoro ha capovolto i canoni dell’arte concettuale ed analitica, ideando mostre-provocazioni, in cui ha esposto opere pittoriche, paesaggi e foto, come fossero operazioni concettuali; Umberto Bignardi (1935): esponente della “Pop art italiana”, dai primi anni Sessanta si dedica alle prime realizzazioni multimediali, diventandone un pioniere a livello internazionale; Gianmaria Potenza (1936): lavora le materie naturali e artificiali più diverse che “piega e trasforma con fantasiosa inventiva, colta raffinatezza, decantata eleganza e rigore strutturale“; Giuseppe Riccetti (1936): le sue figure nascono da un immaginario computer, interpretato con la pittura; Giuliano Mauri (1938): è tra gli artisti più importanti non solo in Italia della Land-Art; interviene sul paesaggio, dove costruisce installazioni utilizzando materiali naturali; Silvio Monti (1938): i suoi segni trovano corpo su quel profilo arcaico di un volto che è quasi un marchio di fabbrica; Fulvio Ventura (1941): dopo alcune esperienze di reportage, si dedica alla fotografia di ricerca, puntando principalmente sul paesaggio; Luigi Rincicotti (1941): i personaggi delle sue opere si nutrono di magie e attese enigmatiche; Walter Gasperoni (1943): racconta un mondo poetico legato all’infanzia che richiama emozioni dimenticate; Giancarlo Sciannella (1943): il suo lavoro si svolge nel segno della terra e delle sue relazioni con altre sostanze persistenti; Franco Batacchi (1944): la sua pittura e fatta di geometrie di vago sapore sciamanico e surreale bellezza; Radu Dragomirescu (1944): utilizza le più diverse forme espressive; la sua arte è caratterizzata dalla riflessione sulla vita e nella morte; Franco Troiani (1946): sviluppa una sua distinta ricerca neofuturista; Santorossi (1947): gioca con aperture multimediali sui nuovi miti patinati dell’iconografia pubblicitaria; Renato Meneghetti (1947): predilige la pittura, senza tralasciare la musica e il multimediale; Maki Nakamura (1947): la leggerezza materica e la sua poetica sono rivelatrici del divenire che è dentro ogni cosa; Paola Navone: architetto, designer, arredatrice, ha fatto parte del “Gruppo Alchimia”, l’ala più avanzata nella scena italiana del design, sviluppando una posizione d’avanguardia; Luigi Serafini (1949): artista poliedrico, esordisce con il libro “Codex Seraphinianus”, con disegni corredati da una calligrafia misteriosa; Italo Bressan (1950): la sua ricerca sul colore-luce caratterizza la sua opera, che si sviluppa ed evolve in un preciso codice espressivo; Vitaldo Conte (1951): sviluppa una ricerca sui nuovi segni verbo-visuali e sulla poesia sperimentale; Giancarlo Ianuario (1952): si trova in sintonia con una materia come l’argilla, che risponde con naturalezza al tocco delle mani; Giulio De Mitri (1952): campo della sua ricerca è la luce come corpo, cardine di una poetica che si sviluppa tra progetto e processo del fare; Karpuseeler (1955): privilegia l’aspetto estetico dell’opera, momento conclusivo di una lunga elaborazione dell’idea di scultura astratta; Nelida Mendoza (1956): scultura e installazioni sono i mezzi espressivi di cui si serve per ricomporre il suo universo particolare; Virginia Ryan (1956): tratta tematiche attuali come le questioni razziali, ecologiche e ambientali; Stefano Boeri (1956): architetto, docente di progettazione urbana e fondatore di Multiplicty con la quale ha ideato installazioni per alcune delle principali manifestazioni e istituzioni; Caterina Davinio (1957): è tra i pionieri dell’arte digitale italiana e della computer poetry; Chiara Dynys (1958): una serie di lavori dagli anni novanta trattano la tragicità reale dello stato dell’umanità; Francisco Còrdoba (1958): nelle sue opere a partire dal colore, arriva anche all’integrazione di suoni e parole; Lella Cervia (1958): le terre che adopera nelle sue opere esaltano la sensualità della materia; Bobo Ivancich (1963): eclettico artista italo-cubano si distingue per le provocazioni post-duchampiane e neo-futuriste; Brunella Longo (1965): nutre un particolare interesse per la fotografia come mezzo espressivo; Simona Frillici (1966): costruisce le sue opere intorno a immagini e oggetti che rimandano a violenti episodi di cronaca.
03
ottobre 2009
Artisti per Epicentro
Dal 03 ottobre al 15 novembre 2009
arte contemporanea
Location
MUSEO EPICENTRO
Barcellona Pozzo Di Gotto, Via Mercurio, 71, (Messina)
Barcellona Pozzo Di Gotto, Via Mercurio, 71, (Messina)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 16 alle ore 19
Vernissage
3 Ottobre 2009, ore 17.30
Autore
Curatore