Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Artists against MUOS
“Dall’incontro con gli uomini e le donne del movimento – spiegano Corrado Gugliotta e Sveva D’Antonio – è nata l’esigenza di raccontare l’esperienza di vita e di lotta in una mostra”
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Laveronica Arte Contemporanea è lieta di presentare “Artists against MUOS”, mostra collettiva con opere di Antenne46, Francesco D’Amore, Francesca Dimanuele, Giuseppe Firrincieli, Guglielmo Manenti, Maddalena Migliore, Matilde Politi, Irene Puglisi, Maria Domenica Rapicavoli. Insieme alle opere degli artisti saranno esposti documenti d’archivio provenienti dagli attivisti del comitato No MUOS.
Da anni a Niscemi, nel cuore della Sicilia, si combatte una coraggiosa battaglia ignota a molti. Da un lato, la comunità locale e migliaia di attivisti provenienti da ogni angolo dell'isola e dal resto dell'Italia. Dall'altro il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d'America che ha installato il MUOS, Mobile User Objective System, una rete di comunicazioni satellitari in grado di pilotare i droni per la guerra a distanza, accusata di provocare con le sue emissioni ad alta frequenza gravi danni alla salute degli abitanti, alla fauna e alla flora nel raggio di decine di chilometri. L'area militare sorge all'interno di una riserva naturale, dove sopravvive l'ultimo bosco di querce da sughero della Sicilia. E già lo stupro ambientale appare uno scandalo per il senso comune. Ma la posta in gioco è ben più alta: oltre centomila persone ricadenti nel cerchio della morte rischiano leucemie, tumori, malformazioni neonatali causati dai forti campi elettromagnetici. Senza contare gli scenari legati all'installazione di un'arma sofisticata e costosissima che dovrà ripagarsi con guerre future. In ballo c'è soprattutto la sopravvivenza delle nostre democrazie. Perché, in fondo, di questo si tratta. Le istituzioni italiane, cui spetta l'ultima parola sulla vicenda, hanno usato il guanto di velluto con il potente alleato e il pugno di ferro con i cittadini inermi. Si è perpetrato così nelle aule di giustizia e nelle stanze dei ministri un esproprio di diritti fondamentali che lede la credibilità di uno Stato a sovranità sempre più limitata e mina la fiducia dei cittadini verso le forze dell'ordine, la magistratura, il potere pubblico. Se il patto sociale su cui si fonda un Paese vacilla, se lo stock di fiducia è compromesso, difficilmente l'equilibrio potrà ristabilirsi e gli effetti che ne deriveranno, saranno dirompenti e imprevedibili. La storia recente del Medio Oriente e quella più risalente della decolonizzazione dovrebbero, a riguardo, insegnarci qualcosa.
I movimenti No MUOS sono riusciti a rinviare e ritardare a lungo tempo l'accensione delle antenne. Che adesso però sono in funzione. A gennaio inizieranno i processi contro gli attivisti, rei di aver difeso la loro vita e la loro terra da un impianto militare che emette radiazioni potenzialmente letali. E già si prevedono condanne esemplari. Le nostre vicende personali ci hanno portato a camminare assieme con gli uomini e le donne - tra loro anche alcuni artisti - del movimento No MUOS. Da questo incontro è nata l'esigenza di raccontare l'esperienza di vita e di lotta in una mostra. “Artists Against MUOS” vuole rendere omaggio, alla vigilia di un momento non facile per gli attivisti, a chi in questi anni ha lottato dal basso contro poteri invisibili e invincibili, usando talvolta la creatività per vincere il silenzio della stampa, per ribaltare un'argomentazione, per scuotere le coscienze sopite degli indifferenti, per smascherare la corruzione degli apparati di potere. In mostra pezzi d'archivio - giornali, pizzini, volantini, comunicati - che ripercorrono la cronaca dei fatti, ma anche video, fotografie, incisioni, vignette e libri d’artista, tra reportage e denuncia, tra satira e impegno civile. Un'occasione per riflettere sul percorso compiuto e per tracciare un bilancio. L'obiettivo che questa mostra si prefigge è duplice. Primo, intende portare la vicenda del MUOS a conoscenza di un pubblico più vasto e far sì che gli attivisti avvertano il sostegno e la solidarietà dell'opinione pubblica. Perché sia chiaro: a Niscemi non si combatte per l'orticello sotto casa, ma per la pace universale. Secondo pensiamo che l’arte politica debba essere scomoda, capace di saltare fuori dagli schemi, pronta a scegliere da che parte stare. Recuperando così un ruolo di responsabilità, al quale molti artisti e intellettuali sembrano aver abdicato da tempo.
Nessuno oggi, tra gli attivisti del No MUOS, si illude sull'esito dello scontro. Ma era necessario non lasciare nulla di intentato, così come era importante che l'arte si facesse testimone di questa battaglia di civiltà. Perché nessuno un giorno possa dire che quando tutto è accaduto ci siamo voltati dall'altra parte.
Modica, Venerdì 9 Dicembre 2016.
Corrado Gugliotta e Sveva D’Antonio
Da anni a Niscemi, nel cuore della Sicilia, si combatte una coraggiosa battaglia ignota a molti. Da un lato, la comunità locale e migliaia di attivisti provenienti da ogni angolo dell'isola e dal resto dell'Italia. Dall'altro il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d'America che ha installato il MUOS, Mobile User Objective System, una rete di comunicazioni satellitari in grado di pilotare i droni per la guerra a distanza, accusata di provocare con le sue emissioni ad alta frequenza gravi danni alla salute degli abitanti, alla fauna e alla flora nel raggio di decine di chilometri. L'area militare sorge all'interno di una riserva naturale, dove sopravvive l'ultimo bosco di querce da sughero della Sicilia. E già lo stupro ambientale appare uno scandalo per il senso comune. Ma la posta in gioco è ben più alta: oltre centomila persone ricadenti nel cerchio della morte rischiano leucemie, tumori, malformazioni neonatali causati dai forti campi elettromagnetici. Senza contare gli scenari legati all'installazione di un'arma sofisticata e costosissima che dovrà ripagarsi con guerre future. In ballo c'è soprattutto la sopravvivenza delle nostre democrazie. Perché, in fondo, di questo si tratta. Le istituzioni italiane, cui spetta l'ultima parola sulla vicenda, hanno usato il guanto di velluto con il potente alleato e il pugno di ferro con i cittadini inermi. Si è perpetrato così nelle aule di giustizia e nelle stanze dei ministri un esproprio di diritti fondamentali che lede la credibilità di uno Stato a sovranità sempre più limitata e mina la fiducia dei cittadini verso le forze dell'ordine, la magistratura, il potere pubblico. Se il patto sociale su cui si fonda un Paese vacilla, se lo stock di fiducia è compromesso, difficilmente l'equilibrio potrà ristabilirsi e gli effetti che ne deriveranno, saranno dirompenti e imprevedibili. La storia recente del Medio Oriente e quella più risalente della decolonizzazione dovrebbero, a riguardo, insegnarci qualcosa.
I movimenti No MUOS sono riusciti a rinviare e ritardare a lungo tempo l'accensione delle antenne. Che adesso però sono in funzione. A gennaio inizieranno i processi contro gli attivisti, rei di aver difeso la loro vita e la loro terra da un impianto militare che emette radiazioni potenzialmente letali. E già si prevedono condanne esemplari. Le nostre vicende personali ci hanno portato a camminare assieme con gli uomini e le donne - tra loro anche alcuni artisti - del movimento No MUOS. Da questo incontro è nata l'esigenza di raccontare l'esperienza di vita e di lotta in una mostra. “Artists Against MUOS” vuole rendere omaggio, alla vigilia di un momento non facile per gli attivisti, a chi in questi anni ha lottato dal basso contro poteri invisibili e invincibili, usando talvolta la creatività per vincere il silenzio della stampa, per ribaltare un'argomentazione, per scuotere le coscienze sopite degli indifferenti, per smascherare la corruzione degli apparati di potere. In mostra pezzi d'archivio - giornali, pizzini, volantini, comunicati - che ripercorrono la cronaca dei fatti, ma anche video, fotografie, incisioni, vignette e libri d’artista, tra reportage e denuncia, tra satira e impegno civile. Un'occasione per riflettere sul percorso compiuto e per tracciare un bilancio. L'obiettivo che questa mostra si prefigge è duplice. Primo, intende portare la vicenda del MUOS a conoscenza di un pubblico più vasto e far sì che gli attivisti avvertano il sostegno e la solidarietà dell'opinione pubblica. Perché sia chiaro: a Niscemi non si combatte per l'orticello sotto casa, ma per la pace universale. Secondo pensiamo che l’arte politica debba essere scomoda, capace di saltare fuori dagli schemi, pronta a scegliere da che parte stare. Recuperando così un ruolo di responsabilità, al quale molti artisti e intellettuali sembrano aver abdicato da tempo.
Nessuno oggi, tra gli attivisti del No MUOS, si illude sull'esito dello scontro. Ma era necessario non lasciare nulla di intentato, così come era importante che l'arte si facesse testimone di questa battaglia di civiltà. Perché nessuno un giorno possa dire che quando tutto è accaduto ci siamo voltati dall'altra parte.
Modica, Venerdì 9 Dicembre 2016.
Corrado Gugliotta e Sveva D’Antonio
29
dicembre 2016
Artists against MUOS
Dal 29 dicembre 2016 al 25 marzo 2017
arte contemporanea
Location
LAVERONICA ARTE CONTEMPORANEA
Modica, Via Clemente Grimaldi, 93, (Ragusa)
Modica, Via Clemente Grimaldi, 93, (Ragusa)
Orario di apertura
martedì a sabato ore 10-13 e 16-20
Vernissage
29 Dicembre 2016, ore 19
Autore