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artQ13 @Spazi aperti 2015: La conservazione del sapere
I lavori di Iulia Morcov, Britta Lenk, Roman Kirschner, Ciprian Muresan e Carlo Caloro mostrano diversi modi di trattenere le tracce e i segni che si legano al sapere custodito nei libri della biblioteca ritenendosi esse stesse segni, parole, pensieri da conservare. All’interno della biblioteca dell’Accademia di Romania, è stato creato un percorso mentale in cui si entra ed esce da pensieri, suoni, oggetti che ci circondano, cui avvicinarsi o con cui interagire. La biblioteca diventa sfondo per indagare il sottotema della conservazione del sapere, tanto quello scientifico quanto quello letterario e artistico. Conservare nozioni e tramandare memoria, interpretate come modo di concepire l’arte stessa
Comunicato stampa
Segnala l'evento
artQ13 @ Spazi Aperti 2015
La conservazione del sapere
a cura di Fabrizio Pizzuto
Concepire un ragionamento visivo, sonoro, cinetico, tattile ha a che vedere col creare mondi.
L'operazione di creazione è in se l'attuazione di una riflessione sulla percezione, espressione che da
dentro muove verso fuori, esposizione lirica dell' interiorità delle cose.
I lavori di Iulia Morcov, Britta Lenk, Roman Kirschner, Ciprian Muresan e Carlo Caloro mostrano
diversi modi di trattenere le tracce e i segni che si legano al sapere custodito nei libri della
biblioteca ritenendosi esse stesse segni, parole, pensieri da conservare.
Mettere in mostra oggetti significa indagare; financo quando venuti fuori dalla provocazione o da
un'analisi del sistema stesso, gli oggetti (o i suoni) basano la loro forza sull'emotività di un
linguaggio che va accettato e condiviso. Il sogno, il desiderio, i mondi creati si fanno modi di
capire, di interpretare, di percepire se stessi, diventano un ponte tra l'intimo e il mondo esterno,
emotive suggestioni e spesso dolci divagazioni che occupano una sala invadendola del loro essere,
per accogliere visitatori come contenitori e non solo come contenuti. Momenti installati visti come
inglobanti apnee della mente. All'interno della biblioteca dell'Accademia di Romania a Roma,
abbiamo creato un percorso mentale in cui si entra ed esce da pensieri, suoni, oggetti che ci
circondano, cui avvicinarsi o con cui interagire. La biblioteca diventa sfondo per indagare il
sottotema della conservazione del sapere, tanto quello scientifico quanto quello letterario e artistico.
Conservare nozioni e tramandare memoria, interpretate come modo di concepire l'arte stessa.
Le informazioni tramandate non sono più solo parole, sono luci che guidano la visione, fotografie
che fanno capolino da oggetti, materia che si trasforma o conserva, dando traccia di se,
regolamentando l'idea stessa di traccia di se. Un pensiero di conservazione e trasformazione dei
segni e dei segnali si insinua nel pensiero stesso della conservazione del sapere letterario, nel
pensiero delle nozioni e dei racconti acquisiti tramite parole, ma anche e sopratutto si insinua
tramite oggetti contenenti segni decifrabili in luogo di parole. Come inchiostro la materia cola, si
deposita, decifrabile come essenza, come materia in se, come moto e stato dell'animo, come
movimento perpetuo del mondo in divenire. Sfumature, luce, visi, rilegature, sensazione di
appartenenza: come un inquadratura data dall'occhio del regista che è ora in mezzo alla scena,
sostituitosi ad uno dei protagonisti, o alla voce narrante. Voce nel brusìo in nulla superiore alle altre,
punto di vista soggettivo e non oggettivo.
artQ13
artQ13 || Via Nicola Coviello, 15 || 00165 Roma
artQ13 è un project space indipendente, una piattaforma di comunicazione per la ricerca artistica e la
sperimentazione, fondata nel 2014 da Carlo Caloro. La missione di artQ13 è quello di presentare
artisti italiani ed esteri di livello internazionale attraverso la collaborazione di curatori, galleristi,
istituzioni pubbliche e private.
artQ13 è un'iniziativa non commerciale indipendente.
artQ13 è uno spazio dove idee e progetti si configurano in una dimensione aperta, pensato per
rimanere costantemente in formazione e trasformazione. artQ13 si configura come un dispositivo,
un laboratorio, una sala-prove di idee e di cose che ottiene la sua identità ogni volta rimodellato
dalle attività di coloro che hanno partecipato.
La modalità di lavoro degli artisti di artQ13, sia stanziale che itinerante, è all'insegna dell'apertura e
della sperimentazione: mostre nate dall'iniziativa degli stessi artisti si mescolano a mostre dal taglio
più curatoriale. I pensieri artistici si confrontano nella più aperta sperimentazione, nel coraggio e
nella diversità: lavori che spaziano da cinetici, lavori di ricerca, performance fino a lavori sonori.
Uno spazio aperto a commistioni e sperimentazioni in continua evoluzione.
Carlo Caloro
Soft Hard, 2015
Scultura siliconica
Un sottile flusso di liquido siliconico con un coefficiente di viscosità di 30000 cSt scorre
avvolgendosi su se stesso su una superficie stazionaria creando un cilindro di fluido cavo.
Il cilindro cresce, raggiunge un’altezza critica e collassa e il processo ricomincia da capo.
Tre lenti applicate alla teca, di cui una ingrandisce due volte e mezzo la misura originale del sottile
flusso e due sono rivolte verso l’esterno della teca in direzione della collezione dei libri raccolti
nella biblioteca.
Qual è il ruolo delle scienze umane e la funzione della teoria rispetto al decentramento dell’Uomo
non più misura prima di tutte le cose? L’ideologia dell’economia del libero mercato ha generato
l’anti-intellettualismo che scredita le scienze umane togliendo valore alla teoria.
E’ in atto un processo dove il fluido dei saperi soft e hard si disgregano e si riorganizzano in modo
ciclico.
BIO
Carlo Caloro vive e lavora a Roma e Colonia.
Ha studiato media arte presso la KHM, Accademia di Arti Mediali di Colonia e presso l’Accademia
Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma dove ha collaborato al corso di Regia
svolgendo attività di ricerca nel campo delle nuove tecnologie applicate allo spettacolo teatrale.
Il suo lavoro di ricerca è volto ad individuare, con gli strumenti propri dell’arte, quali siano le
funzioni messe in atto da determinate strutture o sistemi sociali di diversa natura, per tentare di
mantenersi in equilibrio con un ambiente così complesso e multidimensionale.
Per le sue indagini utilizza diverse metodologie proprie del campo della matematica,
dell’informatica, dell’economia, della biologia come anche della sociologia e della psicologia.
Evidenzia così in modo ironico il conflitto che separa le scienze naturali dalle scienze umane e
sociali.
Roman Kirschner
Leaking (for the time being)
Fotografie cm 50 x70
Una massa grigia è contenuta in un oggetto di tavola di legno sospesa al soffitto. La massa è
grondante da numerosi fori nei tavoli. Le gocce cadono su un piano bianco sul pavimento lasciando
fili sottili che fluttuano nell'aria. Nel corso del tempo, i fili si uniscono e sviluppano intricate
meshworks. Da questa complessa installazione realizzata sfruttando le caratteristiche di diversi
materiali, le tensioni dei corpi, la forza di gravita e il caso, Kirschner ha realizzato dei veri e propri
dipinti che sono a loro volta traccia, segno del loro processo realizzativo e corpo materico
bidimensionale. Le tensioni esplodono sulla tela in linee poetiche tramanandando e portando con se
la conoscenza del loro processo creativo. Decidiamo di esporre le tele realizzate, insieme alle foto
del progetto e del percorso creativo del lavoro.
BIO
Nato a Vienna nel 1975. Lavora come artista visivo e ricercatore. Ha studiato filosofia, storia
dell'arte e arte audiovisiva a Vienna e Colonia. Attualmente è l'iniziatore e responsabile del progetto
di ricerca artistica ""Liquid Things. Research on Active and Transitive Materials"" presso
l'Università di Arti Applicate di Vienna.
Il focus del suo lavoro è un idea dinamica della materia; le transizioni e la trasformazione dei
materiali nell'arte contemporanea; l'influenza reciproca e la penetrazione dei materiale,
l'immaginazione e l'epistemologia dal punto di vista processuale.
Il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale in numerosi Musei tra i quali quello della
fotografia di Tokyo (JP), lo Yerba Buena Center for the Arts di San Francisco (USA), il Museo
nazionale d'Arte della Cina, Pechino (CN) e numerosi altri.
Britta Lenk
I 03, 2015
Installazione
In I 03, 2015, Britta Lenk affronta la questione su come le informazioni / conoscenze vengono prese
e, per mezzo della ripetizione, registrate nei nostri cervelli. In psicologia si parla dei cosiddetti
effetti di verità, ovvero il fatto che solo ascoltando o leggendo qualcosa ripetutamente, riteniamo
automaticamente che sia vero, o meglio, piú vero.
Usando un linguaggio ridotto delle forme, nel suo lavoro si riflette sul condizionamento di
visualizzazione e vengono portate in primo piano le questioni riguardanti la produzione e il carattere
vincolante della realtà e della verità.
La visualizzazione è la base per tutta l'organizzazione del mondo e per la conoscenza, l'occhio non è
solo ricettivo, ma partecipa esso stesso all´atto della visione. Non esistono informazioni neutrali;
vediamo solo ciò in cui crediamo. La conoscenza è il risultato della nostra interpretazione dei dati.
BIO
Britta Lenk nasce nel 1968 a Mannheim. Ha studiato letteratura, storia dell'arte e linguistica teorica
e applicata a Siegen. Dal 1997 vive e lavora a Colonia e Roma. È la co-fondatrice di artQ13, spazio
d'arte indipendente a Roma.
Le sue opere non sono basate su impressioni visive, ma piuttosto su questioni riguardanti la nostra
percezione, il formarsi della nostra visione e dei nostri pensieri. Si tratta di questioni che riflettono il
condizionamento della nostra visione e domande circa la produzione e il carattere vincolante della
realtà e della verità. Lavoro concettuale e di ricerca che viene infine trasformato in oggetti artistici
che possono essere modulari, installativi, componibili e che ragionano sulla loro stessa modalità di
composizione e sulla loro modalità di essere percepiti e di far percepire il mondo.
Iulia Morcov
Installazione
Gli antenati
Nell'installazione “Gli antenati” di Iulia Morcov l'artista si occupa di ritrovare nella memoria e
parzialmente di immaginare, la storia della sua famiglia. Queste storie svaniscono, sempre più
pallide, più deboli ogni giorno, evanescenti, ed in questo modo diventano quasi proibite, in qualche
modo iniziano ad apparire come sacre. Da questa sacralità nasce la necessità di conservarle. Le
storie si svolgono e avvolgono insieme a volti, i ritratti delle persone: nonni, parenti perduti,
persone di cui non si conosce più nulla, amici dimenticati. “So che vivono dentro di me, eppure
sono tutti quasi sconosciuti a me” scrive Iulia Morcov, “così raccolgo le storie su loro, le ultime
tracce, le storie che ricordo, e cerco di immaginare il loro mondo.” Tra le nebbie del pensiero che
ricorda ecco che appaiono immagini evanescenti simili a momenti sbiaditi e fugaci della coscienza.
BIO
Iulia Morcov nasce nel 1984 in Romania. Dopo aver studiato Belle Arti e grafica a Bucarest, vince
diversi premi e numerose residenze tra cui una all'Accademia di Romania di Roma. Espone in
numerose collettive e personali sopratutto in Romania e in Italia. La sua ricerca mette al centro un
lavoro installativo in cui il fruitore si immerge in un pensiero grafico o oggettuale dentro cui si
mescola un lavoro fotografico che viene fuori come momento di intensità, a tratti malinconico. Si
tratta di lavori spesso attraversabili o installativi in cui la maniera grafica e il lavoro fotografico si
mescolano con un lavoro di ricerca sul passato personale e familiare, visto come luogo della mente,
apparizione, percezione in meandri della coscienza. I ricordi dimenticati, i racconti di guerra, le
tradizioni, le strane storie che ha ascoltato molte volte in passato scorrono come immagini evocate.
Ciprian Muresan
Invisible Hand 2011
HD video, 8 min. 59 sec.
Un video che è anche documentazione di un azione. Un dialogo a distanza tra ironia e paradosso
con un libro di Adam Smith, con il suo contenuto e non in ultimo con l'idea stessa di conservazione
del sapere. Il video si svolge davanti ai nostri occhi come si svolge un'azione, un'operazione
gratuita, di stampo quasi situazionista, un evento semplice che non cambia nulla ma cambia tutto.
Le immagini ci rimandano al significato delle parole, al lavoro sull'economia e sul pensiero di
Adam Smith, al dialogo (im)possibile di esse coi nostri tempi e col nostro sistema di vita. Tutto si
mescola mostrandoci il gesto, il lavoro grafico e il pensiero esso stesso grafico di Ciprian Muresan
che nuota e si inserisce attorno e dentro al pensiero di Adam Smith. Un azione dissacrante e ironica
di dialogo nel tempo, di aggiustamento, di commento, come una nota a piè di pagina, indelebile e
sigillata.
BIO
Nasce nel 1977 a Cluj in Romania, e coi-editor del Magazine VERSION. Dal 2005 è editore di
IDEA, Art + Society magazine (www.ideamagazine.ro). Ha esposto a livello internazionale in
numerosi spazi importanti: nel 2012 alla Tate Modern di Londra e in moltri altri spazi di tutta
Europa e in America. I suoi video mostrano brevi momenti, azioni immaginate quasi come vignette.
Fa uso di gesti semplici e in apparenza leggeri per affrontare questioni anche pesanti o importanti
riguardanti la violenza, il consumismo, la lotta esistenziale. Cerca di mostrarci la natura paradossale
della nostra società e le sue stranezze. L'utopia e la disillusione appaiono entrambe in forme anche
ambigue nei suoi lavori. I lavori grafici ci immergono in un suo particolare e intenso segno grafico e
rimangono anch'essi sempre densi di suggestioni, come finestre aperte sulle problematicità del
nostro tempo.
La conservazione del sapere
a cura di Fabrizio Pizzuto
Concepire un ragionamento visivo, sonoro, cinetico, tattile ha a che vedere col creare mondi.
L'operazione di creazione è in se l'attuazione di una riflessione sulla percezione, espressione che da
dentro muove verso fuori, esposizione lirica dell' interiorità delle cose.
I lavori di Iulia Morcov, Britta Lenk, Roman Kirschner, Ciprian Muresan e Carlo Caloro mostrano
diversi modi di trattenere le tracce e i segni che si legano al sapere custodito nei libri della
biblioteca ritenendosi esse stesse segni, parole, pensieri da conservare.
Mettere in mostra oggetti significa indagare; financo quando venuti fuori dalla provocazione o da
un'analisi del sistema stesso, gli oggetti (o i suoni) basano la loro forza sull'emotività di un
linguaggio che va accettato e condiviso. Il sogno, il desiderio, i mondi creati si fanno modi di
capire, di interpretare, di percepire se stessi, diventano un ponte tra l'intimo e il mondo esterno,
emotive suggestioni e spesso dolci divagazioni che occupano una sala invadendola del loro essere,
per accogliere visitatori come contenitori e non solo come contenuti. Momenti installati visti come
inglobanti apnee della mente. All'interno della biblioteca dell'Accademia di Romania a Roma,
abbiamo creato un percorso mentale in cui si entra ed esce da pensieri, suoni, oggetti che ci
circondano, cui avvicinarsi o con cui interagire. La biblioteca diventa sfondo per indagare il
sottotema della conservazione del sapere, tanto quello scientifico quanto quello letterario e artistico.
Conservare nozioni e tramandare memoria, interpretate come modo di concepire l'arte stessa.
Le informazioni tramandate non sono più solo parole, sono luci che guidano la visione, fotografie
che fanno capolino da oggetti, materia che si trasforma o conserva, dando traccia di se,
regolamentando l'idea stessa di traccia di se. Un pensiero di conservazione e trasformazione dei
segni e dei segnali si insinua nel pensiero stesso della conservazione del sapere letterario, nel
pensiero delle nozioni e dei racconti acquisiti tramite parole, ma anche e sopratutto si insinua
tramite oggetti contenenti segni decifrabili in luogo di parole. Come inchiostro la materia cola, si
deposita, decifrabile come essenza, come materia in se, come moto e stato dell'animo, come
movimento perpetuo del mondo in divenire. Sfumature, luce, visi, rilegature, sensazione di
appartenenza: come un inquadratura data dall'occhio del regista che è ora in mezzo alla scena,
sostituitosi ad uno dei protagonisti, o alla voce narrante. Voce nel brusìo in nulla superiore alle altre,
punto di vista soggettivo e non oggettivo.
artQ13
artQ13 || Via Nicola Coviello, 15 || 00165 Roma
artQ13 è un project space indipendente, una piattaforma di comunicazione per la ricerca artistica e la
sperimentazione, fondata nel 2014 da Carlo Caloro. La missione di artQ13 è quello di presentare
artisti italiani ed esteri di livello internazionale attraverso la collaborazione di curatori, galleristi,
istituzioni pubbliche e private.
artQ13 è un'iniziativa non commerciale indipendente.
artQ13 è uno spazio dove idee e progetti si configurano in una dimensione aperta, pensato per
rimanere costantemente in formazione e trasformazione. artQ13 si configura come un dispositivo,
un laboratorio, una sala-prove di idee e di cose che ottiene la sua identità ogni volta rimodellato
dalle attività di coloro che hanno partecipato.
La modalità di lavoro degli artisti di artQ13, sia stanziale che itinerante, è all'insegna dell'apertura e
della sperimentazione: mostre nate dall'iniziativa degli stessi artisti si mescolano a mostre dal taglio
più curatoriale. I pensieri artistici si confrontano nella più aperta sperimentazione, nel coraggio e
nella diversità: lavori che spaziano da cinetici, lavori di ricerca, performance fino a lavori sonori.
Uno spazio aperto a commistioni e sperimentazioni in continua evoluzione.
Carlo Caloro
Soft Hard, 2015
Scultura siliconica
Un sottile flusso di liquido siliconico con un coefficiente di viscosità di 30000 cSt scorre
avvolgendosi su se stesso su una superficie stazionaria creando un cilindro di fluido cavo.
Il cilindro cresce, raggiunge un’altezza critica e collassa e il processo ricomincia da capo.
Tre lenti applicate alla teca, di cui una ingrandisce due volte e mezzo la misura originale del sottile
flusso e due sono rivolte verso l’esterno della teca in direzione della collezione dei libri raccolti
nella biblioteca.
Qual è il ruolo delle scienze umane e la funzione della teoria rispetto al decentramento dell’Uomo
non più misura prima di tutte le cose? L’ideologia dell’economia del libero mercato ha generato
l’anti-intellettualismo che scredita le scienze umane togliendo valore alla teoria.
E’ in atto un processo dove il fluido dei saperi soft e hard si disgregano e si riorganizzano in modo
ciclico.
BIO
Carlo Caloro vive e lavora a Roma e Colonia.
Ha studiato media arte presso la KHM, Accademia di Arti Mediali di Colonia e presso l’Accademia
Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma dove ha collaborato al corso di Regia
svolgendo attività di ricerca nel campo delle nuove tecnologie applicate allo spettacolo teatrale.
Il suo lavoro di ricerca è volto ad individuare, con gli strumenti propri dell’arte, quali siano le
funzioni messe in atto da determinate strutture o sistemi sociali di diversa natura, per tentare di
mantenersi in equilibrio con un ambiente così complesso e multidimensionale.
Per le sue indagini utilizza diverse metodologie proprie del campo della matematica,
dell’informatica, dell’economia, della biologia come anche della sociologia e della psicologia.
Evidenzia così in modo ironico il conflitto che separa le scienze naturali dalle scienze umane e
sociali.
Roman Kirschner
Leaking (for the time being)
Fotografie cm 50 x70
Una massa grigia è contenuta in un oggetto di tavola di legno sospesa al soffitto. La massa è
grondante da numerosi fori nei tavoli. Le gocce cadono su un piano bianco sul pavimento lasciando
fili sottili che fluttuano nell'aria. Nel corso del tempo, i fili si uniscono e sviluppano intricate
meshworks. Da questa complessa installazione realizzata sfruttando le caratteristiche di diversi
materiali, le tensioni dei corpi, la forza di gravita e il caso, Kirschner ha realizzato dei veri e propri
dipinti che sono a loro volta traccia, segno del loro processo realizzativo e corpo materico
bidimensionale. Le tensioni esplodono sulla tela in linee poetiche tramanandando e portando con se
la conoscenza del loro processo creativo. Decidiamo di esporre le tele realizzate, insieme alle foto
del progetto e del percorso creativo del lavoro.
BIO
Nato a Vienna nel 1975. Lavora come artista visivo e ricercatore. Ha studiato filosofia, storia
dell'arte e arte audiovisiva a Vienna e Colonia. Attualmente è l'iniziatore e responsabile del progetto
di ricerca artistica ""Liquid Things. Research on Active and Transitive Materials"" presso
l'Università di Arti Applicate di Vienna.
Il focus del suo lavoro è un idea dinamica della materia; le transizioni e la trasformazione dei
materiali nell'arte contemporanea; l'influenza reciproca e la penetrazione dei materiale,
l'immaginazione e l'epistemologia dal punto di vista processuale.
Il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale in numerosi Musei tra i quali quello della
fotografia di Tokyo (JP), lo Yerba Buena Center for the Arts di San Francisco (USA), il Museo
nazionale d'Arte della Cina, Pechino (CN) e numerosi altri.
Britta Lenk
I 03, 2015
Installazione
In I 03, 2015, Britta Lenk affronta la questione su come le informazioni / conoscenze vengono prese
e, per mezzo della ripetizione, registrate nei nostri cervelli. In psicologia si parla dei cosiddetti
effetti di verità, ovvero il fatto che solo ascoltando o leggendo qualcosa ripetutamente, riteniamo
automaticamente che sia vero, o meglio, piú vero.
Usando un linguaggio ridotto delle forme, nel suo lavoro si riflette sul condizionamento di
visualizzazione e vengono portate in primo piano le questioni riguardanti la produzione e il carattere
vincolante della realtà e della verità.
La visualizzazione è la base per tutta l'organizzazione del mondo e per la conoscenza, l'occhio non è
solo ricettivo, ma partecipa esso stesso all´atto della visione. Non esistono informazioni neutrali;
vediamo solo ciò in cui crediamo. La conoscenza è il risultato della nostra interpretazione dei dati.
BIO
Britta Lenk nasce nel 1968 a Mannheim. Ha studiato letteratura, storia dell'arte e linguistica teorica
e applicata a Siegen. Dal 1997 vive e lavora a Colonia e Roma. È la co-fondatrice di artQ13, spazio
d'arte indipendente a Roma.
Le sue opere non sono basate su impressioni visive, ma piuttosto su questioni riguardanti la nostra
percezione, il formarsi della nostra visione e dei nostri pensieri. Si tratta di questioni che riflettono il
condizionamento della nostra visione e domande circa la produzione e il carattere vincolante della
realtà e della verità. Lavoro concettuale e di ricerca che viene infine trasformato in oggetti artistici
che possono essere modulari, installativi, componibili e che ragionano sulla loro stessa modalità di
composizione e sulla loro modalità di essere percepiti e di far percepire il mondo.
Iulia Morcov
Installazione
Gli antenati
Nell'installazione “Gli antenati” di Iulia Morcov l'artista si occupa di ritrovare nella memoria e
parzialmente di immaginare, la storia della sua famiglia. Queste storie svaniscono, sempre più
pallide, più deboli ogni giorno, evanescenti, ed in questo modo diventano quasi proibite, in qualche
modo iniziano ad apparire come sacre. Da questa sacralità nasce la necessità di conservarle. Le
storie si svolgono e avvolgono insieme a volti, i ritratti delle persone: nonni, parenti perduti,
persone di cui non si conosce più nulla, amici dimenticati. “So che vivono dentro di me, eppure
sono tutti quasi sconosciuti a me” scrive Iulia Morcov, “così raccolgo le storie su loro, le ultime
tracce, le storie che ricordo, e cerco di immaginare il loro mondo.” Tra le nebbie del pensiero che
ricorda ecco che appaiono immagini evanescenti simili a momenti sbiaditi e fugaci della coscienza.
BIO
Iulia Morcov nasce nel 1984 in Romania. Dopo aver studiato Belle Arti e grafica a Bucarest, vince
diversi premi e numerose residenze tra cui una all'Accademia di Romania di Roma. Espone in
numerose collettive e personali sopratutto in Romania e in Italia. La sua ricerca mette al centro un
lavoro installativo in cui il fruitore si immerge in un pensiero grafico o oggettuale dentro cui si
mescola un lavoro fotografico che viene fuori come momento di intensità, a tratti malinconico. Si
tratta di lavori spesso attraversabili o installativi in cui la maniera grafica e il lavoro fotografico si
mescolano con un lavoro di ricerca sul passato personale e familiare, visto come luogo della mente,
apparizione, percezione in meandri della coscienza. I ricordi dimenticati, i racconti di guerra, le
tradizioni, le strane storie che ha ascoltato molte volte in passato scorrono come immagini evocate.
Ciprian Muresan
Invisible Hand 2011
HD video, 8 min. 59 sec.
Un video che è anche documentazione di un azione. Un dialogo a distanza tra ironia e paradosso
con un libro di Adam Smith, con il suo contenuto e non in ultimo con l'idea stessa di conservazione
del sapere. Il video si svolge davanti ai nostri occhi come si svolge un'azione, un'operazione
gratuita, di stampo quasi situazionista, un evento semplice che non cambia nulla ma cambia tutto.
Le immagini ci rimandano al significato delle parole, al lavoro sull'economia e sul pensiero di
Adam Smith, al dialogo (im)possibile di esse coi nostri tempi e col nostro sistema di vita. Tutto si
mescola mostrandoci il gesto, il lavoro grafico e il pensiero esso stesso grafico di Ciprian Muresan
che nuota e si inserisce attorno e dentro al pensiero di Adam Smith. Un azione dissacrante e ironica
di dialogo nel tempo, di aggiustamento, di commento, come una nota a piè di pagina, indelebile e
sigillata.
BIO
Nasce nel 1977 a Cluj in Romania, e coi-editor del Magazine VERSION. Dal 2005 è editore di
IDEA, Art + Society magazine (www.ideamagazine.ro). Ha esposto a livello internazionale in
numerosi spazi importanti: nel 2012 alla Tate Modern di Londra e in moltri altri spazi di tutta
Europa e in America. I suoi video mostrano brevi momenti, azioni immaginate quasi come vignette.
Fa uso di gesti semplici e in apparenza leggeri per affrontare questioni anche pesanti o importanti
riguardanti la violenza, il consumismo, la lotta esistenziale. Cerca di mostrarci la natura paradossale
della nostra società e le sue stranezze. L'utopia e la disillusione appaiono entrambe in forme anche
ambigue nei suoi lavori. I lavori grafici ci immergono in un suo particolare e intenso segno grafico e
rimangono anch'essi sempre densi di suggestioni, come finestre aperte sulle problematicità del
nostro tempo.
12
giugno 2015
artQ13 @Spazi aperti 2015: La conservazione del sapere
Dal 12 al 21 giugno 2015
arte contemporanea
Location
ACCADEMIA DI ROMANIA
Roma, Viale delle Belle Arti, 110, (Roma)
Roma, Viale delle Belle Arti, 110, (Roma)
Autore
Curatore